Il disagio della memoria

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giusperito
00venerdì 27 gennaio 2012 10:08
l giorno della memoria” è a “bassa tensione”. Per averne conferma è sufficiente comparare le pagine dei giornali di questa settimana con quelle degli anni scorsi. Per me non è una sorpresa. Tuttavia sbaglieremmo di grosso se pensassimo che è prevalentemente un problema di abitudine. Dietro, a mio avviso, c’è soprattutto una crisi della cultura democratica, prima ancora che del tessuto democratico delle società europee.

Tralascio la questione della testimonianza, del rapporto tra formazione scolastica e riflessione sulla Shoah. Non perché siano argomenti fuori luogo, ma semplicemente perché sono argomenti che fanno parte ormai del “senso comune” (altra questione è come si affrontano, ma non ne voglio scrivere ora. In ogni caso, anche questi aspetti fanno parte della discussione pubblica da tempo).
Ci sono due questioni essenziali che credo siano al centro di questo giorno della memoria, e con questo intendo il 27 gennaio 2012.

La prima riguarda i conflitti tra memorie. La seconda riguarda la crisi dell’Europa. Anzi: per esser più precisi, il sentimento diffuso anti-europeista.

La prima riguarda la questione del Blocco 21 e del memoriale italiano della deportazione ad Auschwitz. Da una parte, c’è la necessità di ripensare un modo di affrontare il passato; dall’altra una spaccatura tra memorie che, negli ultimi anni, ha significato soprattutto lo scontro sulla questione del memoriale italiano di Auschwitz.

È un aspetto che nessuno avrebbe immaginato, nel 2000, ma che oggi occorre saper affrontare sapendo che, in quella storia, c’è molto dolore, ma c’è anche la necessità di capire i molti elementi diversi, specifici, che la connotano. Lo sterminio ha riguardato molti soggetti ed è avvenuto per molti motivi. Compito di una memoria attenta è comprendere sia l’aspetto generale sia le dinamiche specifiche di un evento che è costituito da molti e diversi percorsi. È una discussione che rischia di produrre piazzate e urlate. E che sarebbe bene affrontare con pacatezza e soprattutto senza condizionamenti politici.

La seconda riguarda la questione dell’anti-europeismo. Il “giorno della memoria” è il risultato di una artificio culturale. L’Europa – per esser più precisi l’UE – dopo l’89 nasce sulla base di una “religione civile” fondata sulla “memoria del male”. A differenza del processo di costruzione dell’identità nazionale, un processo in cui l’oblio ha una parte essenziale, il processo di costruzione dell’Europa come replica e riparazione ai molti non detti, configura un’altra modalità della memoria. Una memoria che è essenzialmente un bisogno di passato fondato in gran parte sulla memoria del male.

È uno dei motivi che sta anche alla base della crisi dell’idea di Europa. Questo percorso pone il problema delle scelte di responsabilità e non si misura né sui “vantaggi” né sui “benefit” immediati. In breve, la riflessione sul diventare europei – proprio per differenziarsi dall’adesione del mito di Europa, un mito che ha popolato i totalitarismi violenti e razzisti del Novecento (è bene sempre ricordare che la grande Germania nazista nel linguaggio nazista si chiamava “Nuovo ordine Europeo”) – non equivale all’acquisizione di una cittadinanza “bancomat”. Esige un prezzo. E questo prezzo molti europei non sono disposti a pagarlo.

Il giorno della memoria è una data artificiale, il risultato di uno sforzo in cui avere memoria non significa essere orgogliosi di sé, ma impegnarsi a diventare qualcosa di diverso da sé ed è parte essenziale e non solo estetica del fatto che europei si diventa, non si nasce. Ovvero essere europei non riguarda lo ius soli, bensì un processo di convinzione. Non è un dato, bensì è un risultato. Diversamente: non è un fatto, ma un atto.

Per concludere, la crisi del giorno della memoria non riguarda un’insufficienza, ma riguarda la crisi di un disegno politico, allude a un progetto mancato e alla rivincita possibile della nostalgia. Sullo sfondo si erge sul desiderio di un mare chiuso, dove il Mediterraneo torni ad essere un confine.

Anche per questo, pensare che basti immettere un cambio di registro perché una data si rivitalizzi è miope. È una visione della politica che è in affanno e lo stato di salute del giorno della memoria è solo un indizio di quella crisi.



