Batterista pugliese di Margherita di Savoia, trasferito a Firenze per seguire una fidanzata... Ma di amore ne ha trovato un altro, molto più grande, quello per la musica. Si chiama Raffaele Refoli, ma noi lo conosciamo come Raf. Ha esordito cantando in inglese, dopo un lungo soggiorno a Londra, proprio nel cuore della new wave britannica. La canzone del successo si chiamava "Self Control"; Raf l'aveva scritta per farla cantare a Laura Branigan, ma un provino per la Sugar l'ha trasformata in un hit pazzesco. Da qui la svolta: Raf decide di scriversi sempre da solo i suoi testi e si butta nel pop italiano.
La scelta non è sbagliata e nel 1987 vince Sanremo una canzone di suo pugno: "Si può dare di più", cantata dal trio Morandi-Tozzi-Ruggeri. Dello stesso periodo è la bellissima "Gente di Mare" cantata in duetto con Tozzi.
A fare di Raf un cantautore con la C maiuscola è "Inevitabile Follia": dal 1988 in poi Raf entrerà sempre nei primi dieci posti in classifica. "Cosa resterà degli anni '80" e "Ti pretendo", chiudono un'altra fase, e aprono le porte ad un Raf più intimista, che cerca di arrivare al cuore delle cose: dentro. Era il 1991 e nelle radio si ascoltava "Siamo soli nell'immenso vuoto che c'è" e "Oggi un Dio non ho".
Il suo Best of, uscito nel '96, non è solo una raccolta delle canzoni più belle della voce di Raf, ma è un momento di profonda intimità e riflessione, in cui l'artista si interroga sul senso della vita. Così come si può ascoltare dall'inedito "Un Grande Salto".
E forse Raffaele il senso della vita l'ha capito sul serio... Oggi ha 45 anni, è padre di due bambine, ed è un uomo sereno che vive in modo contemplativo il suo successo. Il suo ultimo album "Ouch" (espressione rubata dal linguaggio dei fumetti che si dice quando un personaggio va a sbattere contro qualcosa) ne è la prova. Una collezione di serena malinconia, dolcezza, speranza, sogni.
Raf sembra esserci riuscito... Ha offerto degno seguito ad "Iperbole", album di grande maturità artistica, che aveva fatto innamorare gli italiani con "Infinito".
Il primo singolo estratto dal nuovo album ha il sapore di "1000 giorni di te e di me" di Claudio Baglioni e narra la storia di due persone che pur separati, continuano ad amarsi.
In tutti i miei giorni
Il tempo scorre e non trascorre mai
A volte non esiste
Per questo non ha cancellato tutti i miei giorni con te
La strada scorre e sale l'ansia
Che io non saprò nascondere
C'è sempre un'emozione nuova nel rivederti
No, non ti chiederò se resterai un giorno o solo un'ora
Se puntualmente
siamo all'ultima puntata della nostra storia
Adesso no, non m'importerebbe niente al mondo
Malinconie lasciate il posto a questo cuore che va
E attraversa la città
Non fermatemi, sto per raggiungerti
Il tempo scorre inesorabile
Tu non ci sei stavolta, non verrai
I ricordi sbattono in faccia
Come il treno che sfreccia
Ma che sarà di noi
Se tutto ciò è stato oppure non c'è stata mai
La coscienza di poter toccare insieme
Il cielo in una stanza
Chissà, chissà resto solo con le mie domande
Patetiche, inutili, purtroppo indispensabili
Adesso che non sono solo, sono io
A non credere un malinconico addio
Non smetterai mai d'essere
al centro di tutti i miei pensieri,
di tutti i sogni, quelli più veri,
se mi cercherai
se ti sentirò
spero ci incontreremo mai,
comunque io ti ritroverò
in tutti i miei giorni
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[Modificato da lory78 05/05/2004 15.53]
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