Etimologia delle parole

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giusperito
00giovedì 6 dicembre 2012 09:48
Topic dedicato alla scoperta delle origini delle parole.
Inizio con cattivo e tradire. Aspetto le vostre [SM=x43813]

Cattivo deriva dalla parola latina captivus che però vuol dire prigioniero.
Il termine ha assunto l'attuale significato grazie all'azione culturale della Chiesa che identificava colui che compie azioni riprovevoli come il prigioniero del diavolo. Di conseguenza il termine ha cambiato significato, sostituendo nell'uso comune il pravus latino che nasceva per identificare chi oggi definiamo cattivo.

Tradire deriva dal verbo latino tradere che indicava l'atto del vendere, del consegnare. Anche in questo caso il cambiamento di significato lo dobbiamo alla cultura cristiana, in quanto Giuda vende Gesù. Di conseguenza tradire ora identifica l'atto di chi viene meno alla parola data, di chi viola un patto.
Niña de Luna
00giovedì 6 dicembre 2012 11:48
Patètico deriva dal greco Pathetikòs e da Pathòs
Colui che eccita le passioni; che eccita la malinconia, la compassione.


Bel topic Gius [SM=g2725285]
giusperito
00venerdì 7 dicembre 2012 02:27
Mi è venuta smania di cercare ed ho trovato questo link fantastico sul dialetto napoletano:
www.vesuvioweb.com/it/wp-content/uploads/Francesco-Marciano-%E2%80%99A-grazia-vosta-vesuvi...

Praticamente è l'etimologia di tante parole e modi di dire del nostro dialetto...

Mi piacerebbe trovare qualcosa di più approfondito sull'italiano... tempo fa ci fu un articolo in cui si spiegava la nascita di tante parole sia italiane che napoletane(non ricordo, però, autore, giornale, etc...) per esempio si parlava della parola purtuall e si raccontava come fosse il termine portoghese per indicare appunto l'arancia e che fosse diventato di uso comune perché i portoghesi erano soliti offrire l'agrume alle donne per convincerle ad avere rapporti con loro..

Erossina89
00venerdì 7 dicembre 2012 10:03
Bel topic! Al liceo, tra greco e latino, mi piaceva tantissimo fare queste "scoperte". [SM=x43813] Appena ho un po' di tempo scrivo qualcosa anch'io [SM=x43805]
Arielfly
00venerdì 7 dicembre 2012 11:34
Ma che bel toooopic!!!!! [SM=x43829] [SM=x43829] [SM=x43829]

Proseguo io, con l'etimologia dei vocaboli che addobbano la nostra tavola, per essere colti anche davanti a un bel piatto di pasta [SM=x43819]

1)- Perchè il coperto si chiama così, quando invece è tutto... scoperto??
Il coperto, nell’accezione moderna è l’apparecchiatura della tavola (tovaglia, tovagliolo, posate ecc.) e in senso piú esteso il diritto fisso che si paga, in trattoria, per il servizio. Per capire perché tutto ciò si chiama “coperto” (quando in realtà è tutto “scoperto”) occorre tornare indietro nel tempo, fino al Medio Evo. In quel periodo storico le morti per avvelenamento da cibo erano all’ordine del giorno, le pietanze, quindi, venivano chiuse a chiave dentro la credenza, al sicuro, lontano da eventuali avvelenatori. Nello stesso mobile, coperto in un vasellame preziosissimo veniva riposto tutto ciò che occorreva per imbandire la tavola del nobile e degli ospiti di riguardo. Questo uso, in particolare, era molto in auge nelle corti francesi tanto è vero che il nostro “coperto” (nell’accezione di apparecchiatura della tavola) viene dal francese “couvert”.

2)- E le posate?
Le posate, participio passato del verbo "posare", derivano il loro nome dal fatto che segnalano il posto dove si deve collocare, “posare” il commensale. La parola discende dal latino “pausare” (fermarsi), ma certo ha subíto l’influenza della lingua spagnola, dove “posada” significa “astuccio con le posate” e ha finito col significare “locanda”.