Leggi il resto: www.linkiesta.it/giornata-memoria#ixzz1keEfyS7d
J.Rebus
00venerdì 27 gennaio 2012 10:26
Sui conflitti tra memorie mi trova abbastanza d'accordo,mentre il discorso sull'europa mi sembra un pò inconsistente anche se dice alcune cose condivisibili.
J.Rebus
00venerdì 27 gennaio 2012 12:24

Una letturaper non dimenticare le molte forme che può assumere il male.


Niña de Luna
00venerdì 27 gennaio 2012 13:07
Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.

Primo Levi.
(pollastro)
00venerdì 27 gennaio 2012 19:04
Dal professore Prisco, che mi prega di postare: è la cronaca della mattina dedicata oggi in facoltà al Giorno della Memoria, che esce domani sul Corriere del Mezzogiorno . Un abbraccio a tutti, per non dimenticare [SM=g2725292]

L’immagine di una piramide lungo ciascuno dei cui lati stanno bambini appartenenti a popoli e culture differenti, ma tra loro uguali per dignità. Così una madre ebrea spiegava alla figlia - nella Ferrara di circa novant’anni fa - le diversità fra gli uomini, preparandola ad entrare in una classe elementare in cui le altre bambine avrebbero pregato Dio in un modo che non era il suo. Il racconto di Alberta Levi Temin, scampata allo sterminio perché la genitrice - con un ultimo gesto d’amore - la nascose fuori dal balcone, mentre i nazifascisti rastrellavano in casa il resto della sua famiglia, è stato il momento più alto della mattinata tesa e commossa vissuta ieri all’Università di Napoli, nell’aula Pessina della Facoltà di Giurisprudenza gremita di studenti, facendo “memoria delle memorie” della Shoah.
Sempre più “aula della legalità” - come ha sottolineato il preside De Giovanni - in una città in cui occorre moltiplicare esempi e occasioni di impegno civile, essa ha nell’occasione ospitato in primo luogo interventi non formali di autorità locali civili e religiose (è venuto il sindaco, ha mandato una lettera il cardinale Sepe), oltre che quelli dei vertici dell’università e dei rappresentanti delle facoltà coinvolte nell’iniziativa - giurisprudenza, lettere, medicina - nonché dei centri culturali organizzatori: il Cirb, “Oltre il Chiostro”, il comitato etico intitolato a Carlo Romano, il seminario permanente di Sociologia.
Sono seguite le relazioni del rabbino di Napoli Scialom Bahbout, di Claudio Buccelli, di Emilia D’Antuono e di Daniela Bifulco, introdotte da Lorenzo Chieffi e tutte incentrate - attraversando vari specifici disciplinari - sulla ricostruzione della famigerata “Operazione T4” di eliminazione dei “malriusciti” o “difettosi”, in cliniche e da parte di medici compiacenti, o nei campi di sterminio nazista e - l’ultima, in particolare - sull’analisi critica delle “leggi memoriali” con le quali le democrazie europee (e non solo) hanno provato a rifondare negli ultimi anni un ethos di valori comuni.
Nell’ultima parte, coordinata da Francesco Lucrezi, la testimonianza ricordata al principio e che in realtà ha concluso la giornata, le musiche (di Bach e di un musicista che la compose proprio in un campo) suonate dal giovane e bravissimo violinista Antonio Ruocco, le letture di poesia di un’intensa Antonella Stefanucci, la riflessione teologica di Pasquale Giustiniani sul se sia possibile l’arte dopo Auschwitz, dove - ha argomentato Lissa - è morta l’umanità. Certo, è stata anche la risposta della signora Levi, consegnando ai giovani il testimone del dovere della memoria: contro la follia, la vita e quanto di bello e nobile l’attraversa alla fine vince. Purché il ricordo del passato (lo ha detto con incisiva semplicità la professoressa Stefania Montagnani) sia sempre presente e la guardia vigile, affinché l’orrore non si ripeta mai più, magari in forme trasposte, sofisticate, a tutta prima perciò non immediatamente riconoscibili.
giusperito
00venerdì 27 gennaio 2012 19:19
Re:
(pollastro), 27/01/2012 19.04:

Dal professore Prisco, che mi prega di postare: è la cronaca della mattina dedicata oggi in facoltà al Giorno della Memoria, che esce domani sul Corriere del Mezzogiorno . Un abbraccio a tutti, per non dimenticare [SM=g2725292]

