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Governo: Un piano per i titoli di studio nei concorsi La laurea peserà meno.

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    |Lyuba|
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    Utente Veteran
    00 22/01/2012 12:33
    L'ipotesi di un sistema di valutazione dei diplomi dei singoli atenei. Il voto di laurea dovrebbe sparire come elemento di punteggio.
    ROMA - Venerdì prossimo, in Consiglio dei ministri, confronto sul tema della laurea: il suo valore legale, il peso che ha nei concorsi pubblici. Sullo sfondo, la proposta di un diverso criterio di accreditamento dei singoli atenei: ovvero il peso specifico che potrà avere il prestigio accademico di un'università (quindi anche i suoi criteri selettivi) rispetto ad altre. Stando alle indiscrezioni, nelle cartelle del governo sarebbe pronto per la discussione un provvedimento con molte novità.
    Primo: nei concorsi pubblici, soprattutto per i quadri dirigenziali, dovrebbe cadere il vincolo del tipo di laurea. Basterà un titolo per partecipare. Ci saranno le doverose eccezioni «tecniche» (nel caso in cui occorra una competenza specifica, per esempio, da ingegnere). Però conteranno maggiormente la capacità e la professionalità dimostrata dal candidato durante il concorso. In sostanza, per diventare dirigente di una Asl poco importerà se ho una laurea in Giurisprudenza o in Lettere, sarà decisivo il mio risultato personale nel concorso. Secondo: revisione del criterio legato al voto di laurea, che dovrebbe sparire come elemento di punteggio. Terzo: diverso accreditamento, cioè «apprezzamento», delle singole università, che smetteranno di essere di fatto tutte uguali.

    Se ne è già discusso venerdì scorso: al dibattito informale hanno partecipato, oltre al presidente Mario Monti e al ministro dell'Istruzione Francesco Profumo, anche i ministri Anna Maria Cancellieri (Interni), Paola Severino (Giustizia), Filippo Patroni Griffi (Pubblica amministrazione) suscitando anche l'interesse di Lorenzo Ornaghi (Beni culturali, rettore della Università Cattolica di Milano). Nel prossimo Consiglio dei ministri, con ogni probabilità, si arriverà a una sintesi. Creando un elemento di forte novità e discontinuità rispetto al passato.

    In Confindustria, per esempio, si fa sapere che «non si può non essere d'accordo» con una mossa che «va sicuramente nella direzione di una vera liberalizzazione». Ma si sottolinea anche come si debba proteggere il «consumatore di formazione» (lo studente, la sua famiglia) circa la qualità del prodotto che si sceglie. Ovvero aiutare quel «consumatore» a capire quale sia l'ateneo giusto. O se, addirittura, certi atenei siano da evitare. Naturalmente nel settore privato la laurea in sé ha un peso specifico diverso rispetto al settore pubblico. La Confindustria da sempre guarda con favore alla prospettiva di un maggior rigore nella selezione degli atenei e a una autentica concorrenza tra i migliori. E ripone molta fiducia nel lavoro dell'Anvur, l'Agenzia nazionale di valutazione del Sistema universitario e della ricerca presieduta da Stefano Fantoni.

    Dice Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli: «Nel settore privato non cambierà molto. E' del tutto ovvio che un capo del personale di una qualsiasi azienda assume valutando i pro e i contro delle caratteristiche dei candidati, indipendentemente dalla laurea e dal suo stesso punteggio. Detto questo, se davvero il Consiglio dei ministri varasse un provvedimento del genere, si stabilirebbe un principio sacrosanto anche per la pubblica amministrazione. Cioè la possibilità di accedere per le competenze acquisite dalla singola persona e non solo in base al famoso "pezzo di carta". Mi sembra molto giusta la prospettiva di rimuovere, per esempio, il blocco del tipo laurea per accedere alle professioni della pubblica amministrazione».

