Re:
bluesrock, 09/06/2014 18:53:
(AGENPARL) – Roma, 09 giu – "Il Consiglio di Stato, con provvedimento cautelare monocratico emesso dal Presidente della IV Sezione, ha sospeso l’ordinanza con la quale il T.A.R. Lazio aveva a sua volta sospeso il decreto ministeriale di svolgimento delle prove scritte del concorso in magistratura in tre giorni consecutivi (25-26-27 giugno 2014) e aveva ordinato al Ministero della Giustizia di individuare una diversa articolazione temporale delle prove. Il decreto ha anche fissato per la discussione la camera di consiglio del 1° luglio 2014".
Come prevedibile, il Consiglio di Stato ci mette una pezza e lascia tutto invariato. Nessun rinvio, nessuna sospensione.
Le esigenze organizzative della PA hanno prevalso sulle ragioni (pur apprezzabilissime) del disabile.
Ovviamente, siamo sempre nel cautelare. Nulla esclude che in sede di merito vengano rivalutate le ragioni del disabile e annullata la procedura ex post, generando un gran bel guazzabuglio...
Connor non è che ogni volta che uno esprime un parere o un'interpretazione deve essere guidato dal bieco interesse...
Manco a farlo apposta, quello in magistratura, per me, è proprio un concorso come gli altri.
Le regole sono regole, è giusto, e difatti non mi son sognato di avallare la tesi dell'esclusione, almeno finché non mi si dimostri che sia normativamente fondata, ma non mi risulta.
Al di là di ciò, ossia del duro e severo rispetto delle regole, ci sono tanti casi - e questo è uno di essi - dove conoscere una regola non ti esime dalla necessità di interpretarla ed applicarla al caso concreto.
Sarebbe bello se ogni possibile conflitto tra opposti interessi fosse davvero già previsto e specificamente regolamentato: sappiamo bene che così non è, e che ogni volta che si pongono dei conflitti tra posizioni, tutte ampiamente tutelate dall'ordinamento, si pone anche l'onere (e l'onore, per un giurista), di dirimere la questione e creare un precedente, che probabilmente sarà base e stimolo per una futura normativa che regoli meglio anche il nuovo aspetto.
Quello che per te è bieco pragmatismo, per me è diritto, nella sua accezione più nobile.
Interpretare, risolvere un conflitto, e non pretendere di trovarlo già risolto in una norma solo da leggere nuda e cruda così come è scritta.
Non esisterebbe nemmeno il concetto di analogia, e neanche quello di principi generali di un ordinamento, se tutto dovesse ridursi al "c'è la legge? bene. Non c'è? pazienza, tutti a mare".
Ho vaga idea che non possa funzionare sempre così, e le difficoltà e le alterne pronunce tra i diversi organi della Giustizia ne sono una conferma.
Il fatto che non esiste una norma che escluda un candidato in virtù dei suoi impedimenti fisici (vivaddio), non significa che bisogna bloccare qualsiasi concorso ogni volta che un candidato presenti un impedimento al tipo di format adottato nel concorso in questione...anche perché è facile immaginare che non esista, a priori, un tipo di organizzazione che assicuri a tutti le stesse opportunità, al netto degli handicap.
Preso atto di ciò, pensare a una soluzione differenziata che non mandi a mare i diritti di 200.000 persone non è solo becero pragmatismo, è l'unica cosa che distingue il diritto da una scienza morta da leggere nelle XII tavole.