Lettera di una escort al premier: "Caro Monti, fai pagare anche noi"

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giusperito
00sabato 10 dicembre 2011 12:30
Lei non scrive per chiedere soldi, ma per darne. Forse, come rivoluzione del governo Monti, è la più curiosa. Pur avendo il compito di risanare i conti pubblici, ha cominciato dai costumi. E allora basta con le intercettazioni di donne di dubbia condotta che tramano per scucire quattrini al (vecchio) presidente del Consiglio. Ora i tempi sono cambiati. Marina, prostituta, scrive una lettera al Mattino di Napoli rivolta al (nuovo) presidente del Consiglio perché, invece, i soldi li vuole dare. Non solo: li vuol dare in forma di tasse.

Così scrive: «Mi chiamo Marina, sono una escort. Termine abusato negli ultimi anni, ma non ho problemi a definirmi orgogliosamente una “puttana”», spiega la donna, che racconta come le difficoltà economiche della sua famiglia l’abbiano spinta a fare la vita. «Era l’unica alternativa valida». Grazie al mestiere, ha potuto «continuare gli studi a Roma, lontano da casa» e «aiutare la mia stessa famiglia a uscire dalla grave situazione che stava vivendo». Nel frattempo, «mi sono laureata e ho anche pagato due master col mio lavoro di prostituta». Un lavoro che rende bene e che «non lascio per paura dell’incertezza del futuro, che in questo momento come me riguarda molti cittadini italiani». Tempi duri per tutti.

Ma il punto è un altro. Marina vuole legalizzare la prostituzione. In questo modo potrà (e dovrà) pagare le tasse, e lei lo considera giusto. Meglio, equo. «Tanti paesi civili Europei lo hanno fatto da anni». E poi «In Italia, la legalizzazione della prostituzione, non solo porterebbe tanti milioni - se non miliardi - di euro nelle casse dello Stato», ma potrebbe risolvere anche «il problema dello sfruttamento della prostituzione e della tratta di esseri umani dei quali sono vittime». Sarebbero, secondo i suoi conti, circa 300.000 «individui fra donne/trans/uomini che risultano, per lo Stato, disoccupati». Due piccioni con una fava. Per questo «il governo Monti dovrebbe includere nella sua Manovra sul lavoro, anche la possibilità di legalizzare la prostituzione», scrive. È una questione importante: «fateci pagare le tasse, fateci aiutare il nostro Paese». Altro che Terry De Nicolò e il suo "neodarwinismo" sociale.

Ora, se la lettera sia autentica o meno non è dato sapere. Quello che è certo, però, è che Marina (o chi per lei) solleva un tema importante. Più volte viene avanzata l’ipotesi di una riforma della legge Merlin, o un piano di legalizzazione. In questi tempi di austerity, forse un introito sottratto alla malavita non guasterebbe. E allora Marina ha ragione. Così facendo, il governo Monti potrebbe dare respiro ai conti, colpire le organizzazioni criminali e soprattutto aiutare molte ragazze in difficoltà. Del resto l’ultima cosa, a suo modo, la faceva anche il suo predecessore.



Leggi il resto: www.linkiesta.it/premier-prostitute#ixzz1g8Af3u00
salutenonmiabbandonare
00sabato 10 dicembre 2011 20:33
Era talmente uno scandalo, che hanno tolto la notizia [SM=g2725401] o è un problema mio che non mi si apre la pagina? [SM=x43826]
Giubo
00sabato 10 dicembre 2011 20:36
sarei d'accordo sul punto. E mi pare di averlo già detto che la prostituzione andrebbe legalizzata per tante ragioni
|psiche84|
00domenica 11 dicembre 2011 20:29
Anche io sono per la legalizzazione della prostituzione.

Al di là della veridicità della lettera,il vittimismo di queste escort è insopportabile.
Era "l'unica alternativa valida" non si può leggere. [SM=x43800]
Ci sono anche altri lavori,diciamo che con questo in una serata si può guadagnare quanto un intero mese da mcdonalds.
.pisicchio.
00domenica 11 dicembre 2011 21:08
Berlusconi l'avrebbe subito convocata per un'analisi approfondita delle sue istanze.
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