Giuristi Federiciani ...lasciate libero ogni pensiero o voi che entrate...

Un'analisi del momento politico-istituzionale attuale

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    Giuseppe.appioclaudio
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    00 08/03/2013 20:24
    Re:
    (pollastro), 08/03/2013 19:46:

    Dal professore Prisco, che mi prega di postare

    No, non hanno una scadenza, credo che per il governo Amato siano durate un paio di mesi. Ma nemmeno il governo Monti attuale ce l'ha, quindi oggi non è in prorogatio. E' un governo in carica, che darà le dimissioni appena fosse pronto l'eventuale prossimo




    Ho capito. Grazie!
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    trixam
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    00 08/03/2013 21:09
    Re:
    connormaclaud, 08/03/2013 20:22:



    ps Solo Renzi può salvare l'italia dalla valanga grillina, ma temo sia tardi anche per lui perché una parte di quelli che lo avrebbero votato se ne sono andati con Grillo e farli tornare indietro sarà difficile.




    Non come salvatore della patria,ma come vittima sacrificale contesa da m5s e dai politici da museo...degli orrori.

    Possibile che non si contempli la possibilità che gli astensionisti di oggi non siano quelli di ieri?
    Perchè ci si fossilizza su un'anomalia elettorale, come quella odierna, e si esclude il ripresentarsi dei trombati eccellenti della "vecchia" politica?
    Dategli qualche settimana e casini,di pietro, fini, diliberto e gli altri gireranno per una nuova campagna "abbonamenti".
    Questa voltà però saranno molti meno quelli che daranno voto di protesta e chi ha passato questo giro si ripresentà alle urne.
    Questo dovrebbe far pensare...


    Pd e pdl devono solo decidere se far insabbiare i grillini o correre il rischio di venire schiacciati alle prossime elezioni.
    Portare Renzi presidente significa,per il centrosinistra, bruciare il più papabile candidato per le elezioni del futuro e per gli altri un politicamente tecnico presidente per una tregua armata.





    Un PdR forte è l'ultima cosa che necessita un sistema già ingolfato e con troppe barricate tra "poteri"





    Ma chi ha detto che il voto di Grillo è solo di protesta? Chi lo dice non ha capito assolutamente niente. Ancora con le anomalie? Sembra di sentire il D'alema del 94 che voleva mandare Berlusconi a fare l'elemosina.

    Ragazzi, questo la prima che si è presentato ha preso più voti di berlusconi nel 1994 e come B aveva riempito un vuoto politico ed ancora lo riempie Grillo fa lo stesso. Più della metà dei voti di Grillo viene dal ceto medio e questi non lo hanno votato per protestare ma perché hanno aderito alla sua proposta,
    pensare che questi ritornino a votare per cariatidi come fini e Casini è ridicolo. Grillo li ha conquistati perché la sua proposta populistica è estremamente sofisticata, un modello crossover che riprende in pieno il modo di pensare della classe media italiana che vuole ad esempio i servizi pubblici(infatti grillo è tutto pubblico dall'acqua alla scuola ecc) però poi non vuole pagare le tasse per mantenere questi servizi(qui Grillo ci mette abilmente la polemica
    antiequitalia per imbarcare anche un po' di evasori che fanno comodo) poi ci mette l'utopia come il reddito di cittadinanza(essere pagati per non lavorare è l'italian dream) e altre robe del genere e dice quello che agli italiani fa venire l'orgasmo: che qualcun altro pagherà, nello specifico ricchi non ben identificati(forse quelli che non aprono società anonime in costarica) e soprattutto i malvagi(lo sono davvero) rappresentanti della casta.

    Grillo è in una classica situazione win, win mentre i suoi avversari sono in una situazione lose, lose.
    Per questo solo Renzi può fermarlo prosciungando voti dal centrodestra e riportando a votare una certa quantità di indecisi.
    Ma forse è troppo tardi anche per lui, perché prima la partita era in campo neutro ora devi andare a giocare in trasferta.

    Ps mentre si discute di tutto questo, Fitch ha appena declassato il nostro debito.








