Passa la responsabilità civile

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
J.Rebus
00venerdì 3 febbraio 2012 10:14
Responsabilità civile, governo battuto
Di Pietro: "La gente alzerà i forconi"
L'esecutivo va sotto: l'aula approva a scrutinio segreto un emendamento della Lega sulle conseguenze di provvedimenti errati dei magistrati. Severino: "Spero che il Senato corregga". L'Anm: vendetta contro i giudici, martedì decidiamo sullo sciopero. Il Pd attacca il Pdl: inaccettabile. Il leader Idv: "Temo una 'Mani Pulite' del popolo. Almeno 50 traditori". In serata se ne parla al vertice tra Monti e i leader di Pdl, Pd e Udc


Emendamento anti toghe, Anm: ''Anticostituzionale''video
''Emendamento anti toghe passato per governo impreparato''ROMA - Il governo è stato battuto sull'emendamento del leghista Gianluca Pini che prevede la responsabilità civile dei magistrati. I voti a favore sono stati 261, 211 i contrari. L'esecutivo aveva espresso parere contrario all'emendamento che prevede, in particolare, che "chi ha subito un danno ingiusto per effetto di un comportamento, di un atto o di un provvedimento" di un magistrato "in violazione manifesta del diritto o con dolo o colpa grave nell'esercizio delle sue funzioni o per diniego di giustizia", possa rivalersi facendo causa allo Stato e al magistrato per ottenere un risarcimento dei danni. A pagare sarà dunque la toga. Ovviamente, il testo deve ancora avere l'ok del Senato. Immediata la polemica politica, col Pd che accusa il Pdl e la Lega di aver messo in atto un trucco e Di Pietro che afferma: "E' una vendetta contro i magistrati". E in serata la questione è diventata uno dei temi del vertice tra il presidente del Consiglio Mario Monti e i segretari dei partiti Angelino Alfano (Pdl), Pier Luigi Bersani (Pd) e Pier Ferdinando Casini (Udc): il quale avrebbe spiegato di "comprendere" le difficoltà dei partiti, ma sottolineando come non si possa esagerare per non rischiare di compromettere il percorso dei provvedimenti in cantiere, a cominciare dalle liberalizzazioni e dalla riforma del mercato del lavoro. Il vertice, ufficialmente convocato da tempo per fare il punto sulla strategia europea del governo, è diventato l'occasione per riflettere anche sui rapporti tra governo e maggioranza dopo lo scivolone parlamentare di oggi.

Severino: "No a norme spot". Il ministro della Giustizia Paola Severino commenta a caldo l'esito del voto: "Il Parlamento ha votato ed è sovrano, ma confidiamo che in seconda lettura si possa discutere qualche miglioramento perchè interventi spot su questa materia possono rendere poco armonioso il quadro complessivo". "Ci sarà una seconda fase", aggiunge. L'auspicio è che "ci siano gli spazi per un'ulteriore riflessione sul tema, per riaprire il dialogo e verificare se vi siano soluzioni diverse". Quanto alla posizione dell'esecutivo che oggi è andato sotto alla Camera, il Guardasigilli, conversando con i giornalisti, spiega che "se l'emendamento si fosse limitato ad avere come unico oggetto il contenuto della sentenza comunitaria, la posizione del governo penso sarebbe stata quella di presentare un proprio emendamento avente quell'oggetto". Ma il testo andava "oltre i contenuti della sentenza comunitaria ed era doveroso far presente che vi fosse della materia estranea". Era un dovere "ineludibile" del governo che oggi ha dato, conformemente al relatore, parere contrario alla proposta della Lega.

L'Anm: vendetta e intimidazione. Luca Palamara e Giuseppe Cascini, presidente e segretario dell'Associazione nazionale magistrati, parlano di "una forma intimidatoria e di vendetta verso il libero esercizio della funzione di giudice", nonché di "un ennesimo tentativo di risentimento e di ritorsione" nei confronti della magistratura. "E' una norma incostituzionale - rileva Cascini - in contrasto con i principi più volte affermati dalla Corte di Giustizia europea", una "mostruosità giuridica"che il Senato dovrà cancellare. "Convocheremo per martedì prossimo un comitato direttivo centrale straordinario - annuncia Palamara in una successiva dichiarazione - per decidere sullo stato di agitazione e sullo sciopero contro la norma approvata oggi".

