Gelmini: Riduzione di un anno per medicina e di un anno di tirocinio per giurisprudenza

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|Lyuba|
00lunedì 11 luglio 2011 13:49
INTERVISTA A «IL GIORNALE»: «RESTA L'IDEA DI ABOLIRE IL VALORE LEGALE DEL TITOLO DI STUDIO»
Gelmini: «Medicina, un anno in meno»
Il ministro dell'Università e dell'Istruzione: «Riduciamo a un anno anche il tirocinio della pratica a giurisprudenza»

MILANO - I futuri iscritti a medicina e giurisprudenza possono cominciare a brindare. Chissà se potranno in futuro fare lo stesso i loro pazienti e clienti. Il corso di laurea in medicina potrebbe presto avere una durata minore. L'annuncio è del Ministro dell'Università e dell'Istruzione Mariastella Gelmini che in una intervista a «Il Giornale» spiega: «Abbiamo aperto un tavolo con il Ministro della Salute Ferruccio Fazio, proprio allo scopo di valutare una abbreviazione degli anni di studio della Facoltà di Medicina. Ora sono sei anni per la laurea, poi quattro o cinque di specializzazione, poi il dottorato. Non si finisce mai. L'obiettivo sarebbe quello di accorciare almeno di un anno».
GIURISPRUDENZA - Novità in arrivo per Giurisprudenza: «Anche in questo caso - spiega il Ministro - troppi anni prima dell'accesso alla professione. Stiamo valutando la possibilità di anticipare il tirocinio all'ultimo anno prima della laurea in modo che dopo il diploma occorra soltanto un anno di pratica». Il ministro precisa quindi che l'idea dell'abolizione del valore legale del titolo di studio non è stata accantonata. «È stato ribadito - afferma Gelmini - anche nel piano per l'occupabilità giovanile eleborato con il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, insieme con altre misure per contrastare la disoccupazione dei giovani come il rilancio dell'istruzione tecnico-professionale e dei contratti di apprendistato»

fonte Corriere della Sera


Che ne pensate? [SM=x1457839] Sareste d'accordo?
goisis
00lunedì 11 luglio 2011 13:54
Foss a maronn' pure se credo che non mi servirà perchè dovrei laurearmi tra pochi mesi.
|Lyuba|
00lunedì 11 luglio 2011 14:18
Ci lamentiamo sempre che non sappiamo una cippa una volta laureati, quindi sicuramente sarebbe una buona idea fare il tirocinio all'ultimo anno e poi un altro anno dopo la laurea, però mi chiedo per tutto il resto?! Su medicina non mi pronuncio perché non conosco il percorso di studio, però l'abolizione del valore legale della laurea non mi pare una cosa positiva, anzi...
(pollastro)
00lunedì 11 luglio 2011 15:15
Dal professore Prisco, che mi prega di postarlo anche qui (è già nel link "laureati e laureandi" e nel forum in tema sul sito www.corriere.it di oggi)

Una proposta da valutare con prudenza
"I futuri iscritti a medicina e giurisprudenza possono cominciare a brindare. Chissà se potranno in futuro fare lo stesso i loro pazienti e clienti” (questo è il commento del giornalista che dà la notizia, n.d,r.). Ben detto. Insegno in una facoltà di Giurisprudenza e sono avvocato, sicché per medicina non posso esprimermi. L'idea di ridurre ad un anno la pratica post laurea per l'esame di avvocato non è allo stato buona (acquisire l’esperienza concreta di uno studio legale richiede tempo), anche se si è già provveduto a ridurre la pratica per il concorso notarile, capitalizzando in modo analogo l’ultimo anno di studio universitario. È vero però che troppi si laureano tardi (fuori corso) e che così l’età per entrare nel mondo del lavoro si fa eccessivamente alta. La verità, secondo me, è che le facoltà giuridiche (che presto diventeranno Scuole di Legge, secondo il modello - riadattato - delle Law’s Schools statunitensi) e le odierne scuole delle professioni legali presso le università dovrebbero essere riorganizzate e venire orientate alla pratica più di quanto non accada oggi, non restare solo teoriche (beninteso: ottime basi teoriche servono, eccome!), prevedere stages, stesure di atti, esercitazioni giurisprudenziali, lezioni integrative di validi esponenti di studi professionali, della magistratura, del notariato e delle amministrazioni pubbliche. In piccola parte si sta anche incominciando a farlo, ma in misura insufficiente ed episodica. Solo in questo quadro l’idea del ministro potrà essere presa in considerazione.
nando85
00lunedì 11 luglio 2011 15:35

