Matrimoni gay: favorevoli o contrari?

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gio.gil
00sabato 16 febbraio 2013 09:53
ovviamente siete invitati ad argomentare la vs risposta
mikele88uni
00sabato 16 febbraio 2013 10:46
favorevole sia al matrimonio che all'adozione. Una volta riconosciuta la possibilità del matrimonio tra omosessuali va da sé che si riconosca anche la possibilità di adottare. Del resto la eterosessualità dei genitori non è garanzia della capacità di crescere in modo sano un bambino e viceversa (un bambino adottato va seguito in ogni caso da un assistente sociale). In natura del resto le coppie omosessuali spesso "adottano" cuccioli che nel branco vengono "abbandonati" dai genitori naturali; anzi in alcuni casi si è notato come la omosessualità dei genitori aumenti le possibilità di sopravvivenza dei cuccioli.
Forse la società italiana però non è ancora pronta ad un passo del genere per questo credo che questo sia un risultato da raggiungere con gradualità.
MARTINA.SANNINO83
00sabato 16 febbraio 2013 11:11
Re:
mikele88uni, 16/02/2013 10:46:

favorevole sia al matrimonio che all'adozione. Una volta riconosciuta la possibilità del matrimonio tra omosessuali va da sé che si riconosca anche la possibilità di adottare. Del resto la eterosessualità dei genitori non è garanzia della capacità di crescere in modo sano un bambino e viceversa (un bambino adottato va seguito in ogni caso da un assistente sociale). In natura del resto le coppie omosessuali spesso "adottano" cuccioli che nel branco vengono "abbandonati" dai genitori naturali; anzi in alcuni casi si è notato come la omosessualità dei genitori aumenti le possibilità di sopravvivenza dei cuccioli.
Forse la società italiana però non è ancora pronta ad un passo del genere per questo credo che questo sia un risultato da raggiungere con gradualità.




[SM=g2725274]
Erossina89
00sabato 16 febbraio 2013 12:00
Favorevolissima al matrimonio, per le adozioni ho tanti dubbi, non mi sento di dire un NO categorico ma nemmeno un SI convinto. Credo che una coppia omosessuale possa dare la stessa educazione che può trasmettere una famiglia etero al proprio bambino, se non addirittura migliore. Tuttavia, non so come potrebbe influire questa "diversità" sulla crescita del bambino, cosa potrebbe significare non confrontarsi con un papà o con una mamma. Penso che entrambe le figure, maschile e femminile, siano molto importanti. E' lo stesso discorso che farei per un'adozione da parte di un single o per un figlio cresciuto da una ragazza madre. Insomma, il problema per me non sono i gusti sessuali dei genitori ma le conseguenze che potrebbe avere sul bambino il fatto di non avere un padre e una madre, "classici".
WeAreNemesis
00sabato 16 febbraio 2013 12:07
Favorevole a tutto! Sfatiamo l'idea della famiglia tradizionale ;)
feliceraia
00sabato 16 febbraio 2013 12:11
CONTRARIO.

ma favorevole al riconoscimento di alcuni diritti. o meglio bisogna prendere atto, soprattutto da un punto di vista giuridico, che il matrimonio non può essere più la base di una società moderna. occorre prendere in considerazione e regolamentare proprio con una nuova riforma giuridica "della famiglia" alcune situazioni di fatto (es. convivenze). la modernità di una società, secondo me, non sta nell'accettare o meno l'omosessualità, ma prendere in considerazioni le esigenze della realtà, realtà in continua mutazione.
mikele88uni
00sabato 16 febbraio 2013 12:30
Re:
feliceraia, 16/02/2013 12:11:

CONTRARIO.

ma favorevole al riconoscimento di alcuni diritti. o meglio bisogna prendere atto, soprattutto da un punto di vista giuridico, che il matrimonio non può essere più la base di una società moderna. occorre prendere in considerazione e regolamentare proprio con una nuova riforma giuridica "della famiglia" alcune situazioni di fatto (es. convivenze). la modernità di una società, secondo me, non sta nell'accettare o meno l'omosessualità, ma prendere in considerazioni le esigenze della realtà, realtà in continua mutazione.