    [Modificato da trixam 08/03/2013 21:11]
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    Giuseppe.appioclaudio
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    00 08/03/2013 21:19
    Si...resta il fatto che in democrazia bisogna avere il consenso del corpo elettorale.
    Troppo comodo dare la colpa al popolo bue. Questo popolo bue viene da 5 anni (!!!) di crisi economica e da uno di austerità. Eppure non c'è stata (ancora) nessuna rivolta.
    Voi credete che si possa andare avanti in questo modo? Preparatevi alla prossima vittoria di Grillo.
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    connormaclaud
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    00 08/03/2013 22:17
    Trixam esattamente qual'è il programma di grillo e quali sono i canali d'informazione del suo partito?
    Un programma che a conti fatti nessuno conosce,eletti in primis, e una campagna politica quadriennale che inizia e finisce col vaffa-day.Intervista il 99,99& degli elettori e nessuno sa cosa voglia fare Grillo se non prendere a calci in culo il parlamento.
    Grillo non ha riempito un bel niente e tempo 6 mesi di parlamentarizzazione del suo movimento la gente rivaluterà i vecchi trombati,unica alternativa, perchè una politica di rinnovamento,quella vera e con gli attributi, ancora deve presentarsi in questo paese.
    Berlusconi ha portato in parlamento ex dc e rappresentanti della medio-alta borghesia di un tempo,Grillo invece vegani con scie chimiche nel cervello. I primi potevano rappresentare un cambiamento rispetto alla scuola dei partiti - strano da dire per gente che ha fatto la gavetta con lo scudo crociato-,i secondi sono una sega mentale della rete...that's all.

    Prendiamo in considerazione l'elettorato?
    1)I giovanissimi che hanno votato m5s sono come i pischelli che qualche anno fa votavano rifondazione comunista, radicali e chiunque altro volesse legalizzare la maria o far "implodere il sistema".
    - si guardi la perdita di voti di sel-

    2)I giovani "universitari" invece sono gli stessi che qualche anno fa votavano o avrebbero votato per il giustizialista di pietro
    - si guardi i pochi voti di Ingroia-


    3) i "celoduristi", l'elettorato della lega nord
    - si guardi la caduta libera del carroccio- (protesta)


    4)La maggioranza disinteressata e disillusa dalla classe politica, loro hanno dato un voto di protesta e rappresentano la vera sorpresa delle elezioni. Persone che hanno voluto "punire" i vecchi partiti,ma che sotto la minaccia dell'instabilità rivoterà il male minore.
    - rappresentano i voti rosicati ai partiti di centro e centrodestra-

    5) i grillini, entità informe formatasi col peggio che la rete potesse offrire. Rappresentano una discreta quota dei vecchi astensionisti.

    Se questa non è un'anomalia o si possa solo immaginare che suddetto movimento non sia totalmente dipendente da Grillo,reciterò il mea culpa, ma mi si dimostri il contrario.


    p.s.
    ci saranno sempre più forti pressioni esterne fin quando non sarà stabilito un governo ,ristabilita sicurezza politica e decapitato il m5s.



    p.p.s.
    ho preso come spunto il tuo intervento,non era una critica [SM=x43812]


    [Modificato da connormaclaud 08/03/2013 22:21]
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    (pollastro)
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    00 09/03/2013 20:38
    Governo dimissionario. "Affari correnti": cosa sono?
    di Lorenzo Cuocolo, www.lavoceinfo.it, 8 marzo 2013 (l’autore insegna Diritto pubblico comparato nell’Università Bocconi)

