E' morto saramago

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J.Rebus
00venerdì 18 giugno 2010 15:38
LETTERATURA
Addio a Josè Saramago
poeta, visionario ed "eretico"
Lo scrittore portoghese, premio Nobel nel 1998, aveva 87 anni. Ha avuto un malore nella sua casa di Lanzarote. I capolavori, da Memoriale del Convento a Cecità. Gli ultimi anni segnati dalle polemiche con la Chiesa fino alla rottura con "Caino"


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La polemica con la Chiesa
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I suoi interventi

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José Saramago, la fotostory
LISBONA - E' morto lo scrittore portoghese Josè Saramago. Premio Nobel per la Letteratura nel 1998, aveva 87 anni. Il decesso è avvenuto nella sua casa di Tias, sull'isola di Lanzarote alle Canarie. Lo scrittore è morto alle 13 passate di oggi, e al suo capezzale c'era la moglie, Pilar del Rio. Aveva passato una notte tranquilla e fatto colazione. Poi si è sentito male.

Scrittore, poeta e critico letterario, negli ultimi anni era stato al centro di aspre polemiche per le posizioni, espresse nelle sue opere, in materia di religione. La sua figura di "ateo militante" ha suscitato controversie e polemiche in Portogallo e non solo. Dopo la pubblicazione de "Il Vangelo secondo Gesù Cristo", è stato oggetto di aspre critiche che lo hanno indotto a lasciare il paese per vivere alle Canarie. Di nuovo, nel 2009, con l'uscita del suo ultimo romanzo "Caino", Saramago si è trovato a polemizzare con la chiesa cattolica portoghese, criticando la Bibbia, e definendo il Dio del libro "vendicativo, rancoroso, cattivo, indegno di fiducia".

Il suo primo romanzo in stile realista, "Terra del peccato", è del 1947. Nel 1959 si iscrive al Partito Comunista che, sotto il regime di Salazar, opera in clandestinità. Negli anni sessanta diventa uno dei critici più seguiti del paese e nel '66 pubblica la sua prima raccolta di poesie, "I poemi possibili". Diventa quindi direttore letterario e di produzione per dodici anni di una casa editrice e dal 1972 al '73 curatore del supplemento culturale del Diario de Lisboa.

Sino a metà anni '70 vive un periodo di formazione e pubblica poesie, cronache, testi teatrali, novelle e romanzi, ma è solo dopo la Rivoluzione dei Garofani che pian piano nasce un Saramago diverso (vice direttore del quotidiano Diario de Noticias nel '75 e quindi scrittore a tempo pieno) che rivoluziona la narrativa portoghese rispetto alle radici del passato e anche per questo riceverà nel 1998 il premio Nobel per la letteratura.

Nel 1980 pubblica "Una terra chiamata Alentejo" sulla rivolta della popolazione della regione più ad est del Portogallo. Ma è con "Memoriale del convento" (1982) che arriva il grande successo, seguito da "L'anno della morte di Riccardo Reis". Negli anni '90, grazie al Nobel, ha fama internazionale e pubblica "Storia dell'assedio di Lisbona", "Il Vangelo secondo Gesù", quindi "Cecità", "Tutti i nomi", "La caverna", "L'uomo duplicato", "Le intermittenze della morte" e "Le piccole memorie".

E' stato uno dei sostenitori dell'iberismo, il movimento che propugna l'unificazione di Spagna e Portogallo, i due paesi della penisola iberica, cui dedica anche il romanzo "La zattera di pietra". Per le sue posizioni sul conflitto Medio Oriente verrà accusato di antisemitismo, mentre per il Memoriale, ma soprattutto per il suo "Vangelo" e il testo teatrale "La seconda vita di Francesco d'Assisi", fino all'ultimo "Caino", ha subito gli attacchi dalla Santa Sede.

dolcis
00venerdì 18 giugno 2010 15:41
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[SM=x43639]
kykketta
00venerdì 18 giugno 2010 15:52
L'ho appena letto. Una perdita di valore indeterminabile. [SM=x43607]
(Hydra)
00venerdì 18 giugno 2010 16:20
Re:


stavo inserendo il topic [SM=x43607]



quanto mi dispiace [SM=x43607]





grazie soprattutto per "Il Vangelo secondo Gesù Cristo "





dolcis
00venerdì 18 giugno 2010 16:41
Re: Re:
(Hydra), 18/06/2010 16.20:



stavo inserendo il topic [SM=x43607]



quanto mi dispiace [SM=x43607]





grazie soprattutto per "Il Vangelo secondo Gesù Cristo "









lo stavo leggendo proprio da una settimana...mi sono perdutamente innamorata di questo libro... [SM=x43607]
lucia.17
00venerdì 18 giugno 2010 18:00
mi dispiace tanto,i suoi libri sono definiti capolavori assoluti e spero di leggerli quanto prima [SM=x43607]


Etrusco
00venerdì 18 giugno 2010 20:01
Re:
lucia.17, 18/06/2010 18.00:

mi dispiace tanto,i suoi libri sono definiti capolavori assoluti e spero di leggerli quanto prima [SM=x43607]






e a ragione [SM=x43799]

Peccato che la nostra Einaudi recentemente si sia rifiutata di pubblicarlo.... [SM=x43817]

RIP [SM=x43607]
Gervaise85
00venerdì 18 giugno 2010 22:12
Dire che era il mio autore preferito è dir poco.