L’immagine di una piramide lungo ciascuno dei cui lati stanno bambini appartenenti a popoli e culture differenti, ma tra loro uguali per dignità. Così una madre ebrea spiegava alla figlia - nella Ferrara di circa novant’anni fa - le diversità fra gli uomini, preparandola ad entrare in una classe elementare in cui le altre bambine avrebbero pregato Dio in un modo che non era il suo. Il racconto di Alberta Levi Temin, scampata allo sterminio perché la genitrice - con un ultimo gesto d’amore - la nascose fuori dal balcone, mentre i nazifascisti rastrellavano in casa il resto della sua famiglia, è stato il momento più alto della mattinata tesa e commossa vissuta ieri all’Università di Napoli, nell’aula Pessina della Facoltà di Giurisprudenza gremita di studenti, facendo “memoria delle memorie” della Shoah.
Sempre più “aula della legalità” - come ha sottolineato il preside De Giovanni - in una città in cui occorre moltiplicare esempi e occasioni di impegno civile, essa ha nell’occasione ospitato in primo luogo interventi non formali di autorità locali civili e religiose (è venuto il sindaco, ha mandato una lettera il cardinale Sepe), oltre che quelli dei vertici dell’università e dei rappresentanti delle facoltà coinvolte nell’iniziativa - giurisprudenza, lettere, medicina - nonché dei centri culturali organizzatori: il Cirb, “Oltre il Chiostro”, il comitato etico intitolato a Carlo Romano, il seminario permanente di Sociologia.
Sono seguite le relazioni del rabbino di Napoli Scialom Bahbout, di Claudio Buccelli, di Emilia D’Antuono e di Daniela Bifulco, introdotte da Lorenzo Chieffi e tutte incentrate - attraversando vari specifici disciplinari - sulla ricostruzione della famigerata “Operazione T4” di eliminazione dei “malriusciti” o “difettosi”, in cliniche e da parte di medici compiacenti, o nei campi di sterminio nazista e - l’ultima, in particolare - sull’analisi critica delle “leggi memoriali” con le quali le democrazie europee (e non solo) hanno provato a rifondare negli ultimi anni un ethos di valori comuni.
Nell’ultima parte, coordinata da Francesco Lucrezi, la testimonianza ricordata al principio e che in realtà ha concluso la giornata, le musiche (di Bach e di un musicista che la compose proprio in un campo) suonate dal giovane e bravissimo violinista Antonio Ruocco, le letture di poesia di un’intensa Antonella Stefanucci, la riflessione teologica di Pasquale Giustiniani sul se sia possibile l’arte dopo Auschwitz, dove - ha argomentato Lissa - è morta l’umanità. Certo, è stata anche la risposta della signora Levi, consegnando ai giovani il testimone del dovere della memoria: contro la follia, la vita e quanto di bello e nobile l’attraversa alla fine vince. Purché il ricordo del passato (lo ha detto con incisiva semplicità la professoressa Stefania Montagnani) sia sempre presente e la guardia vigile, affinché l’orrore non si ripeta mai più, magari in forme trasposte, sofisticate, a tutta prima perciò non immediatamente riconoscibili.



tema fondamentale
kusovme
00sabato 28 gennaio 2012 01:46
avrò un'immagine distorta, ma in tv ho visto più attenzione, specialmente spalmata su più giorni. e in provincia di napoli, su freepress e webzine, ho letto di molte iniziative, in molti comuni
--letizia22--
00sabato 28 gennaio 2012 09:38
"affinche' l orrore non si ripeta mai piu",mentre,l'orrore in realtà si ripete costantemente in molti angoli del pianeta,purtroppo.Lo sfruttamento economico di un paese sull'altro non e'che un'altra forma di razzismo e dominio dell'uomo su un altro uomo.Non c'e' memoria dove c'e' quotidianita' del male.
mikele88uni
00sabato 28 gennaio 2012 10:56
non basta ricordare un solo giorno all'anno gli orrori che la natura umana è stata capace di compiere: ogni singolo giorno l'uomo deve ricordare di essere un essere umano. Riprendendo le parole di Charles Chaplin "più che macchinari, ci serve umanità; più che abilità, ci serve bontà e gentilezza. Senza queste qualità la vita è violenza e tutto è perduto".


trixam
00sabato 28 gennaio 2012 12:41
Re:
--letizia22--, 28/01/2012 09.38:

"affinche' l orrore non si ripeta mai piu",mentre,l'orrore in realtà si ripete costantemente in molti angoli del pianeta,purtroppo.Lo sfruttamento economico di un paese sull'altro non e'che un'altra forma di razzismo e dominio dell'uomo su un altro uomo.Non c'e' memoria dove c'e' quotidianita' del male.




