Un editoriale di oggi del professore Prisco
La mancata tutela dell’ambiente
Tutti complici dei veleni
di SALVATORE PRISCO
(
Corriere del Mezzogiorno – Campania e Napoli, mercoledì 6 novembre 2013)
Ho sempre pensato (e al tempo del rinvio al giudizio lo scrissi sul
Corriere del Mezzogiorno) che altro sia la responsabilità politica sulle questioni di interesse pubblico, altro quella penale. Il principio vale tanto per Antonio Bassolino, quanto per Silvio Berlusconi.
La gestione dei rifiuti a Napoli e nella Terra dei fuochi è stata obiettivamente disastrosa, questo è un fatto. Capisco il senso di liberazione di chi è stato assolto oggi nel processo che su questi fatti pendeva qui e che in ogni caso dovrà conoscere altri gradi di giudizio, ma su queste vicende un’intera classe dirigente è da condannare sul piano politico: non solo il Presidente della Regione, che quantomeno sbagliava ad esercitare i suoi compiti commissariali, nonché chi lo affiancava, ma gli imprenditori, che in Italia da sempre fanno in troppi casi i “galli sulla monnezza”, è il caso di dire, cioè cercano profitti con soldi non loro (vecchissima storia, nel Mezzogiorno) e poi scaricano sul “pubblico” - cioè su noi tutti -i problemi; sindacalisti attenti soltanto all’occupazione, per una logica di pura ammortizzazione dei conflitti sociali, non alla qualità del risultato del lavoro e della vita collettiva; amministratori locali, preoccupati unicamente dei consensi (che secondo loro non puzzano, come invece fa all’evidenza l’immondizia), lucrandoli con ideologismo populista a buon mercato sui termovalorizzatori; giornalisti che a babbo morto sono pronti allo
scoop, ma al tempo debito furono disattenti ad assolvere alla funzione informativa loro imposta dalla professione onestamente condotta; infine cittadini comuni, assorbiti nel “particulare” quotidiano e che votavano e votano spesso come pecore sventate e suicide.
La camorra, con cui tutti trafficavano e trafficano con insipiente allegria, è un colossale alibi alla mancanza di etica civile di un popolo intero. Non nego che ci sia stata e ci sia: le parole di Carmine Schiavone - troppo a lungo segretate, lode alla Presidente della Camera Laura Boldrini per averne finalmente imposto la pubblicazione - sulla triste sorte degli abitanti di Casal di Principe e delle zone limitrofe lo ricordano impietosamente.
Da
Gomorra di Roberto Saviano in poi, almeno, nonché dai medici e dei biologi che ci avvertivano, chi voleva documentarsi sapeva del picco dei tumori e della devastazione agricola e ambientale, anche fuori dalla cerchia degli addetti ai lavori delle discariche, non solo quelli che hanno via via lodevolmente animato i comitati di protesta, che occorrerebbe fossero più uniti e non si dividessero al loro interno.
Minimizzavamo, ognuno nei diversi ruoli, ci giravamo dall’altra parte e qualcuno era più di altri complice. Questo il punto. Occorre ammetterlo, con molta onestà intellettuale e autocritica: nessuno è innocente, anche se questo non significa trarre da questa brutta storia il pretesto per assolverci, all’insegna del “Se tutti sono colpevoli, nessuno è responsabile”.