quindi saresti favorevole all'abolizione del matrimonio civile per gli eterosessuali?
Raffaele_23
00sabato 16 febbraio 2013 12:46
Favorevole ad una completa equiparazione, anche se pragmaticamente posporrei di qualche anno dopo il riconoscimento del matrimonio la possibilità di adottare, in modo che la società possa metabolizzare questo cambiamento. D'altronde la Francia è ora alla ribalta, ma ricordiamoci che ha da decenni i PACS. Così come il Regno Unito, che ha già la civil partnership. Sono favorevole perchè ritengo che lo Stato non debba entrare nelle questioni inerenti i settori intimi della vita di un individuo come la vita, la morte, la sessualità e la genitorialità, tanto meno ex ante, stabilendo a priori che due omosessuali non possono essere corretti genitori. Può accadere, come d'altronde accade per le coppie etero, che vi siano situazioni patologiche con conseguente intervento dello Stato, con istituti che esistono già. Sono favorevole per ragioni comparatistiche e pragmatiche: Paesi civili e molto più attenti di noi al welfare familiare e infantile permettono matrimoni e adozioni da tempo, senza che i loro bambini siano disturbati, perchè a poter disturbare non è l'omogenitorialità, ma la discriminazione sociale. Pensate a qualche decennio fa ai figli dei divorziati o delle coppie interrazziali: oggi non ha nulla di scandaloso. Per questo ritengo che nella legge di parificazione dei diritti civili bisognerebbe introdurre anche misure serie e coordinate, a partire dalla scuola primaria, di diffusione di una cultura inclusiva, tesa ad estirpare ogni discriminazione sessuale. E, soltanto in un'ottica di sussidiarietà penale, un rigo sull'aggravante di omofobia e transfobia. Sono favorevole anche per ragioni giuridiche nel senso più nobile del termine: famiglie omogenitoriali, le cosiddette famiglie Arcobaleno, esistono già. Coppie omosex con figli biologici di un genitore, o di entrambi attraverso tecniche di PMA eterologa all'estero. A tutte queste famiglie, attualmente prive di tutela (es. il genitore non biologico non ha alcun diritto sul bambino che contribuisce a crescere, dalle minime cose come ritirarlo da scuola senza delega alle più gravi, nel caso di decesso del genitore biologico) il credo che il Diritto debba riconoscere la dignità. Ne vale della civiltà di un intero Paese.
Niña de Luna
00sabato 16 febbraio 2013 13:26
Re:
Raffaele_23, 16/02/2013 12:46:

Favorevole ad una completa equiparazione, anche se pragmaticamente posporrei di qualche anno dopo il riconoscimento del matrimonio la possibilità di adottare, in modo che la società possa metabolizzare questo cambiamento. D'altronde la Francia è ora alla ribalta, ma ricordiamoci che ha da decenni i PACS. Così come il Regno Unito, che ha già la civil partnership. Sono favorevole perchè ritengo che lo Stato non debba entrare nelle questioni inerenti i settori intimi della vita di un individuo come la vita, la morte, la sessualità e la genitorialità, tanto meno ex ante, stabilendo a priori che due omosessuali non possono essere corretti genitori. Può accadere, come d'altronde accade per le coppie etero, che vi siano situazioni patologiche con conseguente intervento dello Stato, con istituti che esistono già. Sono favorevole per ragioni comparatistiche e pragmatiche: Paesi civili e molto più attenti di noi al welfare familiare e infantile permettono matrimoni e adozioni da tempo, senza che i loro bambini siano disturbati, perchè a poter disturbare non è l'omogenitorialità, ma la discriminazione sociale. Pensate a qualche decennio fa ai figli dei divorziati o delle coppie interrazziali: oggi non ha nulla di scandaloso. Per questo ritengo che nella legge di parificazione dei diritti civili bisognerebbe introdurre anche misure serie e coordinate, a partire dalla scuola primaria, di diffusione di una cultura inclusiva, tesa ad estirpare ogni discriminazione sessuale. E, soltanto in un'ottica di sussidiarietà penale, un rigo sull'aggravante di omofobia e transfobia. Sono favorevole anche per ragioni giuridiche nel senso più nobile del termine: famiglie omogenitoriali, le cosiddette famiglie Arcobaleno, esistono già. Coppie omosex con figli biologici di un genitore, o di entrambi attraverso tecniche di PMA eterologa all'estero. A tutte queste famiglie, attualmente prive di tutela (es. il genitore non biologico non ha alcun diritto sul bambino che contribuisce a crescere, dalle minime cose come ritirarlo da scuola senza delega alle più gravi, nel caso di decesso del genitore biologico) il credo che il Diritto debba riconoscere la dignità. Ne vale della civiltà di un intero Paese.