Una sorta di guida spirituale.

Una presenza costante nella mia vita.

Provo un dolore sincero.
Etrusco
00sabato 19 giugno 2010 12:48
IL RACCONTO
Il mio maestro José
di ROBERTO SAVIANO


Di tutte le cose che poteva fare Josè Saramago morire è quella più inaspettata. Se conoscevi Josè proprio non lo mettevi in conto. Sì, certo tutti muoiono, anche gli scrittori.

Ma lui non ti dava proprio alcuna impressione di essersi stancato di vivere, respirare, mangiare, amare. Si era consumato negli ultimi anni, tra la carne e le ossa sembrava esserci sempre meno spessore, la sua pelle sembrava un sottile mantello che ricopriva il teschio. Ma diceva: "Potessi decidere, io non me ne andrei mai".

Parlare della morte di qualcuno cui si è voluto bene, molto bene, rischia di essere solo un esercizio retorico, una proclamazione di memoria e virtù del defunto. L'unico modo che si ha per mantenersi sinceri, è quello di tentare di descrivere lo spazio di vita in più che ti ha dato chi ha finito di respirare. Questo vale la pena fare. Vedere quanto ti è stato sommato alla tua vita, ciò che ti è rimasto dentro, che riuscirai a passare a chi incontrerai, e questo sì, ha il sapore della vita eterna. In fondo molto non è andato via, se molto sei riuscito a trattenere.

Avevo conosciuto Saramago per la prima volta come tutti, leggendolo.
Il Vangelo secondo Gesù era il suo libro che mi aveva cambiato, trasformando il modo di sentire le cose. Quel Gesù uomo, che sbaglia, ama, arranca, cerca di essere felice, mi era sembrato essere un personaggio del tutto nuovo nella storia della letteratura. Era una sintesi dei vangeli apocrifi, dei vangeli ufficiali, dei racconti pagani e delle leggende materialiste sul Cristo socialista.
Era il Gesù dell'amore carnale verso Maria Maddalena. Su questo Saramago ha scritto parole incantevoli come solo il Cantico dei Cantici era riuscito a creare: "Guarderò la tua ombra se non vuoi che guardi te, gli disse, e lui rispose "Voglio essere ovunque sia la mia ombra, se là saranno i tuoi occhi"".

E' un Gesù umano che non vuole morire: è il contrario della santità, è uomo con i suoi errori, peccati, talenti e con il suo coraggio. Sembra dire al lettore che basta esser fedeli a se stessi per conoscere la vita e non diventare dei servi, o degli schiavi. "Allora Gesù capì di essere stato portato all'inganno come si conduce l'agnello al sacrificio, che la sua vita era destinata a questa morte, fin dal principio e, ripensando al fiume di sangue e di sofferenza che sarebbe nato spargendosi per tutta la terra, esclamò rivolto al cielo dove Dio sorrideva, Uomini, perdonatelo, perché non sa quello che ha fatto".
Proprio così: il Gesù di Saramago rivolgendosi all'uomo chiede di perdonare Dio, ribaltando la versione evangelica del "Padre perdona loro".

E poi ho letto Cecità, altro suo romanzo che ho amato molto e che spesso mi torna in mente. In una frase. Pronunciata da lui per rispondere a me che maledivo certe scelte che mi avevano rovinato la vita. "Arriva sempre un momento in cui non puoi fare altro che rischiare". E la parola di Saramago era sempre una parola rischiosa, non cercava mai di farsi comoda.

Sognavo di trasferirmi da lui, come mi aveva consigliato, esprimendomi solidarietà nei giorni più difficili. Non lo dimenticherò mai. E non dimenticherò mai l'imbarazzo estremo in cui mi trovai quando mi definì "maestro di vita". Io che da lui cercavo continuamente indicazioni, esperienza, per galleggiare in un oceano di difficoltà, bile, rabbia, ostilità. Lui era un maestro che insegnava per farsi a sua volta insegnare. A Stoccolma disse che nella sua vita le persone più sagge che avesse mai conosciuto erano i suoi nonni. Entrambi analfabeti.
La loro saggezza era stata costretta a rinunciare per povertà al libro, alla musica, ai teatri, ai dipinti, ma che era riuscita a conoscere la vita, a sentirne con generosità quello che José chiamava sussurro. "Tutte le cose, le animate e le inanimate, stanno sussurrando misteriose rivelazioni".

