Mafia, Dell'Utri condannato a sette anni riconosciuti i suoi rapporti con Cosa nostra

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gran generale
00martedì 29 giugno 2010 10:30
Marcello Dell'Utri condannato a sette anni di carcere. Questo il verdetto della corte d'appello di Palermo presieduta da Claudio Dall'Acqua (a latere Salvatore Barresi e Sergio La Commare). In primo grado il senatore del Pdl era stato condannato a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. In appello Dell'Utri è stato assolto "per le vicende successive al 1992 perché il fatto non sussiste". Dopo cinque giorni di camera di consiglio, i giudici della corte d'appello di Palermo riscrivono così la sentenza di primo grado. Riscrivono cioè una parte sostanziale della sentenza emessa dal tribunale di Palermo nel 2004. La corte d'appello ritiene che Dell'Utri intrattenne stretti rapporti con la vecchia mafia di Stefano Bontade ma anche con gli uomini di Totò Riina e Bernardo Provenzano, almeno fino alla stagione delle stragi di Falcone e Borsellino.

Ecco quali sono le vicende che sencondo la corte d'appello sono provate. Innanzitutto, l'assunzione del boss palermitano Vittorio Mangano per fare da stalliere nella villa di Arcore di Silvio Berlusconi. "Attraverso la mediazione di Dell'Utri e del mafioso Gaetano Cinà - aveva ribadito il procuratore generale Nino Gatto poco prima che i giudici entrassero in camera di consiglio - Mangano assicurò protezione contro l'escalation dei sequestri a Milano". Nell'autunno 1974, l'arrivo di Mangano sarebbe stato sancito da un incontro fra Dell'Utri, Berlusconi e i capimafia palermitani Stefano Bontade e Mimmo Teresi, nella sede della Edilnord. I giudici della corte d'appello hanno evidentemente creduto al pentito Francesco Di Carlo, che ha svelato di essere stato presente a quell'incontro.

La sentenza di primo grado sosteneva pure che prima del 1980 Dell'Utri aveva fatto da tramite per gli investimenti a Milano di Stefano Bontade, all'epoca uno dei padrini più influenti di Cosa nostra palermitana, che era alla ricerca di aziende pulite del Nord Italia in grado di riciclare i miliardi di lire provenienti dal traffico internazionale di droga.

Il senatore Dell'Utri non è presente nell'aula bunker di Pagliarelli, ha preferito aspettare la decisione della corte d'appello a Como. Per lui, il sostituto procuratore generale Nino Gatto aveva chiesto una condanna anche più alta di quella inflitta in primo grado, 11 anni. E aveva fatto un appello finale ai giudici: "E' il potere a essere giudicato (...) Voi potete contribuire alla costruzione di un gradino, salito il quale forse, e ripeto forse, si potranno percorrere altri scalini che potranno fare accertare le responsabilità che hanno insanguinato il nostro Paese. Oppure lo potete distruggere questo gradino".

Il riferimento del procuratore generale è a quelle indagini delle Procure di Caltanissetta, Palermo e Firenze che di recente hanno ricevuto nuovi spunti dalle dichiarazioni di Gaspare Spatuzza: l'ex killer oggi pentito ha parlato di "garanzie" che sarebbero state offerte nel 1993 dal "compaesano" Dell'Utri e da Berlusconi, alla vigilia della nascita di Forza Italia. L'assoluzione di Dell'Utri per le vicende successive al 1992 suona adesso come una sconfessione di Spatuzza, ma anche su questo punto bisognerà attendere le motivazioni della sentenza per capire se i giudici della corte d'appello hanno valutato il pentito del tutto inattendibile, oppure se si sono limitati a ritenere il suo contributo non determinante, perché sulla trattativa politica-mafia ha riferito in fondo solo quanto appreso da uno dei suoi capi, Giuseppe Graviano.

