Una domanda sul caso Yara Gambirasio

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Alessandro.1987
00venerdì 25 luglio 2014 15:39
Premetto che non sono mai stato appassionato di questi gialli italiani aventi ad oggetto omicidi pazzeschi e moventi assurdi.
Tuttavia mi ha colpito tutta questa attenzione sul caso di Yara Gambirasio. prima durante e dopo il ritrovamento del corpo. In particolare sono rimasto abbastanza perplesso, come molti, sulla intempestività di Alfano.
La mia domanda è questa: secondo voi tutto questo battage pubblicitario è effettivamente giustificato? Che la vicenda sia sempre in prima pagina e che la vita privata di queste persone sia vivisezionata anche quando non ce n'è bisogno è davvero necessario?
Non intravedete seri rischi di interferenze nell'attività giudiziaria e degli inquirenti?
Le vari trasmissioni televisive sono piene di opinionisti o sedicenti tali che emettono sentenze in diretta, sicuri della inattaccabilità della propria tesi accusatoria.
Ora, premesso che ad un'attenzione simile abbiamo assistito solo in occasione dell'omicidio di Cogne e in quello di Avetrana (in entrambi i casi a dire di molti per distogliere l'attenzione della popolazione da altri problemi), non pensate che in un Paese dove tutti si fregiano del titolo di garantisti fino al III grado di giudizio e che, potendo, ne inserirebbero anche un quarto, sia un po' anomalo il tutto?
idina
00venerdì 25 luglio 2014 18:14
Re:
Alessandro.1987, 25/07/2014 15:39:

Premetto che non sono mai stato appassionato di questi gialli italiani aventi ad oggetto omicidi pazzeschi e moventi assurdi.
Tuttavia mi ha colpito tutta questa attenzione sul caso di Yara Gambirasio. prima durante e dopo il ritrovamento del corpo. In particolare sono rimasto abbastanza perplesso, come molti, sulla intempestività di Alfano.
La mia domanda è questa: secondo voi tutto questo battage pubblicitario è effettivamente giustificato? Che la vicenda sia sempre in prima pagina e che la vita privata di queste persone sia vivisezionata anche quando non ce n'è bisogno è davvero necessario?
Non intravedete seri rischi di interferenze nell'attività giudiziaria e degli inquirenti?
Le vari trasmissioni televisive sono piene di opinionisti o sedicenti tali che emettono sentenze in diretta, sicuri della inattaccabilità della propria tesi accusatoria.
Ora, premesso che ad un'attenzione simile abbiamo assistito solo in occasione dell'omicidio di Cogne e in quello di Avetrana (in entrambi i casi a dire di molti per distogliere l'attenzione della popolazione da altri problemi), non pensate che in un Paese dove tutti si fregiano del titolo di garantisti fino al III grado di giudizio e che, potendo, ne inserirebbero anche un quarto, sia un po' anomalo il tutto?




La penso esattamente come te. Anche secondo me è tutto anomalo.
Purtroppo però le persone amano "spettegolare" anche sulle disgrazie altrui, amano la cronaca nera e spesso confondono la vita reale con le serie televisive: tipo criminal minds, csi ecc..
In questa situazione, la stampa ci mangia per bene.
Forse una maggiore attenzione degli inquirenti consentirebbe di evitare tutto questo.

Suprema.Moltheni
00venerdì 25 luglio 2014 19:53
Re:
Alessandro.1987, 25/07/2014 15:39:

Premetto che non sono mai stato appassionato di questi gialli italiani aventi ad oggetto omicidi pazzeschi e moventi assurdi.
Tuttavia mi ha colpito tutta questa attenzione sul caso di Yara Gambirasio. prima durante e dopo il ritrovamento del corpo. In particolare sono rimasto abbastanza perplesso, come molti, sulla intempestività di Alfano.
La mia domanda è questa: secondo voi tutto questo battage pubblicitario è effettivamente giustificato? Che la vicenda sia sempre in prima pagina e che la vita privata di queste persone sia vivisezionata anche quando non ce n'è bisogno è davvero necessario?
Non intravedete seri rischi di interferenze nell'attività giudiziaria e degli inquirenti?
Le vari trasmissioni televisive sono piene di opinionisti o sedicenti tali che emettono sentenze in diretta, sicuri della inattaccabilità della propria tesi accusatoria.
Ora, premesso che ad un'attenzione simile abbiamo assistito solo in occasione dell'omicidio di Cogne e in quello di Avetrana (in entrambi i casi a dire di molti per distogliere l'attenzione della popolazione da altri problemi), non pensate che in un Paese dove tutti si fregiano del titolo di garantisti fino al III grado di giudizio e che, potendo, ne inserirebbero anche un quarto, sia un po' anomalo il tutto?