Niente d'aggiungere, condivido tutto. [SM=g2725291]

feliceraia
00sabato 16 febbraio 2013 14:02
Re: Re:
mikele88uni, 16/02/2013 12:30:




quindi saresti favorevole all'abolizione del matrimonio civile per gli eterosessuali?




io non ho detto questo. quello che voglio dire è che la nostra è senza dubbio una società troppo legata alle tradizioni passate. non parlo solo del matrimonio ma di tutta la struttura istituzionale. se il matrimonio poteva considerarsi il fulcro della nostra società negli anni del fascismo e dopo, oggi non è più così. e di questo bisogna prendersene atto.

quello che voglio dire è che la soluzione non è estendere i cd "privilegi - diritti" derivanti dal matrimonio anche agli omosessuali, ma che il matrimonio non deve porsi come condicio sine qua non di tali "privilegi - diritti"
Paperino!
00sabato 16 febbraio 2013 14:51
Re: Re: Re:
feliceraia, 16/02/2013 14:02:



quello che voglio dire è che la soluzione non è estendere i cd "privilegi - diritti" derivanti dal matrimonio anche agli omosessuali, ma che il matrimonio non deve porsi come condicio sine qua non di tali "privilegi - diritti"




Su questo concordo al 100%....si al riconoscimento su tutti i profili possibili delle coppie di fatto, sia etero che omosessuali, che devono godere dei massimi diritti civili possibili (pensione di reversibilità etc... etc..).

Sull'adozione condivido molto le perplessità di Erossina:


Penso che entrambe le figure, maschile e femminile, siano molto importanti. E' lo stesso discorso che farei per un'adozione da parte di un single o per un figlio cresciuto da una ragazza madre. Insomma, il problema per me non sono i gusti sessuali




Qui il discorso non è se una coppia omosessuale possa adottare o meno, qui il discorso è se può adottare qualsiasi apparato che non sia composto da una figura materna ed una paterna.
Dei gusti sessuali, francamente, me ne infischio, ma che possa adottare solo un single, o una coppia di pari sesso (e a questo punto perché non una comunità di 3,4, 7 persone? Perché?) a me non convince affatto.

Un bambino cui muore un genitore, e deve crescere senza una figura, è un bambino sfortunato.
Un bambino cui IO ho deciso che possa crescere senza uno dei due genitori, è un bambino cui mi son arrogato il diritto di togliere qualcosa.


I diritti dei genitori, in questo campo, non esistono.


L'unica argomentazione a favore di questo tipo di adozioni, ossia : è meglio che stiano in un orfanotrofio?
E' un'argomentazione che reggerebbe solo nel caso in cui i bambini stessero in orfanotrofio per mancanza di domande di adozione da parte di coppie etero. Purtroppo, la realtà non è questa.