    Gavosto sottolinea poi un altro aspetto, che riguarda più direttamente le «fabbriche del sapere» (le università) e quindi i famosi «consumatori di formazione» (gli studenti che si affacciano sul mondo del lavoro). Dice Gavosto: «Non tutti gli atenei sono uguali. Lo sappiamo benissimo. Di conseguenza non tutti i voti conseguiti sono uguali. E bisognerà saperne tenere conto, nelle nuove norme. Ma sarebbe tempo che gli atenei si specializzassero puntando sulle discipline nelle quali sono più forti. Farò un esempio: Teramo offre una facoltà di Veterinaria sicuramente tra le migliori in Italia se non in Europa. Sarebbe bene che si concentrasse in quella materia, lasciando perdere in prospettiva i corsi più deboli. E ciò dovrebbe valere per tutte le università del nostro Paese»

    Invece Attilio Oliva, presidente di TreeLLLe-per una società dell'apprendimento continuo (che da anni si occupa di miglioramento della qualità dell'education nel nostro Paese), punta l'indice contro l'abitudine tutta italiana di affidarsi burocraticamente e schematicamente alla «certezza» dei numeri, cioè dei punteggi: «L'ossessione dell'oggettività uguale equità si trasforma in un inno alla deresponsabilizzazione di chi è chiamato a scegliere, a selezionare».

    Cosa vuole dire, con questo ragionamento, Oliva? «Molto semplice. Il punteggio diventa l'unico elemento amministrativo-burocratico di certezza. Mentre è del tutto evidente che il valore delle singole lauree dipende soprattutto dalla qualità e dalla serietà dell'ateneo che le ha rilasciate. Insomma, la vera svolta si avrà quando, nella scelta dei migliori, anche nella pubblica amministrazione ci sarà una adeguata responsabilizzazione dei selezionatori. Magari dopo una discussione collettiva, arrivando a una sintesi».

    Corriere della Sera

    Che ne pensate di questa liberalizzazione? [SM=g2725370]
    [Modificato da |Lyuba| 22/01/2012 12:33]
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    MARTINA.SANNINO83
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    Utente Gold
    00 22/01/2012 12:47
    Mah!



    For you I was a flame....love, is a losing game....


    Quando stai per mollare, fermati un attimo a pensare al motivo per il quale hai resistito fino ad ora ... Pensa alla meta, non a quanto sia lungo il tragitto. Rimboccati le maniche e non aver paura della fatica. Guardati allo specchio e riconosci quel sognatore che ti sta di fronte. Lotta e combatti. E quando ciò che desideri sarà tuo, una mano al cuore e sentirai in ogni singolo battito l'eco di ognuno dei passi che hai compiuto. E se avrai qualche cicatrice non preoccuparti, non c'e vittoria senza una ferita di guerra, non c'è arcobaleno senza la pioggia.
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    Mela.87
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    Utente Junior
    00 22/01/2012 13:18
    Benvenga la meritocrazia, ma per rendere efficaci tutte queste modifiche c'è bisogno di un monitoraggio costante e stringente, altrimenti che la Federico II Giurisprudenza sia più tosta, quindi garantisca maggiormente per il laureato, rischia di diventare solo una falsa etichetta. Ottimo che il voto non conti più una cippalippa, e soprattutto bene che si valutino le capacità del singolo candidato (solo mi chiedo, come cambieranno i criteri di valutazione?), in realtà per ogni lavoro c'è bisogno di attidudini diverse, che lo studio non sempre da. Bene che l'università sia vista come un plus, oggi ci vanno tutti, senza che la useranno mai! Anche se non capisco perchè non si valuti il tipo di laurea in base al concorso.. Io comunque dico che tutto questo non basta, voglio una preparazione migliore e più spendibile già mentre frequento i corsi all'Università, non voglio stare a perdere un sacco di tempo dopo per la pratica o la preparazione a un concorso, e voglio più soldi per noi, voglio che la mia preparazione sia più competitiva; qua con una laurea presa in tempo e col massimo dei voti nessuno (giustamente?) ti calcola..
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    cucciolottastupenda
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    Utente Master
    00 22/01/2012 15:25
    non sono d'accordo....chiamatemi pure persona dalle scarse vedute ma ammettiamo che io abbia un problema di salute tra 2 medici con diversi voti di laurea io preferirei farmi curare da quello che ha 110 e lode....non so voi... [SM=g2725335]
    poi nn sn d'accordo che magari una laurea presa nell'università X sia più importante di un'altra presa nell'università y...si rischierebbe di creare studenti di serie A e di serie B....mah...è tutto da vedere [SM=x43800]
    [Modificato da cucciolottastupenda 22/01/2012 15:29]
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    cucciolottastupenda
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    Utente Master
    00 22/01/2012 15:32
    Re: L'ipotesi di un sistema di valutazione dei diplomi dei singoli atenei. Il voto di laurea dovrebbe sparire come elemento di punteggio.
    |Lyuba|, 22/01/2012 12.33:

    ROMA - Venerdì prossimo, in Consiglio dei ministri, confronto sul tema della laurea: il suo valore legale, il peso che ha nei concorsi pubblici. Sullo sfondo, la proposta di un diverso criterio di accreditamento dei singoli atenei: ovvero il peso specifico che potrà avere il prestigio accademico di un'università (quindi anche i suoi criteri selettivi) rispetto ad altre. Stando alle indiscrezioni, nelle cartelle del governo sarebbe pronto per la discussione un provvedimento con molte novità.
    Primo: nei concorsi pubblici, soprattutto per i quadri dirigenziali, dovrebbe cadere il vincolo del tipo di laurea. Basterà un titolo per partecipare. Ci saranno le doverose eccezioni «tecniche» (nel caso in cui occorra una competenza specifica, per esempio, da ingegnere). Però conteranno maggiormente la capacità e la professionalità dimostrata dal candidato durante il concorso. In sostanza, per diventare dirigente di una Asl poco importerà se ho una laurea in Giurisprudenza o in Lettere, sarà decisivo il mio risultato personale nel concorso. Secondo: revisione del criterio legato al voto di laurea, che dovrebbe sparire come elemento di punteggio. Terzo: diverso accreditamento, cioè «apprezzamento», delle singole università, che smetteranno di essere di fatto tutte uguali.

    Se ne è già discusso venerdì scorso: al dibattito informale hanno partecipato, oltre al presidente Mario Monti e al ministro dell'Istruzione Francesco Profumo, anche i ministri Anna Maria Cancellieri (Interni), Paola Severino (Giustizia), Filippo Patroni Griffi (Pubblica amministrazione) suscitando anche l'interesse di Lorenzo Ornaghi (Beni culturali, rettore della Università Cattolica di Milano). Nel prossimo Consiglio dei ministri, con ogni probabilità, si arriverà a una sintesi. Creando un elemento di forte novità e discontinuità rispetto al passato.

    In Confindustria, per esempio, si fa sapere che «non si può non essere d'accordo» con una mossa che «va sicuramente nella direzione di una vera liberalizzazione». Ma si sottolinea anche come si debba proteggere il «consumatore di formazione» (lo studente, la sua famiglia) circa la qualità del prodotto che si sceglie. Ovvero aiutare quel «consumatore» a capire quale sia l'ateneo giusto. O se, addirittura, certi atenei siano da evitare. Naturalmente nel settore privato la laurea in sé ha un peso specifico diverso rispetto al settore pubblico. La Confindustria da sempre guarda con favore alla prospettiva di un maggior rigore nella selezione degli atenei e a una autentica concorrenza tra i migliori. E ripone molta fiducia nel lavoro dell'Anvur, l'Agenzia nazionale di valutazione del Sistema universitario e della ricerca presieduta da Stefano Fantoni.