La pratica se fatta seriamente ed in modo costruttivo non è mai abbastanza.

Il problema è l'esame, è lì che bisogna battere.
Sull'incapacità di un esame a giudicare l'attitudine e la preparazione del futuro professionista.
Raffaele_23
00lunedì 11 luglio 2011 16:28
Io sono d'accordo-il che mi inquieta, a dir la verità- con il ministro Gelmini. Anticipare la pratica forense all'ultimo anno di università potrebbe essere la conclusione di un percorso di studio che, come fa notare il prof. Prisco, dovrebbe essere già in fieri venato di un po' più di pragmatismo, senza sminuire l'importanza sistemica di un'ottima teoria.Potrebbe essere un incentivo a farci entrare prima nel mondo del lavoro, e metterebbe in pari avvocatura e notariato. Per quanto riguarda Medicina, posso esprimermi solo superficialmente, perchè, come tutti noi, posso averne un'esperienza solo indiretta. Persone a me care la frequentano e l'hanno frequentata, e credo che non disdegnerebbero una riduzione a cinque anni (che tra l'altro già sono molti, in Italia se ne parla come se fossero 5 mesi). Tra l'altro, ma qui la memoria potrebbe ingannarmi, credo che anche in altri Paesi europei sia quinquennale.
Paperino!
00lunedì 11 luglio 2011 16:59
Ragazzi il problema del settore non è la pratica, e non si può risolvere intervenendo lì.
Sicuramente giusto farla nell'ambito dell'Uni, indiscutibile, ma è come curare i tumori con l'aspirina.
Occorre riformare gli esami (le procedure vanno studiate con stesura di atti, pareri, processi simulati e/o reali etc etc) ma soprattutto occorre risolvere il problema creato dal congestionamento e dall'esame/sbarramento successivo.

Non si può risolvere il problema dell'eccessivo numero di giuristi impedendo loro di accedere alla professione con un esame-concorso truffa.
Devono abbattere i privilegi delle lobby di avvocati, e devono farlo cominciando dal ridurre il numero degli studenti in Giurisprudenza, e dando a quelli che si iscrivono un percorso universitario più serio e calibrato sulle esigenze dei futuri professionisti.
giusperito
00lunedì 11 luglio 2011 17:06
Re:
Paperino!, 11/07/2011 16.59:

Ragazzi il problema del settore non è la pratica, e non si può risolvere intervenendo lì.
Sicuramente giusto farla nell'ambito dell'Uni, indiscutibile, ma è come curare i tumori con l'aspirina.
Occorre riformare gli esami (le procedure vanno studiate con stesura di atti, pareri, processi simulati e/o reali etc etc) ma soprattutto occorre risolvere il problema creato dal congestionamento e dall'esame/sbarramento successivo.

Non si può risolvere il problema dell'eccessivo numero di giuristi impedendo loro di accedere alla professione con un esame-concorso truffa.
Devono abbattere i privilegi delle lobby di avvocati, e devono farlo cominciando dal ridurre il numero degli studenti in Giurisprudenza, e dando a quelli che si iscrivono un percorso universitario più serio e calibrato sulle esigenze dei futuri professionisti.



e in che modo questo sarebbe utile? non vedo l'inferenza.
Paperino!
00lunedì 11 luglio 2011 17:08
Re: Re:
giusperito, 11/07/2011 17.06:



e in che modo questo sarebbe utile? non vedo l'inferenza.