Esistono difficoltà burocratiche, test, tempi e condizioni che vengono poste prima che un'adozione vada a buon fine...ed allora anche l'argomentazione di partenza cade.
Estendere l'adozione a gruppi e comunità, non risolverebbe il problema, perché il problema non è in una mancanza di domande, ma nell'esistenza di inevitabili, infinite procedure e cautele che sono seguite prima di mandare a buon fine una adozione.
Aumentare il numero di domande non accellererebbe i tempi con cui è possibile una adozione, creerebbe solo maggiore "concorrenza"...ma siccome non è un mercato di sigarette, possiamo dire che la "concorrenza" non è esattamente una virtù primaria da inseguire.
Raffaele_23
00sabato 16 febbraio 2013 15:23
Quando si parla di questo argomento spesso si dimentica che l'Italia non è l'unica terra emersa dove c'è vita. Dovremmo fare tesoro dell'esperienza di Paesi che hanno già affrontato il problema perchè i bambini italiani non sono diversi da quelli olandesi,svedesi,spagnoli e via discorrendo. L'argomentazione secondo la quale l'adozione sarebbe un atto quasi di egoismo nei confronti di bambini privati di una figura genitoriale da un lato non risponde all'esigenza pratica che ricordavo prima: molte famiglie di questo tipo esistono già, perchè, per quanto lo Stato voglia ingerirsi nelle esistenze umane, esistono ambiti nei quali la legge non può quasi nulla. Secondariamente, noi non sappiamo e non possiamo mai sapere le motivazioni ultime che spingono una coppia, omosex come etero, ad adottare. Anche due etero potrebbero volere un figlio solo come desiderio di potenza, e non come gesto di altruismo, ma non per questo castriamo le persone: anche questa iperbole è per dire che lo Stato deve trovare un proprio limite. La genitorialità è un diritto sancito anche a livello sovranazionale. E, sinceramente, anche il discorso sulla figura maschile e femminile è un po' plastica: esistono e sono sempre esistiti individui cresciuti in famiglie simili a ginecei, o cresciuti dai nonni, orfani, dotati di famiglie allargate. Alcuni hanno sviluppato magari problematiche, altri no. Così come sviluppano problematiche talvolta i figli della famiglia tradizionale e borghese magari. Ma lo Stato non può dare il patentino di genitori ex ante. Tra l'altro i gay non sono sterili e possono procreare: recentemente la Cassazione ci ha detto che un contesto omosessuale non basta tout court a fare di un genitore un cattivo genitore. Se volessimo portare a conclusione il discorso della figura maschile e femminile dovremmo accettare che figli biologici di un genitore scopertosi omosex debbano essergli sottratti "per il loro bene". La prospettiva, a mio parere, non deve essere quella di calare un modello formale e astratto di famiglia nel reale, ma disciplinare e corredare di tutele le tante svariate forme di famiglia che nel reale trovano la loro esistenza.
feliceraia
00sabato 16 febbraio 2013 15:38
ragazzi sono tutte belle parole queste. tutti sappiamo amare etero o omo è indifferente. però qui si sta parlando di adottare e crescere una bambino non di prendere un cagnolino (cn tutto il rispetto per gli animali). e per questo ritengo che sia giusto che le adozioni richiedano determinati requisiti anche se ciò potrebbe comportare una "montagna, burocratica e non" da scalare. si tratta sempre di decidere la vita che un bambino deve avere almeno fino ai suoi 18 anni e questa non è una responsabilità da poco.
Tony1985
00sabato 16 febbraio 2013 15:55
favorevole...lasciate la gente libera di amarsi come vuole
George.Stobbart
00sabato 16 febbraio 2013 19:33
Favorevole alla piena parità! Non capisco davvero le perplessità sull' adozione. Restino i requisiti per l' adozione (a volte anche troppo rigidi) ma che non siano legati al sesso e all' orientamento sessuale dei genitori adottivi. Davvero non capisco perchè due uomini o due donne non possano crescere ed educare al meglio un bambino, sono solo pregiudizi, e, come veniva detto prima di me, ci sono già dei riscontri in altri paesi dove i diritti sono equiparati e i bambini adottati non crescono con particolari problematiche, o almeno non con problemi diversi o maggiori rispetto ai bambini cresciuti da coppie etero.
mikele88uni
00sabato 16 febbraio 2013 19:58
Re: Re: Re:
feliceraia, 16/02/2013 14:02:




io non ho detto questo. quello che voglio dire è che la nostra è senza dubbio una società troppo legata alle tradizioni passate. non parlo solo del matrimonio ma di tutta la struttura istituzionale. se il matrimonio poteva considerarsi il fulcro della nostra società negli anni del fascismo e dopo, oggi non è più così. e di questo bisogna prendersene atto.