3)- In particolare Il cucchiaio, la forchetta, il coltello

Impensata è l’etimologia della parola “cucchiaio”, presente nella nostra lingua solo a partire dal secolo XIV: deriva dal latino “cochlearium” , che era un recipiente per le chiocciole e poi, secondo Marziale, una specie di cucchiaio tagliente per estrarre le chiocciole dal guscio. La parola è strettamente connessa col greco “kòchlos” (conchiglia). Quindi cucchiaio, conchiglia, chiocciola sono parole legate l’una all’altra e la cosa appare talmente evidente che ci si meraviglia di non averci mai pensato.

Intuitivo il termine forchetta: diminutivo di forca, dal verbo “forare”, di cui una varietà è “ferire”. La radice “far”, in sanscrito “bher”, si trova in “faringe” e “forbice”, il che dimostra che nelle derivazioni “far” ha assunto una valenza sia attiva sia passiva: produrre un foro o essere forato, cavo.

E veniamo al coltello, che ha un’origine molto incerta sebbene sia parola antichissima che si ritrova in tutta l’area indoeuropea. Il coltello, dunque, sarebbe (il condizionale è d’obbligo) il latino “cultellus” diminutivo di “culter, cultri” (coltro), lama assai tagliente, nell’aratro, disposta verticalmente davanti al vomere per fendere il terreno e, per estensione, l’aratro stesso. Il coltello, quindi, si rifarebbe al mondo contadino.

4) Per concludere il pasto... due parole sulla frutta!
E già che ci siamo, due parole sulla “frutta” il cui plurale resta invariato anche se è tollerata la forma toscana “le frutte”. Cominciamo col dire che chi mangia la frutta è un godereccio, in quanto gode dei prodotti della terra. Il termine frutta viene, infatti, dal verbo “frui” (godere) e questo da una radice indoeuropea,”bhrug”, la stessa che ha dato vita al “frumento”, contrazione di “frugimentum”, e a “frugale”, nel senso di persona che si accontenta dei frutti della terra, quindi di cose semplici.


Buon appetito!!! [SM=g2725278]


fonte: faustoraso.blogspot.it/2011/03/tavola.html



(pollastro)
00venerdì 7 dicembre 2012 12:44
Bellissimo topic. Prometto contributi e complimenti a chi l'ha pensato [SM=g2725288] [SM=g2725292]
Erossina89
00venerdì 7 dicembre 2012 13:51
Desiderare: dal latino desidero, vuol dire “osservo le stelle”. L’etimologia della parola desiderio ci rimanda al De bello Gallico: i desiderantes erano i soldati che stavano sotto le stelle ad aspettare quelli che dopo aver combattuto durante il giorno, non erano ancora tornati. Da qui il significato del verbo desiderare: stare sotto le stelle ed attendere. Ma desiderio può anche derivare da: “de” ovvero lontananza, distacco e “siderium” ossia stella, astro (sidus, sideris). Una condizione di lontananza da qualcosa che dà calore, luce, emozione. Un significato simile lo attribuiva Seneca nella sua Consolatio ad Helviam matrem, il testo in cui parla del suo esilio. Qualunque sia l’etimo esatta di questo verbo, esso porta originariamente con sé un senso di nostalgia, distacco e rimpianto.

Bigotto: L'etimologia della parola "bigotto" risale al francese bigot, come aggettivo dispregiativo dato ai Tedeschi per la loro ricorrente esclamazione bî Gott, nell'antico alto tedesco = per Dio. Tutt'oggi utilizzato come dispregiativo per indicare chi segue in maniera esagerata pratiche religiose, dando più importanza al loro aspetto esteriore e meno al loro valore intrinseco.