    Dice Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli: «Nel settore privato non cambierà molto. E' del tutto ovvio che un capo del personale di una qualsiasi azienda assume valutando i pro e i contro delle caratteristiche dei candidati, indipendentemente dalla laurea e dal suo stesso punteggio. Detto questo, se davvero il Consiglio dei ministri varasse un provvedimento del genere, si stabilirebbe un principio sacrosanto anche per la pubblica amministrazione. Cioè la possibilità di accedere per le competenze acquisite dalla singola persona e non solo in base al famoso "pezzo di carta". Mi sembra molto giusta la prospettiva di rimuovere, per esempio, il blocco del tipo laurea per accedere alle professioni della pubblica amministrazione».

    Gavosto sottolinea poi un altro aspetto, che riguarda più direttamente le «fabbriche del sapere» (le università) e quindi i famosi «consumatori di formazione» (gli studenti che si affacciano sul mondo del lavoro). Dice Gavosto: «Non tutti gli atenei sono uguali. Lo sappiamo benissimo. Di conseguenza non tutti i voti conseguiti sono uguali. E bisognerà saperne tenere conto, nelle nuove norme. Ma sarebbe tempo che gli atenei si specializzassero puntando sulle discipline nelle quali sono più forti. Farò un esempio: Teramo offre una facoltà di Veterinaria sicuramente tra le migliori in Italia se non in Europa. Sarebbe bene che si concentrasse in quella materia, lasciando perdere in prospettiva i corsi più deboli. E ciò dovrebbe valere per tutte le università del nostro Paese»

    Invece Attilio Oliva, presidente di TreeLLLe-per una società dell'apprendimento continuo (che da anni si occupa di miglioramento della qualità dell'education nel nostro Paese), punta l'indice contro l'abitudine tutta italiana di affidarsi burocraticamente e schematicamente alla «certezza» dei numeri, cioè dei punteggi: «L'ossessione dell'oggettività uguale equità si trasforma in un inno alla deresponsabilizzazione di chi è chiamato a scegliere, a selezionare».

    Cosa vuole dire, con questo ragionamento, Oliva? «Molto semplice. Il punteggio diventa l'unico elemento amministrativo-burocratico di certezza. Mentre è del tutto evidente che il valore delle singole lauree dipende soprattutto dalla qualità e dalla serietà dell'ateneo che le ha rilasciate. Insomma, la vera svolta si avrà quando, nella scelta dei migliori, anche nella pubblica amministrazione ci sarà una adeguata responsabilizzazione dei selezionatori. Magari dopo una discussione collettiva, arrivando a una sintesi».

    Corriere della Sera

    Che ne pensate di questa liberalizzazione? [SM=g2725370]



    cioè...aprendiamo ad esempio il concorso per le agenzie delle entrate potrebbe essere tentato anche da uno laurreato in Filodofia o Beni culturali? [SM=g2725333]
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    ObbligazioneNaturale
    Post: 327
    Post: 327
    Utente Senior
    00 22/01/2012 15:35
    Re:
    cucciolottastupenda, 22/01/2012 15.25:

    non sono d'accordo....chiamatemi pure persona dalle scarse vedute ma ammettiamo che io abbia un problema di salute tra 2 medici con diversi voti di laurea io preferirei farmi curare da quello che ha 110 e lode....non so voi... [SM=g2725335]
    poi nn sn d'accordo che magari una laurea presa nell'università X sia più importante di un'altra presa nell'università y...si rischierebbe di creare studenti di serie A e di serie B....mah...è tutto da vedere [SM=x43800]




    Cough gli studenti dovrebbero scegliere l'Ateneo anche in base all'effettiva qualita' dello stesso. Non so te, ma e' auspicabile che uno studente dia un'occhiata anche ai curricula dei docenti.

    cucciolottastupenda, 22/01/2012 15.32:



    cioè...aprendiamo ad esempio il concorso per le agenzie delle entrate potrebbe essere tentato anche da uno laurreato in Filodofia o Beni culturali? [SM=g2725333]




