Io so e ho le prove.

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
futurogiurista
00mercoledì 29 aprile 2009 12:45
"Io so e ho le prove. So come è stata costruita mezz’Italia. A Castel Volturno nessuno dimentica i camion che depredavano il Volturno della sabbia. Ora quella sabbia è nelle pareti dei condomini abruzzesi, nei palazzi di Varese, Asiago, Genova."


Roberto Saviano, Gomorra pag. 236


lori82
00mercoledì 29 aprile 2009 13:09
Certo che viene molta rabbia a pensare che se quelle abitazioni fossero state costruite come si deve non sarebbero crollate e tante persone non sarebbero morte,infatti alcune abiationi costruite magari dallo stesso proprietario per se' stesso sono rimaste illese...
kispera
00mercoledì 29 aprile 2009 14:09
Perché anche le costruzioni recenti non hanno resistito al sisma, sono venute giù, si sono accartocciate, sbriciolate come castelli di sabbia?

Tra le prime ipotesi venute fuori a poche ore dal sisma c’è anche quella che della sabbia sia stata mescolata al cemento, in quantità non proprio regolare. E che proprio questa assurda miscela abbia reso il cemento armato fragile, fragilissimo. Tanto da non reggere l’urto di una scossa di magnitudo 5.9.

Ma Saviano aveva già scritto nel suo libro quanto oggi si ipotizza.
Poche righe, quasi impercettibili e indolori, che oggi suonano come un colpo al cuore.
Poche righe in cui è spiegata l'importanza del cemento nell'Italia del sud: «Tutto nasce dal cemento: non esiste impero economico nato nel mezzogiorno che non veda il passaggio nelle costruzioni: gare d’appalto, appalti, cave, cemento, inerti, malta, mattoni, impalcature, operai».

Ma ora è sul pericolo della speculazione della ricostruzione che Saviano è tornato a scrivere.
«La maledizione del terremoto non è soltanto quel minuto in cui la terra ha tremato, ma ciò che accadrà dopo. Gli interi quartieri da abbattere, i borghi da restaurare, gli alberghi da ricostruire, i soldi che arriveranno e rischieranno non solo di rimarginare le ferite, ma di avvelenare l’anima. La paura per gli abruzzesi è quella di vedersi spacciare come aiuto una speculazione senza limiti nata dalla ricostruzione.
Il prezzo da pagare per questa regione potrebbe essere altissimo.
Il terrore di ciò che è accaduto all'Irpinia quasi trent'anni fa, gli sprechi, la corruzione, il monopolio politico e criminale della ricostruzione, non riesce a mitigare l'ansia di chi sa cosa è il cemento, cosa portano i soldi arrivati non per lo sviluppo ma per l'emergenza.
Ciò che è tragedia per questa popolazione per qualcuno invece diviene occasione, miniera senza fondo, paradiso del profitto.
Progettisti, geometri, ingegneri e architetti stanno per invadere l'Abruzzo attraverso uno strumento che sembra innocuo ma è proprio da lì che parte l'invasione di cemento: le schede di rilevazione dei danni patiti dalle case.
In questi giorni saranno distribuite agli uffici tecnici comunali di tutti i capoluoghi d’Abruzzo. Centinaia di schede per migliaia di ispezioni. Chi avrà in mano quel foglio avrà la certezza di avere incarichi remunerati benissimo e alimentati da un sistema incredibile.
Più il danno si fa grave in pratica, più guadagni.»

E i rischi della ricostruzione non vanno sottovalutati:

«Il rischio della ricostruzione è proprio questo: aumenta la perizia del danno, aumentano i soldi, gli appalti generano subappalti e ciclo del cemento, movimento terre, ruspe, e costruzioni attireranno l'avanguardia delle costruzioni in subappalto in Italia: i clan. Le famiglie di camorra, di mafia e di 'ndrangheta qui ci sono sempre state. E non solo perché nelle carceri abruzzesi c'è il gotha dei capi della camorra imprenditrice. Il rischio è proprio che le organizzazioni arrivino a spartirsi in tempo di crisi i grandi affari italiani. Ad esempio: alla 'ndrangheta l'Expo di Milano, e alla camorra la ricostruzione in subappalto d'Abruzzo.
L’unica cosa da fare è la creazione di una commissione in grado di controllare la ricostruzione.
Il presidente della Provincia Stefania Pezzopane e il sindaco de L’Aquila Massimo Cialente sono chiari: «Noi vogliamo essere controllati, vogliamo che ci siano commissioni di controllo».
Qui i rischi di infiltrazioni criminali sono molti. Da anni i clan di camorra costruiscono e investono.
I dati dimostrano che la presenza dell’invasione di camorra nel corso degli anni è enorme.
Nel 2006 si scoprì che l’agguato al boss Vitale era stato deciso a tavolino a Villa Rosa di Martinsicuro, in Abruzzo.
Il 10 settembre scorso Diego Leon Montoya Sanchez, il narcotrafficante inserito tra i dieci most wanted dell'Fbi aveva una base in Abruzzo. Nicola Del Villano, cassiere di una consorteria criminal-imprenditoriale degli Zagaria di Casapesenna era riuscito in più occasioni a sfuggire alla cattura e il suo rifugio era stato localizzato nel Parco nazionale d’Abruzzo, da dove si muoveva, liberamente.
Gianluca Bidognetti si trovava qui in Abruzzo quando la madre decise di pentirsi.
L’Abruzzo è divenuto anche uno snodo per il traffico dei rifiuti, scelto dai clan per la scarsa densità abitativa di molte zone e la disponibilità di cave dimesse. L’inchiesta Ebano fatta dai carabinieri dimostrò che alla fine degli anni ’90 vennero smaltite circa 60.000 tonnellate di rifiuti solidi urbani provenienti dalla Lombardia.
Finiva tutto in terre abbandonate e cave dismesse in Abruzzo.
Dietro tutto questo, ovviamente i clan di camorra.
Sino ad oggi L’Aquila non ha avuto grandi infiltrazioni.
Proprio perché mancava la possibilità di grandi affari.
Ma ora si apre una miniera per le imprese.
[..]
Non permettere che la speculazione vinca come sempre successo in passato è davvero l’unico omaggio vero, concreto, ai caduti di questo terremoto, uccisi non dalla terra che trema ma dal cemento.»

kusovme
00mercoledì 29 aprile 2009 20:14
Re:
futurogiurista, 29/04/2009 12.45:

"Io so e ho le prove. So come è stata costruita mezz’Italia. A Castel Volturno nessuno dimentica i camion che depredavano il Volturno della sabbia. Ora quella sabbia è nelle pareti dei condomini abruzzesi, nei palazzi di Varese, Asiago, Genova."


Roberto Saviano, Gomorra pag. 236






e silenzio fu
Paolaxl
00mercoledì 29 aprile 2009 20:18
Re: Re:
kusovme, 29/04/2009 20.14:




e silenzio fu






e silenzio sarà fino a quando nun ce scetamm' dò suonn'!

Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 20:27.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com