Egregio: L'etimologia della parola "egregio" deriva dal latino ex = fuori, fuori da + grege, ablativo di grex, gregis = gregge, letteralmente, quindi, "fuori dal gregge", " scelto dal gregge". Originariamente utilizzata in riferimento agli antichi riti in cui l'agnello migliore e senza difetti veniva scelto per essere sacrificato agli dei. Attualmente utilizzata, in senso figurato, come titolo di cortesia, per indicare una persona fuori dal comune, distinta dalla massa, eminente, eccellente.
itreniavapore@
00martedì 11 dicembre 2012 03:25
Docente deriva dal latino Doceo ( è suo participio presente ); rientra nel novero di verbi costruiti col doppio accusativo - Docere aliquid aliquem- ( anche se conosce la costruzione col de + abl. della cosa insegnata ) e si traduce con "Colui che insegna". E' interessante notare come il termine abbia la stessa radice "d(i)c" da cui deriva il termine greco "deiknùo" tr. "Indico, mostro" ed il termine latino "dico". La radice "d(i)c" è propria, altresì, del termine greco "didàsko" tr. "insegno" ( si tratta di verbo a radice ripetuta di-da + ampliamento del tema in -sk CHE E' INTERFISSO TIPICO DEI VERBI INCOATIVI...e qui ci sarebbe da aprire una parentesi nella parentesi che vi risparmio...trovatevi il significato del termine "incoativo" ed arrivateci da soli ;) ).
L'ETIMOLOGIA DEL TERMINE "DOCENTE" E' INTERESSANTE PER ALTRA RAGIONE.
LA RADICE DEL VERBO LATINO "DOCEO" - "d(i)c " E' LA STESSA DEL VERBO "DISCO" tr. "imparo" e del suo participio "DISCENS" tr. "colui che impara". IL TERMINE "DOCENTE" ED IL TERMINE "DISCENTE" SONO "RADICALMENTE" CONNESSI !
Detto questo è evidente come il termine DOCENTE sia il MENO ADATTO A DESCRIVERE LA PROFESSIONE DI COLORO CHE METTONO IL VOTO ALL'ESAME ... E BASTA ! LI POTREMMO DEFINIRE... CHE NE SO... I VOTANTI, I GIUDICANTI,I COMPILA-LIBRETTO...
PERCHE' STANDO ALL' ETIMOLOGIA, ogni Docente, PER DEFINIZIONE, dovrebbe ESSERE RADICALMENTE CONNESSO al singolo Discente.
Anzi stando all'etimo greco più antico, l'insegnare il "didaskein" (verbo incoativo, ricordate) NON ERA IL MERO "PASSARE INFORMAZIONI", MA "IL CONTINUATIVO RAPPORTO TRA DOCENTE E DISCENTE" in cui l'attività del docente era, appunto, SOLO MOMENTO INIZIALE DI QUESTO RAPPORTO.
ERGO E'ETIMOLOGICAMENTE SCORRETTO DEFINIRE COL TERMINE "DOCENTI" QUELLI CHE UNA VOLTA AL MESE, "FANNO LA DOMANDINA" ALL'ESAME... ESATTAMENTE COME NON SI POSSONO DEFINIRE "DISCENTI" I PUPAZZI A MOLLA (avete notato come annuiscono col capo per "far finta di aver capito" ???) DELLE PRIME FILE CHE POI FANNO A GARA A CHI E' PIU' SERVO IN DIPARTIMENTO.

Fonte ... Io ( controllate se volete ma "perdite 'o tiempo" ! ;) ).
maximilian1983
00martedì 11 dicembre 2012 12:42
Re:
itreniavapore@, 11/12/2012 03:25:

