Ok, riparto...
Tutti sono liberi di esprimere il proprio parere, così come tutti sono liberi di confutarlo. La mia era una presa di posizione sarcastica, forse un po’ acidella, dovuta al fatto che non sopporto più la politica.
Detto questo, chiedo scusa se sono sembrato “affrettato” in certe conclusioni. E’ che mi sembra assurdo crogiolarsi nelle contraddizioni a stelle e strisce: la storia insegna che quel popolo, deriva di ladri, furfanti e quanto di peggio c’era in Europa ha sempre pensato a “pararsi il culo”. Non sono pro-america, ma nemmeno anti-america, perché devo ammettere che hanno le palle. Quello che vogliono, ottengono. Certo, non condivido i mezzi, ma. Dico che è una moda, perché anche di questo han fatto trend: basti pensare a Michael Moore, che sembra un angioletto ed invece è un americano a tutti gli effetti: genio del male e del marketing, che sfrutta l’immagine (negativa, a questo punto) del suo paese per diventare miliardario. E non è orribile anche questo? Si tratta, come al solito, di vendere un’immagine. Questa è l’America. Quindi, mi sembra “banale” soffermarsi sulle contraddizioni… fare politica significa vendere un immagine in cui gli altri possano identificarsi, ormai. Non è più combattere: combatte chi ci crede, e chi ci crede è l’ultima ruota del carro. Non dico che non bisogna crederci più, anzi, ma di sottostare ai dettami di quelli che mi stanno vendendo del fumo non ci sto più.
Se non sei pro sei contro, e si perdono tutte le sfumature. No, non credo sia così giusto. Bisognerebbe depurare le cose dal male, non combatterle ad oltranza solo per.
Detto questo… Bush sta sollevando tutto questo perché “fa figo”. Ormai è tutto un gioco a colpo d’immagine. Anche qui da noi, non si risponde a colpi di fatti o proposte, ma attaccando l’immagine dell’altro schieramento. Sta cercando di creare un’immagine, che esula da quella delle migliaia di morti fatti in guerra. Lì è per la salvezza di altri. Così dice. Io non ci credo, e mi fa schifo un po’ tutto. E’ per questo che m’inalbero…anche se solo un tantino.
Concludendo: eticamente, per Terry Schiavo qualsiasi soluzione è un errore. Politicamente, salvarla è un atto “finto”, ed ammazzarla un atto di estremo coraggio, che però tirerebbe contro la maggioranza degli elettori e perciò “evitabile”. Legalmente, la decisione spetta al marito, credo, ma fino ad un certo punto, poiché è il medico che ha in carico Terry ad avere buona parte di responsabilità. Così credo, almeno.
In summa, io mi metto nella testa di Terry Schiavo, e non sapendo cosa mi attende dietro la porta, preferisco elaborare in maniera elementare le poche immagini di dottori, infermiere e oggetti che il mio cervello ancora riceve, e guardare mio marito negli occhi, e provare dolore, ma anche amore, perché la vita sarà una merda, ma è pur sempre vita, e dopo, per quel che ne so io, è solo buio e freddo.