Godspeed Luca

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connormaclaud
00mercoledì 29 maggio 2013 08:53
Nella residenza dei cosmonauti, non lontano dal poligono di Baykonur, Luca Parmitano e i suoi due compagni di viaggio sono impegnati negli estremi preparativi. Alle spalle del fabbricato c’è il giardino con gli alberi piantati dagli uomini dello spazio prima del loro decollo. C’è ancora quello che Yuri Gagarin mise nella terra prima dello storico volo del 12 aprile 1961 con cui aprì le porte del cosmo.

TRADIZIONE - Gli ultimi gesti sono pieni di tradizione. L’equipaggio prima di uscire metterà la sua firma sulla porta dell’alloggio per lasciare traccia del passaggio e il Pope li benedirà secondo il rito. Abbiamo chiesto a Luca Parmitano come sta trascorrendo le ultime ore prima di sedersi nella capsula e da Baykonur ci ha risposto. «Sto cercando di rimanere focalizzato sulla missione, nonostante le mille piccole distrazioni dell'ultimo momento». Quali sono le preoccupazioni, se ci sono, per la missione che stai per intraprendere? «Si riassumono tutte in una soltanto: riuscire a dare il meglio di me, per tutti quelli che hanno investito tempo, risorse e aspettative in questa missione. Sono responsabile di fronte a loro, e in un certo senso di fronte a tutti i contribuenti».

«SONO PRONTO» - Hai aspettato questo momento a lungo: che cosa provi alla vigilia del tuo primo viaggio nello spazio? «Mi sento pronto», risponde l'astronauta italiano. «L'addestramento serve anche a dare sicurezza e confidenza. E a controllare il tumulto di emozioni che altrimenti tendono a sopraffarci in momenti come questo». Quali social media userai per raccontare le tue giornate? «Per adesso sono presente su vari social media, ma il modo più semplice per restare aggiornati è attraverso una splash page che ho creato proprio per questo motivo: vi sono i link attinenti la mia missione, e se dovessi pensare a qualcos'altro, verrà inserito».

Giovanni Caprara


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lucaparmitano.com/




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Paperino!
00venerdì 31 maggio 2013 09:36
E' stato il sogno di tanti bambini, compreso il mio.

Viaggiare nello spazio era un po' il mito dei decenni passati...complice anche la gara tra Usa e Russia e le relative celebrazioni mediatiche, i film...

Poi è un po' svanito: non so se tra i bambini di oggi si avverta ancora il fascino del viaggio nello spazio.
Di certo, in ogni caso, ora che sono adulto non penso più che mi piacerebbe: vivere mesi o anni da solo e in condizioni al limite della claustrofobia non è esattamente un sogno.
Ma resta il grande fascino di questo viaggio. [SM=x43813]
connormaclaud
00venerdì 31 maggio 2013 11:28
Fare l'aviatore è un sogno,venir selezionati per progetti aerospaziali lo classificherei come sogno proibito [SM=x43819]
In verità credo che il mito celebrativo sia solo una cornice per questa passione - difficile definirlo solo lavoro - maledettamente affascinante.

In un misto di umana invidia e profonda ammirazione, fare da copilota del soyuz è lo splendito coronamento di una magnifica carriera che parte dagli amx alla qualifica di collaudatore al reparto sperimentale...solo questo meritebbe una standing ovation [SM=g2725338]

Sei o nove mesi lassù vale una vita e le condizioni estreme,magari potessi, sono un misero prezzo da pagare,per quel che mi riguarda.


Non sono mai diventato adulto [SM=g2725400]

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