Ufficiale: Monti boccia Roma 2020
Il Presidente del Consiglio, Mario Monti, ha ufficialmente rigettato la proposta di candidatura di Roma per ospitare/organizzare i Giochi olimpici del 2020: "Non possiamo prendere un impegno finanziario così gravoso", ha affermato
Mario Monti dice no: il Presidente del Consiglio ha deciso di non firmare la garanzia frantumando, così, il sogno olimpico della capitale per l’organizzazione dei Giochi del 2012. Il rifiuto, già trapelato in mattinata, si rapporta alla manovra salva-Italia varata dal Premier nel post-Berlusconi, non reputando sostenibile una spesa così ingente (9.8 miliardi di euro, 4.7 dei quali a carico dello Stato) in un momento economico tanto delicato.
Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che era riuscito ad abbassare la quota che sarebbe gravata sullo Stato a 4.3 miliardi di euro recuperando altri 400 milioni da investitori privati, si era detto positivo alla vigilia dell’incontro con il Premier, reputando un impegno annuale di circa 600 milioni di euro per 7 anni sostenibile, ma le sue aspettative si sono rivelate non in linea con le idee di Monti, che ha giudicato “irresponsabile” una spesa simile.
DARE GARANZIA NON E' RESPONSABILE - "Siamo arrivati alla conclusione unanime che il governo non ritiene che sarebbe responsabile nelle attuali condizioni dell'Italia assumere un impegno di garanzia - ha spiegato Monti nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi -. Il Comitato ha fatto non solo un'ottima progettazione ma ha anche presentato uno studio molto autorevole, che presenta conclusioni positive dal punto di vista dell'impatto economico. Essendomi occupato qualche volta di economia so che per quanto uno studio venga fatto con le migliori metodologie la certezza assoluta non si può avere. Abbiamo ritenuto doveroso e prudente esaminare il decorso delle Olimpiadi degli ultimi 20 anni, e molte volte si è registrato un distacco consistente tra preventivi e consuntivi. Per questo abbiamo considerato il rischio non responsabile. Non vogliamo che chi governerà l'Italia nei prossimi anni si trovi in una condizione di difficoltà. L'Italia può e deve avere mete ambiziose. Il nostro Governo è concentrato anche sulla crescita, non solo sul rigore, ma in questo momento non pensiamo che sarebbe coerente impegnare l'Italia in questo tipo di garanzia che potrebbe mettere a rischio denari dei contribuenti”.
POSSIBILI CONSEGUENZE RISCHIOSE - “Da parte del Consiglio dei Ministri c'è stata grande condivisione delle linee economiche del progetto che permetterebbe alla città di Roma di tornare al centro del mondo dello sport – ha proseguito Monti -. Ci siamo rallegrati con il Comitato promotore, il progetto merita un elogio, ma il Comitato olimpico internazionale richiede per la presa in esame una lettera del capo del governo della città candidata, che faccia assumere una garanzia finanziaria. Dovremmo impegnarci a coprire ogni eventuale deficit. Abbiamo riflettuto molto, tutti i ministri hanno partecipato e siamo arrivati a una decisione sofferta e unanime: per il Governo non sarebbe responsabile nelle attuali condizioni assumere questo impegno di garanzia.
Se ci troviamo a fare i conti con una difficile condizione finanziaria dell'Italia è perché in passato sono state prese, da governi di ogni segno, decisioni senza molto riguardo alle conseguenze finanziarie per gli anni successivi”.
IL RAMMARICO DI PESCANTE - In mattinata sembrava già rassegnato al peggio, e alla notizia del “no” di Monti, Mario Pescante, presidente del comitato promotore di Roma 2020, ha commentato in maniera asciutta la propria delusione. "C’è grandissima amarezza, si è persa una occasione unica, grandiosa. Il progetto era sobrio, ma è una decisione che va accettata. Almeno per un decennio non si parlerà più di Olimpiadi. Direi una bugia se dicessi che è stata una risposta inaspettata. E' stata una decisione molto ponderata, esclusivamente di carattere economico”.
Fonte: Eurosport