    Non vedo il problema se fosse altrettanto preparato. Si chiamano concorsi per un motivo. Certamente sapranno usare meglio le doppie.
    [Modificato da ObbligazioneNaturale 22/01/2012 15:39]
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    cucciolottastupenda
    Post: 3.758
    Post: 3.756
    Utente Master
    00 22/01/2012 15:52
    Re: Re:
    ObbligazioneNaturale, 22/01/2012 15.35:




    Non vedo il problema se fosse altrettanto preparato. Si chiamano concorsi per un motivo. Certamente sapranno usare meglio le doppie.




    piccolo o.t. Mi pare evidente che è stato un lapsus manus il mio..
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    |Lyuba|
    Post: 2.229
    Post: 2.229
    Utente Veteran
    00 22/01/2012 15:57
    Per me va anche bene nel momento in cui lo studente è messo nella posizione di poter scegliere l'università più accreditata anche economicamente, cioè se voglio fare veterinaria e la migliore in tale settore è a Teramo, io, studente di Palermo senza mezzi economici come ci vado? Sarò costretto a sceglierne una meno accreditata, ma più vicina a dove vivo, ergo sarò uno studente di serie B non per scelta, ma per mancanza di mezzi.
    Quindi ben venga una differenziazione del valore del "pezzo di carta", ma deve essere garantita a tutti gli studenti l'opportunità di scegliere indipendentemente dal reddito.
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    Mela.87
    Post: 107
    Post: 107
    Utente Junior
    00 22/01/2012 18:56
    Re:
    cucciolottastupenda, 22/01/2012 15.25:

    non sono d'accordo....chiamatemi pure persona dalle scarse vedute ma ammettiamo che io abbia un problema di salute tra 2 medici con diversi voti di laurea io preferirei farmi curare da quello che ha 110 e lode....non so voi... [SM=g2725335]
    poi nn sn d'accordo che magari una laurea presa nell'università X sia più importante di un'altra presa nell'università y...si rischierebbe di creare studenti di serie A e di serie B....mah...è tutto da vedere [SM=x43800]




    Io no, per fortuna!..scusa se ti sembrerò un po'insolente, ma trovo davvero simpatica la tua osservazione! cioè, prima di prenotare una visita dallo specialista, gli chiedi il voto di laurea? e quello della specializzazione? [SM=x43808] ..credo siano decisamente altri i fattori da considerare..
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    Giubo
    Post: 38.947
    Post: 13.548
    Utente Gold
    00 22/01/2012 19:20
    Re:
    cucciolottastupenda, 22/01/2012 15.25:

    non sono d'accordo....chiamatemi pure persona dalle scarse vedute ma ammettiamo che io abbia un problema di salute tra 2 medici con diversi voti di laurea io preferirei farmi curare da quello che ha 110 e lode....non so voi... [SM=g2725335]
    poi nn sn d'accordo che magari una laurea presa nell'università X sia più importante di un'altra presa nell'università y...si rischierebbe di creare studenti di serie A e di serie B....mah...è tutto da vedere [SM=x43800]




    scusami ma io obietto che preferirei farmi curare da un medico che magari non avrà preso il massimo dei voti ma che sa quello che deve fare piuttosto da uno con la lode che però non ha mai manualmente messo mano ad un bisturi.
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    cucciolottastupenda
    Post: 3.760
    Post: 3.758
    Utente Master
    00 23/01/2012 00:33
    ragazzi, non prendiamoci in giro, nolente o volente il voto di laurea è un indice che serve a testare la preparazione,perlomeno teorica, di una persona...e ovviamente la preparazione di uno che ha tutti 18 sarà diversa e inferiore da chi prende tutti 30...i voti servono per distinguere chi sà più da chi sà meno,chi ha studiato di più da chi ha studiato di meno...io sto parlando di teoria, poi, ovviamente, è la pratica quella che fà la differenza..io parlo da persona che non prenderà 110 e lode e non lo prenderà perchè nn ha studiato abbastanza.. [SM=x43805]
    [Modificato da cucciolottastupenda 23/01/2012 00:40]
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    feliceraia
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    Utente Senior
    00 23/01/2012 01:12
    Re:
    cucciolottastupenda, 23/01/2012 00.33:

    ragazzi, non prendiamoci in giro, nolente o volente il voto di laurea è un indice che serve a testare la preparazione,perlomeno teorica, di una persona...e ovviamente la preparazione di uno che ha tutti 18 sarà diversa e inferiore da chi prende tutti 30...i voti servono per distinguere chi sà più da chi sà meno,chi ha studiato di più da chi ha studiato di meno...io sto parlando di teoria, poi, ovviamente, è la pratica quella che fà la differenza..io parlo da persona che non prenderà 110 e lode e non lo prenderà perchè nn ha studiato abbastanza.. [SM=x43805]




    scusami ma tu sai il voto di laurea del tuo medico di fiducia?
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    feliceraia
    Post: 603
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    Utente Senior
    00 23/01/2012 01:18
    proprio nella "professione" il voto non serve perche ci si potrebbe laureare con il minimo ma cmq essere figlio di uno dei migliori avvocati di napoli ed avere di conseguenza la "fiducia" di molti piu clienti di un avvocato laureato con il massimo. concordo pienamente sul fatto che nn si tenga conto più del voto per i concorsi perche secondo me è una limitazione ingiustificata e soprattutto inutile.
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    Giubo
    Post: 38.951
    Post: 13.550
    Utente Gold
    00 23/01/2012 06:55
    ho potuto constatare di persona che non sempre il voto fa così testo...
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    .pisicchio.
    Post: 2.379
    Post: 2.379
    Utente Veteran
    00 23/01/2012 07:45
    Una roba del genere non la faranno passare mai.

    E' inutile discuterne. I partiti in Parlamento e i sindacati fuori (vedi recenti mafiose dichiarazioni della Camusso) stanno definitivamente affossando il Paese.

    Spero si vada alla bancarotta e alla guerra civile così ci togliamo lo sfizio di andare in Parlamento e presso le sedi dei sindacati con i forconi.
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    angel in the sky
    Post: 4.549
    Post: 3.683
    Utente Master
    00 23/01/2012 11:01
    Re:
    cucciolottastupenda, 23/01/2012 00.33:

    ragazzi, non prendiamoci in giro, nolente o volente il voto di laurea è un indice che serve a testare la preparazione,perlomeno teorica, di una persona...e ovviamente la preparazione di uno che ha tutti 18 sarà diversa e inferiore da chi prende tutti 30...i voti servono per distinguere chi sà più da chi sà meno,chi ha studiato di più da chi ha studiato di meno...io sto parlando di teoria, poi, ovviamente, è la pratica quella che fà la differenza..io parlo da persona che non prenderà 110 e lode e non lo prenderà perchè nn ha studiato abbastanza.. [SM=x43805]




    preferisco farmi curare da un medico che ha preso anche tutti 18 ma ha studiato su testi di 2000 pagine, piuttosto che da un medico che ha tutti 30 ma ha preparato gli esami studiando dagli appunti.

    Non ti sto parlando di un caso teorico, bensì reale.

    Conosco personalmente due persone che studiano in 2 università differenti e stanno per laurearsi in medicina, una persona di certo prenderà 110 e lode l'altra persona no.
    Io andrò a curarmi dalla seconda.


    Martin Niemoller :
    Quando i nazisti vennero per i comunisti, | Io restai in silenzio; | Non ero comunista. || Quando rinchiusero i socialdemocratici, | Rimasi in silenzio; | Non ero un socialdemocratico. || Quando vennero per i sindacalisti, | Io non feci sentire la mia voce; | Non ero un sindacalista. || Quando vennero per gli ebrei, | Rimasi in silenzio; | Non ero un ebreo. || Quando vennero per me,
    Non era più rimasto nessuno che potesse far sentire la mia voce.



