Senato, via libera al ddl intercettazioni

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gran generale
00giovedì 10 giugno 2010 15:23
Il Senato ha dato il via libera al ddl sulle intercettazioni. Il testo emendato su cui il governo ha posto la fiducia è stato approvato con 164 voti a favore e 25 contrari. I parlamentari del Pd hanno invece abbandonato l'aula in segno di protesta: «Questa è la morte della libertà». Ora tornerà alla Camera per una nuova lettura e un voto che potrebbe essere quello definitivo. Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini nei giorni scorsi avevano infatti raggiunto un'intesa che, assieme alla fiducia, dovrebbe blindare il provvedimento e metterlo al riparo da ulteriori sorprese. Poi potrà passare al vaglio del presidente della Repubblica ed essere promulgato. Ma già in mattinata il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, aveva lanciato un appello al capo dello Stato affinché non firmi la legge, considerata dai dipietristi illegittima. E, in ogni caso, ha spiegato che il suo partito è già pronto a lanciare una campagna referendaria per chiedere agli italiani di respingere al mittente il provvedimento.

«NEANCHE MUSSOLINI» - L'inizio di seduta è stato alquanto concitato. Quattordici senatori dell'Idv hanno infatti occupato l'aula di Palazzo Madama mercoledì sera e non l'hanno abbandonata per tutta la notte, piazzandosi in particolare sui banchi del governo. Il presidente Renato Schifani li aveva invitati più volte ad abbandonare la posizione consentendo l'inizio dei lavori, ma al loro rifiuto aveva disposto la loro espulsione consentendone però la riammissione al momento del voto. Solo a quel punto la seduta ha potuto avere inizio. Di Pietro ha duramente criticato l'espulsione e parlato di «stato di illegalità permanente nel Parlamento». «E' un atto di prevaricazione che neanche ai tempi di Mussolini si sarebbe fatto - ha aggiunto -. C'è una maggioranza appecoronata a questo governo, se ne deve andare a casa. Invito i cittadini a ribellarsi». L'Idv ha in ogni caso annunciato di avere registrato dei domini web all'estero per consentire la pubblicazione delle intercettazioni, senza incorrere nelle maglie della nuova legislazione italiana. «Inoltre - ha spiegato il senatore Pancho Pardi -, quando verremo a conoscenza di intercettazioni che i giornalisti non possono più pubblicare, le leggeremo in Parlamento in modo tale che restino agli atti nel resoconto stenografico».

SCONTRO VERBALE IN AULA - Dure le parole dell'Idv e del Pd nelle dichiarazioni di voto e forti critiche al provvedimento sono arrivate anche dall'Udc. In difesa del testo si sono invece schierati la Lega Nord e il Pdl che hanno parlato di un testo «equilibrato», che rispetto alla precedente versione ha recepito rilievi e critiche arrivati da più parti e che consentirà comunque l'attività di indagine. Una posizione questa non condivisa dalle minoranze secondo cui per alcuni tipi di reato magistrati avranno meno strumenti a loro disposizione. Il Pdl, dal canto suo, non ha gradito la decisione del Pd di abbandonare l'aula dopo l'intervento della sua presidente, Anna Finocchiaro, disertando così quello finale del capogruppo pdl Maurizio Gasparri. Quest'ultimo ha bollato la decisione del centrosinistra come «comportamento arrogante e non democratico». Tra le altre dichiarazioni piuttosto forti, quella di Luigi Li Gotti (Idv) che ha spiegato che da oggi «i malfattori cantano "meno male che Silvio c'è"», con esplicito riferimento all'inno utilizzato in tutte le convention del Pdl; e sul fronte opposto quella del leghista Federico Bricolo, secondo cui «la mafia stava meglio quando al governo c'era il centro sinistra».
gran generale
00giovedì 10 giugno 2010 15:24
spero che chi ha permesso tutto ciò provi vergogna.. tanta vergogna..
giusperito
00giovedì 10 giugno 2010 16:00
assurdo FIni.. ancora più ciò che ha detto Bocchino sul meno peggio..
Etrusco
00giovedì 10 giugno 2010 16:35
Re:
gran generale, 10/06/2010 15.24:

spero che chi ha permesso tutto ciò provi vergogna.. tanta vergogna..




Non starai sperando troppo?
Per provare vergogna bisogna una morale e soprattutto coscienza di quel che si fa e di tutte le conseguenze dirette ed indirette.

Già prima i seri investitori stranieri evitavano di investire in Italia,
ora avranno un motivo in più, lasciando il campo libero agli imprenditori legati in vario modo alla criminalità organizzata... [SM=x43817]
.irly.
00giovedì 10 giugno 2010 17:00
la cosa ancora più triste è che Napolitano firmerà di certo.
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