Istintivamente contrario a qualsiasi forma di vivisezione, c'è da fare qualche riflessione in più però.
Mi viene da pensare che ragioniamo per categorie schematiche e perfettamente separate, il bianco ed il nero, ma non sempre la realtà vi si adatta perfettamente.
Ad esempio: sento spesso dire la frase di Letizia, ed anche io l'ho pensata spesso:" accetto che si possano mangiare gli animali, e quindi accetto gli esperimenti se per cose strettamente necessarie come la medicina, ma non per cose futili come trucchi o altro".
Ma qual è il confine? Esiste davvero?
Come si fa a stabilire che un esperimento con cui si analizza la reazione della pelle, o dei vasi sanguigni o altro, ad una X molecola sia per realizzare un detersivo, e non costituirà da quel momento in poi una informazione rilevante cui potranno attingere anche le case farmaceutiche nei progetti di realizzazione dei farmaci?
E' sempre possibile scindere nettamente le due cose?
Se parliamo di trucchi, la distinzione tra gli esperimenti che si fanno "per medicina" e quelli che si fanno in quanto finanziati da "case di trucchi" sono pressocché inesistenti...ed entrambe attingono a una mole di dati che di base è praticamente la stessa. Si accumulano assieme, attraverso la ricerca, ed a essa attingono tutti coloro che sono poi interessati a quella x conoscenza.
Parlando con una persona che fa ricerca ed esperimenti su cavie vive (topi), mi faceva riflettere che questa distinzione così radicale nella realtà non esiste...o esiste solo per casi eclatanti, ma non potrebbe essere elevata a regola. Verrebbe il più delle volte meno il senso concreto della distinzione. Sarebbe un divieto nullo, aggirato di fatto dalla stessa natura degli esperimenti.
Anche stabilendo che la vivisezione può farsi solo per ragioni mediche, continuerebbe praticamente tutta la ricerca attuale...
Allora o si è contrari a prescindere, in qualsiasi forma si utilizzi poi la conoscenza che ne deriva, o la si ammette...ed è una scelta netta che va fatta
prima. Non si potrà impedire che dopo, delle conoscenze acquisite, se ne facciano tutti gli usi più disparati che quella conoscenza consentirà di applicare (e che spesso, gli usi possibili intendo, vengono intuiti DOPO la scoperta stessa...più che prima...e mettendo insieme più conoscenze...o conoscenze attuali con future...per trovare questa applicazione, quella soluzione a un x problema etc etc...).