L'impoverimento dei professionisti, per i giovani redditi dimezzati

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Koogar
00venerdì 14 giugno 2013 18:00
La scelta di rinunciare al welfare: per 20 mila avvocati Ordine a rischio
La casta? Loro non l'hanno neanche conosciuta. Come quelli nati dopo il 1989 che non ricordano l'Urss, il muro di Berlino e il mondo diviso in due blocchi, i giovani che diventano professionisti oggi non conosceranno posizioni di rendita, categorie privilegiate, casta di potenti e benestanti.

Attenzione, non che tutti i professionisti si siano ridotti in povertà. Anzi. Il mondo professionale assiste a una polarizzazione sempre più accentuata: da una parte i più anziani (chiamiamoli over 40) che hanno potuto vivere situazioni economiche e sociali più convenienti e dall'altra i giovani (gli under 40) che sono incappati in una delle fasi più delicate e complesse della storia del nostro Paese dal dopoguerra a oggi.
I dati forniti dall'Adepp (Associazione degli enti previdenziali privati) parlano chiaro (vedi tabella): il reddito medio dei professionisti under 40 risulta, in media, inferiore del 48,4 per cento rispetto al reddito degli over 40. Tra le donne di generazione diversa la differenza percentuale sale fino al 55,8 per cento.

Obiezione: è fisiologico che i giovani guadagnino meno di chi ha 30 o 40 anni di professione alle spalle. Vero. Ma un conto è guadagnare di meno, altro è essere nelle condizioni di dover fare i salti mortali per arrivare a fine mese. Probabilmente chi ha sostenuto un lungo percorso formativo e abilitativo si attendeva qualcosa di più dalla professione. Naturalmente la crisi non colpisce tutti allo stesso modo: avvocati e architetti vivono la loro peggior flessione di sempre, veterinari, agronomi, chimici e geologi dichiarano un reddito annuo di circa 15 mila euro. Solo poco meglio vanno i geometri, i biologi e gli psicologi. Nel passato si poteva anche dubitare che qualcuno abusasse del nero (dubbio legittimo anche oggi) ma i giovani professionisti non parlano più di benessere, dichiarano di non riuscire più a far fronte alle spese previdenziali.

Caso eclatante quello degli avvocati: adesso che la legge forense ha posto come obbligatoria l'iscrizione alla cassa di categoria (pena la cancellazione dall'Albo) si parla di almeno 10 mila avvocati che usciranno dagli ordini professionali. Ma se le condizioni non saranno un po' più morbide potrebbero essere almeno il doppio. Non bisogna dimenticare, inoltre, che l'attuale crisi economica si è abbattuta su queste categorie che non hanno mai avuto un sistema di welfare capace di ammortizzarne gli urti.

«È proprio questa la richiesta che stiamo formulando da tempo - ribadisce Andrea Camporese, presidente dell'Adepp - abbiamo dimostrato la sostenibilità dei conti delle casse private per i prossimi 50 anni così come chiedeva il ministro Fornero. È stato uno sforzo titanico di razionalizzazione che ha anche gravato sulle tasche dei nostri iscritti. Ma quella storia non può e non deve finire qui».

Gli enti di previdenza privata da tempo chiedono delle misure specifiche ai giovani iscritti quanto meno per agevolare l'accesso alla professione e alla cassa. «I nostri enti - continua Camporese - sono gravati da una doppia tassazione che li comprime. Non chiediamo sovvenzioni ma solo spazio per aumentare il welfare: ridurre il contributo minimo obbligatorio, fornire prestiti agevolati e contributi per l'avvio dell'attività professionale e poi fondi a sostegno di chi non può svolgere momentaneamente la professione a seguito di eventi imprevedibili. Insomma bisogna costruire un sistema di welfare capace di far fronte a un orizzonte molto cambiato soprattutto per i più giovani».

Il governo Letta, sin dal suo insediamento, ha posto la questione giovanile in cima all'agenda. Un'attenzione rivolta anche al mondo degli autonomi. Un'emergenza che non è ancora chiaro se riguardi anche il mondo delle professioni. «Rappresentiamo un sistema che vale più del 10% del Pil - ricorda il presidente Adepp - è naturale che ci attendiamo che l'attenzione del governo riguardi anche i nostri ragazzi». Figli di una casta minore.

Isidoro Trovato (Corriere.it)
14 giugno 2013 | 14:58
Paperino!
00venerdì 14 giugno 2013 18:08
Un solo commento: [SM=x43827]
trixam
00venerdì 14 giugno 2013 19:00
EH si, l'articolo rispecchia una buona parte della realtà. Anche se gli iscritti agli albi sono stati ancora graziati dalla fornero mantenendo aliquote al 14% sulla prima fascia mentre le partite Iva che contribuiscono alla gestione separata hanno avuto la devastante aliquota del 33% che sta facendo chiudere tutti.
La cosa "divertente" come tutte le farse italiche è che ogni volta che i politici battono cassa su queste categorie bancomat dicono che lo fanno per "rafforzare il patto di cittadinanza" perché aumentando i contributi si avrà poi una pensione più pesante. Stronzata colossale naturalmente.

