Trovo assurda l'imposizione che,de facto, rappresenta un abuso delle competenze concesse.
Bada,non me la prendo con il consiglio,ma con i rappresentanti italiani e la loro politica calabraghista in sede comunitaria.
Il tema merita profonde e lunghe riflessioni -che oggi non possiamo permetterci- e rimettere,quando i tempi saranno maturi, alla libertà di coscienza una decisione che,in ogni caso, deve lasciare uno spiraglio in una direzione o in un'altra per non "condannare" le generazioni future.
Capita infatti che vengano trasferiti da un ospedale all’altro, anche in regioni diverse, i ginecologi non obiettori. Perché non fare il contrario? Cioè spostare, anche una sola volta, un ginecologo obiettore, così da far riflettere coloro che scelgono l’obiezione più per motivi di comodo che per reale convinzione”.
Questo pezzo è mostruoso,mi ricorda Mao (non Mussolini) ed il suo "colpirne uno per educarne cento".
Il medico obiettore ha il sacrosanto diritto di astenersi dal compiere un atto che per fede o qualsiasi altra ragione -per quanto mi riguarda,del tutto irrilevante- reputa sbagliato.
Se non viene rispetto il diritto del primo come si può rispettare il potenziale diritto del secondo (ergo donna che decide d'abortire)?
Se la legge è uguale per tutti in italia ci sono alcuni "più uguali" degli altri e il diventare figli di un dio minore è un attimo.