Una volta scambiandoci alcune riflessioni sullo stile, citai Albert Camus convinto che "lo scrittore che decide di scrivere chiaro vuole lettori, lo scrittore che scrive oscuro vuole invece interpreti". E la risposta fu: "ecco cos'hanno di simpatico le parole semplici, non sanno ingannare". Trovare parole semplici è il mestiere più complicato che sceglie di fare uno scrittore. Avevi ragione, José: "il viaggio non finisce, solo i viaggiatori finiscono". E ora tocca a noi qui. Continueremo a camminare con le tue parole a indicarci la strada senza fine.

©2010 Roberto Saviano/
Agenzia Santachiara
(19 giugno 2010)


Gervaise85
00sabato 19 giugno 2010 14:51
Re:
Etrusco, 19/06/2010 12.48:

IL RACCONTO
Il mio maestro José
di ROBERTO SAVIANO


Di tutte le cose che poteva fare Josè Saramago morire è quella più inaspettata. Se conoscevi Josè proprio non lo mettevi in conto. Sì, certo tutti muoiono, anche gli scrittori.

Ma lui non ti dava proprio alcuna impressione di essersi stancato di vivere, respirare, mangiare, amare. Si era consumato negli ultimi anni, tra la carne e le ossa sembrava esserci sempre meno spessore, la sua pelle sembrava un sottile mantello che ricopriva il teschio. Ma diceva: "Potessi decidere, io non me ne andrei mai".

Parlare della morte di qualcuno cui si è voluto bene, molto bene, rischia di essere solo un esercizio retorico, una proclamazione di memoria e virtù del defunto. L'unico modo che si ha per mantenersi sinceri, è quello di tentare di descrivere lo spazio di vita in più che ti ha dato chi ha finito di respirare. Questo vale la pena fare. Vedere quanto ti è stato sommato alla tua vita, ciò che ti è rimasto dentro, che riuscirai a passare a chi incontrerai, e questo sì, ha il sapore della vita eterna. In fondo molto non è andato via, se molto sei riuscito a trattenere.

Avevo conosciuto Saramago per la prima volta come tutti, leggendolo.
Il Vangelo secondo Gesù era il suo libro che mi aveva cambiato, trasformando il modo di sentire le cose. Quel Gesù uomo, che sbaglia, ama, arranca, cerca di essere felice, mi era sembrato essere un personaggio del tutto nuovo nella storia della letteratura. Era una sintesi dei vangeli apocrifi, dei vangeli ufficiali, dei racconti pagani e delle leggende materialiste sul Cristo socialista.
Era il Gesù dell'amore carnale verso Maria Maddalena. Su questo Saramago ha scritto parole incantevoli come solo il Cantico dei Cantici era riuscito a creare: "Guarderò la tua ombra se non vuoi che guardi te, gli disse, e lui rispose "Voglio essere ovunque sia la mia ombra, se là saranno i tuoi occhi"".

E' un Gesù umano che non vuole morire: è il contrario della santità, è uomo con i suoi errori, peccati, talenti e con il suo coraggio. Sembra dire al lettore che basta esser fedeli a se stessi per conoscere la vita e non diventare dei servi, o degli schiavi. "Allora Gesù capì di essere stato portato all'inganno come si conduce l'agnello al sacrificio, che la sua vita era destinata a questa morte, fin dal principio e, ripensando al fiume di sangue e di sofferenza che sarebbe nato spargendosi per tutta la terra, esclamò rivolto al cielo dove Dio sorrideva, Uomini, perdonatelo, perché non sa quello che ha fatto".
Proprio così: il Gesù di Saramago rivolgendosi all'uomo chiede di perdonare Dio, ribaltando la versione evangelica del "Padre perdona loro".

E poi ho letto Cecità, altro suo romanzo che ho amato molto e che spesso mi torna in mente. In una frase. Pronunciata da lui per rispondere a me che maledivo certe scelte che mi avevano rovinato la vita. "Arriva sempre un momento in cui non puoi fare altro che rischiare". E la parola di Saramago era sempre una parola rischiosa, non cercava mai di farsi comoda.

