Una riflessione per Letizia
Dal professore Prisco, che mi prega di postare
Non so e credo che nessuno possa sapere che cosa si spezzi nell'equilibrio di una persona per indurlo al siuicidio. Ipotizzo che le cause possano essere - in ciascun caso, ognuno differente dall'altro - più di una. La questione sta peraltro assumendo ora andamenti da vera e propria "epidemia" e quasi da "effetti di initazione". Concordo con te nel rifiutare l'assistenzialismo ad ogni costo, ma anche l'individualismo esasperato: in alcuni casi, se quest'ultimo non è scelto, fa pesare ancora di più la solitudine. Occorrerebbe mettere un po' la sordina alla grancassa mediatica. "Censura" è una brutta parola e una pratica illiberale e perciò vietata, ma almeno occorrerebbe accompagnare ogni notizia negativa con un risvolto positivo, tipo l'esortazione ad aprirsi, a parlarne, nonché la creazione di luoghi - anche pubblici - di ascolto riservato dei problemi. Nel mio piccolo, quando vedo uno studente o una studentessa molto turbato/a all'esame e che mi accenna a problemi, premettendo di non volermi fare i fatti suoi, gli/le dò sempre un appuntamento fuori seduta, per parlarne con calma. Un paio di volte ho anche dato a qualcuno l'e-mail del nostro centro di counseling psicologico (Dare un appoggio va bene, ma occorre anche farlo con professionalità). Il guaio è che oggi andiamo sempre di fretta, nessuno ha tempo e voglia per ascoltare (sorridendogli e confortandolo) un suo simile