Di certo, però, nel processo Dell'Utri non era solo Spatuzza a parlare di un accordo politico-mafioso in vista della nascita di Forza Italia. Nella sentenza di primo grado, che aveva portato alla condanna del senatore di Forza Italia, una parte rilevante era rappresentata dalle dichiarazioni di Nino Giuffrè: l'ex fedelissimo del capo di Cosa nostra Bernardo Provenzano aveva parlato del sostegno elettorale dei boss in cambio di "garanzie" che sarebbero state offerte da alcuni intermediari. Adesso, la sentenza di appello sembra mettere in discussione anche quelli che erano ormai ritenuti i caposaldi delle ultime inchieste sulla trattativa fra mafia e politica durante la stagione delle stragi del 1993.
Selkis
00martedì 29 giugno 2010 10:52
che culo per i TG che sia morto Taricone...
sanimma
00martedì 29 giugno 2010 12:17
e quindi solo sette anni di carcere?
hai ragione selkis così parleranno solo della morte di taricone e nasconderanno quest'ingiustizia
ebben si la legge non è uguale per tutti
tommy3dita
00martedì 29 giugno 2010 12:20
LEGALE: CON QUESTA SENTENZA 2 ANNI CARCERE

''No, non possiamo essere soddisfatti. Con questa sentenza, considerando il reato contestato, almeno due anni di carcere si devono fare''. Cosi' l'avvocato Giuseppe Di Peri, uno dei legali del senatore Marcello Dell' Utri (Pdl) ha risposto ai giornalisti dopo il pronunciamento della sentenza.

giustamente,in italia ti condannano a sette anni e "rischi" di farne due [SM=x2049062]
Koogar
00martedì 29 giugno 2010 12:24

Vittorio Mangano un boss [SM=x43826]
Ma non era un eroe?
tommy3dita
00martedì 29 giugno 2010 12:29
Re:
Koogar, 29/06/2010 12.24:


Vittorio Mangano un boss [SM=x43826]
Ma non era un eroe?



Marcello Dell'Utri lo aveva detto in passato e lo ha ripetuto oggi: ''Vittorio Mangano e' stato il mio eroe''. Spiegandolo ai giornalisti che lo hanno incontrato per un commento sulla sentenza della Corte d'Appello che lo condanna a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, ha citato anche i fratelli Karamazov, quando Andrej viene presentato come un furfante ma eroe.

''Era una persona in carcere, ammalata - ha detto - invitata piu' volte a parlare di Berlusconi e di me e si e' sempre rifiutato di farlo. Se si fosse inventato qualsiasi cosa gli avrebbero creduto. Ma ha preferito stare in carcere, morire, che accusare ingiustamente. E' stato il mio eroe. Io non so se avrei resistito a quello a cui ha resistito lui''.

fonte: ANSA

l'ha ribadito,infatti

Metalsoul
00martedì 29 giugno 2010 12:53
Re:
sanimma, 29/06/2010 12.17:

e quindi solo sette anni di carcere?
hai ragione selkis così parleranno solo della morte di taricone e nasconderanno quest'ingiustizia
ebben si la legge non è uguale per tutti




SOLO??

Ma se ne ha parlato persino studio aperto..dai
tommy3dita
00martedì 29 giugno 2010 12:56
Re: Re:
Metalsoul, 29/06/2010 12.53:




SOLO??

Ma se ne ha parlato persino studio aperto..dai



dipende come,no?

Metalsoul
00martedì 29 giugno 2010 13:08
Re: Re: Re:
tommy3dita, 29/06/2010 12.56:



dipende come,no?





Io ho sentito la notizia [SM=x43606]
Ovvero che era stato condannato in appello a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.Alla fine questo è.Poi se uno vuole una "monografia" sul caso,va a cercare altre informazioni,se è particolarmente interessato.

