Re: Re: Re:
giusperito, 05/09/2011 16.30:
1) Nel 1948 de gasperi aveva la maggioranza assoluta dei seggi alla camera e al senato, poteva governare da solo ma scelse di non farlo.
2) Non c'è dubbio che ogni partito ha le correnti. Ma nel pci le correnti non contavano nulla. La parola del capo era sacra. Nel partito vigeva il centralismo democratico per cui uno decideva e gli altri obbedivano complimentandosi ed esaltandosi per la vita democratica del partito.
Nella dc la destra, il centro e la sinistra erano tre partiti tra loro profondamente diversi, cosa che si ricollega fino al nascita del movimento democratico cristiano in politica. Lo stesso don luigi sturzo ebbe varie fasi intellettuali tanto che all'inizio era quasi un socialista e alla fine era quasi un liberale in prima fila a battersi contro l'eni di mattei.
Basta pensare che la dc era il partito in cui stavano Scelba e Dossetti, cioè il diavolo e l'acqua santa. La dc era unita da una serie di valori culturali in cui quello veramente comune era l'antifascismo, mentre con il comunismo la parte sinistra mantenne sempre aperto un canale di comunicazione(quello che poi nel compromesso storico), tanto che si parlava di comunismo bianco. La funzione di diga della dc contro la deriva a destra è chiarissima.
Un altro principio comune nella dc è che nessuno doveva avere il potere assoluto. Per dirne una, Giulio Andreotti, il grande burattinaio che secondo molti sta dietro a tutto il peggio del peggio, non riuscì MAI a diventare segretario della Dc.
In quel partito vigeva il principio del potere condiviso, che naturalmente finiva in lottizzazione, spartizione ecc, nessuno lo nega.
Ma non è che si può addebitare alla dc la colpa del fatto che non esistesse una valida alternativa.
I democristiani ci provarono con il centrosinistra, pensando che portando una parte della classe operaia al governo avrebbero risolto. Ma quella scelta, sancita metaforicamente dalla nazionalizzazione dell'energia elettrica, fu catastrofica.
Una errore strategico di fondo, perché un pezzo della classe operaia al governo c'era già ed era il partito di saragat, l'uomo dello strappo di palazzo barberini che aveva capito tutto fin dall'inizio.
Che all'interno della dc ci fossero gli sperperatori di denaro pubblico a mitraglia è chiaro come il sole, nessuno vuole dire che la dc era il paradiso terrestre. Ma gli sperpreratori ebbero la netta prevalenza nel partito quando fu stretta l'alleanza con quel psi dove i lombardiani e i de martiniani spopolavano, un psi che non era ancora pronto per il governo.
Giocando di sponda con questi la sinistra dc ebbe la prevalenza nel partito, mettendo in minoranza gli eredi della tradizione de gasperiana.
3) Questa storia del debito pubblico è una cosa piuttosto penosa, tipica dello stalinismo storiografico che ha fatto di craxi il capro espiatorio di una stagione politica di cui craxi visse da leader solo la fase finale.
Mi sembra cosa notoria che l'esplosione de debito pubblico negli anni ottanta fu dovuto al cambio dei metodi contabili e di gestione del debito adottati dal 1981 dopo il patto ciampi-andreatta.
Fino al 1981 esisteva una legge che obbligava la banca d'italia ad acquistare il debito pubblico non sottoscritto dagli investitori. In questo modo lo stato esternalizzava il debito e poteva sottostimarlo. I nostri creditori annusarono la fregatura, per altro usata da altri stati, tanto che nel 1978 per concederci una serie di prestiti ci obbligarono ad adottare le legge finanziaria.
Nel 81 ci fu il patto con cui la banca d'Italia si liberò dal cappio che minava la sua indipendenza e tutto il debito che era stato messo fuori bilancio fu contabilizzato, portando all'esplosione che infatti nella serie storica si verifica immediatamente nel 1982 con il governo spadolini.
4) Negli anni ottanta si ebbe il secondo tempo del boom economico. Quello degli anni sessanta era stato un boom solo urbano, negli anni ottanta invece si generalizzò con la massificazione dei consumi e la nascita della vera società di massa e di una nuova classe media, come gli operai specializzati delle aziende post fordiste del nord est che votavano psi e che poi si trasferirono armi e bagagli alla lega nord.
Il psi ebbe la maggior crescita elettorali in quelle zone toccate dal nuovo benessere, perché la nuova classe media emergente vedeva in craxi il suo leader. So che è inaccettabile, ma è così. Crazi era un leader europeo rispettato, uno che si poteva permettere di sfidare l'ira degli stati uniti e sopportare una crisi diplomatica con il nostro maggior alleato. Sia chiaro che Craxi aveva torto marcio, ma il fatto di mantenersi fermo sulle sue posizioni gli suscitò l'ammirazione di molti, compreso lo stesso reagan che poi lo invitò alla casa bianca e lo fece parlare al congresso degli Usa.
In quel periodo l'Italia, che per la prima volta superò il pil della gran bretagna e della francia, dava l'immagine di un paese fortemente all'avanguardia e gli italiani se ne sentivano orgogliosi. Molte di quelle si rivelarono pie illusioni, i fondamentali non era solidi, ma questo è il dato di fatto come emerse.
5) Sull'equazione craxismo=berlusconismo, prima di esprimermi vorrei capire quali sono le argomentazioni che sostengono la tesi.
Perché io conto queste: B e Craxi erano amici, Craxi fece dei favori a B, alcuni Craxiani come Brunetta e Sacconi sono poi confluiti in forza Italia.
Di tutti questi gli argomenti politici che permettono di sovrapporre i due fenomeni quali sarebbero? No perché ragionando così bisogna sempre ricordare non so, che il custode del santuario dell'antiberlusconismo, Micromega, cioè il conte Paolo Flores D'arcais, quello che dà voce a travaglio, Dm, DP e co, era un craxiano di ferro. In base all'argomentazione, dovrei concludere che anche l'antiberlusconismo è craxiano?
Io invece vorrei capire dove sta la politica. Non so, l'idea della leadership carismatica? (Non dite ad Obama che è Craxiano per favore).
I cortigiani? Craxi che si scopava una pornostar famosa?