quello che voglio dire è che la soluzione non è estendere i cd "privilegi - diritti" derivanti dal matrimonio anche agli omosessuali, ma che il matrimonio non deve porsi come condicio sine qua non di tali "privilegi - diritti"



si ma a questo che dici tu va bene per le coppie che non vogliono sposarsi (coppie sia etero che omosessuali) il punto è che ci sono coppie (questa volta solo omosessuali) che vogliono sposarsi ma non possono farlo; vogliono cioè vedersi riconosciuta la propria unione anche dalla società e c'è buona parte della società pronta a riconoscere unioni di questo tipo.
Sia chiaro io personalmente non ambisco al matrimonio anche quando ero fidanzato non mi entusiasmava l'idea e tutt'ora non mi entusiasma ma io credo che se due persone vogliono rovinarsi la vita lo Stato non può impedirglielo. Poi (tornando seri) credo che quella per i matrimoni omosessuali è una battaglia di civiltà che ogni eterosessuale laico dovrebbe intraprendere.
Discorso diverso ovviamente per il matrimonio religioso dove vale la sensibilità e l'apertura della singola confessione religiosa verso unioni del genere.
feliceraia
00domenica 17 febbraio 2013 00:46
Re: Re: Re: Re:
mikele88uni, 16/02/2013 19:58:



si ma a questo che dici tu va bene per le coppie che non vogliono sposarsi (coppie sia etero che omosessuali) il punto è che ci sono coppie (questa volta solo omosessuali) che vogliono sposarsi ma non possono farlo; vogliono cioè vedersi riconosciuta la propria unione anche dalla società e c'è buona parte della società pronta a riconoscere unioni di questo tipo.
Sia chiaro io personalmente non ambisco al matrimonio anche quando ero fidanzato non mi entusiasmava l'idea e tutt'ora non mi entusiasma ma io credo che se due persone vogliono rovinarsi la vita lo Stato non può impedirglielo. Poi (tornando seri) credo che quella per i matrimoni omosessuali è una battaglia di civiltà che ogni eterosessuale laico dovrebbe intraprendere.
Discorso diverso ovviamente per il matrimonio religioso dove vale la sensibilità e l'apertura della singola confessione religiosa verso unioni del genere.




La "necessità " del matrimonio anche per le coppie omo deriva proprio dal fatto che il matrimonio è l 'unico "mezzo " previsto nel nostro ordinamento per ottenere determinati diritti. Se invece si potessero acquisire tali diritti senza necessariamente passare per il matrimonio, il problema non si porrebbe nemmeno.
mikele88uni
00domenica 17 febbraio 2013 10:41
Re: Re: Re: Re: Re:
feliceraia, 17/02/2013 00:46:




La "necessità " del matrimonio anche per le coppie omo deriva proprio dal fatto che il matrimonio è l 'unico "mezzo " previsto nel nostro ordinamento per ottenere determinati diritti. Se invece si potessero acquisire tali diritti senza necessariamente passare per il matrimonio, il problema non si porrebbe nemmeno.




ci sono coppie omosessuali che non vogliono solo i diritti vogliono pure il matrimonio! È come se tu avessi un ardente desiderio di sposarti con la tua compagna e qualcuno ti dicesse che non puoi; come la prenderesti?
feliceraia
00domenica 17 febbraio 2013 20:02
Re: Re: Re: Re: Re: Re:
mikele88uni, 17/02/2013 10:41:




ci sono coppie omosessuali che non vogliono solo i diritti vogliono pure il matrimonio! È come se tu avessi un ardente desiderio di sposarti con la tua compagna e qualcuno ti dicesse che non puoi; come la prenderesti?