Bersani: "Inaccettabile". Per Bersani, il voto di oggi è "inaccettabile", un "gesto di totale irresponsabilità perché una questione importante non può essere affrontata così: è una risposta sbagliata nel metodo e nel merito". Il segretario del Pd accusa il Pdl di aver usato "un vecchio trucco": "ha annunciato una cosa e ne ha fatta un'altra". E' per questo che a suo avviso l'esecutivo deve chiarire con le forze che lo sostengono che non possono tenersi le "mani libere". "Il governo ora deve porsi un problema, non può esserci chi lo sostiene con fermezza e lealtà e chi si tiene le mani libere", avverte Bersani, secondo il quale "serve un chiarimento, al Senato la norma va corretta, non possiamo assistere al riemergere di vecchie maggioranze che si parli di Rai o di giudici".

Di Pietro: "Vendetta contro i magistrati". "Alla Camera - commenta Antonio Di Pietro - si è commesso l'ennesimo delitto, una vendetta e un ammonimento contro i magistrati". E avverte: "Ho paura che questa volta, dopo vent'anni, non ci sarà solo una Mani Pulite giudiziaria, ma una nuova Mani Pulite del popolo che alzerà i forconi". Per il leader dell'Idv a Montecitorio si è consumato "un atto di vendetta, un'ammonizione ai giudici perché si limitino a fare i notai e i passacarte". "E' stata una prevaricazione incostituzionale - continua Di Pietro - nei confronti della magistratura. Sotto Monti è avvenuto ciò che neppure Berlusconi era riuscito a fare. Dietro il voto segreto una maggioranza oscura ha compiuto un atto da P2 parlamentare. Ci sono almeno 50 traditori che hanno votato in modo diverso rispetto ai loro gruppi. Idv, Pd, Udc e Fli eravamo contrari". L'ex Pm invita poi il Presidente della Repubblica a un attento vaglio del provvedimento: "Napolitano ci pensi prima di firmare", è l'invito di Di Pietro.

Alfano: 50 sì a sinistra. "Chi sbaglia paga, anche i magistrati", dice su twitter Alfano. Che ribatte alle accuse del Pd: "A sinistra c'è grande indignazione, però a scrutinio segreto almeno 50 di loro hanno votato a favore della norma sulla responsabilità dei magistrati". E il capogruppo Pdl, Fabrizio Cicchitto. "Gli attacchi al Pdl da parte di Bersani e di Franceschini sono del tutto ingiustificati. Si è trattato di un voto libero, dato a scrutinio segreto che ha coinvolto tutti i gruppi parlamentari al di fuori di ogni schema precostituito. D'altra parte i numeri parlano chiaro: coloro che hanno votato a favore dell'emendamento sulla responsabilità civile dei giudici sono molti di più della somma dei deputati presenti in Aula appartenenti da un lato al PdL e a Popolo e Territorio e dall'altro alla Lega. Il gruppo dirigente del Pd deve prendere atto della sensibilità esistente su questo tema nei vari gruppi parlamentari, compreso il Pd".

Catricalà: "Non ci saranno ripercussioni sulla maggioranza". Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Antonio Catricalà ha dichiarato di non credere che l'approvazione dell'emendamento "porterà problemi alla maggioranza". "Il ministro Severino - aggiunge - ha detto che questa norma dovrà essere modificata al Senato: il ministro competente è lei, noi siamo con lei".

L'emendamento. Il testo rivede la legge del '98 prevedendo che "chi ha subito un danno può agire contro il soggetto riconosciuto colpevole per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e anche di quelli non patrimoniali che derivino da privazione della libertà personale. Costituisce dolo il carattere intenzionale della violazione del diritto". Il testo stabilisce che "ai fini della determinazione dei casi in cui sussiste una violazione manifesta del diritto, deve essere valutato se il giudice abbia tenuto conto di tutti gli elementi che caratterizzano la controversia sottoposta al suo sindacato con particolare riferimento al grado di chiarezza e di precisione della norma violata, al carattere intenzionale della violazione, alla scusabilità o inescusabilità dell'errore di diritto". Il costo è previsto di 2,45 milioni per il 2011 e 4,9 milioni a regime a decorrere da quest'anno.