Non solo Yara, anche il caso Meredith oppure Melania Rea... Sono casi dove si è oltrepassato il diritto di cronaca, si è sfociato in un giornalismo-reality. Può essere anche il crimine più efferato, ma gli indagati hanno diritto al rispetto della privacy e della dignità. Per me siamo il Paese della pubblica gogna!
connormaclaud
00sabato 26 luglio 2014 07:55
Una società isterica poteva solo partorire la teatralità del processo,l'ipertrofia istruttoria, la presunzione di colpevolezza, il degrado del metodo investigativo, il morboso voyeurismo della pubblica opinione, l'illogico normativo ed interpretativo, il raptus giustizialista e forcaiolo,il lillipuzianesimo intellettuale...e qui mi fermo per carità di Patria.

Per le vacanze una bella rilettura de "il processo" di Kafka [SM=x43799]
birrena@
00sabato 26 luglio 2014 11:01
Re:
connormaclaud, 26/07/2014 07:55:

Una società isterica poteva solo partorire la teatralità del processo,l'ipertrofia istruttoria, la presunzione di colpevolezza, il degrado del metodo investigativo, il morboso voyeurismo della pubblica opinione, l'illogico normativo ed interpretativo, il raptus giustizialista e forcaiolo,il lillipuzianesimo intellettuale...e qui mi fermo per carità di Patria.

Per le vacanze una bella rilettura de "il processo" di Kafka [SM=x43799]




non potrei essere più d'accordo... anche su Kafka [SM=x43799]



purtroppo c'è un eccessivo interesse per gli affari degli altri, quasi un volersi sentire meglio perchè c'è chi sta peggio.

la cosa più aberrante è che subentra l'assuefazione per cui certi eventi/circostanze per quanto gravi, lasciano indifferenti. diventano normalità.

io non seguo tutte quelle trasmissioni che trattano di questi casi, sia perchè le trovo estremamente noiose sia perchè in fondo non c'è alcuna notizia ma solo gossip: la vita di queste "povere" persone viene data in pasto a chiunque come in una sorta di arena, e oltre al danno, alla tragedia che le sta attraversando, c'è anche la beffa del pettegolezzo, del risolino a volte anche cattivo.
Alessandro.1987
00sabato 26 luglio 2014 11:52
vorrei aggiungere questo:

lascia perplesso anche me che, in questo come in molti altri casi di cronaca nera, si sia data in pasto all'opinione pubblica una persona che fino a prova contraria è presuntam innocente fino al terzo grado di giudizio.
Né mi convincono i discorsi di chi giustifica l'attacco mediatico con la coincidenza del DNA al 99,9987.
Questo per due ordini di motivi:
1) non è la gente comune ma il collegio giudicante a decidere, altrimenti riempirsi la bocca di parole sul giusto processo è completamente inutile;
2) nel caso di Bin Laden come in altre vicende giudiziarie di cui è possibile trovare notizie navigando su internet, la prova del DNA non è così schiacciante come molti ritengono.
Un DNA compatibile al 99,9987 su una platea di 100 persone vuol dire pressocché certezza che si parli della stessa persona, su una platea di 100'000 persone vuol dire che ci sono almeno 13 DNA compatibili con quello esaminato.
La prova cd. regina del DNA è da sola, quindi, meno decisiva di quanto possa apparire ictu oculi; ed errori giudiziari basati su di essa sono purtroppo frequenti.
connormaclaud
00sabato 26 luglio 2014 12:48
Re: Re:
birrena@, 26/07/2014 11:01:




non potrei essere più d'accordo... anche su Kafka [SM=x43799]



purtroppo c'è un eccessivo interesse per gli affari degli altri, quasi un volersi sentire meglio perchè c'è chi sta peggio.

la cosa più aberrante è che subentra l'assuefazione per cui certi eventi/circostanze per quanto gravi, lasciano indifferenti. diventano normalità.

io non seguo tutte quelle trasmissioni che trattano di questi casi, sia perchè le trovo estremamente noiose sia perchè in fondo non c'è alcuna notizia ma solo gossip: la vita di queste "povere" persone viene data in pasto a chiunque come in una sorta di arena, e oltre al danno, alla tragedia che le sta attraversando, c'è anche la beffa del pettegolezzo, del risolino a volte anche cattivo.




