Bisogna, al contrario, studiare una riforma che elevi non solo la preparazione – e quindi migliori tutta il settore inerente la formazione – ma anche il livello meritocratico. Non è ammissibile, infatti, che vi sia nell’albo forense il 40 per cento di disoccupati intellettuali – questa è la cifra per la professione di avvocato – e un precariato determinato dall’università che consente l’ingresso indiscriminato alimentando aspettative che vengono sistematicamente deluse. Abbiamo, infatti, un precariato professionale che, come qualcuno ha detto, è sottratto, con artificio, nelle statistiche alla disoccupazione generale, in quanto si ritiene, a torto, che chi è iscritto all’albo forense sia una persona che sicuramente lavora".
“Il numero chiuso all’università o programmato dall’università – conclude de Tilla - è fondamentale per risolvere il problema del sovraffollamento degli albi forensi. La vera innovazione di un’auspicata riforma è creare dei professionisti preparati e selezionati, garantendo così la competitività nel mercato del lavoro. Siamo fiduciosi che il tavolo tecnico possa essere la buona strada per risolvere questo problema”.
Secondo me sono i punti fondamentali.....aggiungiamoci che " questo tavolo tecnico si impegnerà altresì a evitare favoritismi e corruzione varia per portare finalmente la professione forense a livelli di decenza, restituendo a questa antica e fondamentale professione il dovuto rispetto e la dovuta considerazione!"
Messa così va bene!