Ecco un perfetto esempio del genere di troiate retoriche all'italiana che tolgono ogni senso a questa celebrazione.

In italia il giorno della memoria va abolito, lo dico da anni, sta facendo dei danni pazzeschi.
--letizia22--
00sabato 28 gennaio 2012 13:00
Re: Re:
trixam, 28/01/2012 12.41:




Ecco un perfetto esempio del genere di troiate retoriche all'italiana che tolgono ogni senso a questa celebrazione.

In italia il giorno della memoria va abolito, lo dico da anni, sta facendo dei danni pazzeschi.




chi ha detto che deve essere abolito o che non sia importante? [SM=g2725330] poi se tu sei accecato dal tuo essere filo-sionista,sei ovviamente prevenuto.
trixam
00sabato 28 gennaio 2012 13:19
Re: Re: Re:
--letizia22--, 28/01/2012 13.00:




chi ha detto che deve essere abolito o che non sia importante? [SM=g2725330] poi se tu sei accecato dal tuo essere filo-sionista,sei ovviamente prevenuto.




L'ho detto io più alcuni esponenti del mondo ebraico(ti linko un articolohttp://www.ilfoglio.it/soloqui/12074) , è una festa inutile e non sentita tanto che genera scemenze come quella che hai scritto tu, che non ci azzecca niente e che serve a violare lo spirito di questo giorno.

Poi se mi definisci cosa significa essere filo-sionista, posso capire in che modo sono prevenuto.
--letizia22--
00sabato 28 gennaio 2012 13:21
Re: Re: Re: Re:
trixam, 28/01/2012 13.19:




L'ho detto io più alcuni esponenti del mondo ebraico(ti linko un articolohttp://www.ilfoglio.it/soloqui/12074) , è una festa inutile e non sentita tanto che genera scemenze come quella che hai scritto tu, che non ci azzecca niente e che serve a violare lo spirito di questo giorno.

Poi se mi definisci cosa significa essere filo-sionista, posso capire in che modo sono prevenuto.




be' scemenze,mi sembra un po' eccessivo,filo sionista, vuol dire che un altro ha detto una scemenza [SM=g2725401]

che venga abolito o meno,francamente poco mi interessa.Mi ricordero' lo stesso di questo fatto storico cosi vergognoso. [SM=x43799]
trixam
00sabato 28 gennaio 2012 13:24
Re: Re: Re: Re: Re:
--letizia22--, 28/01/2012 13.21:




be' scemenze,mi sembra un po' eccessivo,filo sionista, vuol dire che un altro ha detto una scemenza [SM=g2725401]

che venga abolito o meno,francamente poco mi interessa.Mi ricordero' lo stesso di questo fatto storico cosi vergognoso. [SM=x43799]



Ti sembra eccessivo perché l'hai scritto senza pensarci. Questo è il problema.

Cmq sinceramente ero curioso di sapere cosa significa essere filo-sionista. Se l'hai pensato tanto da etichettarmi così, vuol dire che qualche significato lo avevi in mente.
--letizia22--
00sabato 28 gennaio 2012 13:35
Re: Re: Re: Re: Re: Re:
trixam, 28/01/2012 13.24:



Ti sembra eccessivo perché l'hai scritto senza pensarci. Questo è il problema.

Cmq sinceramente ero curioso di sapere cosa significa essere filo-sionista. Se l'hai pensato tanto da etichettarmi così, vuol dire che qualche significato lo avevi in mente.




non ho scritto niente senza pensarci,fai tutto tu [SM=x43805]

il senso di quello che ho scritto e' chiaro,poi se tu lo strumentalizzi,facendolo passare come uno sminuire da parte mia il senso dell'olocausto in maniera cosi infondata ed irragionevole,la spiegazione e' solo quella di essere fortemente ideologizzato,da qui il "filo sionista".Dire che non c'e' memoria dove c'e' la quotidianita' del male era semplicemente un'osservazione piu ampia,della semplice seppur necessaria commemorazione della morte di milioni di poveri ebrei.
Il mio ragionamento era legato alla frase di sopra" affinche' l 'orrore non si ripeta mai piu".
Spero ora di essere stata piu chiara [SM=x43813]

trixam
00sabato 28 gennaio 2012 13:45
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
--letizia22--, 28/01/2012 13.35:




non ho scritto niente senza pensarci,fai tutto tu [SM=x43805]

il senso di quello che ho scritto e' chiaro,poi se tu lo strumentalizzi,facendolo passare come uno sminuire da parte mia il senso dell'olocausto in maniera cosi infondata ed irragionevole,la spiegazione e' solo quella di essere fortemente ideologizzato,da qui il "filo sionista".Dire che non c'e' memoria dove c'e' la quotidianita' del male era semplicemente un'osservazione piu ampia,della semplice seppur necessaria commemorazione della morte di milioni di poveri ebrei.
Il mio ragionamento era legato alla frase di sopra" affinche' l 'orrore non si ripeta mai piu".
Spero ora di essere stata piu chiara [SM=x43813]