L'aula della Camera ha successivamente approvato la legge comunitaria 2011 con 326 sì, 21 no e 43 astensioni. Si erano dichiarati contrari solo i deputati del gruppo Idv. Il provvedimento passa ora all'esame di Palazzo Madama.
J.Rebus
00venerdì 3 febbraio 2012 10:15
editoriale
L'alibi dell'impolitico
di MASSIMO GIANNINI

IN DUE GIORNI Mario Monti ha intaccato un "tesoretto" di credibilità accumulato in tre mesi. La battuta sulla "monotonia del posto fisso", pronunciata sulla pelle di centinaia di migliaia di giovani che non hanno neanche quello variabile, è il primo, serio infortunio mediatico per il premier. La pessima gestione del voto sulla responsabilità civile dei magistrati, lasciata alle geometrie variabili di una maggioranza erratica e riluttante, è il primo, grave incidente politico per il governo.

Sul "merito" della norma c'è poco da dire. È un revolver puntato alla tempia di qualunque magistrato. Se un provvedimento del genere diventa legge, nessuna procura aprirà più un'inchiesta, nessun pubblico ministero avrà più il coraggio di istruire un'indagine, perseguire un'ipotesi di reato, scandagliare la "zona grigia" nella quale gli affari si mescolano alla politica.

La magistratura inquirente, prima ancora di quella giudicante, si limiterà a perseguire le "notitiae criminis" già evidenti, i delitti conclamati, i colpevoli colti in flagrante. Per arginare le pur frequenti istruttorie "sommarie" di qualche procuratore, e gli errori non infrequenti di qualche gip, si introduce nel sistema una minaccia permanente contro le toghe, che di fatto scardina (per altre vie) il principio dell'obbligatorietà dell'azione penale. È la "Del Turco rule", ed ha effetti potenzialmente devastanti sul nostro ordinamento giudiziario.

È dunque ancora più grave che un colpo di mano di questa portata, già fallito più volte persino nella fase più potente e arrogante del dominio berlusconiano, sia stato possibile nella stagione della discontinuità e della sobrietà montiana. Non importa nemmeno stabilire se nell'urna, dietro al paravento ipocrita del voto segreto, si sia consumata la "vendetta contro le toghe" anche ad opera di qualche deputato del centrosinistra, magari ispirato dalla consueta attitudine dialogante di Luciano Violante.

Quello che conta è che, a dispetto delle promesse che avevano preceduto il voto, la norma alla fine sia passata contro lo stesso parere del governo, oltre che del Pd e del Terzo Polo. E quello che conta ancora di più è che il blitz, alla fine, è riuscito perché ancora una volta sui temi della giustizia torna a saldarsi in Parlamento la vecchia maggioranza forzaleghista che si è dissolta nel Paese. È un doppio smacco, che pone un problema di "metodo" politico gigantesco.

Primo. Per quanto costruita forzosamente intorno a un "governo strano", alla Camera e al Senato esiste pur sempre una maggioranza. Anomala, disomogenea, decisamente preterintenzionale: ma pur sempre una maggioranza. Riconoscerla come tale, e non come pura convergenza utilitaristica di forze, ha effetti molto precisi. I partiti che vi aderiscono, anche senza entusiasmo o magari "a loro insaputa", hanno obblighi reciproci e mutue responsabilità. Se su un determinato argomento si sostiene una linea, quella linea vincola tutti allo stesso modo.

Non possono esserci "ribaltoni" occasionali, e peggio ancora strumentali. Meno che mai su temi sensibili come i rapporti tra politica e giustizia. Se ci si allea in nome di un "bene comune" superiore, com'è l'interesse nazionale, non possono esserci alleati coinvolti che cantano e portano la croce, e alleati disinvolti che cantano e basta, addirittura con uno spartito diverso. Se questo accade, il Parlamento diventa un caos, e il Paese perde la bussola.

Secondo. Per quanto "tecnico" e dunque apparentemente "impolitico", questo governo ha il dovere di fare politica. Dunque, di fronte a un nodo intricato come la responsabilità civile dei magistrati, non può affrontare il dibattito e poi il voto con superficialità e fatalismo, affidandosi e fidandosi delle chiacchiere da buvette dei malmostosi del Pdl. Il governo deve poter contare sul supporto numerico delle forze che lo hanno battezzato, con una fiducia trasversale che esclude solo Lega e Idv.

Se questo non accade, Catricalà non può cavarsela dicendo che "non ci sono problemi". E più in generale, su questioni di principio come l'autonomia del potere giudiziario, lo stesso Monti non può cavarsela rifugiandosi nell'algida alterità del "tecnico", che finisce per tradursi in estraneità dal "politico". Il premier non può limitarsi a dire (come ha fatto a "Matrix" sul diritto di cittadinanza ai figli degli immigrati) "ho opinioni personali, ma non considero questi temi parte della mia missione di governo, così come non ne fanno parte etica, bioetica, legge elettorale, riduzione del numero dei parlamentari".

