Il Caimano: l'ultima opera di Nanni Moretti

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MetalHomer
00giovedì 23 marzo 2006 11:34

L’attesa è finita. Il Caimano è svelato. Del film di Nanni Moretti, che uscirà domani in trecento copie in tutta Italia, ormai si sa molto. Primo: il Caimano è Elio De Capitani, che racconterà l’esperienza morettiana sul prossimo Diario di Enrico Deaglio («Adesso è fatta, lui sono io, così sono entrato nei panni del Caimano»). Secondo: De Capitani imita Berlusconi meglio di quanto avvenga al Bagaglino, basta guardare le foto-pirata scattate a tradimento (di Moretti) da un basista di Film Tv , settimanale di notizie e gossip del piccolo e grande schermo. Quella passeggiata tra le veline tv è già un giudizio politico, forse più di un Girotondo.
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Sarà un film ideologico? Ecco cosa scrive De Capitani: «Lui, il Caimano vero, ha invaso di sé il nostro Paese, lo ha prima contagiato e poi plasmato, contaminando, assieme alla televisione, alla società e alla sua sfera politica, anche le forme simboliche di chi gli si opponeva... si è messo al centro del Paese e ha prodotto un senso di asfissia in tutte le cose». Conclude l’attore: «Forza Italia! Liberiamoci, liberiamocene. Cominciando a non nominarlo più». Chiaro? La trama. Un produttore squinternato di B movies in crisi familiare (lui è Silvio Orlando, lei Margherita Buy) decide di girare un film sul berlusconismo «con una giovane regista combattiva», Jasmine Trinca. Quindi un film che parla, immagina, un film su Berlusconi, inclusa la «discesa in campo» riprodotta fedelmente da De Capitani con un Moretti che durante le riprese gli «correggeva le virgole». Altra notizia: Moretti apparirà alla fine, quasi un auto-omaggio. Crolla all’ultimo momento, con un doppio disvelamento, il mistero cinematografico della stagione 2005-2006. Operazione ammirata da un genio del settore, Enrico Lucherini, che esordì con Fellini: «Il silenzio? Un elemento pubblicitario fortissimo, che non ha prezzo anche perché non costa nulla. Funzionò alla grande con Federico, ricordo, per Otto e mezzo . E Moretti, che adorava Fellini, lo ha copiato. Già lo sperimentò con me per La Messa è finita . Ma fu lui, lo ammetto, a dirmi come. Immagino la rabbia di Nanni per quelle foto su Film tv ». Quello del silenzio, più che una consegna, è stato con Moretti un obbligo contrattuale che ha cementato tutti: protagonisti, tecnici, semplici comparse. Ieri, sul Messaggero , Fabio Ferzetti ha confessato di aver cercato di infiltrare sua figlia tra le piccole comparse del film ma «una spia sul set, l’ho capito troppo tardi caro Nanni, era l’ultima cosa che volevi». Si favoleggia che una telegrafica ammissione di Michele Placido a Barbara Palombelli sul Corriere della Sera del 17 settembre 2005 («Sono un attore di sinistra che interpreta Berlusconi. Se Nanni sa che ti ho detto questa cosa, lui vorrebbe tenere tutto segreto...») sia semplicemente costata all’attore il ruolo del Caimano.

Moretti ha lavorato come Pollicino, disseminando di minimi indizi e sussurri il cammino del film. Il titolo del film per esempio: un’ispirazione tratta da un articolo del giurista Franco Cordero apparso su Repubblica dell’11 aprile 2004 («Siccome Berlusconi ha la cultura dei caimani, non gli passa nella testa che esistano poteri separati»). La saga comincia il 22 gennaio 2005, con le selezioni di comparse under 15 al cinema Sacher a Trastevere. Il frullatore mediatico si avvia lì, manovrato da Moretti in persona.

A metà agosto, una copertina de L’Espresso : «Vi racconto il Caimano», con foto di Nanni pensoso. Solo fulminee ammissioni: «Il Caimano, il personaggio da cui deriva il titolo del film, è davvero ispirato a Silvio Berlusconi». Altri slogan più in là: «Un film nella migliore tradizione del cinema italiano d’impegno civile come fu all’epoca Le mani sulla città di Rosi». Poi, lungo silenzio. La prima rapina dal set risale al 3 febbraio. Quotidiano La Stampa , firma di Michela Tamburrino: flash sulla trama del produttore che gira un film su Berlusconi, poco più di uno scheletro che irrita violentemente Moretti (ore di nervosismo e di autentici interrogatori sul set).

La palla torna in campo e se ne impossessa il Foglio del 25 febbraio con tre puntate un po’ ossessive, alla maniera del quotidiano diretto dall’Elefantino Giuliano Ferrara: pedinamenti fino al ristorante «Evangelista» dietro il ministero della Giustizia, Moretti a tavola con il pubblico ministero palermitano Antonio Ingroia, con cui Giancarlo Caselli istruì il processo per mafia contro Marcello Dell’Utri. Ultimo capitolo il 16 marzo: nel film c’è la deposizione spontanea di Berlusconi del 5 maggio 2003 a Milano, processo Sme. Il 22 marzo tocca a Il Riformista ma per un punto della situazione. Per il resto poco, anzi niente: solo interviste ufficiali a Silvio Orlando, Margherita Buy e Jasmine Trinca, tutti reticenti e timorosi della scomunica morettiana.

Il frutto di questa perfetta macchina pubblicitaria è un’attesa degna di Novella 2000 , che ad agosto rubacchia un paio di foto a Moretti sul set romano, nemmeno si trattasse di Brad Pitt. L’apnea da certezze funziona. Su www.libero.it è già attivo un blog. Per sabato c’è in attesa l’Auditel con l’arrivo di Moretti nello studio di Fabio Fazio in Che tempo che fa su Raitre. Da Radiodue Fiorello non si arrende al «no» di Nanni al suo invito. Anche ieri gli stornellava: « Nanni Moretti/ ma n’dove stai/ noi te cercamo/ ma nun te trovamo mai ». Piove pubblicità, insomma. E pure gratis, gongolerebbe Enrico Lucherini.
Paolo Conti

@luigio@
00giovedì 23 marzo 2006 11:35
NANNI MORETTI... [SM=x43618]
antneo
00giovedì 23 marzo 2006 12:20
Sono curioso di vedere come ha affrontato il tema, ma prima ancora CHE tema ha affrontato.

La foto postata è eloquente : l'espressione dell'attore, anche se non somigliantissimo di per sè al carissimo cavaliere, vi rimanda quell'idea di sorriso stirato che un suo must.

Ad ogni modo, sarà un evento. Non credo che sposterà il voto.

Da noi il voto lo sposta più la tv, che non il cinema o le tasche (vuote o piene) del popolo.
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