Sbatti l'azienda in prima pagina

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connormaclaud
00lunedì 16 giugno 2014 12:55
Oscar Giannino: sbatti l’azienda in prima pagina
Troppo spesso la magistratura è entrata a gamba tesa nella vita delle imprese, lanciando inchieste che poi si sono sgonfiate. Lo dimostrano le accuse della Procura di Parma sul caso Lactalis-Parmalat. Un copione che potrebbe ripetersi su Unipol-Sai e Ilva. Come ha chiesto Giorgio Squinzi, è un problema che va finalmente affrontato.


In nessun paese avanzato asset industriali restano per anni sotto il pieno controllo della magistratura. Il tema è stato seccamente posto da Giorgio Squinzi, all’ultima assemblea annuale di Confindustria. Poiché l’Italia ha tra i suoi numerosi nervi scoperti quello della legalità, i più hanno finto di non sentire. Ma è un errore di ipocrisia. Il tema andrebbe invece affrontato. Seriamente. Non è solo una questione di principio, visto che per dato di fatto i magistrati non hanno la competenza adeguata per giudicare piani aziendali, esaminati invece da periti delle Procure "attenti", come ogni perito di parte, ai fini del committente. Basta esaminare tre casi eclatanti in corso da anni, per capire che il problema esiste. Parmalat, Ilva e Unipol-Sai.

In Parmalat, società quotata e dal luglio 2011 controllata dalla multinazionale francese Lactalis, solo il 26 maggio la Corte d’Appello di Bologna ha posto fine a un anno e mezzo di reiterate pronunzie della Procura di Parma volte alla revoca del cda e del consiglio sindacale, a seguito delle indagini civili e penali per l’acquisto di Lactalis America nel 2012. I procedimenti civili sono ora estinti, quelli penali no. A fine 2013 il cda si è dimesso, ad aprile in assemblea ne è stato eletto uno nuovo. Ma nell’anno e mezzo di scontro giudiziario nessun peso sembravano avere i risultati che Parmalat accumulava: nuove acquisizioni in Australia e Brasile, 24 prodotti nuovi nei 31 paesi in cui il gruppo opera, crescita del fatturato a parità di perimetro dai 4,4 miliardi del 2011 ai 5,7 nel 2013, aumento del margine operativo lordo da 374 a 493 milioni.

Per l’Ilva, a luglio saranno due anni dall’arresto dei Riva. Da allora, una sfilza di provvedimenti giudiziari e molti divergenti nel merito, due decreti ad hoc dei governi Monti e Letta. Ma siamo al punto che il commissario straordinario Enrico Bondi ha un piano industriale che non convince né i privati né il pubblico, visto che il premier Matteo Renzi ha detto "così non va", promettendo novità a breve. La sopravvivenza delle produzioni è più che mai in gioco, le bonifiche e i relativi capitali ancora da vedersi. Per le indagini aperte dalla Procura di Milano sui concambi tra Unipol e Fonsai, è stato il senatore pd Massimo Mucchetti, di certo non sospettabile di pregiudizi avversi ai pm e favorevoli alla Consob di Giuseppe Vegas, a scrivere su Repubblica tutti i suoi dubbi, sul fatto che il magistrato possa far sicura questione di diritto partendo da opinabili valutazioni sulle analisi quantitative dei prezzi. Servirebbero interventi di legge. Volti a porre argini a una deriva cominciata con la legge 231 del 2011, che estende all’impresa, ai suoi manager e controllanti responsabilità amministrative e penali per reati compiuti da dipendenti. E che poi via via, con ordinanze e decreti ad hoc sui singoli casi aziendali, ha esteso le facoltà della magistratura di nominare commissarigiudizialiche diventano capiazienda, e di inibire cda regolarmente nominati. La magistratura deve fare il suo dovere, non sostituirsi a proprietà e manager.

fonte economia.panorama.it/opinioni/Oscar-Giannino-sbatti-azienda-prim...
trixam
00martedì 17 giugno 2014 18:35
Se devi operarti di appendicite e il chirurgo è un oculista con strumenti da macellaio non c'è troppo da stupirsi che faccia un lavoro da schifo.
La magistratura quando interviene in queste vicende lo fa con gli strumenti rozzi del diritto penale che non sono per nulla adatti a gestire questo tipo di vicende, normale che faccia danni. Se poi ci aggiungiamo che si tratta di persone allevate con culture giuridiche ispirate alla supremazia della burocrazia e della prevalenza del mondo ideale su quello reale, quella dominante nelle nostre facoltà di giurisprudenza, i danni sono parecchi.
Infine se consideriamo le manie di protagonismo di certi giudici come quelli di Trani, che tra poco apriranno un'inchiesta sullo sbarco sulla luna, appoggiati dalla cultura giustizialista egemonee, si arriva alla frutta.

Ma tutti questi sono sintomi. La malattia è un'altra e si esprime in due forme. Un sistema di governance societaria inadeguato al mondo moderno nonostante, o forse proprio a causa, della iperegolazione che lo contraddistingue.
Regolatori che non fanno il proprio mestiere. In italia il funzionamento delle autorità di controllo è il simbolo di come il governo della legge sia impossibile in un paese marcio.
Negli altri paesi si parla del fenomeno della regulatory capture per indicare la tendenza a cercare di addomesticare i regolatori, in Italia invece non c'è bisogno: si consegnano spontaneamente. D'altronde molti di loro vanno in questi organismi come parcheggio in attesa di opportunità migliori e distribuire favori a destra e sinistra è il miglior modo per ottenerle. Poi ci sono quelli che sono proprio così, spontanei, come Vegas della Consob.
Provate a leggere qualcuno degli ultimi report della consob, dove pure lavorano ottimi funzionari, per capire a che livelli lisergici si possa arrivare.
Non c'è da stupirsi poi che comincino ad indagare su qualcosa solo dopo averlo letto su repubblica o sole 24 ore.

In fondo anche loro agiscono in maniera razionale. Se scoppia uno scandalo, Vegas va in parlamento e fa un bel discorso dove tra una supercazzola e uno scappellamento a destra come se fosse Antani dà la colpa "alla speculazione, la dittatura dello spread, il capitalismo finanziario, la mancanza di regole" e tutti lo applaudono compresi gli editorialisti dopolavoristi analfabeti di cui pullulano i giornalai italiani. Il sistema si tiene da solo.

Ps Oggi è venuto fuori che il governo italiano ha chiesto ad ArcelorMittal di "dare un'occhiata" all'Ilva, vale a dire di comprarsela. Sarebbe una soluzione razionale. Sarà difficile arrivarci nel troiaio attuale. Bisogna dare atto a Renzi che ogni 5 cazzate cerca di fare una cosa sensata, in un certo senso è un progresso.
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