Intendevo dire che esistono due classi sociali attualmente, tra gli avvocati. Gli avvocati avvocati (quelli della vecchia generazione, o quelli di adesso ben ammanigliati) ed i figli di nessuno, che fanno i praticanti 6-7 anni, raccattano pratiche, trastole, ed elemosinano rimborsi spese.
Occorre metter mano su questo, se si vuole proporsi davvero a risolvere il problema.
giusperito
00lunedì 11 luglio 2011 17:12
Re: Re: Re:
Paperino!, 11/07/2011 17.08:




Intendevo dire che esistono due classi sociali attualmente, tra gli avvocati. Gli avvocati avvocati (quelli della vecchia generazione, o quelli di adesso ben ammanigliati) ed i figli di nessuno, che fanno i praticanti 6-7 anni, raccattano pratiche, trastole, ed elemosinano rimborsi spese.
Occorre metter mano su questo, se si vuole proporsi davvero a risolvere il problema.




si e riducendo cosa cambierebbe?
Che quelli che racimolano e raccattano non ci sono più? (per esempio uno studente X bravo, anzi bravissimo, ma figlio di nessuno 99 volte su 100 va a fare il racimolatore... in questo modo cosa farebbe? non entra nell'università, entra ma cmq i posti degli ammanigliati restano agli ammanigliati... oppure pensi che riducendo il numero degli iscritti gli avvocati andrebbero ad elemosinare per avere praticanti?)
nando85
00lunedì 11 luglio 2011 17:21
Re:
Paperino!, 11/07/2011 16.59:

Ragazzi il problema del settore non è la pratica, e non si può risolvere intervenendo lì.
Sicuramente giusto farla nell'ambito dell'Uni, indiscutibile, ma è come curare i tumori con l'aspirina.
Occorre riformare gli esami (le procedure vanno studiate con stesura di atti, pareri, processi simulati e/o reali etc etc) ma soprattutto occorre risolvere il problema creato dal congestionamento e dall'esame/sbarramento successivo.

Non si può risolvere il problema dell'eccessivo numero di giuristi impedendo loro di accedere alla professione con un esame-concorso truffa.
Devono abbattere i privilegi delle lobby di avvocati, e devono farlo cominciando dal ridurre il numero degli studenti in Giurisprudenza, e dando a quelli che si iscrivono un percorso universitario più serio e calibrato sulle esigenze dei futuri professionisti.




[SM=x43799]
goisis
00lunedì 11 luglio 2011 18:00
L'idea per me è ottima.Un ragazzo ha l'opportunità di entrare prima nel mondo del lavoro e di conciliare nozioni teoriche con una esperienza pratica.Concordo però con chi diceva che andrebbe pure riformato l'esame.
goisis
00lunedì 11 luglio 2011 18:09
Ho visto alcuni commenti sul web.Come al solito i comunisti si stanno già lamentando per l'idea della Gelmini.Sono certo che ora cominceranno col dire che il ministro vuole anticipare la pratica per difendere gli interessi di Mangano e Dell'Utri o che nelle commissioni per l'esame di abilitazione vuole inserire Cosentino e Scajola.Che pena mi fanno...
(pollastro)
00lunedì 11 luglio 2011 18:34
No, Goisis, Mangano e Dell'Utri non c'entrano; quest'ultimo poi ha fior di avvocati (e pure Berlusconi), quindi nessuno dei due ha davvero interesse a che si formino avvocati mediocri. Detto questo, Berlusconi ha visitato ed elogiato E-Campus, cioè l'università del Cepu e la Gelmini si è abilitata avvocato a Catanzaro, refugium peccatorum... Goisis, non buttarla tu in politica e resta al merito del problema: non ti conviene proprio...
Giubo
00lunedì 11 luglio 2011 20:35
visto che lo propone una che per diventare avvocato si è fatta l'esame facile non so
federico.2
00lunedì 11 luglio 2011 22:18
Intervenire sul corso di studi semplicemente consentendo la pratica un anno prima di finire è inutile e controproducente. Già gli studenti di giurisprudenza (per lo meno da noi) ci mettono in media 7 anni per laurearsi, figurati se nel frattempo si mettono pure appresso ad un avvocato a fare pratica (penso ce ne metterebbero 10)...Tale anticipazione comporterebbe solo che chi ha un amico o parente avvocato già a disposizione gli chiederebbe di fargli fare pratica fittizia prima di finire l'università consentendogli di accorciare (questo sì) il praticantato, ma si tratterebbe comunque di un prenderci in giro...A questo punto o si accorcia il ciclo di studi a 4 anni (e si potrebbe fare visto che abbiamo un quinto anno inutile -si salva solo dir. UE- e molti esami storici doppioni) oppure si accorcia il praticantato, ma strutturata così la proposta è una presa in giro...
.pisicchio.
00martedì 12 luglio 2011 00:18
Discussioni inutili in quanto non si farà nulla. Questi non riescono a fare un ca...
sanimma
00martedì 12 luglio 2011 11:51
non mi piace questa riforma
se proprio vogliono riformare qualcosa riformassero il numero degli esami e la mole degli esami
ci sono certi programmi assurdi per materie che alla fine non serviranno a nulla
Erossina89
00martedì 12 luglio 2011 12:36
Re:
sanimma, 12/07/2011 11.51:

non mi piace questa riforma
se proprio vogliono riformare qualcosa riformassero il numero degli esami e la mole degli esami
ci sono certi programmi assurdi per materie che alla fine non serviranno a nulla




Sono d'accordo. Almeno 6 esami inutili ci sono, ecco qui l'anno in meno..
Raffaele_23
00martedì 12 luglio 2011 12:54
Io non credo che l'università debba essere pensata e strutturata per i fuoricorso, ma per quelli che sono in regola con gli esami. E iniziare a fare pratica già al quinto anno, quando i rudimenti di diritto positivo li hai- sicuramente sarebbe assurdo far iniziare il praticantato senza aver sostenuto gli esami fondamentali, come le procedure-non potrebbe che fare bene. D'altronde, non credo affatto che la pratica notarile sia più leggera di quella forense, eppure un minimo di anticipo gli aspiranti notai l'hanno ottenuto. Darebbe all'università un taglio più pragmatico, senza auspicare i sovvertimenti-piuttosto improbabili secondo me- che auspicherebbe il prof. Prisco nei suoi post, ovvero una didattica costellata di stage, esercitazioni scritte. Tutte cose bellissime, ma non vedo per quale motivo non giungano direttive precise dagli organi di Facoltà per dare l'imprimatur a tutto ciò.
Io,piuttosto che eliminare alcuni esami, proporrei accorpamenti e personalizzazione del piano di studio. Istituzioni di diritto romano e Storia del diritto Romano potrebbero tranquillamente ritornare un unico esame. Così come Storia del diritto medievale e moderno e Storia della giustizia. Aumentare il numero degli esami a scelta, portandoli da tre ad almeno 5, eliminando magari le scelte obbligate tra gli esami alternativi al quarto e quinto anno: uno studente che è interessato alla storia del diritto preferirebbe aggiungere un esame storico piuttosto che scegliere tra Istituzioni di Diritto pubblico, Diritto dell'Informazione o Diritto pubblico dell'Economia. Così come chi è interessato al Diritto penale, troverebbe più congeniale sostituirvi Criminologia o Diritto penale internazionale (Speriamo che abbiano mantentuto la promessa di ampliare i complementari penalistici [SM=x43805] ). Non vedo per quale motivo debba studiare al posto di quello che mi interessa Scienze delle Finanze.
emone26
00martedì 12 luglio 2011 13:26
Ragazzi non capisco la vostra contrarietà alla proposta.Anticipando la pratica ci si inserisce prima nel mondo professionale e si concilia lo studio con una esperienza pratica.Per di piu non scordate che al termine del primo anno di tirocinio si fa il giuramento e se si acquisisce qualche pratica (sia essa pure un tozza-tozza) si può comunque cominciare a racimolare qualcosina.
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