Dal professore Prisco e da me, concordi e anche contenti
Avere un Papa regnante è importante. E' il Capo di uno Stato molto speciale, il cui territorio è piccolo, la cittadinanza scarsa, ma la sovranità dichiaratamente "cattolica", cioè universale. Un professore di diritto pubblico italiano e comparato sa che il Papa non è perciò un capo di Stato qualunque, perché non si può prescindere dalla sua dimensione spirituale nell'analizzarne figura e ruolo. Il punto essenziale a cui questo fa pensare è che il legame fra gli uomini apprestato dal diritto non può bastare a tenere assieme la società; il valore della solidarietà si nutre di un aspetto ulteriore necessario. Come dice Agostino di Ippona, ma anche il filosofo del diritto tedesco non credente Juergen Habermas (in un dialogo con il cardinale Ratzinger, che è stato da tempo pubblicato), la città di Dio e la città degli uomini vivono contaminandosi per forza, non contapponendosi e devono cooperare al bene comune. Quindi fedi religiose o etiche non religiose aiutano il diritto, non lo ostacolano certamente.
Circa la persona, il cardinale Bergoglio era indicato come possibile Papa già nel conclave che elesse Benedetto XVI, poi le indiscrezioni dicono che pregò di non insistere (era il candidato del cardinale Martini), perché "non si sentiva pronto" e ha origini italiane, come molti argentini, non essendo però un "curiale". Abbiamo ascoltato in studio le sue prime (e semplici) parole da vescovo di Roma, che chiedeva una preghiera al proprio popolo, accogliendola con umiltà a capo chino, abbiamo riflettuto in comune sul nome scelto, ci ha intenerito il sorriso (un po' preoccupato della responsabilità e un po' timido, ci è sembrato): ci appaiono altrettanti segni potentssimi e promettenti di umiltà, speranze di pastoralità e rinnovamento.
Lunga vita e buone opere a Papa Francesco I. Ne abbiamo tutti molto bisogno