Docente deriva dal latino Doceo ( è suo participio presente ); rientra nel novero di verbi costruiti col doppio accusativo - Docere aliquid aliquem- ( anche se conosce la costruzione col de + abl. della cosa insegnata ) e si traduce con "Colui che insegna". E' interessante notare come il termine abbia la stessa radice "d(i)c" da cui deriva il termine greco "deiknùo" tr. "Indico, mostro" ed il termine latino "dico". La radice "d(i)c" è propria, altresì, del termine greco "didàsko" tr. "insegno" ( si tratta di verbo a radice ripetuta di-da + ampliamento del tema in -sk CHE E' INTERFISSO TIPICO DEI VERBI INCOATIVI...e qui ci sarebbe da aprire una parentesi nella parentesi che vi risparmio...trovatevi il significato del termine "incoativo" ed arrivateci da soli ;) ).
L'ETIMOLOGIA DEL TERMINE "DOCENTE" E' INTERESSANTE PER ALTRA RAGIONE.
LA RADICE DEL VERBO LATINO "DOCEO" - "d(i)c " E' LA STESSA DEL VERBO "DISCO" tr. "imparo" e del suo participio "DISCENS" tr. "colui che impara". IL TERMINE "DOCENTE" ED IL TERMINE "DISCENTE" SONO "RADICALMENTE" CONNESSI !
Detto questo è evidente come il termine DOCENTE sia il MENO ADATTO A DESCRIVERE LA PROFESSIONE DI COLORO CHE METTONO IL VOTO ALL'ESAME ... E BASTA ! LI POTREMMO DEFINIRE... CHE NE SO... I VOTANTI, I GIUDICANTI,I COMPILA-LIBRETTO...
PERCHE' STANDO ALL' ETIMOLOGIA, ogni Docente, PER DEFINIZIONE, dovrebbe ESSERE RADICALMENTE CONNESSO al singolo Discente.
Anzi stando all'etimo greco più antico, l'insegnare il "didaskein" (verbo incoativo, ricordate) NON ERA IL MERO "PASSARE INFORMAZIONI", MA "IL CONTINUATIVO RAPPORTO TRA DOCENTE E DISCENTE" in cui l'attività del docente era, appunto, SOLO MOMENTO INIZIALE DI QUESTO RAPPORTO.
ERGO E'ETIMOLOGICAMENTE SCORRETTO DEFINIRE COL TERMINE "DOCENTI" QUELLI CHE UNA VOLTA AL MESE, "FANNO LA DOMANDINA" ALL'ESAME... ESATTAMENTE COME NON SI POSSONO DEFINIRE "DISCENTI" I PUPAZZI A MOLLA (avete notato come annuiscono col capo per "far finta di aver capito" ???) DELLE PRIME FILE CHE POI FANNO A GARA A CHI E' PIU' SERVO IN DIPARTIMENTO.

Fonte ... Io ( controllate se volete ma "perdite 'o tiempo" ! ;) ).




Tutto molto interessante e coinvolgente... tuttavia: non dovresti usare il maiuscolo (mi permetto di intervenire perchè forse ancora i moderatori non se ne sono accorti). Insomma è come se avessi urlato a squarciagola per tutto il post! E, considerato che lo hai scritto quasi alle quattro del mattino, la cosa risulta ancora più grave [SM=g2725401] [SM=g2725401] [SM=g2725401] ...
(pollastro)
00martedì 11 dicembre 2012 18:22
Sono totalmente d'accordo con Itreniavapore sul corretto (ed anche etimologico) rapporto tra docente e discente. E ora torniamo in topic
giusperito
00martedì 11 dicembre 2012 23:02
torniamo in topic [SM=g2725339] e mi raccomando con il maiuscolo.

p.s.
faccio comunque i complimenti ad itreni che coglie ogni occasione per portare avanti questa battaglia [SM=g2725401] , benché personalmente la condivida solo in parte.

OneOfTheesedays
00mercoledì 12 dicembre 2012 13:04
Che bel topic! Me l'ero perso!!!
Una parola che mi è sempre piaciuta è "compassione". Il significato che gli diamo noi in italiano secondo me è svilente e "negativo" (ed infatti tutti almeno una volta abbiamo detto che "non vogliamo essere compatiti")
Ma se si va a vedere l'etimologia è una parola bellissima.

La compassione (dal latino cum patior - soffro con - e dal greco συμπἀθεια , sym patheia - "simpatia", provare emozioni con..) è un sentimento per il quale un individuo percepisce emozionalmente la sofferenza altrui provandone pena e desiderando alleviarla.



OneOfTheesedays
00mercoledì 12 dicembre 2012 13:06
Re:
Erossina89, 07/12/2012 13:51:

[

Egregio: L'etimologia della parola "egregio" deriva dal latino ex = fuori, fuori da + grege, ablativo di grex, gregis = gregge, letteralmente, quindi, "fuori dal gregge", " scelto dal gregge". Originariamente utilizzata in riferimento agli antichi riti in cui l'agnello migliore e senza difetti veniva scelto per essere sacrificato agli dei. Attualmente utilizzata, in senso figurato, come titolo di cortesia, per indicare una persona fuori dal comune, distinta dalla massa, eminente, eccellente.