    È vaga la formula “affari correnti” per limitare l’azione di un Governo dimissionario. In pratica, che cosa può fare e cosa no l’esecutivo guidato da Monti in attesa del nuovo Governo? Solo la prassi costituzionale aiuta a definire meglio questo perimetro.
    Sette punti da chiarire nella complessa fase tra dimissioni del Governo Monti e possibile formazione di un nuovo Governo
    .
    La continuità
    Fino a che non verrà nominato il nuovo Governo, rimarrà in carica il Governo Monti. L’eventuale incarico (esplorativo o meno) che darà il Presidente della Repubblica non farà cessare il Governo Monti. Solo quando (e se) l’incaricato scioglierà positivamente la riserva, il Presidente della Repubblica firmerà i decreti di nomina del nuovo Governo e, contestualmente, il decreto di accettazione delle dimissioni del Governo Monti. Vi è, pertanto, continuità: il paese non resta mai senza un esecutivo in carica.
    Dimissioni e “affari correnti”
    Ciò chiarito, è necessario domandarsi se un Governo dimissionario (come, oggi, il Governo Monti) abbia tutti i poteri di un Governo nel pieno del suo mandato, oppure se questi siano limitati. Quando il presidente Monti è salito al Quirinale per rassegnare le dimissioni, il Presidente della Repubblica “ha preso atto delle dimissioni e ha invitato il Governo a rimanere in carica per il disbrigo degli affari correnti”. Così si legge nel comunicato del Quirinale del 21 dicembre 2012. Cosa sono, dunque, gli “affari correnti”? Non ne esiste una definizione normativa, né alcuna norma prevede espressamente che il Governo dimissionario debba limitarsi agli “affari correnti”. L’espressione, dunque, è il frutto di una prassi costituzionale, che si è ripetuta senza significative eccezioni in tutti i comunicati quirinalizi post-dimissioni.
    La dottrina
    La dottrina costituzionalistica non offre una ricostruzione univoca dei poteri del Governo dimissionario. Alcuni autori offrono una lettura fortemente restrittiva, parlando di “organo straordinario” o di organo “meramente amministrativo”, e non più politico. L’opinione prevalente, tuttavia, è che la natura del Governo non muti e che la restrizione dei poteri derivi dalla prassi e dalla correttezza costituzionale. Come notano alcuni, poi, l’intensità della limitazione varia caso per caso, a seconda che il Governo sia stato espressamente sfiduciato in Parlamento (e che, dunque, sia stato accertato il venir meno di una maggioranza parlamentare), oppure che si sia spontaneamente dimesso (come è avvenuto per il Governo Monti).
    Un unico limite espresso
    Secondo alcuni, il Governo dimissionario non potrebbe chiedere la registrazione con riserva degli atti che la Corte dei conti, in sede di controllo, abbia ritenuto illegittimi. Tale previsione, peraltro dalla portata limitata, è contenuta nel Regio Decreto n. 2441 del 1923, che, essendo anteriore alla Costituzione, è di dubbia legittimità.
    Gli autolimiti del governo
    Nella vaghezza dei confini sopra descritta, molti Presidenti del consiglio, a partire dagli anni ‘80 (cfr., ad esempio, la nota di Fanfani del 5 maggio 1983), hanno ritenuto di perimetrare il significato di “affari correnti”, adottando apposite direttive in occasione delle dimissioni. Ultimo della serie il presidente Prodi, con la direttiva del 25 gennaio 2008. Nel preambolo si legge che “il Governo rimane impegnato nel disbrigo degli affari correnti, nell’attuazione delle determinazioni già assunte dal Parlamento e nell’adozione degli atti urgenti. Dovrà, in particolare, essere assicurata la continuità dell’azione amministrativa, con particolare riguardo ai problemi dell’occupazione, degli investimenti pubblici ed ai processi di liberalizzazione e di contenimento della spesa pubblica". Limiti, certo, ma tutt’altro che a maglie strette. Ciò è confermato dal corpo della direttiva, che consente al Governo l’adozione di atti imposti dal rispetto di vincoli europei, l’effettuazione di nomine “strettamente necessarie”, l’approvazione di decreti legislativi in scadenza e di decreti-legge in casi di urgenza. In effetti il Governo Prodi, pur essendo dimissionario a causa di un voto di sfiducia del Parlamento, dovette occuparsi di questioni politicamente assai delicate: su tutte, la gestione della crisi in Kosovo (con concessione delle basi alla Nato) e l’emergenza rifiuti in Campania.
    Le direttive sono vincolanti?
    Una curiosità: la magistratura amministrativa si è pronunciata sulla portata vincolante delle direttive in tema di “affari correnti”. Davanti al Tar della Puglia, infatti, è stata contestata la validità di un provvedimento di revoca, adottato dall’allora ministro Pecoraro Scanio, non conforme con le previsioni contenute nella direttiva Prodi. I magistrati amministrativi hanno annullato l’atto di revoca, fondando l’illegittimità proprio sulla violazione della direttiva del Presidente del consiglio e della prassi costituzionale (cfr. TAR Puglia, Bari, sentenza n. 996 del 22 aprile 2008).
    Quali limiti per il governo Monti?Come si è detto, non vi sono limiti precostituiti. È importante sottolineare che qualunque Governo dimissionario può, e anzi deve, utilizzare tutti i propri poteri per fare fronte alle situazioni di urgenza. Se, ad esempio, si verificassero particolari tensioni sui mercati e condizioni particolarmente avverse per il paese (ad esempio con una forte risalita dello spread), è da ritenersi che il Governo Monti, pur dimissionario, dovrebbe adottare tutti gli atti necessari a tutelare gli interessi nazionali. Ovviamente, in simili ipotesi, è da ritenersi che ogni atto sarebbe il frutto di un confronto con la presidenza della Repubblica e con le forze politiche rappresentate in Parlamento, come vuole la correttezza costituzionale.

