La Camera dice no al processo per Matteoli

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tigrottoo
00giovedì 29 ottobre 2009 11:24
ROMA (28 ottobre) - L'Aula della Camera dice "no" al processo per Altero Matteoli. Con 375 voti a favore e 199 contrari l'Assemblea di Montecitorio ha approvato, a scrutinio segreto, la relazione della Giunta delle Autorizzazioni per non dare il via libera alla richiesta di processare il ministro delle Infrastrutture.

Alla votazione (per la quale era richiesta la maggioranza assoluta dei componenti dell'Assemblea di Montecitorio, 315 voti) hanno partecipato quasi tutti i ministri e sottosegretari. E, guardando alle presenze in Aula, si sospetta che all'opposizione (tranne l'Udc, che da subito si è espressa per l'autorizzazione a procedere) siano mancati circa 25 voti.

La vicenda che riguarda Matteoli al 2005, quando era ministro dell'Ambiente del governo Berlusconi, e venne accusato di favoreggiamento per aver informato l'allora prefetto di Livorno Vincenzo Gallitto di un'inchiesta a suo carico per abusi edilizi. La Giunta per le Autorizzazioni aveva stabilito, a fine luglio, che si trattava di un reato di natura ministeriale e che sarebbe stata negata l'autorizzazione a procedere contro Matteoli perché si ravvisava un "fumus persecutionis".

Decisione «omologata» oggi dall'Aula dopo un lungo dibattito che ha visto contrapporsi maggioranza e opposizione, con lo stesso presidente della Giunta, Pierluigi Castagnetti, a rilevare che «l'Aula approva un atto nullo, senza efficacia e che sarà invalidato dalla Consulta». Secondo Gianclaudio Bressa (Pd), «si è introdotto il principio che la Camera debba avere l'ultima parola sulla qualificazione del reato ministeriale, ma così non è». Si tratta, a suo avviso, di una «duplice torsione della Costituzione: si cerca di sostituire il Tribunale dei ministri con la Camera e di sostituire il Senato, di cui Matteoli fa parte, con la Camera».

Anche l'Idv ha votato contro il parere della giunta, e quindi per la procedibilità contro Matteoli. «Non possiamo votare senza sapere qual è l'interesse dello Stato contenuto nell'esercizio delle sue funzioni all'atto del reato del ministro Matteoli. Ce lo venga a spiegare», ha detto in un appassionato intervento Antonio Di Pietro, che ha accusato: «Oggi assistiamo all'ennesimo tentativo della "casta" di assicurarsi l'impunità facendola franca rispetto ai cittadini normali».

Dura la replica del relatore di maggioranza. Maurizio Paniz (Pdl): «Per noi le regole sono le stesse sempre, non ci interessa se ci occupiamo di un esponente della destra o della sinistra. Noi rispettiamo la magistratura , ma la magistratura deve rispettare il Parlamento».
tigrottoo
00giovedì 29 ottobre 2009 11:29
E' uno schifo che anche i ministri ora non si facciano processare e che il Parlamento neghi l'autorizzazione ogni volta che la magistratura chiede l'autorizzazione a procedere. Se non è una casta questa! [SM=x43800]
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