NAPOLI - Ha rischiato di morire e la causa potrebbe essere stata un abuso sessuale. Un gesto brutale messo a segno dal mostro di turno. Sulla storia del piccolo bimbo di tre anni, sottoposto ad un'operazione della durata di sei ore per salvarlo da una pelviperitonite, aleggiano ombre inquietanti di violenza. Per il momento scorrono veloci le indagini del magistrato in sinergia con le forze dell'ordine e ogni dettaglio è al vaglio degli inquirenti.
Non ci sono certezze ma dettagli shock ancora da ricostruire per chiarire cosa sia realmente accaduto al minore, adesso ricoverato al Santobono in prognosi riservata. Il bambino, che accusava da giorni dolori all'addome, è stato soccorso prima all'ospedale di Marcianise per una sospetta colica addominale e successivamente è stato trasferito nel nosocomio napoletano. Una dinamica dettata anche dall'esigenze della madre, residente a Santa Maria Capua Vetere e agli arresti domiciliari, con alle spalle una situazione familiare difficile dal momento che il padre del piccolo è in carcere.
I primi sospetti di una banale appendicite sono stati subito screditati dalla scoperta scioccante dei camici bianchi. I medici che si sono presi cura del bambino in sala operatoria, hanno verificato la lacerazione del tessuto nel retto, un danneggiamento generalmente provocato da penetrazioni o comunque introduzioni di corpi estranei spinti con forza all'interno dell'intestino. Una condizione che stava progressivamente causando l'occlusione dell'intestino mettendo in pericolo la vita del bimbo a cui hanno dovuto applicare, per il momento, una colostomia (la bustina artificiale per evitare l'uso del retto). Per il piccolo, giunto in ospedale impaurito e silenzioso con una catenina di ciucci al collo, il peggio è passato ma dopo l'interrogatorio rivolto alla mamma, i riflettori saranno puntati sullo scenario familiare per accertare eventuali abusi tra le mura domestiche.
L'ipotesi di violenza sessuale è la strada su cui si stanno svolgendo i primi accertamenti degli inquirenti in cerca di prove ed elementi che possano far luce sull'anomalia riscontrata nel bimbo. Tra le persone ascoltate nelle ultime ore, c'è anche la sorella del piccolo e non si esclude che, quando le condizioni psico fisiche del minore lo consentiranno, anche il bimbo possa essere ascoltato dagli esperti che stanno portando avanti le indagini. Mentre proseguono senza sosta gli interrogatori, la madre del bambino ha chiesto al magistrato di fare chiarezza sui primi soccorsi prestati dall'ospedale di Marcianise ma non trapelano ulteriori dettagli sulle piste battute dagli inquirenti.
IL MATTINO
Sono proprio schifata...non arrabbiata e/o delusa dalla società...schifata è il termine più opportuno