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    Raffaele_23
    Post: 946
    Post: 946
    Utente Senior
    00 16/03/2013 13:16
    Laura Boldrini è stata eletta Presidente della Camera dei Deputati. Un nome e una persona che, personalmente, accolgo con grande orgoglio e soddisfazione.
  • Niña de Luna
    00 16/03/2013 14:56
    Re:
    Raffaele_23, 16/03/2013 13:16:

    Laura Boldrini è stata eletta Presidente della Camera dei Deputati. Un nome e una persona che, personalmente, accolgo con grande orgoglio e soddisfazione.




    Bellissimo il suo discorso:

    http://video.repubblica.it/politica/camera-laura-boldrini-presidente-il-discorso-integrale/122507/120992

    [SM=x43813]
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    Giuseppe.appioclaudio
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    Utente Senior
    00 16/03/2013 14:58
    Re:
    (pollastro), 09/03/2013 20:38:

    Governo dimissionario. "Affari correnti": cosa sono?
    di Lorenzo Cuocolo, www.lavoceinfo.it, 8 marzo 2013 (l’autore insegna Diritto pubblico comparato nell’Università Bocconi)

    È vaga la formula “affari correnti” per limitare l’azione di un Governo dimissionario. In pratica, che cosa può fare e cosa no l’esecutivo guidato da Monti in attesa del nuovo Governo? Solo la prassi costituzionale aiuta a definire meglio questo perimetro.
    Sette punti da chiarire nella complessa fase tra dimissioni del Governo Monti e possibile formazione di un nuovo Governo
    .
    La continuità
    Fino a che non verrà nominato il nuovo Governo, rimarrà in carica il Governo Monti. L’eventuale incarico (esplorativo o meno) che darà il Presidente della Repubblica non farà cessare il Governo Monti. Solo quando (e se) l’incaricato scioglierà positivamente la riserva, il Presidente della Repubblica firmerà i decreti di nomina del nuovo Governo e, contestualmente, il decreto di accettazione delle dimissioni del Governo Monti. Vi è, pertanto, continuità: il paese non resta mai senza un esecutivo in carica.
    Dimissioni e “affari correnti”
    Ciò chiarito, è necessario domandarsi se un Governo dimissionario (come, oggi, il Governo Monti) abbia tutti i poteri di un Governo nel pieno del suo mandato, oppure se questi siano limitati. Quando il presidente Monti è salito al Quirinale per rassegnare le dimissioni, il Presidente della Repubblica “ha preso atto delle dimissioni e ha invitato il Governo a rimanere in carica per il disbrigo degli affari correnti”. Così si legge nel comunicato del Quirinale del 21 dicembre 2012. Cosa sono, dunque, gli “affari correnti”? Non ne esiste una definizione normativa, né alcuna norma prevede espressamente che il Governo dimissionario debba limitarsi agli “affari correnti”. L’espressione, dunque, è il frutto di una prassi costituzionale, che si è ripetuta senza significative eccezioni in tutti i comunicati quirinalizi post-dimissioni.
    La dottrina
    La dottrina costituzionalistica non offre una ricostruzione univoca dei poteri del Governo dimissionario. Alcuni autori offrono una lettura fortemente restrittiva, parlando di “organo straordinario” o di organo “meramente amministrativo”, e non più politico. L’opinione prevalente, tuttavia, è che la natura del Governo non muti e che la restrizione dei poteri derivi dalla prassi e dalla correttezza costituzionale. Come notano alcuni, poi, l’intensità della limitazione varia caso per caso, a seconda che il Governo sia stato espressamente sfiduciato in Parlamento (e che, dunque, sia stato accertato il venir meno di una maggioranza parlamentare), oppure che si sia spontaneamente dimesso (come è avvenuto per il Governo Monti).
    Un unico limite espresso
    Secondo alcuni, il Governo dimissionario non potrebbe chiedere la registrazione con riserva degli atti che la Corte dei conti, in sede di controllo, abbia ritenuto illegittimi. Tale previsione, peraltro dalla portata limitata, è contenuta nel Regio Decreto n. 2441 del 1923, che, essendo anteriore alla Costituzione, è di dubbia legittimità.
    Gli autolimiti del governo
    Nella vaghezza dei confini sopra descritta, molti Presidenti del consiglio, a partire dagli anni ‘80 (cfr., ad esempio, la nota di Fanfani del 5 maggio 1983), hanno ritenuto di perimetrare il significato di “affari correnti”, adottando apposite direttive in occasione delle dimissioni. Ultimo della serie il presidente Prodi, con la direttiva del 25 gennaio 2008. Nel preambolo si legge che “il Governo rimane impegnato nel disbrigo degli affari correnti, nell’attuazione delle determinazioni già assunte dal Parlamento e nell’adozione degli atti urgenti. Dovrà, in particolare, essere assicurata la continuità dell’azione amministrativa, con particolare riguardo ai problemi dell’occupazione, degli investimenti pubblici ed ai processi di liberalizzazione e di contenimento della spesa pubblica". Limiti, certo, ma tutt’altro che a maglie strette. Ciò è confermato dal corpo della direttiva, che consente al Governo l’adozione di atti imposti dal rispetto di vincoli europei, l’effettuazione di nomine “strettamente necessarie”, l’approvazione di decreti legislativi in scadenza e di decreti-legge in casi di urgenza. In effetti il Governo Prodi, pur essendo dimissionario a causa di un voto di sfiducia del Parlamento, dovette occuparsi di questioni politicamente assai delicate: su tutte, la gestione della crisi in Kosovo (con concessione delle basi alla Nato) e l’emergenza rifiuti in Campania.
    Le direttive sono vincolanti?
    Una curiosità: la magistratura amministrativa si è pronunciata sulla portata vincolante delle direttive in tema di “affari correnti”. Davanti al Tar della Puglia, infatti, è stata contestata la validità di un provvedimento di revoca, adottato dall’allora ministro Pecoraro Scanio, non conforme con le previsioni contenute nella direttiva Prodi. I magistrati amministrativi hanno annullato l’atto di revoca, fondando l’illegittimità proprio sulla violazione della direttiva del Presidente del consiglio e della prassi costituzionale (cfr. TAR Puglia, Bari, sentenza n. 996 del 22 aprile 2008).
    Quali limiti per il governo Monti?Come si è detto, non vi sono limiti precostituiti. È importante sottolineare che qualunque Governo dimissionario può, e anzi deve, utilizzare tutti i propri poteri per fare fronte alle situazioni di urgenza. Se, ad esempio, si verificassero particolari tensioni sui mercati e condizioni particolarmente avverse per il paese (ad esempio con una forte risalita dello spread), è da ritenersi che il Governo Monti, pur dimissionario, dovrebbe adottare tutti gli atti necessari a tutelare gli interessi nazionali. Ovviamente, in simili ipotesi, è da ritenersi che ogni atto sarebbe il frutto di un confronto con la presidenza della Repubblica e con le forze politiche rappresentate in Parlamento, come vuole la correttezza costituzionale.