Più che altro mi chiedo,dato che ci sono polemiche del tipo "troppi pochi anni di carcere" (cosa che si sente per ogni reato) 7 anni sono una pena media per il reato di associazione esterna?Fin quando si parla di reato di associazione per delinquere di stampo mafioso,gli associati soggiacciono,se non erro,ad una pena che va dai 7 ai 12 anni.
Astronascente86
00martedì 29 giugno 2010 13:21
Sempre piu' schifata. Un mafioso un eroe? [SM=g51999]

Altra buffonata questa condanna... figuratevi se questo si scontera' tutta la pena.

Sedia elettrica per tutta la gente legata alla mafia, direttamente o non... al diavolo il medioevo!!!

Fuori i mafiosi dalla politica!!!
sanimma
00martedì 29 giugno 2010 13:24
il mio solo era sarcastico perchè già so visto la potenza del condannato che tra patteggiamenti vari o escamotage degli avvocati non arriverà a scontare tutta la pena
J.Rebus
00martedì 29 giugno 2010 14:13
ke goduria....
gran generale
00martedì 29 giugno 2010 14:14
Tg1: “assoluzione” batte “concorso esterno”
Dopo 6 minuti dedicati alla morte di Pietro Taricone, la notizia della condanna in appello viene presentata principalmente come “pena ridotta”, e soprattutto – si badi – come assoluzione: la parola ricorre più volte fra studio e servizi, sottolineata da quella che Minzolini chiamerebbe “mimica vocale”. Assolto assolto assolto, che è anche la prima parola mostrata della sentenza, un video che lo spettatore poco addentro alle cose di certo non coglierebbe come conferma pura e semplice dei rapporti del senatore siciliano con Cosa Nostra.

Perché questo dice la sentenza, incontrovertibilmente: fino al 1992 Marcello Dell’Utri ha certamente lavorato per Cosa Nostra, contemporaneamente agli obblighi lavorativi assunti con Berlusconi, per Pubblitalia, Fininvest e Forza Italia.

Ma al Tg1, a quanto pare, la conferma del concorso esterno in associazione mafiosa sembra preoccupare poco: molto meglio focalizzare l’attenzione sul come, grazie alla pronuncia odierna, la costruzione accusatoria – senza che ci venga spiegata esattamente quale – venga “definitivamente spazzata via“, e che si tratterebbe di una “doccia fredda” per il procuratore Gatto (come se avesse preso un gol e fosse in svantaggio. Una gara), che giustamente chiede d’aspettare le motivazioni.

Intanto, passa parcchio tempo prima che nel servizio, il secondo, ci spieghino che i 7 anni chiesti non sono altro che due in meno dei 9 di primo grado, come se la sentenza restasse campata in aria, mai basata su di una prima pronuncia che ha già acclarato i fatti.

Morale: assoluzione batte concorso esterno, in casa Minzolini. E per Mangano persino un buchetto: “il senatore definisce Vittorio Mangano un eroe”. Peccato che non ci spieghino chi sia, questo signore. E chi sia Marcello Dell’Utri.
J.Rebus
00martedì 29 giugno 2010 14:20
Re: Tg1: “assoluzione” batte “concorso esterno”
gran generale, 29/06/2010 14.14:

Dopo 6 minuti dedicati alla morte di Pietro Taricone, la notizia della condanna in appello viene presentata principalmente come “pena ridotta”, e soprattutto – si badi – come assoluzione: la parola ricorre più volte fra studio e servizi, sottolineata da quella che Minzolini chiamerebbe “mimica vocale”. Assolto assolto assolto, che è anche la prima parola mostrata della sentenza, un video che lo spettatore poco addentro alle cose di certo non coglierebbe come conferma pura e semplice dei rapporti del senatore siciliano con Cosa Nostra.

Perché questo dice la sentenza, incontrovertibilmente: fino al 1992 Marcello Dell’Utri ha certamente lavorato per Cosa Nostra, contemporaneamente agli obblighi lavorativi assunti con Berlusconi, per Pubblitalia, Fininvest e Forza Italia.

