Giuristi Federiciani ...lasciate libero ogni pensiero o voi che entrate...

Una e indivisibile

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    connormaclaud
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    Utente Veteran
    00 27/02/2013 18:26
    Apro una finestra su un tema che,a mio avviso, nei prossimi mesi ed anni sarà oggetto principe delle discussioni di costituzionalisti e non solo: l'unità ed indivisibilità del territorio italiano.
    Dalla macroregione del nord del leghista Maroni, agli indipendentisti sardi passando per il nuovo movimento trieste libera,apriamo uno scorcio verso queste più o meno nuove realtà.


    La macroregione



    Non è esatto dire che la Lombardia è l'Ohio d'Italia. A differenza dello «swing State» americano, in cui il voto pendola di volta in volta tra i due contendenti, la Lombardia è sempre stata fedele: il centrodestra non è infatti mai sceso sotto il 50% nei vent'anni della Seconda Repubblica, e Roberto Formigoni l'ha governata ininterrottamente per 17 anni e quattro mandati. Si può anzi dire che i governi di centrosinistra, nel 1996 e nel 2006, furono fin dall'inizio «anatre zoppe» proprio perché minoritari nel cuore industriale del Nord, mai conquistato e forse mai compreso.

    C'è dunque una logica nella follia del Porcellum, se oggi la vittoria in Lombardia è diventata cruciale per la formazione di una maggioranza al Senato. Ma non meno importante ai fini della stabilità politica sarà la gara per la poltrona che fu di Formigoni, resasi vacante in anticipo a causa dell'impressionante serie di scandali che ha travolto il presidente e il consiglio regionale. Un successo di Maroni farebbe infatti nascere un asse tra le tre regioni del Nord a guida leghista (Lombardia, Piemonte e Veneto), consegnando a un partito accreditato del 5% a livello nazionale la leva politica di una «macroregione» dove si concentra quasi il 50% del Pil del Paese. I leghisti hanno già avvisato che la userebbero per ridurre il contributo fiscale del Nord alla comunità nazionale, lasciando il 75% delle tasse nei territori dove sono pagate.

    Illustr. di Doriano SolinasIllustr. di Doriano Solinas
    È probabile che l'idea cozzi con i principi costituzionali, o che venga annacquata dopo il voto come è già successo per altre parole d'ordine della Lega. Però bisogna dare atto a Maroni di aver adattato nel modo più efficace l'antico obiettivo della secessione al mutato clima politico, e di aver trovato la via più insidiosa per mettere i bastoni tra le ruote a chi andrà a Palazzo Chigi. Un Nord tutto leghista potrebbe infatti incarnare una formidabile opposizione extraparlamentare al governo centrale e un fattore di costante tensione politica; soprattutto se, come è prevedibile, la maggioranza parlamentare non sarà né molto ampia né molto coesa. La nuova proposta della Lega, come ha esplicitamente detto il professor Stefano Bruno Galli, capolista a Milano per Maroni, respinge infatti il modello fin qui seguito del «federalismo cooperativo di Berlino» e si propone di «mettere fine alla questione del Nord» per via fiscale.

    Ma c'è un altro elemento che potrebbe portare la macroregione leghista in conflitto con l'interesse nazionale. Negli anni Novanta l'idea della secessione aveva infatti il vantaggio di muoversi nel quadro di un processo di integrazione europea. Bossi voleva portare la Padania all'incontro con la Baviera, era convinto che il Nord avrebbe raggiunto da solo l'euro e che il Sud non ce l'avrebbe fatta: mirava cioè a disfare l'Italia perché aveva un'Europa dove andare. Oggi la proposta di Maroni rischia di disfare l'Italia proponendosi al contempo di disfare l'Europa, della quale rifiuta la disciplina fiscale e che considera una tirannia straniera. Con il paradosso di rimproverare alla Germania quella stessa mancanza di solidarietà verso i Paesi più deboli che il Nord leghista vorrebbe applicare alle regioni più deboli in Italia.

    Una regione, macro o micro che sia, è per definizione parte di un tutto: deve cioè stare in una cornice statuale, avere una patria. Nell'ipotesi leghista, che rifiuta sia il vincolo nazionale sia quello europeo, è solo un'incognita in più nel già complicato rebus italiano che tiene col fiato sospeso il mondo e i mercati.

    Antonio Polito

    www.corriere.it/opinioni/13_febbraio_21/polito-macroregione-senza-patria-insidia-italia-europa_343f9fb6-7c03-11e2-9e78-60bc36ab90...



    Treste libera

    [URL= triestelibera.org/it/]link


    Indipendentisti sard
    i




    Il Movimentu de liberatzioni natzionali sardu (Mlns) ha inoltrato formale denuncia all’Onu nei confronti dello Stato italiano per «occupazione».

    In particolare il presidente del Movimentu, Sergio Pes, rivendica «la sovranità del Popolo Sardo ed esige la liberazione della Nazione Sarda dall’occupazione illecita e illegittima dello stato straniero italiano».

    «Alla Nazione Sarda – ha spiegato Pes – ed al suo Popolo, storicamente indipendente dal IX al XV secolo d.C., è impedito l’esercizio del legittimo diritto alla sovranità nel proprio territorio a causa dell’occupazione italiana. Storicamente la Nazione Sarda dal 1409 ha subito l’occupazione della Corona d’Aragona, nel 1718 dell’Austria e dal 1720 dei Savoia; dal 1861 vi è poi ‘de jure e de factò l’illegittima, illecita, nonchè violenta e repressiva occupazione, anche militare, dello stato straniero italiano».
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    indipendentisti siculi
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    Giuseppe.appioclaudio
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    Utente Junior
    00 27/02/2013 23:48
    Un giorno ci muoveremo anche noi meridionali...Si spera. :)
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    Giuseppe.appioclaudio
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    Utente Junior
    00 27/02/2013 23:51
    www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=hDL...
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    [Modificato da Giuseppe.appioclaudio 27/02/2013 23:53]