    Molto interessante...Non sarà una prorogatio (il Professore Prisco potrebbe arrabbiarsi [SM=g2725401] ), ma se la dottrina propende per una posizione elastica, vuol dire che tutta questa smania di formare un governo è inutile.
    Continuo a pensare che dovrebbero occuparsi della legge elettorale ed individuare un'ipotetica data per le elezioni (magari insieme a quelle europee?) :)
    [Modificato da Giuseppe.appioclaudio 16/03/2013 15:02]
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    connormaclaud
    Post: 1.186
    Post: 1.186
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    00 16/03/2013 15:22
    ot
    chi ha riesumato la dottrina? [SM=g2725401]
    Imbrigliarsi laddove i padri costituenti avevano lasciato ampio margine discrezionale ci ricorda che la sacra e perpetua verginità costituzionale è un dogma in un paese dove i figli sono mentalmente più limitati dei padri.

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    Raffaele_23
    Post: 947
    Post: 947
    Utente Senior
    00 16/03/2013 15:30
    Il problema di lasciare in funzione il Governo Monti (a parte che Monti da qualche mese sembra aver perso i lumi della ragione, ma questo è un altro discorso) è uno solo: avendo nuove Camere non si può, a mio parere , prescindere dalla fiducia, anche solo per un'ordinaria amministrazione sui generis. A fortiori, se dovesse configurarsi un Governo in piena funzione. E tutto questo, a prescindere dalla alquanto sterile disquisizione su cosa sia ordinaria amministrazione e cosa non lo sia, lo vedo molto difficile nell'insediato Parlamento.
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    Giuseppe.appioclaudio
    Post: 307
    Post: 301
    Utente Senior
    00 16/03/2013 15:41
    Re:
    Raffaele_23, 16/03/2013 15:30:

    Il problema di lasciare in funzione il Governo Monti (a parte che Monti da qualche mese sembra aver perso i lumi della ragione, ma questo è un altro discorso) è uno solo: avendo nuove Camere non si può, a mio parere , prescindere dalla fiducia, anche solo per un'ordinaria amministrazione sui generis. A fortiori, se dovesse configurarsi un Governo in piena funzione. E tutto questo, a prescindere dalla alquanto sterile disquisizione su cosa sia ordinaria amministrazione e cosa non lo sia, lo vedo molto difficile nell'insediato Parlamento.