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    MataHari_371
    Post: 2.919
    Post: 2.915
    Utente Veteran
    00 23/01/2012 12:40
    Re:
    cucciolottastupenda, 22/01/2012 15.25:

    non sono d'accordo....chiamatemi pure persona dalle scarse vedute ma ammettiamo che io abbia un problema di salute tra 2 medici con diversi voti di laurea io preferirei farmi curare da quello che ha 110 e lode....non so voi... [SM=g2725335]
    poi nn sn d'accordo che magari una laurea presa nell'università X sia più importante di un'altra presa nell'università y...si rischierebbe di creare studenti di serie A e di serie B....mah...è tutto da vedere [SM=x43800]




    una ragazza che conosco si è laureata in medicina con 110 e lode,una sessione d'anticipo,con tesi pubblicata e plauso della commissione...casualmente [SM=g2725402] il padre è professore universitario nella sua stessa facoltà e primario nel reparto in cui lei è stata ammessa come prima in graduatoria per la specializzazione,ora chi non la conosce e non sa tutto questo potrebbe pensare a lei come ad un genio,ok...voi mi direte anche chi la conosce potrebbe pensarlo,perché non è detto che sia arrivata così in alto per meriti suoi,bene...qualche tempo fa il padre ebbe un problema di salute,niente di grave per fortuna,necessitava di una semplicissima flebo...cavoli,ma che fortuna avere un altro medico in casa,la brillante dottoressa prima in graduatoria...che ve lo dico a fare,dopo ben tre anni di specializzazione il piccolo luminare della medicina non fu in grado neppure di fare una semplicissima flebo al padre e dovettero chiamare a casa un infermiere!bene...io da questa non mi farei neppure misurare la pressione!!!come si dice in questi casi??? [SM=g2725333] ...ah...a pensar male si fa peccato ma ci si azzecca quasi sempre [SM=g2725401]
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    cucciolottastupenda
    Post: 3.762
    Post: 3.760
    Utente Master
    00 23/01/2012 12:41
    Re: Re:
    angel in the sky, 23/01/2012 11.01:




    preferisco farmi curare da un medico che ha preso anche tutti 18 ma ha studiato su testi di 2000 pagine, piuttosto che da un medico che ha tutti 30 ma ha preparato gli esami studiando dagli appunti.

    Non ti sto parlando di un caso teorico, bensì reale.

    Conosco personalmente due persone che studiano in 2 università differenti e stanno per laurearsi in medicina, una persona di certo prenderà 110 e lode l'altra persona no.
    Io andrò a curarmi dalla seconda.





    io nn ho mai sentito di persone che studiano medicina dagli appunti....
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    |Lyuba|
    Post: 2.230
    Post: 2.230
    Utente Veteran
    00 23/01/2012 12:58
    Quando ti rivolgi ad un professionista non gli chiedi di certo il voto di laurea, ti affidi alla fama, a chi si è trovato bene (il cosiddetto passaparola). Io mi trovo benissimo con il mio dentista, ma mica so con quanto si è laureato, me ne hanno parlato benissimo delle persone, prima di andarci ho controllato soltanto che fosse iscritto all'albo, l'opinione personale me la sono fatta andandoci, sapere il voto di laurea che garanzia mi avrebbe dato?!
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    angel in the sky
    Post: 4.551
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    Utente Master
    00 23/01/2012 13:57
    Re: Re: Re:
    cucciolottastupenda, 23/01/2012 12.41:



    io nn ho mai sentito di persone che studiano medicina dagli appunti....




    a Napoli no, ma in altre regioni d'Italia sì.

    Le università non sono tutte uguali.


    Martin Niemoller :
    Quando i nazisti vennero per i comunisti, | Io restai in silenzio; | Non ero comunista. || Quando rinchiusero i socialdemocratici, | Rimasi in silenzio; | Non ero un socialdemocratico. || Quando vennero per i sindacalisti, | Io non feci sentire la mia voce; | Non ero un sindacalista. || Quando vennero per gli ebrei, | Rimasi in silenzio; | Non ero un ebreo. || Quando vennero per me,
    Non era più rimasto nessuno che potesse far sentire la mia voce.



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