[SM=x43813]

maximilian1983
00mercoledì 12 dicembre 2012 20:06
Poichè un po' basico, mi piace riportare l'etimologia di "mangiare".

In latino "mangiare" è soprattuto "edere" che ritroviamo in tracce in italiano. Pensiamo ai funghi "edùli" che non ci fanno morire, perchè appunto commestibili.

L'italiano "mangiare" sembra derivare da un verbo latino secondario rispetto ad edere per indicare mangiare: "mando", che significa, più propriamente: masticare, mordere, divorare. Insomma, un verbo più vivo, potremmo dire popolare per indicare l'atto del mangiare, rispetto al ben più nobile "edere".

Ma il verbo "màndere" arriva all'italiano attraverso una successiva degradazione. Da "mandere" deriva l'aggettivo "manducus" che trova la sua costruzione sulla scorta di tutte le parole in "-ucus", suffisso atto a rafforzare il fine dell'azione, quasi a indicarne una funzione (uno su tutti "cadùco").

Quindi mangiare da mando + ucus, cioè mandùcus. E da qui "manducare".

Tale verbo trova corrispondenti in diverse lingue romanze. Nel sardo c'è "mandigare"; nel rumeno "manca"; nel catalano "menjar"; nel francese antico "majner", nel francese moderno "manger". Lo spagnolo usa "manducar" nel senso di "papparsi", mentre per indicare un più "neutro" mangiare utilizza il derivato latino "comer" che deriva evidentemente dal latino "cum edere", indicando anche un senso di convivialità e condivisione. Stesso discorso per il portoghese "comer".

Ma ci sono assonanze con altre lingue non romanze che tradiscono una comune origine.

In lingua gotica "cibo" si dice(va) "mats", che è della stessa radice del sassone "mete" e inglese "meat". Dal gotico "mats" deriva "matjan" cioè "mangiare".
Gli studiosi riportano tali parole alla comune radice graco italica "mad" che ha un significato originario diverso. Significa "liquefare", "ammollire". Infatti il verbo greco "madào" significa "liquefaccio", mentre il verbo "masàomai" (da "madsaomai" per caduta della "D"), significa "mastico" o, più propriamente, "ammollisco".

Dalla stessa radice "mad" deriva anche il latino "madère", cioè "essere umido" da cui pure "madidus", cioè madido, sudato.

Il passaggio sarebbe, in queste parole, dal senso di umettare, bagnare con la saliva il cibo per poi ingoiarlo, cioè il mangiare come processo naturale.

La stessa radice "mad/mand" si rinviene nel sanscrito con un senso traslato ma che riconduce allo stesso processo: indicherebbe il bagnasi la gola con libagioni tale da significare "inebriarsi". Sempre in sanscrito "mada" significa "fiume", ma anche ubriachezza; "madana" significa "bevanda inebriante"; "madya" significa "vino"; il verbo "madayami" significa "sono ubriaco".

maximilian1983
00mercoledì 12 dicembre 2012 20:33
OneOfTheesedays
00giovedì 17 gennaio 2013 13:20
Ho appena scoperto per caso l'etimologia di una parola dialettale napoletana, ma ormai usata in tutta italia

Tamarro proviene dall'arabo al-tamar (vale a dire un mercante di datteri)

[SM=x43819]


fridafrida
00domenica 17 febbraio 2013 20:39
Panacèa = dal greco Panakeia composto di pan (tutto) e akeia per akos o akeos (rimedio).
Medicina che guarisce ogni malattia, virtù che gli antichi attribuivano soprattutto ad alcune erbe, fra cui il centauro maggiore.
Paperino!
00lunedì 18 febbraio 2013 23:04
fridafrida
00lunedì 18 febbraio 2013 23:15
Re:
Paperino!, 18/02/2013 23:04:





Papero adesso lo riporto up...è bellissimo!
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