L'obiettivo delle politiche previdenziali è spremere al massimo i giovani di queste categorie finché hanno soldi da farsi rubare rendendo l'attività una corsa ad ostacoli sempre più difficoltosa per impedire il raggiungimento dei requisiti della pensione permettendo così all'Inps(per la gestione separata) e alle casse previdenziali private di iscrivere risparmi a bilancio e dimostrare la loro solvibilità. Le casse private hanno superato il controllo della riforma fornero proprio perché hanno dimostrato che in futuro avranno sempre meno pensionati dato che i giovani non riusciranno a maturare il diritto alla pensione.
Addirittura con questo criterio la cassa forense ha potuto mantenere il sistema retributivo in modo che i vecchi avvocati che sono in pensione o ci stanno per andare si godano ricche pensioni, mentre ad esempio la Inarcassa per gli architetti ha dovuto rinunciare al retributivo salvaguardando naturalmente alcune fasce nella classica visione del solidarismo all'italiana. Sull'enpals dei medici meglio che non dico niente.


Purtroppo è così, l'Inps è un furto, i fondi pensione privati truffe legalizzate(NON dategli MAI un centesimo), le casse sono per chi è già in ballo.
L'italia è il paese con il maggior tasso di invecchiamento della popolazione in Europa e seconda solo al Giappone nel mondo.
Un paese di vecchi in maggior parte egoisti, stupidi e poco lungimiranti, che strangola chi deve pagargli la pensione.

Il fatto è che non hanno nemmeno fatto bene i conti perché la riforma Fornero ha comprato tempo che scadrà nel 2022, se nel frattempo il paese non torna a crescere(e con le condizioni attuali non può tornare a crescere) il sistema salterà in aria.

connormaclaud
00venerdì 14 giugno 2013 19:56
Diecimila-ventimila avvocati, sarebbe il caso di soffermarsi su queste cifre.

Stando a www.albonazionaleavvocati.it/html/statistiche.html ci sono oltre 247 mila avvocati su una popolazione di nemmeno 61 milioni d'italiani.
Le nuove riforme sono una chiavica,su questo non si discute,ma i problemi della categoria non si risolvono nemmeno con un miracolo.

Numeri pantagruelici per la miopia di una nazione che si apprestano ad essere sempre più corretti al rialzo.

goisis
00sabato 15 giugno 2013 13:33
Ormai la situazione è destinata solo a peggiorare. Visto che, al giorno d'oggi, con la laurea in legge si può fare ben poco eccetto che intraprendere la professione forense, tutti i laureati (anche se controvoglia) si butteranno a fare l'avvocato con conseguente ulteriore ingolfamento del mercato. Se non introdurranno anche da noi il numero chiuso in futuro faremo la fame...
.pisicchio.
00lunedì 17 giugno 2013 13:14
Se non ricordo male la cancellazione dall'albo dovrebbe avvenire dopo un fase in contraddittorio con l'interessato.

Se si tratta di professionisti che non riescono a raggiungere la soglia minima ok (anche se poi si pone un problema circa l'idoneità ad esercitare la professione di un avvocato che non ha un numero minimo di pratiche di cui occuparsi...).

Se invece si tratta di finti giovani che evadono il fisco, dichiarano 12 mila Euro l'anno e poi hanno 8 praticanti aggratis allora no (l'esempio non è inventato).

Spero tanto che l'obbligo di continuità professionale diventi un mezzo per stanare gli evasori anche se sinceramente stento a crederci...
OneOfTheesedays
00martedì 18 giugno 2013 18:00
Probabilmente è vero che non meritiamo di stare sul mercato...
ma fare selezione così è da macellai, soprattutto perché paghiamo anche le vacche grasse del passato.

Ripeto, forse meritiamo la cancellazione... ma se al mio secondo anno di iscrizione all'albo non mi sono iscritta alla cassa, forse una domanda Cassa Forense pure deve farsela.

Tra cassa, irpef, IVA, cpa, spese di studio, assicurazione obbligatoria (oltre a quella professionale che molti hanno già, anche la assicurazione infortuni sarà obbli gatoria), liquidazioni giudiziali da fame, spese che ci si ritrova spesso ad anticipare, un recupero crediti sempre più difficile e molte altre piccole spese "fisse", si rischia di lavorare per coprire solo queste voci...

Lungi da me fare discorsi che giustificano l'evasione, ma sicuramente questo "piano" messo in atto non farà altro che favorirla.

Quanto ai più giovani, la maggior parte si cancelleranno dall'albo.

Quanto a me... non so che succederà... ci dovevo almeno provare... lo dovevo al mio 18nne.
Staremo a vedere... tra non molto le jeux son fait e ciascuno trarrà le sue conclusioni.



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