Magari si fermasse ai soli programmi dedicati, ormai si bombarda l'individuo con ogni mezzo e in ogni luogo, un capzioso circolo vizioso che deprime una collettività già allo stremo.
Meno male che c'è la gazzetta ed il corriere dello sport [SM=x43819]

(pollastro)
00sabato 26 luglio 2014 19:09
Guardate che l'interesse spasmodico ai processi, come "arma di distrazione di massa" c'è sempre stato, leggete i libri di storia. In antico la gente si portava pure da mangiare e bere ai processi e faceva il tifo come oggi allo stadio, le tricoteuses (sferruzzanti; il tricot è un tipo di maglia fatta a mano) lavoravano a maglia mentre assistevano alle decapitazioni della Rivoluzione francese, l'Affaire Dreyfus fu seguito da fior di romanxieri e così il processo Sacco E Vanzetti e in Italia Cianciulli, Bebawy, il processo Fenaroli, eccetera. Nulla di nuovo, o meglio: maggiore risonanza, perché c'è Internet e ci sono i social networks
Paperino!
00sabato 26 luglio 2014 20:06
Re:
(pollastro), 26/07/2014 19:09:

Guardate che l'interesse spasmodico ai processi, come "arma di distrazione di massa" c'è sempre stato, leggete i libri di storia. In antico la gente si portava pure da mangiare e bere ai processi e faceva il tifo come oggi allo stadio, le tricoteuses (sferruzzanti; il tricot è un tipo di maglia fatta a mano) lavoravano a maglia mentre assistevano alle decapitazioni della Rivoluzione francese, l'Affaire Dreyfus fu seguito da fior di romanxieri e così il processo Sacco E Vanzetti e in Italia Cianciulli, Bebawy, il processo Fenaroli, eccetera. Nulla di nuovo, o meglio: maggiore risonanza, perché c'è Internet e ci sono i social networks




Mi permetto di dire che è una differenza non da poco.
In passato la spettacolarizzazione poteva riguardare tante persone quante ne conteneva una piazza, al massimo.
Oggi il fenomeno è globale e riguarda la totalità di una nazione, quando non del mondo intero.
Ne consegue che l'abuso e la ricerca strumentale e pretestuosa della notizia, laddove essa non c'è, dell'accusa spesso fallace, del dare il mostro in pasto all'opinione pubblica, sbattere in prima pagina dettagli di vita privata etc etc...è tutto esploso, aumentato in maniera esponenziale e sempre più perversa...
A pagarne il prezzo, oltre che il cervello dei cittadini, sono proprio concetti di cui ancora con orgoglio di riempiamo la bocca come "giusto processo", presunzione di innocenza, garanzie costituzionali etc etc...

Aver messo questo Bossetti al centro dei rotocachi di tutta la nazione, aver scandagliato la sua vita privata come in una approfondita conoscopia pubblica, aver informato tutti del fatto che 45 anni fa la madre si coricava con uomo diverso dal marito, per concepire il sospettato...tutto ciò ha attirato come mosche sulla cacca l'attenzione morbosa dei media, ma è anche spaventoso.
connormaclaud
00sabato 26 luglio 2014 20:21
La colpa è solo dell'informazione Paperino?
Pollastro qual'è il denominatore comune dei casi da lei citati?
birrena@
00sabato 26 luglio 2014 20:26
Re: Re:
Paperino!, 26/07/2014 20:06:



Aver messo questo Bossetti al centro dei rotocachi di tutta la nazione, aver scandagliato la sua vita privata come in una approfondita conoscopia pubblica, aver informato tutti del fatto che 45 anni fa la madre si coricava con uomo diverso dal marito, per concepire il sospettato...tutto ciò ha attirato come mosche sulla cacca l'attenzione morbosa dei media, ma è anche spaventoso.




è spaventoso, è vero. tante volte mi sono chiesta "e se Bossetti non fosse colpevole?", immaginate che danno non solo per lui, ma anche per la sua famiglia e soprattutto per i figli [SM=g2725316]


Paperino!
00domenica 27 luglio 2014 15:17
Re:
connormaclaud, 26/07/2014 20:21:

La colpa è solo dell'informazione Paperino?
Pollastro qual'è il denominatore comune dei casi da lei citati?