ma perche il matrimonio è il cd passaporto. se non lo fosse non ce ne sarebbe bisogno nemmeno per le persone etero.
A.Cosentino
00domenica 17 febbraio 2013 20:30
Sfavorevole sia ai matrimoni che alle adozioni....
(pollastro)
00domenica 17 febbraio 2013 21:33
Altro sono i diritti civili, altro il matrimonio, altro ancora l'adozione di figli. Occorre a mio parere un dibattito ampio e serio; lasciare la gente "libera di amarsi come vuole" è ovvio sul piano di fatto, se non si è bacchettoni, non derivarne quindi nemmeno stigmatizzazione sociale altrettanto giusto, ma non si può sottovalutare che il diritto pubblico (a differenza di quello privato e peraltro non in tutti i casi nemmeno per esso: non per i rapporti per i quali è richiesta giuridicamente stabilità) non è fondabile sulla mera affettività. Non sottovaluterei perciò troppo facilmente che in questo momento storico si sta in molti casi tentando di "forzare" la cultura sociale e l'antropologia, cioè il "simbolico" connesso tradizionalmente a certi istituti (matrimonio/ filiazione(adozione). Le tradizioni cambiano, certo, ma non perché lo si voglia e non nel tempo di un battito di ciglia. Ogni Paese ha la sua storia e comunque per nessun Paese (fermo restando che le discriminazioni nei diritti sociali in ragione del genere non sono più giuridicamente tollerabili in Occidente, mentre sono quanto accade in Paesi di cultura islamica) è opportuno che minoranze possano imporsi alle maggioranze (diverso è il convincere le maggioranze; anche per raggiungere questo obiettivo, però, non basta un voto di un'Assemblea rappresentativa: quante volte abbiamo detto che i parlamentari sono lontani dalla sensibilità comune della gente? Questo vale in tutte le direzioni, sia quando si equiparano situazioni giuridiche, sia quando si restringono). In definitiva, occorre preparare la gente ai mutamenti, non imporglieli a maggioranza e nel frattempo impedire discriminazioni odiose, fissando paletti giuridici di diritti minimi di tutti, perché la dignità umana è un "valore non negoziabile"
Raffaele_23
00lunedì 18 febbraio 2013 18:23
Io non sono d'accordo con il buon pollastro per due ordini di ragioni: innanzitutto sono convinto che se si affrontasse in modo razionale e scientifico il tema del matrimonio (per il quale il consenso degli Italiani è abbastanza alto) sia quello delle adozioni (più spinoso, perchè si tratta di estirpare pregiudizi e perbenismi sedimentati) la maggioranza nel Paese sarebbe d'accordo. Il problema è chiedersi se sia possibile attualmente in Italia ottenere le condizioni perchè si dibatta di questi temi senza ideologismi e preconcetti e senza riverenze politiche. In seconda battuta, io non credo che debbano sottostare al giogo della maggioranza i diritti fondamentali che sono alla base del matrimonio e della genitorialità; diritti fondamentali che non sono belle parole, ma sono riconosciuti da documenti internazionali e da orientamenti giurisprudenziali sempre più cospicui. In questo modo si giuridicizza