È vero che quello di Monti è stato forgiato nel fuoco della battaglia finanziaria, e dunque è nato come "governo di scopo". Ma chi ha l'onore di governare, ha anche l'onere di farlo fino in fondo. Senza zone franche. Ha il dovere di dire ciò che pensa, di proporre soluzioni e di chiedere su queste il sostegno della maggioranza e il consenso dell'opinione pubblica. La democrazia liberale è il migliore dei mondi possibili. Ma un certo "laissez-faire" non funziona più neanche nell'ingestibile economia globale. Figuriamoci nell'impalpabile politica italiana.

Adri84
00venerdì 3 febbraio 2012 10:28
Io mi chiedo perchè in casi come questo il giudice non venga ritenuto responsabile.Cioè non si è neanche preso la briga di cambiare il soggetto delle frasi. Ci sono stati provvedimenti nei suoi confronti?
I medici vengono messi in croce e i magistrati incompetenti,sfaticati o quant'altro dovrebbero essere giudicati solo da un organo composto da altri magistrati?
giusperito
00venerdì 3 febbraio 2012 11:08
Re:
Adri84, 03/02/2012 10.28:

Io mi chiedo perchè in casi come questo il giudice non venga ritenuto responsabile.Cioè non si è neanche preso la briga di cambiare il soggetto delle frasi. Ci sono stati provvedimenti nei suoi confronti?
I medici vengono messi in croce e i magistrati incompetenti,sfaticati o quant'altro dovrebbero essere giudicati solo da un organo composto da altri magistrati?




perfetto, semplicemente perfetto
Giubo
00venerdì 3 febbraio 2012 21:35
i magistrati dovrebbero essere sanzionati se commettono gravi errori, con dolo o con colpa...ma non in questo modo
Koogar
00venerdì 3 febbraio 2012 22:46
Ecco come cambierebbe la responsabilità civile dei magistrati


Legge 13 aprile 1988 n. 117 (Legge Vassalli)


Art. 2.

Responsabilità per dolo o colpa grave

1)Chi ha subito un danno ingiusto per effetto di un comportamento, di un atto o di un provvedimento giudiziario posto in essere dal magistrato con dolo o colpa grave nell’esercizio delle sue funzioni ovvero per diniego di giustizia può agire contro lo stato per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e anche di quelli non patrimoniali che derivino da privazione della libertà personale.

2)Nell’esercizio delle funzioni giudiziarie non può dar luogo a responsabilità l’attività di interpretazione di norme di diritto né quella di valutazione del fatto e delle prove.

3)Costituiscono colpa grave:

1. la grave violazione di legge determinata da negligenza inescusabile; 2. l'affermazione, determinata da negligenza inescusabile, di un fatto la cui esistenza é incontrastabilmente esclusa dagli atti del procedimento; 3. la negazione, determinata da negligenza inescusabile, di un fatto la cui esistenza risulta incontrastabilmente dagli atti del procedimento; 4. l'emissione di provvedimento concernente la libertà della persona fuori dei casi consentiti dalla legge oppure senza motivazione.



Questo è l'emendamento

All’articolo 2 della legge 13 aprile 1988, n. 117, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) il comma 1 è sostituito dal seguente:

«1. Chi ha subìto un danno ingiusto per effetto di un comportamento, di un atto o di un provvedimento giudiziario posto in essere dal magistrato in violazione manifesta del diritto o con dolo o colpa grave nell’esercizio delle sue funzioni ovvero per diniego di giustizia può agire contro lo Stato e contro il soggetto riconosciuto colpevole per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e anche di quelli non patrimoniali che derivino da privazione della libertà personale. Costituisce dolo il carattere intenzionale della violazione del diritto»;


b) il comma 2, è sostituito dal seguente:
«2. Salvo i casi previsti dai commi 3 e 3-bis nell’esercizio delle funzioni giudiziarie non può dar luogo a responsabilità l’attività di (...)valutazione del fatto e delle prove»;

c) dopo il comma 3, è inserito il seguente:

«3-bis. Ai fini della determinazione dei casi in cui sussiste una violazione manifesta del diritto ai sensi del comma 1, deve essere valutato se il giudice abbia tenuto conto di tutti gli elementi che caratterizzano la controversia sottoposta al suo sindacato con particolare riferimento al grado di chiarezza e di precisione della norma violata, al carattere intenzionale della violazione, alla scusabilità o inescusabilità dell’errore di diritto. In caso di violazione del diritto dell’Unione europea, si deve tener conto se il giudice abbia ignorato la posizione adottata eventualmente da un’istituzione dell’Unione europea, non abbia osservato l’obbligo di rinvio pregiudiziale ai sensi dell’articolo 267, terzo paragrafo, del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, nonché se abbia ignorato manifestamente la giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea».
Paperino!
00sabato 4 febbraio 2012 01:08
Andiamo, è assurdo.
Finché si parla di punire il dolo e la colpa grave del giudice, penso che siamo tutti d'accordo.
Paga come chiunque altro.
Ma questo è il testo precedente, la legge come è sempre stata.

Stabilire che il giudice possa pagare anche al di là di questa stretta definizione, significa inficiarne irreparabilmente la capacità operativa.
Come potrà mai un giudice decidere serenamente, se qualsiasi errore, anche non dipendente da una sua colpa grave o dolo, gli può essere imputato?
Il giudice sarà portato a non condannare più, ad assolvere a prescindere, onde evitare rischi e contestazioni pericolose. L'attività giuridica subisce un danno, se il giudice non è sufficientemente al riparo e sovraordinato alle parti.

Nessuno dice che non debba pagare in casi come quello segnalato da Adri, né che debba esser giudicato da commissioni compiacenti, ma non bisogna andare oltre il dolo e la colpa grave.
Non si può prescindere dal testo già esistente. Occorre solo, come sempre in Italia, applicare le leggi che già ci sono.
angel in the sky
00sabato 4 febbraio 2012 09:37
Re:
Paperino!, 04/02/2012 01.08:

Andiamo, è assurdo.
Finché si parla di punire il dolo e la colpa grave del giudice, penso che siamo tutti d'accordo.
Paga come chiunque altro.
Ma questo è il testo precedente, la legge come è sempre stata.

Stabilire che il giudice possa pagare anche al di là di questa stretta definizione, significa inficiarne irreparabilmente la capacità operativa.
Come potrà mai un giudice decidere serenamente, se qualsiasi errore, anche non dipendente da una sua colpa grave o dolo, gli può essere imputato?
Il giudice sarà portato a non condannare più, ad assolvere a prescindere, onde evitare rischi e contestazioni pericolose. L'attività giuridica subisce un danno, se il giudice non è sufficientemente al riparo e sovraordinato alle parti.

Nessuno dice che non debba pagare in casi come quello segnalato da Adri, né che debba esser giudicato da commissioni compiacenti, ma non bisogna andare oltre il dolo e la colpa grave.
Non si può prescindere dal testo già esistente. Occorre solo, come sempre in Italia, applicare le leggi che già ci sono.




quoto tutto! [SM=x43799]



--letizia22--
00sabato 4 febbraio 2012 15:43
poi se l 'azione e' contro qualcuno sfondato di soldi, il magistrato penso che due conti in tasca se li fara'.
Paperino!
00sabato 4 febbraio 2012 16:03
Re:
--letizia22--, 04/02/2012 15.43:

poi se l 'azione e' contro qualcuno sfondato di soldi, il magistrato penso che due conti in tasca se li fara'.




Infatti viene meno proprio il principio di terzietà del giudice.
Come si può giudicare una persona importante?
La si può solo assolvere, a meno di casi clamorosi, perché i danni di un errore (anche indipendente dal dolo o colpa grave) sarebbero incalcolabili.
Quando giudichi un poveraccio, le cose sarebbero ovviamente diverse.

Ecco come annientare definitivamente la credibilità della giustizia, che diventerà un potere come gli altri.
.pisicchio.
00domenica 5 febbraio 2012 04:59
Il dolo o colpa grave restano, almeno cercando di interpretare cristianamente l'emendamento riportato dal gentile Koogar.

L'assurda dizione "O" (rectius oppure) "in manifesta violazione di un diritto" è a dir poco inutile e decettiva. Solo un leghista poteva idearla (forse dopo un fiasco di vino). C'è forse un illecito che prescinde dalla violazione di un diritto? e che significa "manifesta" se non che è stata commessa con dolo o colpa grave? che droga usano i leghisti? dove si acquista tale droga?