Si.
La massa mangia quello che gli dai a mangiare. Non sceglie, ma si fa dettare il menù.
Se prendiamo 10 bambini e li facciamo violentare in diretta tv da 100 pedofili, stai pur certo che farai il 98% di share.
La gente accorre, non seleziona il prodotto da vedere sulla base di una scala di valori.
Il fatto che tu, tv, lo proponga, significa che esso già è, e chi vede non avverte di star, con la sua presenza, alimentando il fenomeno, non se ne sente responsabile ma solo innocente spettatore.
Non sono i suoi gusti a determinare la tv, non è la domanda a condizionare l'offerta, ma l'esatto opposto: è l'offerta che sceglie, catalizza, direziona, educa la domanda.

La tv dovrebbe darsi dei valori suoi, un suo codice deontologico, e rispettarlo, checché siano le pressioni della massa.
Invece l'unico codice deontologico seguito dai media è quello di sfruttare e cavalcare la morbosità collettiva, la mancanza di senso di responsabilità di uno spettatore.


A ciò, aggiungici pure che lo spettatore ha anche ragione: che lui veda o meno un x programma, non è neppure monitorato.
Al di là di quel che si tende a credere comunemente, non esiste un sistema di rilevamento generalizzato del pubblico.
I controlli su quali programmi vengono visti dal pubblico vengono effettuati a campione, con apparecchi installati a persone scelte, che sanno di essere monitorati.
Quando si dice che un x programma ha avuto il 22% di spettatori, il tuo essere o meno sintonizzato su quel canale non ha influenzato minimamente quella percentuale.
connormaclaud
00lunedì 28 luglio 2014 08:12
Quarto o quinto potere ti dice nulla Papero?
[SM=x2217231]
(pollastro)
00mercoledì 30 luglio 2014 22:01
A parte l'incogruo "lei", trovo che abbia ragione Paperino, che cita senza dirlo MacLuhan: il mezzo è il messaggio. Cioè non è innocente rispetto al messaggio, ogni mezzo ne crea di propri, prevale sul messaggio, lo plasma. Una cosa è un libro , un'altra comunicare sul web; col libro fai più fatica a leggere, pensi mentre leggi, torni indietro, eccetera. Col web scrivi e invii (anche io adesso lo farò fra poco). E' tutto iperveloce, non c'è tempo per pensare, "digerire", mediare, i messaggi sono dello stile aut- aut, bianco-nero, mentre il grigio ha molte sfumature interessanti (non sto pensando al titolo di quel romanzetto erotico). Internet è potentissimo: molto "democratico", ma anche molto "demagogico", la radice (démos) è la stessa. Solo che io credo che democrazia sia diritto di parola per tutti, ma previo dovere non di ricercare l'infomazione vera (che non esiste), ma almeno quella ragionata, motivabile. Pensare prima di parlare, insomma, tanto poi comunque si sbaglia. Il minimo comun denominatore dei casi di insana curiosità? Da Eva in poi (quella che mangiò la mela, da cui tutti i nostri guai successivi, da cui "Porca Eva", come si dice) a me sembra "il legno storto dell'umanità", come diceva Isaiah Berlin. "Se stiamo insieme ci sarà un perché", dice la canzone. La società potenzia tutto, il buono e le invidie. Se fossi un eremita non mi confronterei con nessuno e sarei l'uomo più buono del mondo. Anzi nulla, a pensarci: che cosa me ne faccio di essere buono da solo e senza nessuno che me lo dica? Ma se qualcuno me lo dice, la mia bontà è tutta pura o è anche un po' esibizionistica?
connormaclaud
00giovedì 31 luglio 2014 08:00
Il mezzo non è un'entità con una propria volontà e ,così premesso, dovremmo ricercare nella volontà di chi veicola il medium gli interessi-valori del messaggio.
Ho qualche perplessità sul democratico e demagogico, il "narcisistico torpore" di MacLuhan - interessante - mal si sposa con il primo e finanche col secondo.
Riguardo al "legno storto dell'umanità" ,mi domando, l'insana curiosità non è forse solo una reazione a dei discutibili procedimenti giudiziali? Nel senso, se anche la tendenza di dare la caccia alle streghe fosse insita nell'uomo non è forse un imput esterno a rianimarlo e guidarlo ?





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