quello che prima è stato descritto, non a torto, sebbene in via troppo personalistica come "lasciare liberi di amare chi si vuole". Se ammettiamo che le persone possano essere private di diritti fondamentali allorquando la maggioranza del Paese lo ritenga giusto, allora dobbiamo ritenere giusto, con un'iperbole, che si impedisca ad alcuni individui (magari di razza diversa, non necessariamente di orientamento sessuale diverso) di sposarsi e di avere dei figli. Facciamo in piccolo l'esempio di comuni dove la Lega Nord è maggioritaria di fatto e di diritto: non c'è discrepanza tra rappresentati e rappresentanti. Che facciamo, li legittimiamo a deportare tutti i migranti residenti sul territorio?O a non celebrare nozze miste?Di fatto la maggioranza, se non l'unanimità sarebbe probabilmente d'accordo.L'esempio è ovviamente paradossale, ma credo possa spiegare il mio pensiero: il riconoscimento di diritti fondamentali non può essere nelle mani della maggioranza, anche perchè di fatto la storia ci insegna che sono le minoranze ad esserne private. Ciò a maggior ragione quando tale riconoscimento non comporti lesioni effettive di diritti altrui, neanche dei minori visto che non è dimostrato in maniera incontroversa che due omosessuali non possano essere ottimi genitori, anzi(come l'esperienza di altri Paesi mostra). A mio parere la legislazione deve contribuire anche ad modificare il costume sociale, rendendolo più inclusivo e rispettoso dei diritti fondamentali e non solo a recepire i mutamenti già avvenuti. Ammesso e non concesso che anche in relazione a coppie e adozioni gay il cambiamento non sia già avvenuto.
(pollastro)
00lunedì 18 febbraio 2013 22:50
Interessante il discorso di Raffaele. Non ho però detto che il riconoscimento dei diritti fondamentali dipenda dal consenso delle maggioranze, ma che ne dipende - storicamente - il modo in cui vengono attuati e la misura in cui vengono riconosciuti. E' una constatazione. Faccio un esempio: l'eguaglianza è un principio costituzionale rigido dal 1948; la sua attuazione è però incrementale e di fatto flessibile (tecnicamente si dice meglio "bilanciata"): non siamo tutti davvero "ugualmente uguali" in ogni cosa dal 1° gennaio 1948 e l'uguaglianza effettiva è il prodotto di una lotta che in realtà non finisce mai. Così per ogni principio giuridico. Certo, quello che mi divide da Raffaele è un problema nolto serio e conosco diverse teorie del diritto che ne discutono: il diritto serve a riconoscere/consolidare quello che è già socialmente riconosciuto, o a implementare quello che è presente nella società, ma è ancora debole? Direi un po' e un po', ma tutto dipende dalla proporzione tra due "direzioni" del diritto, che coesistono comunque sempre entrambe. Non ho proprio nessuna - quanto a me - difficoltà ed imbarazzo a riconoscere che non sono un rivoluzionario, ma non sono nemmeno un reazionario
mikele88uni
00martedì 19 febbraio 2013 19:07
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
feliceraia, 17/02/2013 20:02:




ma perche il matrimonio è il cd passaporto. se non lo fosse non ce ne sarebbe bisogno nemmeno per le persone etero.




quindi in presenza di una legge sulle coppie di fatto saresti favorevole alla abolizione del matrimonio civile? [SM=g2725335]
Raffaele_23
00martedì 19 febbraio 2013 19:22
www.repubblica.it/cronaca/2013/02/19/news/gay_la_sentenza_della_corte_di_strasburgo_s_all_adozione_del_figlio_del_partner-5...

Strasburgo continua a colmare vuoti legislativi. In tema di diritti non si può aspettare la civilizzazione della maggioranza.
(pollastro)
00martedì 19 febbraio 2013 21:12
Certo che in tema di diritti "non si può aspettare la civilizzazione delle maggioranze " (la Costituzione però è un processo,m non un atto, come il matrimonio - eterosessuale o no: non basta averla scritta, come non basta la festa di nozze, per vederla attuarsi e per vederla attuata - se è interpretabile e non blindata - ci vuole inevitabilmente un avvicinamento tra tesi diverse). C'è solo un problema. La decisione di un Parlamento è rappresentativa: tu hai votato, poi quella decisione ti piace o no e alle successive elezioni (se non ti piace) potrai regolarti, quando sei nella cabina elettorale. La decisione di un giudice ha invece una legittimazione culturale, perché non lo hai votato e non puoi cambiarlo. In Francia, a proposito del "diritto a non nascere", tale Nicholas Perruche (che aveva citato in giudizio sua madre e suo padre, oltreché il medico, per averlo fatto nascere con handicaps gravissimi, pur sapendo che la gravidanza era a rischio) se lo è visto riconoscere dalla loro Corte di Cassazione, ma questo ha provocato un'incazzatura furibonda dell'Assemblea Nazionale, perché molti deputati (di diverso schieramento) hanno sostenuto che un giudice, per quanto autorevole, non può sostituirsi al primato della politica nelle decisioni su un diritto (se esiste, fino a che punto, con quali effetti, eccetera). Altro Paese, altra storia (lì sono diffidenti verso i giudici, fecero la Rivoluzione anche contro di loro, che erano parte di un blocco sociale conservatore che le cariche se le trasmetteva tra l'altro in eredità), ma il problema esiste, anche se l'Italia ha una politica così debole (di fronte all'economia, di fronte a mafia e camorra, di fronte alla tecnocrazia, di fronte alla Merkel, di fronte al Vaticano, di fronte al caso Ilva di Taranto, ecc.) che basta che un giudice si pronunci su qualcosa che tutti si sbracano. E non poche volte lo spingono a candidarsi al Parlamento, dove però si troverà debole e impotente, mentre qualche altro ex collega prenderà di nuovo decisioni che toccherebbero alla politica e avrà i titoli dei giornali. Un circolo vizioso (vizioso in molti sensi), da cui non si riesce ad uscire. Qui forse ci vorrebbe una faccina sorridente, ma non ci riesco a metterla. Ci metto invece quella triste [SM=g2725337]
Raffaele_23
00mercoledì 20 febbraio 2013 11:22
Il caso Perouche e il diritto a non nascere se non sano (recentemente negato dalla Cassazione italiana, nella corposa sentenza del giudice Travaglino) sono oggettivamente diversi e non paragonabili all'equiparazione dei diritti delle coppie omosessuali, perchè nel primo caso la lesione del diritto altrui, ovvero del minore, c'è ed è palese. Quindi si tratta di un bilanciamento in senso tecnico. Nel secondo caso si tratta di porre fine a discriminazioni che soltanto con creativi voli pindarici possono essere ritenute lesive di diritti altrui. Sicuramente i due casi hanno in comune la difficoltà del legislatore a disciplinare fenomeni così complessi. Per il caso di cui discutiamo, volevo soltanto evidenziare come non sia stato il giudice di Roccaravindola a pronunciarsi, magari per velleità politicanti, ma la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo: ed ho postato il link per dimostrare come non stiamo parlando di romanticismi o di forzature antropologiche, ma stiamo parlando di diritti fondamentali (negati) connaturati alla persona umana, tant'è che questa è solo l'ultima di numerose sentenze di tal genere. Proprio per questo i giudici intervengono a colmare il vuoto di tutela, perchè ci sono situazioni giuridiche soggettive degne di tutela che il Legislatore lascia colpevolmente inevase. Concordo con te sul fatto che sarebbe meglio che il Legislatore definisse il fenomeno con ragionevolezza e obiettività (tradotto: facendo l'esatto opposto di quello che ha fatto con la legge 40), ma in materie in cui i principi predominano sulle regole è impensabile il ruolo di un giudice mera "bouche de la loi".
Astronascente86
00mercoledì 20 febbraio 2013 12:50
Assolutamente contraria, sia ai matrimoni che alle adozioni. Non ho nulla contro "l' essere gay" ma non trovo corretto che si formino "famiglie" e addirittura che adottino dei figli. Mi spiace ma non lo accetto, e' una cosa contro natura che offre una visione distorta della societa'.
George.Stobbart
00mercoledì 20 febbraio 2013 16:29
Re:
Astronascente86, 20/02/2013 12:50:

Assolutamente contraria, sia ai matrimoni che alle adozioni. Non ho nulla contro "l' essere gay" ma non trovo corretto che si formino "famiglie" e addirittura che adottino dei figli. Mi spiace ma non lo accetto, e' una cosa contro natura che offre una visione distorta della societa'.




Addirittura contro natura? Su quali basi scientifiche dici questo? [SM=g2725362]
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