Craxi all'epoca disattese il referendum ma almeno Vassalli sapeva scrivere cristianamente una legge...

Temo che l'effetto pratico della cosa, con o senza limite dell'elemento soggettivo, sarebbe scarso. I magistrati comprerebbero le loro belle polizze esattamente come facciamo noi avvocati e come fanno gli amministratori di società, i sindaci, i revisori etc. etc. con il solo effetto negativo dell'aumento del contenzioso.

L'articolo del bel Giannini è come al solito ricco di puttanate (scusate il linguaggio ma lo invidio troppo per gli occhi chiari).

Forse sarebbe più efficace prevedere delle sanzioni disciplinari severe e non arbitrariamente rimesse alla benevolenza del csm... il gip che copia e incolla l'atto del pm deve andare a casa... credo sia inutile fargli causa e intasare i tribunali...




.pisicchio.
00domenica 5 febbraio 2012 05:02
Re:
--letizia22--, 2/4/2012 3:43 PM:

poi se l 'azione e' contro qualcuno sfondato di soldi, il magistrato penso che due conti in tasca se li fara'.




E se il medico opera il miliardario?

E se l'avvocato rilascia un parere che vale milioni per una multinazionale?

E se il manager diventa amministratore delegato di Costa crociere?

La risposta è semplice. O ciascuno si assume le proprie responsabilità oppure si sceglie un altro lavoro (es. coltivare barbabietole da zucchero biologiche).
.pisicchio.
00domenica 5 febbraio 2012 05:06
Re:
Paperino!, 2/4/2012 1:08 AM:

Andiamo, è assurdo.
Finché si parla di punire il dolo e la colpa grave del giudice, penso che siamo tutti d'accordo.
Paga come chiunque altro.
Ma questo è il testo precedente, la legge come è sempre stata.

Stabilire che il giudice possa pagare anche al di là di questa stretta definizione, significa inficiarne irreparabilmente la capacità operativa.
Come potrà mai un giudice decidere serenamente, se qualsiasi errore, anche non dipendente da una sua colpa grave o dolo, gli può essere imputato?
Il giudice sarà portato a non condannare più, ad assolvere a prescindere, onde evitare rischi e contestazioni pericolose. L'attività giuridica subisce un danno, se il giudice non è sufficientemente al riparo e sovraordinato alle parti.

Nessuno dice che non debba pagare in casi come quello segnalato da Adri, né che debba esser giudicato da commissioni compiacenti, ma non bisogna andare oltre il dolo e la colpa grave.
Non si può prescindere dal testo già esistente. Occorre solo, come sempre in Italia, applicare le leggi che già ci sono.




Con la legge precedente facevi causa alla presidenza del consiglio e quest'ultima si rivaleva in misura molto limitata nei confronti del magistrato. Con questa faresti causa anche al giudice. Non so se è un bene (come ho scritto supra) ma è di sicuro questa la grande novità.
.pisicchio.
00domenica 5 febbraio 2012 05:09

"costituisce dolo il carattere intenzionale della violazione"...
geniale...didascalico...
... era al secondo fiasco...
trixam
00domenica 5 febbraio 2012 12:37
Sono d'accordo con le critiche di Pisicchio.

Resta il problema. Riporto un racconto del giudice Carnevale(uno che della malagiustizia è stato nemico e vittima), inerente all'inizio della sua carriera da uditore. Io resto sempre di ghiaccio a sapere che gente così(quelli che dovrebbero essere saggi perché hanno la competenza tecnica ecc...) siano sottratti di fatto alla legge.