Ma al Tg1, a quanto pare, la conferma del concorso esterno in associazione mafiosa sembra preoccupare poco: molto meglio focalizzare l’attenzione sul come, grazie alla pronuncia odierna, la costruzione accusatoria – senza che ci venga spiegata esattamente quale – venga “definitivamente spazzata via“, e che si tratterebbe di una “doccia fredda” per il procuratore Gatto (come se avesse preso un gol e fosse in svantaggio. Una gara), che giustamente chiede d’aspettare le motivazioni.

Intanto, passa parcchio tempo prima che nel servizio, il secondo, ci spieghino che i 7 anni chiesti non sono altro che due in meno dei 9 di primo grado, come se la sentenza restasse campata in aria, mai basata su di una prima pronuncia che ha già acclarato i fatti.

Morale: assoluzione batte concorso esterno, in casa Minzolini. E per Mangano persino un buchetto: “il senatore definisce Vittorio Mangano un eroe”. Peccato che non ci spieghino chi sia, questo signore. E chi sia Marcello Dell’Utri.




La vergogna è senza fine
Metalsoul
00martedì 29 giugno 2010 14:37
Re: Tg1: “assoluzione” batte “concorso esterno”
gran generale, 29/06/2010 14.14:

Dopo 6 minuti dedicati alla morte di Pietro Taricone, la notizia della condanna in appello viene presentata principalmente come “pena ridotta”, e soprattutto – si badi – come assoluzione: la parola ricorre più volte fra studio e servizi, sottolineata da quella che Minzolini chiamerebbe “mimica vocale”. Assolto assolto assolto, che è anche la prima parola mostrata della sentenza, un video che lo spettatore poco addentro alle cose di certo non coglierebbe come conferma pura e semplice dei rapporti del senatore siciliano con Cosa Nostra.

Perché questo dice la sentenza, incontrovertibilmente: fino al 1992 Marcello Dell’Utri ha certamente lavorato per Cosa Nostra, contemporaneamente agli obblighi lavorativi assunti con Berlusconi, per Pubblitalia, Fininvest e Forza Italia.

Ma al Tg1, a quanto pare, la conferma del concorso esterno in associazione mafiosa sembra preoccupare poco: molto meglio focalizzare l’attenzione sul come, grazie alla pronuncia odierna, la costruzione accusatoria – senza che ci venga spiegata esattamente quale – venga “definitivamente spazzata via“, e che si tratterebbe di una “doccia fredda” per il procuratore Gatto (come se avesse preso un gol e fosse in svantaggio. Una gara), che giustamente chiede d’aspettare le motivazioni.

Intanto, passa parcchio tempo prima che nel servizio, il secondo, ci spieghino che i 7 anni chiesti non sono altro che due in meno dei 9 di primo grado, come se la sentenza restasse campata in aria, mai basata su di una prima pronuncia che ha già acclarato i fatti.

Morale: assoluzione batte concorso esterno, in casa Minzolini. E per Mangano persino un buchetto: “il senatore definisce Vittorio Mangano un eroe”. Peccato che non ci spieghino chi sia, questo signore. E chi sia Marcello Dell’Utri.




Ma che vergogna...Sono fiero di avere un pochino di cultura,giuridica e non che mi fa prendere le distanze dall'italiano medio che si beve certe immani cazzate.
Astronascente86
00martedì 29 giugno 2010 14:51
Mauro La Mantia:"'Espellere dal Pdl i condannati per reati di mafia''.


PALERMO - ''Espellere dal Pdl i condannati per reati di mafia''. Lo chiede Mauro La Mantia, presidente regionale di Giovane Italia, movimento giovanile del Popolo della Liberta', dopo la sentenza in appello per il senatore Marcello Dell'Utri a cui sono stati inflitti sette anni di carcere per concorso in associazione mafiosa.

''Oggi piu' che mai sentiamo l'esigenza di avviare una profonda riflessione all'interno del partito - afferma - dopo questa condanna che, seppur ridotta e non definitiva, rimane gravissima soprattutto per un uomo impegnato in politica''.

