Sulle Riforme ancora tensione nella maggioranza
Bocciato l'articolo 24, Alleanza Nazionale ha votato contro
Riforme, governo battuto
La Lega minaccia la crisi
Per quattro volte a Montecitorio manca il numero legale
Calderoli, pronto a dimettersi, incontra Berlusconi
ROMA - Riforme, altissima tensione nella maggioranza. Tanto che il premier è costretto ad un faccia a faccia di emergenza, prima ancora del vertice di stasera della Cdl, con il ministro per le Riforme Roberto Caledroli. L'assemblea di Montecitorio ha respinto l'articolo 24 del testo, che disciplina le modalità di controfirma degli atti presidenziali, tra i quali la concessione della grazia. L'articolo è stato respinto con 239 no, 211 sì e 9 astenuti. 49 deputati di An hanno votato contro. La seduta è sospesa (Casini ha parlato di "necessario approfondimento"), e dal capogruppo Alessandro Cè arrivano parole di fuoco: "O gli alleati chiariscono in fretta, oppure ognuno per la sua strada". E ancora, rivolto stavolta al premier Berlusconi: "Si dia una bella regolata". E' la minaccia implicita di una crisi di governo.
Anche l'Udc alza la voce. "E' evidente a tutti che questo voto va a cambiare il rapporto tra il capo dello Stato e il premier e su questo ogni forza politica deve fare le proprie valutazioni partendo però dalla condivisione del testo che c'è stata a luglio e fino ad ora", dice il capogruppo Luca Volontè.
Il clima si era già ampiamente surriscaldato in mattinata, a causa delle ripetute assenze in aula tra le fila della maggioranza. "Se non si possono fare le riforme per le assenze dei parlamentari, io torno a fare il senatore". Con queste parole il ministro delle Riforme Roberto Calderoli aveva minacciato di sbattere la porta dopo che alla Camera era mancato per la quarta volta consecutiva il numero legale. Poi, l'ultimatum: "O il testo del ddl passa entro la settimana, o mi dimetto".
Anche ieri, per ben tre volte, niente votazioni a causa delle molte assenze nei banchi della Cdl. E oggi, puntualmente, è accaduto di nuovo. Così il ministro è sbottato: "Quali sono i gruppi assenti? Non lo so, non ho guardato il tabellone. Riscontro solo che ieri c'erano delle assenze e che oggi si sono ripetute. A questo punto, il dato sta diventando politico". Ma basta dare uno sguardo in Aula, per accorgersi che sono i parlamentari di An - e subito dopo quelli dell'Udc - quelli che hanno fatto registrare la percentuale maggiore di assenze tra le file del centrodestra. In tutto, per la Cdl, sono 133 quelli che stamattina sono mancati all'appello.
Da parte sua, il portavoce di Alleanza Nazionale Mario Landolfi, ha provato a gettare acqua sul fuoco: "Non c'è assolutamente nessun problema: le assenze di stamani fanno parte della fisiologia della vita parlamentare". Insomma, via della Scrofa manda a dire alla Lega che "le assenze di stamani non sono riconducibili a una volontà politica, ma sono il frutto della difficoltà di coniugare le esigenze del territorio con quelle dei lavori della Camera".
Ma intanto il presidente della Camera Casini, a chi gli chiedeva se le assenze fossero appunto "fisiologiche", replicava: "Fino a un certo punto". E sui tempi di approvazione del ddl, allargava le braccia rispondendo: "Non sono il mago di Avellino".
Oggi è in programma, sulle Riforme, un vertice della Casa delle libertà. E intanto il capogruppo alla Camera dei Ds Luciano Violante segnala: "Il voto di oggi è molto più importante di quanto non possa sembrare, perchè sono stati azzerati i poteri di bilanciamento che ha il presidente della Repubblica rispetto al presidente del Consiglio".
fonte:
Repubblica.it[Modificato da gran generale 12/10/2004 16.27]