No, non è chiaro niente. Prima perché non è chiaro cosa c'entri lo sfruttamento economico dell'uomo dell'uomo(roba da marxisismo-banalismo di serie B), con l'olocausto. E come si colleghi con la quotidianità del male.
E come questo influisce sul fatto di essere filosionista, concetto che usi per squalificarmi moralmente, senza che tu ne conosca in alcun modo il significato a quello che vedo. Insomma lety, mi sembra un modo di argomentare da leghisti di birreria.





--letizia22--
00sabato 28 gennaio 2012 13:53
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
trixam, 28/01/2012 13.45:




No, non è chiaro niente. Prima perché non è chiaro cosa c'entri lo sfruttamento economico dell'uomo dell'uomo(roba da marxisismo-banalismo di serie B), con l'olocausto. E come si colleghi con la quotidianità del male.
E come questo influisce sul fatto di essere filosionista, concetto che usi per squalificarmi moralmente, senza che tu ne conosca in alcun modo il significato a quello che vedo. Insomma lety, mi sembra un modo di argomentare da leghisti di birreria.









sfruttamento economico non era nel senso "industriale" del termine,ma le ragioni di un'economia che strutturalmente necessita per essere forte,di prevalere e di alimentarsi con la contrapposizione tra razze, ancora oggi.Il discorso e' molto piu ampio e lungo,ma se avevo voglia di parlarne con te ti aprivo un topic in a tu per tu [SM=g2725401] per il resto mi sembra che mi sia gia abbondantemente spiegata [SM=x43813] anche perche' devo andare a pappare [SM=g2725362]
trixam
00sabato 28 gennaio 2012 14:09
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
--letizia22--, 28/01/2012 13.53:




sfruttamento economico non era nel senso "industriale" del termine,ma le ragioni di un'economia che strutturalmente necessita per essere forte,di prevalere e di alimentarsi con la contrapposizione tra razze, ancora oggi.Il discorso e' molto piu ampio e lungo,ma se avevo voglia di parlarne con te ti aprivo un topic in a tu per tu [SM=g2725401] per il resto mi sembra che mi sia gia abbondantemente spiegata [SM=x43813] anche perche' devo andare a pappare [SM=g2725362]




Praticamente la versione naif di aprire la bocca e dare aria.
Ho capito. Buon appetito.
J.Rebus
00sabato 28 gennaio 2012 14:11
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
trixam, 28/01/2012 14.09:




Praticamente la versione naif di aprire la bocca e dare aria.
Ho capito. Buon appetito.




Dubito che letizia abbia bisogno di avvocati però perchè devi argomentare in questo modo trix.? ti reputo una persona intelligente però a volte usi una forma sbagliata per dire quello che pensi.

--letizia22--
00sabato 28 gennaio 2012 14:17
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
trixam, 28/01/2012 14.09:




Praticamente la versione naif di aprire la bocca e dare aria.
Ho capito. Buon appetito.




eccomi qua,se non uscisse aria dalla mia bocca a quest'ora sarei morta [SM=g2725401] e non sarebbe molto "naif". [SM=g2725401]


rebus,si bell [SM=g2725290] ma non preoccuparti [SM=x43805]
kusovme
00domenica 29 gennaio 2012 01:31
Re: Re: Re: Re:
trixam, 28/01/2012 13.19:




L'ho detto io più alcuni esponenti del mondo ebraico(ti linko un articolohttp://www.ilfoglio.it/soloqui/12074) , è una festa inutile e non sentita tanto che genera scemenze come quella che hai scritto tu, che non ci azzecca niente e che serve a violare lo spirito di questo giorno.

Poi se mi definisci cosa significa essere filo-sionista, posso capire in che modo sono prevenuto.



la festa non è inutile, seppur fosse che solo un'altra persona prenda coscienza del fatto, così come chi ha detto che salvare una sola vita è come salvare il mondo intero.

PS: non c'è bisogno di andare sul personale, quando non si è concordi con un'opinione.
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