''Non ci uniremo al solito coro di solidarieta' gia' tristemente visto negli anni scorsi - osserva - per i politici condannati. Il nostro movimento giovanile non puo' rimanere in silenzio davanti a fatti che minano la credibilita' di un intero partito. Noi continuiamo a seguire l'insegnamento di Paolo Borsellino sulla lotta ad ogni infiltrazione mafiosa nei partiti e nelle istituzioni''.

Per La Mantia ''il Popolo della Liberta' deve accogliere la proposta del ministro Giorgia Meloni sulla introduzione nello statuto del Pdl di una norma che preveda il no alla ricandidatura vita natural durante e l'espulsione per chi e' stato condannato in via definitiva per corruzione e mafia''.

AZIONE UNIVERSITARIA, EROE E' BORSELLINO - ''Mentre il senatore Dell'Utri continua a definire un eroe il mafioso Vittorio Mangano, noi affermiamo con orgoglio che gli eroi dei giovani siciliani sono persone come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino''. E' quanto si legge in una nota di Azione universitaria, il movimento degli studenti del Pdl. ''Come ogni anno il 19 luglio, in occasione dell'anniversario della strage di Via D'Amelio - prosegue la nota - scenderemo in piazza per ribadire che Paolo Borsellino il vero punto riferimento di Giovane Italia e di tutto il Popolo della Liberta'''.

Ansa


Giubo
00martedì 29 giugno 2010 14:51
Minzolini non immagini quanto mi fai vergognare di essere iscritto all'Odg!
rennasuper
00martedì 29 giugno 2010 15:54
Certo che adesso sto iniziando più che ad essere infastidito, ad essere incazzato. Ma porco c...o questa è proprio una presa per il culo! Qua si sta veramente andando verso la dittatura... non si può tenere una televisione pubblica così, ma che voi sappiate nessuno sta provando a praticare la via comunitaria? magari la corte di giustizia potrebbe fare qualcosa, siamo in piena violazione delle convenzioni sul pluralismo informativo.
Machiavelli88
00mercoledì 30 giugno 2010 23:36

Il direttore di Studio Aperto si supera:



[SM=x43624]

Niña de Luna
00mercoledì 30 giugno 2010 23:46
Re:
Machiavelli88, 30/06/2010 23.36:


Il direttore di Studio Aperto si supera:



[SM=x43624]





Degno erede di Fede [SM=x43668]
trixam
00giovedì 1 luglio 2010 00:44
Mi sembra una sentenza, a voler essere buoni, demenziale.
Sia dal punto di vista colpevolista che innocentista.
Una domanda che vale da tutti i punti di vista: uno concorre con la mafia fino al 1992 e nel momento in cui diventa uno dei cinque fondatori del partito che esprime il presidente del consiglio, smette di essere mafioso? Mah. Capisco che questa sentenza sia una mediazione tra i giudici che erano spaccati, quelli a latere per l'assoluzione completa e il presidente per la condanna completa, ma questa moda delle sentenze a rate sta diventando francamente una vergogna. Hanno passato tutto alla cassazione che credo avrà qualcosa da dire. Basta darsi una lettura della sentenza di primo grado.
Per il resto mi sembra che non ci sia nullo di nuovo sotto il sole.
Dell'Utri ha frequentato mafiosi, questo è un fatto notorio, per questo lo hanno condannato. Basta leggersi i capi di accusa che oggi Repubblica ha pubblicato in bella evidenza. Dove siano le prove non si sa. Ma d'altronde nell'italia prigioniera della guerra tra bande a queste cose non ci badiamo più. Dell'utri non sta simpatico a nessuno, ma non è che per mandare in galera lui e quelli come lui bisogna mandare a donnine allegre lo stato di diritto.
A meno che non si desideri che il berlusconismo si impadronisca totalmente della vita pubblica italiana.
Sulla trattativa mafia e stato i giudici hanno confermato quello già scritto nelle sentenze dei processi Mori I, De Caprio, Canale e De Donno(gli ultimi tre in serie: l'uomo che ha arrestato Riina e i bracci destri rispettivamente di borsellino e falcone, tutti finiti sotto processo per favoreggiamento alla mafia durante il periodo delle purghe staliniane di caselli, tutti assolti).
La trattativa ormai è un grande romanzone popolare dove tutti ci mettono un po' di tutto, in vero stile italiano.


