uniti nella lotta
Ribadiamo che Scanzano è stato scelto:
SENZA studi e ricerche approfondite di tipo geologico, idrogeologico,
geomeccanico rinviate ad una data successiva all’individuazione del sito stesso,
in contrasto con i requisiti imposti dalla I.A.E.A. (International Atomic Energy
Agency):
1. la zona non deve essere né sismica, né vulcanica;
2. non deve essere vicina a fiumi, laghi, falde acquifere o superficiali;
3. non deve essere vicina a centri abitati o in zone dove, ragionevolmente, si
prevede uno sviluppo urbano;
4. non deve essere su coste soggette a frane, erosioni, alluvioni;
5. non deve essere in zone dove sono presenti giacimenti petroliferi o di gas;
SENZA una valutazione dell’impatto socio-economico in una realtà fortemente
vocata all’agricoltura di qualità e al turismo (1.200.000 presenze lo scorso
anno);
SENZA una procedura democratica partecipata, scavalcando la conferenza
Stato-Regioni, utilizzando lo strumento del Decreto Legge impropriamente
rispetto alla eccezionale complessità del problema.
PROPONIAMO l’estensione della mobilitazione a tutto il Paese e continuiamo nella
campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica.
Prendiamo atto dell’ultima proposta del Governo della “Rosa dei siti”, nel
numero di 20, sparsi in tutta Italia.
Il “Comitato ScanZiamo le Scorie – Roma” si oppone, non solo alla creazione del
sito unico a Scanzano, ma anche a quest’ultima soluzione paventata con la solita
superficialità e approssimazione.
Non abbiamo idea di quali possano essere questi 20 siti, ma una soluzione del
genere vorrebbe dire, perlomeno condurre studi approfonditi sul territorio dove
si va a costruire tali siti secondo i criteri e le procedure stabiliti dalla
I.A.E.A. e le conclusioni della “Commisione Scalia” (Commissione Ecomafie – XIII
Legislatura).
CONTESTIAMO la qualificazione del sito quale opera di difesa militare e la
possibilità di agire in deroga alle Direttive dell’Unione Europea.
A norma del Comma 4 dell’Art. 1 del Decreto Legge, la Sogin S.p.a. dovrebbe
ammortizzare l’investimento della costruzione del sito “tramite prezzi o tariffe
di conferimento dei rifiuti radioattivi del deposito nazionale (…)”
Lo Stato italiano, quindi, attuale proprietario dei rifiuti, pagherà alla Sogin
S.p.a., attuale gestore (Convenzione E.N.E.A.- Sogin S.p.a. del 13/05/2003,
eseguito con Ordinanza del Commissario Delegato N° 9 del 29/07/2003), per
stoccarli e depositarli in qualità di futura responsabile e forse concessionaria
di quei rifiuti? Allora lo Stato pagherà la Sogin S.p.a.? O la Sogin S.p.a.
pagherà lo Stato? O la Sogin S.p.a. pagherà la Sogin S.p.a.? Non è, dunque,
ipotizzabile un commercio transnazionale di scorie?
AUSPICHIAMO l’aumento dei fondi destinati alla ricerca sull’energia rinnovabile
e su nuovi sistemi di “riprocessamento”, che finalmente rendano innocue le
scorie nucleari per le generazioni future.
Il “Comitato ScanZiamo le Scorie – Roma” PROPONE a tutte le parti interessate e
a tutti gli italiani di aprire dibattiti e promuovere incontri sulle vicende
lucane. Chiede, inoltre, a tutti gli enti locali, a tutte le forze parlamentari,
ai sindacati, ai movimenti, al mondo dell’associazionismo di aderire alla causa
dei lucani, appoggiandola e coinvolgendo la società civile.
- SOLIDARIETà CON LE POPOLAZIONI DEGLI OLTRE 100 SITI INTERESSATI PER LO
STOCCAGGIO DELLE SCORIE IN ITALIA;
- PRETENDIAMO SCELTE COSCIENTI, RESPONSABILI E TRASPARENTI DA PARTE DI TUTTI GLI
ORGANI DELLO STATO.
Comitato ScanZiamo le Scorie – Roma
scanziamolescorie@email.it
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