    [SM=g2725400]
  • Niña de Luna
    00 16/03/2013 19:01
    L'ex procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso è il nuovo Presidente del Senato della Repubblica, seconda carica dello Stato.


    [SM=g2725288] [SM=g2725291] [SM=g2725291] [SM=g2725291]
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    Giuseppe.appioclaudio
    Post: 308
    Post: 302
    Utente Senior
    00 16/03/2013 19:20
    Re:
    Niña de Luna, 16/03/2013 19:01:

    L'ex procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso è il nuovo Presidente del Senato della Repubblica, seconda carica dello Stato.


    [SM=g2725288] [SM=g2725291] [SM=g2725291] [SM=g2725291]



    Sarà contento Salvatore Borsellino [SM=x43819]
  • Niña de Luna
    00 16/03/2013 20:17
    Re: Re:
    Giuseppe.appioclaudio, 16/03/2013 19:20:



    Sarà contento Salvatore Borsellino [SM=x43819]




    Io ho molto rispetto delle opinioni di Salvatore Borsellino, però credo che sia troppo aspro l'astio nei confronti di Pietro Grasso.
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    maximilian1983
    Post: 1.317
    Post: 1.317
    Utente Veteran
    00 18/03/2013 15:00
    Il pensiero di Giampaolo Pansa sull'attuale situazione politica.

    Il bestiario di Pansa, da Libero.

    Ecco come fermare Grillo e i punitori

    Il governo va varato al più presto, senza corteggiare il M5S: meglio le larghe intese o un esecutivo del presidente. L’alternativa è il rischio di guerra civile

    di Giampaolo Pansa

    Esiste una parola secca, usata da Alessandro Manzoni, che suggerisce quanto potrà accadere in Italia. È «punitore», e indica chi si fa promotore o strumento di un castigo. I politologi non l’hanno ancora usata a proposito del Movimento 5 stelle di Beppe Grillo. Ma non c’è termine più adatto a spiegare la situazione in cui si trova oggi il nostro Paese.

    Le elezioni di febbraio hanno rivelato la presenza di un’area sempre più vasta di cittadini che vogliono castigare i partiti colpevoli di averci governato male per tutta la Seconda repubblica. Via via quest’area è diventata sempre più estesa e ha trovato lo strumento per vendicarsi: un altro partito, giudicato nuovo e non vecchio, guidato da due personaggi anomali, un attore comico, Grillo, e un imprenditore maniaco di futurologia, Gianroberto Casaleggio.

    Il loro trionfo, e la conquista di un robusto gruppo di deputati e senatori, minaccia di diventare ancora più grande. Esistono sondaggi che danno il grillismo vicino al 30 per cento dei voti. Può sembrare una crescita inarrestabile, alimentata da una crisi economica che terrorizza le generazioni meno anziane che non sono passate attraverso la guerra e il dopoguerra. E rischia di risultare molto pericolosa per l’esistenza stessa della Repubblica così come la conosciamo oggi.

    È facile prevedere che l’espansione del grillismo non sarà semplice da arginare. La soluzione ideale sarebbe un’improvvisa fine della depressione che ci strangola e l’inizio di una fase di boom economico, identica a quella che negli anni Cinquanta e Sessanta ci garantì un lungo periodo di prosperità. Ma per ora è inutile sperare in un nuovo miracolo. L’ipotesi più probabile ci dice che la crisi continuerà, almeno sino alla fine del 2013. E offrirà dell’altro carburante al grillismo.

    Anch’io sono tra quelli che considerano questa eventualità una sciagura. Il regime che Grillo e Casaleggio vogliono imporci mi atterrisce. La Repubblica verrebbe soffocata da una dittatura di incompetenti o di illusi. Allora gli errori compiuti dai partiti tradizionali sembreranno piccoli passi falsi rispetto al disastro che vedremo. L’Italia diventerà un paese di serie C, sempre più povero. Le altre nazioni europee cercheranno di liberarsi della nostra zavorra. Non saremo noi ad abbandonare l’euro, ma sarà l’euro che ci lascerà in mezzo a una strada.

    Per tutto questo, i partiti superstiti hanno il dovere di trovare il modo per fermare i nuovi barbari delle Cinque stelle. Il Bestiario non possiede ricette magiche. Ha soltanto qualche consiglio da offrire ai politici che non vogliono passare alla storia come una casta al tempo stesso suicida e omicida. Destinata a restare nella memoria come la spazzatura del Duemila.