gcgcgc
00giovedì 1 luglio 2010 14:06
Re:
trixam, 01/07/2010 0.44:

Mi sembra una sentenza, a voler essere buoni, demenziale.
Sia dal punto di vista colpevolista che innocentista.
Una domanda che vale da tutti i punti di vista: uno concorre con la mafia fino al 1992 e nel momento in cui diventa uno dei cinque fondatori del partito che esprime il presidente del consiglio, smette di essere mafioso? Mah. Capisco che questa sentenza sia una mediazione tra i giudici che erano spaccati, quelli a latere per l'assoluzione completa e il presidente per la condanna completa, ma questa moda delle sentenze a rate sta diventando francamente una vergogna. Hanno passato tutto alla cassazione che credo avrà qualcosa da dire. Basta darsi una lettura della sentenza di primo grado.
Per il resto mi sembra che non ci sia nullo di nuovo sotto il sole.
Dell'Utri ha frequentato mafiosi, questo è un fatto notorio, per questo lo hanno condannato. Basta leggersi i capi di accusa che oggi Repubblica ha pubblicato in bella evidenza. Dove siano le prove non si sa. Ma d'altronde nell'italia prigioniera della guerra tra bande a queste cose non ci badiamo più. Dell'utri non sta simpatico a nessuno, ma non è che per mandare in galera lui e quelli come lui bisogna mandare a donnine allegre lo stato di diritto.
A meno che non si desideri che il berlusconismo si impadronisca totalmente della vita pubblica italiana.
Sulla trattativa mafia e stato i giudici hanno confermato quello già scritto nelle sentenze dei processi Mori I, De Caprio, Canale e De Donno(gli ultimi tre in serie: l'uomo che ha arrestato Riina e i bracci destri rispettivamente di borsellino e falcone, tutti finiti sotto processo per favoreggiamento alla mafia durante il periodo delle purghe staliniane di caselli, tutti assolti).
La trattativa ormai è un grande romanzone popolare dove tutti ci mettono un po' di tutto, in vero stile italiano.






...sicuramente la colpa di tutto ciò non è di Dell'Utri...

...i giudici...i primi a sbagliare, gli unici a non pagare mai...bella vita...
rennasuper
00giovedì 1 luglio 2010 14:24
mah, semmai l'unica colpa dei giudici in questo caso è di non avergli dato il massimo della pena.
°Paranoid Android°
00giovedì 1 luglio 2010 14:59
Re: Re:
gcgcgc, 01/07/2010 14.06:




...sicuramente la colpa di tutto ciò non è di Dell'Utri...

...i giudici...i primi a sbagliare, gli unici a non pagare mai...bella vita...




by Silvio
rennasuper
00giovedì 1 luglio 2010 15:02
e il bello è che è uno studente di giurisprudenza a scrivere una cosa simile. Ovvio che siamo governati in questo modo se non solo la gente ignorante, ma anche chi dovrebbe avere un minimo di cultura si fa abbindolare dalla dittatura.
lisa8313
00giovedì 1 luglio 2010 16:12
Re:
Machiavelli88, 30/06/2010 23.36:


Il direttore di Studio Aperto si supera:



[SM=x43624]





Che schifo!!!Che schifooooooooo!!!!!


lisa8313
00giovedì 1 luglio 2010 16:15




Berlusconi e Dell'Utri sono dei comici fantastici...li voglio a Zelig [SM=x43625] [SM=x43625] [SM=x43625] [SM=x43612] [SM=x43612] [SM=x43612]