"Tra gli imputati c’era un tale, un giovanotto dai capelli luccicanti di brillantina, accusato di aver borseggiato una signora che era andata a ritirare la pensione all’ufficio postale. Io avevo seguito, com’era mio dovere, il dibattimento, che si era ridotto a pochissime battute. Il pubblico ministero si era limitato a chiedere la condanna precisando l’importo della multa, la difesa non aveva affrontato nessun argomento. Quando fummo in camera di consiglio, i componenti del collegio s’impegnarono in una dotta dissertazione sul trattamento pensionistico dei magistrati europei – argomento che non poteva intrigarmi più di tanto, dato che per me la pensione era lontanissima, ma che soprattutto poco aveva a che fare con il tema che dovevamo discutere, la responsabilità di quel malcapitato. Dopo che furono arrivati alla conclusione che, naturalmente, il peggiore trattamento pensionistico era quello dei magistrati italiani, il presidente si rivolse al collega cui spettava di redigere la motivazione della sentenza e chiese: Quantu ci damu? (la discussione si svolgeva in dialetto siciliano, cosa che non mi dispiaceva affatto). Che pena gli diamo? Scusate un momento, obiettai io: la derubata non ha riconosciuto l’accusato, testimoni non ce ne sono, la somma sottratta non si è trovata nella sua disponibilità. In base a quali elementi questo signore dovrebbe essere condannato? La domanda mi pareva legittima. Ma il presidente mi rispose: ‘Tu sei un sofista’.
Sarò pure un sofista, ma almeno spiegatemi, perché vorrei capire. E lui: ‘Ma tu lo sai chi è l’imputato? E’ un barbiere. E lo sai quand’è avvenuto il furto? Era un lunedì’. Allora capii dove volessero andare a parare. E soltanto perché era barbiere, quel poveretto si beccò sei mesi di reclusione. Da allora mi sono sempre trovato a disagio nell’ambiente".
Paperino!
00domenica 5 febbraio 2012 12:48
Re: Re:
.pisicchio., 05/02/2012 05.02:




E se il medico opera il miliardario?

E se l'avvocato rilascia un parere che vale milioni per una multinazionale?

E se il manager diventa amministratore delegato di Costa crociere?

La risposta è semplice. O ciascuno si assume le proprie responsabilità oppure si sceglie un altro lavoro (es. coltivare barbabietole da zucchero biologiche).




Dai pisi, mi stai facendo degli esempi assurdi, fuori della logica del discorso che stiamo facendo..
Il medico, come l'avvocato, e ancor di più il manager, non sono terzi rispetto a coloro cui vanno a rapportarsi, non svolgono un'attività potenzialmente confliggente con gli interessi di quelli.
Anzi, il medico, l'avvocato, il manager, devono operare nell'esclusivo interesse della persona che li sta pagando.
E' ovvio che, se fanno un errore, pagheranno, e pagheranno in proporzione al danno fatto (e quindi a quanto guadagnavano dal vip).

Come si può fare un discorso del genere per il giudice?
Tra l'altro un giudice non guadagna di più se fa arrestare il presidente dei presidenti, rispetto a Ciccio il tabaccaio.
nando85
00domenica 5 febbraio 2012 14:38

Qualcuno mi spieghi PERCHE' un giudice dovrebbe aver paura di essere giudicato da un altro giudice...


E allora i cittadini che dovrebbero fare...darsi alla latitanza?!?

La responsabilità civile dei magistrati è una regola di civiltà, non esistono intoccabili.

I Magistrati, così come i Medici, hanno in mano la vita delle persone e devono assumersi le proprie responsabilità.



Detto ciò, penso che la norma sia scritta una schifezza e che bisognerebbe articolarla in maniera più precisa e, magari, istituire un collegio giudicante esterno al corpo dei magistrati ed adibito solo ed esclusivamente a processare magistrati, così da avere maggiore imparzialità e terzietà.

Far giudicare un magistrato da un collega è di per se sbagliato.
Un po' come quando la camera deve decidere sull'autorizzazione a procedere dei propri parlamentari.
--letizia22--
00domenica 5 febbraio 2012 15:33
Re: Re: Re:
Paperino!, 05/02/2012 12.48:




Dai pisi, mi stai facendo degli esempi assurdi, fuori della logica del discorso che stiamo facendo..
Il medico, come l'avvocato, e ancor di più il manager, non sono terzi rispetto a coloro cui vanno a rapportarsi, non svolgono un'attività potenzialmente confliggente con gli interessi di quelli.
Anzi, il medico, l'avvocato, il manager, devono operare nell'esclusivo interesse della persona che li sta pagando.
E' ovvio che, se fanno un errore, pagheranno, e pagheranno in proporzione al danno fatto (e quindi a quanto guadagnavano dal vip).

Come si può fare un discorso del genere per il giudice?
Tra l'altro un giudice non guadagna di più se fa arrestare il presidente dei presidenti, rispetto a Ciccio il tabaccaio.




condivido pienamente, i magistrati svolgono una funzione istituzionale che coinvolge tutti,non si tratta di un rapporto fra persone determinate che pure svolgono attivita' molto importanti.Io avrei puntato piu' a riformare il csm e le varie sanzioni disciplinari.
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 23:44.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com