    Il primo suggerimento è di mostrare un minimo senso dell’onore. La politica non è soltanto marciume, corruzione, tangenti, sperpero di soldi pubblici. I tanti professionisti della politica che non appartengono a questo generone ribaldo hanno l’obbligo di rivelarsi all’altezza dell’impegno che si sono scelti. E di avere rispetto del proprio ruolo.

    Non bisogna presentarsi al grillismo con il piattino in mano. Chiedendo pietà e offrendo doni. Quando gli avremo regalato il governo, che cosa ci rimarrà da consegnare a Grillo? Le nostre donne, le nostre figlie, le nostre case? Sottopongo la domanda soprattutto al leader del Pd, Pier Luigi Bersani. Voleva sposarsi con Grillo, ma forse resterà cornuto e mazziato. Anche Nichi Vendola sta commettendo lo stesso errore. Però il suo disastro conterà niente.

    Il secondo consiglio è di non avere l’ansia missionaria di aiutare il grillismo a mutarsi in una forza parlamentare. Nessuno sa chi siano per davvero i deputati e i senatori mandati a Montecitorio e a Palazzo Madama da Grillo. Non lo sa neppure chi li ha votati. In Parlamento è arrivata una truppa di sconosciuti, tutti nominati dai due padroni del Movimento. All’inizio del Duemila abbiamo visto un gigantesco balzo all’indietro, in piena età feudale. Le famose Parlamentarie sono state un trucco senza pudore.

    Anche i partiti tradizionali hanno una minoranza di nominati, però non sbandierano l’uso del Porcellum come il massimo della democrazia. Il battaglione grillino, invece, non si vergogna di dipendere dalla ditta Beppe & Gian-roberto. Ha una missione da compiere: sventrare il Parlamento come una scatola di tonno. Se vogliamo impedirglielo, confiniamoli nel loro recinto. Trattare con i Cinque stelle proverebbe che la Repubblica è davvero morta.

    Il terzo consiglio è di non aspettare un giorno di più nel mettere insieme un governo. Il partitismo italiano si è rivelato tanto malridotto da farsi battere persino da un pugno di anziani cardinali, riuniti in conclave per eleggere il nuovo Papa. In un giorno e mezzo hanno risolto il problema. Invece lo Stato laico traccheggia, si trastulla, spreca il tempo in sondaggi, esplorazioni, trattative nascoste, pensamenti e ripensamenti.

    È un lusso che l’Italia non può permettersi. Decidere un governo, votarlo e metterlo in condizioni di lavorare, è l’arma più forte per rendere impotente Grillo. Il Bestiario ha già ricordato più volte che l’unico esecutivo utile all’Italia è quello formato dai blocchi di centrosinistra e centrodestra, più la pattuglia guidata da Mario Monti. La Casta non è in grado di vararlo? Allora mettiamo in sella un governo di tecnici, scelti dal presidente della Repubblica. Ma decidiamoci, non perdiamo un minuto. Perché alla metà d’aprile, fra un mese, dovremo eleggere il nuovo capo dello Stato.

    Varare un governo a tre comporterà dei prezzi tanto a sinistra che a destra. Bersani sta già pagando la parte che lo riguarda. Nel giro di un paio di settimane ha subito una mutazione sconvolgente. Sembra un naufrago, pronto ad aggrapparsi al primo relitto. Le candidature democratiche per Camera e Senato rivelano un dilettantismo che nessuno sospettava in un vecchio esperto di apparati e nomine cresciuto nel Pci. Un partito che affidava la presidenza dell’Assemblea costituente a Umberto Terracini e non a un’impiegata dell’Onu, all’esordio in Parlamento.

    Prima o poi, il Partito democratico potrebbe mandare a casa Bersani. Se questa sarà la sua sorte, speriamo che il cambio avvenga senza causare scissioni o disastri irrimediabili. Non lo dico per simpatia verso il Pd. Da tempo non vado più a simpatie. Volete la verità? Mi preoccupo per me e per le persone che mi sono care. Arrivato alla mia bella età, non vorrei perdere quel poco che mi sono conquistato in decenni di lavoro e che il fisco mi ha consentito di tenere per me.

    Ma anche la destra deve sentirsi disposta a pagare un prezzo. Quello più pesante è convincere Silvio Berlusconi a farsi da parte. Capisco che il Cavaliere non abbia nessuna voglia di ritirarsi. Soprattutto adesso che ha visto un coetaneo diventare Papa. Capisco pure che il Cav cerchi una rivincita e speri di trionfare se torneremo a votare in estate o in autunno.