[SM=x43820]
gran generale
00giovedì 1 luglio 2010 16:17
Re: Re: Re:
°Paranoid Android°, 01/07/2010 14.59:



by Silvio




[SM=x43636]
Metalsoul
00giovedì 1 luglio 2010 16:28
Re:
trixam, 01/07/2010 0.44:

Mi sembra una sentenza, a voler essere buoni, demenziale.
Sia dal punto di vista colpevolista che innocentista.
Una domanda che vale da tutti i punti di vista: uno concorre con la mafia fino al 1992 e nel momento in cui diventa uno dei cinque fondatori del partito che esprime il presidente del consiglio, smette di essere mafioso? Mah. Capisco che questa sentenza sia una mediazione tra i giudici che erano spaccati, quelli a latere per l'assoluzione completa e il presidente per la condanna completa, ma questa moda delle sentenze a rate sta diventando francamente una vergogna. Hanno passato tutto alla cassazione che credo avrà qualcosa da dire. Basta darsi una lettura della sentenza di primo grado.
Per il resto mi sembra che non ci sia nullo di nuovo sotto il sole.
Dell'Utri ha frequentato mafiosi, questo è un fatto notorio, per questo lo hanno condannato. Basta leggersi i capi di accusa che oggi Repubblica ha pubblicato in bella evidenza. Dove siano le prove non si sa. Ma d'altronde nell'italia prigioniera della guerra tra bande a queste cose non ci badiamo più. Dell'utri non sta simpatico a nessuno, ma non è che per mandare in galera lui e quelli come lui bisogna mandare a donnine allegre lo stato di diritto.
A meno che non si desideri che il berlusconismo si impadronisca totalmente della vita pubblica italiana.
Sulla trattativa mafia e stato i giudici hanno confermato quello già scritto nelle sentenze dei processi Mori I, De Caprio, Canale e De Donno(gli ultimi tre in serie: l'uomo che ha arrestato Riina e i bracci destri rispettivamente di borsellino e falcone, tutti finiti sotto processo per favoreggiamento alla mafia durante il periodo delle purghe staliniane di caselli, tutti assolti).
La trattativa ormai è un grande romanzone popolare dove tutti ci mettono un po' di tutto, in vero stile italiano.





Beh i giudici avranno valutato in base a prove.Che poi tu non sai quali sono..può essere ragionevole,ma non credo abbiano giudicato "a simpatia".Se hanno accertato che vi sono stati rapporti e che vi è stato un "apporto esterno" ai clan mafiosi..allora vuo dire che ciò è stato supportato da prove.

Trovo impreciso anche il fatto "smette di essere mafioso"..potrebbe darsi (ma sempre per ipotesi,ovvio) che: o il suo apporto esterno è venuto meno o che non vi sia neppure un accenno di prova del suo contributo all'associazione mafiosa dopo il '92.
nekonika
00giovedì 1 luglio 2010 16:40
Re: Re:
Metalsoul, 01/07/2010 16.28:



Beh i giudici avranno valutato in base a prove.Che poi tu non sai quali sono..può essere ragionevole,ma non credo abbiano giudicato "a simpatia".Se hanno accertato che vi sono stati rapporti e che vi è stato un "apporto esterno" ai clan mafiosi..allora vuo dire che ciò è stato supportato da prove.

Trovo impreciso anche il fatto "smette di essere mafioso"..potrebbe darsi (ma sempre per ipotesi,ovvio) che: o il suo apporto esterno è venuto meno o che non vi sia neppure un accenno di prova del suo contributo all'associazione mafiosa dopo il '92.



Quoto tutto.
Forse Trixam concorderà col direttore di Studio aperto che il reato di concorso esterno in associazione mafiosa è molto discusso e dunque molto discutibile....insomma come se non si potesse stabilire, in base alle prove, che un politico ha avuto rapporti di collaborazione con la mafia.......per la stagione successiva al 92, invece, il fatto non sussiste, non ci sono prove.
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