    Però mi domando: a che cosa gli servirebbe regnare su un Paese in macerie e, Dio non voglia, devastato da una nuova guerra civile? Non crediate che sia un’ipotesi assurda o lontana. Antoine Saint-Exupéry ha scritto: la guerra civile è una malattia mentale che si presenta all’improvviso e ci costringe a combattere contro noi stessi.

    Amici della Casta, non sparatevi da soli un colpo alla nuca. Ma state molto attenti che a spararvelo non sia Grillo. O il fantascientifico Casaleggio, uno affascinato dai videogame che immaginano la distruzione dell’universo (Eugenio Scalfari dixit).






    Nolite conformari huic saeculo sed reformamini in novitate sensus vestri.
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    maximilian1983
    Post: 1.318
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    Utente Veteran
    00 18/03/2013 15:07
    Condivido in larga parte il pensiero di Pansa. Credo, tuttavia, a differenza di Pansa, che ci siano ancora margini perchè la crisi politica attuale possa avere esiti non drammatici. Il problema, secondo me, dipende dall'avvitarsi della crisi economica. Esiti "ciprioti" (con prelievo forzoso del 10% dai conti correnti e chiusura delle banche, per imposizione europea) porterebbero, sì, alla rivolta nelle strade e agli assalti alle banche!
    [Modificato da maximilian1983 18/03/2013 15:08]






    Nolite conformari huic saeculo sed reformamini in novitate sensus vestri.
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    (pollastro)
    Post: 1.955
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    Utente Veteran
    00 18/03/2013 21:20
    C'è disprezzo e forse inconsapevole sessismo nel parlare con sufficienza di un'"impiegata dell'Onu" come presidente della Camera. Ammesso pure il dato, non è comunque un'igienista dentale che per hobby arrotonda con altri mestieri, o la compagna pasionaria del funereo direttore del Giornale, quello che ha la faccia e i toni del menagramo fazioso.
    Detto questo in dissenso da Pansa, trovo che un governo di Pd, PdL, montiani (ma senza Monti, che mi ha deluso e sì che avevo anche votato per Scelta Civica: un tecnocrate algido che finge di pensare all'Italia, ma briga in realtà solo per se stesso e naturalmente senza nemmeno Bersani e Berlusconi) sembra anche a me, da quando ho appreso i risultati elettorali, la soluzione più logica
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    goisis
    Post: 1.293
    Post: 1.294
    Utente Veteran
    00 18/03/2013 21:41
    Stasera ho avuto il dispiacere di parlare con due sfegatati comunisti del mio paese.Devo mettere un po la testa sotto la fontana tante le stronzate che ho sentito:
    1 La vesuviana e l'anm a Napoli le ha affossate Berlusconi
    2 Grillo nun è buon e nu mariuol
    3 Berlusconi se farà il capo dello stato sarà padrone dell'Italia
    4 La disoccupazione è stata creata da Berlusconi
    5 Criticano D'Alema ma alle primarie hanno votato Bersani e non Renzi

    Non vincete mai,non vincete mai,non vincete mai..........
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    Raffaele_23
    Post: 954
    Post: 954
    Utente Senior
    00 18/03/2013 22:24
    Re:
    (pollastro), 18/03/2013 21:20:

    C'è disprezzo e forse inconsapevole sessismo nel parlare con sufficienza di un'"impiegata dell'Onu" come presidente della Camera. Ammesso pure il dato, non è comunque un'igienista dentale che per hobby arrotonda con altri mestieri, o la compagna pasionaria del funereo direttore del Giornale, quello che ha la faccia e i toni del menagramo fazioso.
    Detto questo in dissenso da Pansa, trovo che un governo di Pd, PdL, montiani (ma senza Monti, che mi ha deluso e sì che avevo anche votato per Scelta Civica: un tecnocrate algido che finge di pensare all'Italia, ma briga in realtà solo per se stesso e naturalmente senza nemmeno Bersani e Berlusconi) sembra anche a me, da quando ho appreso i risultati elettorali, la soluzione più logica




    Caro pollastro, non angustiarti troppo per il voto a Monti: d'altronde è notorio che il potere corrompe chi non ce l'ha! Scherzi a parte, vorrei invitare tutti ad una riflessione: il Governo Monti si è avviato al declino quando, circa nel momento della riforma del lavoro, i partiti hanno ripreso voce in capitolo. La legge elettorale non sono riusciti a cambiarla prima della polarizzazione elettorale, figuriamoci ora. Un Governo Pd-Pdl darebbe sicurezze apparenti ma sarebbe del tutto paralizzato. E non so se è peggio la palude o il non-Governo.
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