Sognavo di trasferirmi da lui, come mi aveva consigliato, esprimendomi solidarietà nei giorni più difficili. Non lo dimenticherò mai. E non dimenticherò mai l'imbarazzo estremo in cui mi trovai quando mi definì "maestro di vita". Io che da lui cercavo continuamente indicazioni, esperienza, per galleggiare in un oceano di difficoltà, bile, rabbia, ostilità. Lui era un maestro che insegnava per farsi a sua volta insegnare. A Stoccolma disse che nella sua vita le persone più sagge che avesse mai conosciuto erano i suoi nonni. Entrambi analfabeti.
La loro saggezza era stata costretta a rinunciare per povertà al libro, alla musica, ai teatri, ai dipinti, ma che era riuscita a conoscere la vita, a sentirne con generosità quello che José chiamava sussurro. "Tutte le cose, le animate e le inanimate, stanno sussurrando misteriose rivelazioni".

Una volta scambiandoci alcune riflessioni sullo stile, citai Albert Camus convinto che "lo scrittore che decide di scrivere chiaro vuole lettori, lo scrittore che scrive oscuro vuole invece interpreti". E la risposta fu: "ecco cos'hanno di simpatico le parole semplici, non sanno ingannare". Trovare parole semplici è il mestiere più complicato che sceglie di fare uno scrittore. Avevi ragione, José: "il viaggio non finisce, solo i viaggiatori finiscono". E ora tocca a noi qui. Continueremo a camminare con le tue parole a indicarci la strada senza fine.

©2010 Roberto Saviano/
Agenzia Santachiara
(19 giugno 2010)






Autocelebrazione a parte, ha scritto parole molto belle.

Molte le sento anche mie.
Koogar
00sabato 19 giugno 2010 16:49
..se prima di ogni nostro atto ci mettessimo a prevederne tutte le conseguenze, a considerarle seriamente, anzitutto quelle immediate, poi le probabili, poi le possibili, poi le immaginabili, non arriveremmo neanche a muoverci dal punto in cui ci avrebbe fatto fermare il primo pensiero.


[SM=x43630]
Il Bidello (che bello)
00sabato 19 giugno 2010 18:39
Una grande perdita. E pensare che Melissa P. è ancora viva...
FELICEDILAURO
00sabato 19 giugno 2010 21:25
sarà una grande perdita non voglio giudicarlo non lo conosco e anche se lo conoscessi non mi sento di farlo...

ma ho letto quel poco che ha scritto j.rebus rigaurdo il vanegelo di Gesù......e non mi è venuto da ridere per poco....

amore carnale verso maddalena...

tradito da Dio...

gesù che arranca...

gesù che ha paura della morte....

guardate meglio che sto zitto per rispetto della sua memoria.....

ma come è possibile raccontare certe baggianate???? mah!
FELICEDILAURO
00sabato 19 giugno 2010 21:30
ROMA - Josè Saramago "è stato un uomo e un intellettuale di nessuna ammissione metafisica, fino all'ultimo inchiodato in una sua pervicace fiducia nel materialismo storico, alias marxismo", si legge questo oggi sull'Osservatore Romano, in un articolo, "L'onnipotenza (presunta) del narratore" che ricorda come il poeta portoghese morto ieri a 87 anni 1, avesse scelto "lucidamente" di autocollocarsi "dalla parte della zizzania nell'evangelico campo di grano".

Lo scrittore "si dichiarava insonne al solo pensiero delle crociate, o dell'inquisizione, dimenticando il ricordo dei gulag, delle 'purghe', dei genocidi, dei samizdat culturali e religiosi". Il giornale della Santa Sede critica in particolare il "Vangelo secondo Gesù", un'opera controversa, attraverso la quale il premio nobel lanciò una "sfida alla memorie del cristianesimo di cui non si sa cosa salvare se, tra l'altro, Cristo è figlio di un Padre che imperturbato lo manda al sacrificio; che sembra intendersela con Satana più che con gli uomini; che sovrintende l'universo con potestà senza misericordia. E Cristo non sa nulla di Sè se non a un passo dalla croce; e Maria Gli è stata madre occasionale; e Lazzaro è lasciato nella tomba per non destinarlo a morte suppletiva".

"Irriverenza a parte, la sterilità logica, prima che teologica, di tali assunti narrativi, non produce - conclude l'articolo - la perseguita decostruzione ontologica, ma si ritorce in una faziosità dialettica di tale evidenza da vietargli ogni credibile scopo".

Le spoglie dello scrittore portoghese da Lanzarote, isola delle Canarie dove risiedeva dal 1991, sono state portate a Lisbona, dove si terranno le esequie. Lo ha reso noto la fondazione Saramago. Ad accompagnare il feretro a bordo di un c130 dell'aeronautica militare portoghese, c'erano la vedova e il figlio, oltre al ministro della Cultura, al suo biografo e a diversi parenti e amici. La cremazione si terrà domani intorno a mezzogiorno.

Poeta, romanziere e giornalista, Saramago è stato l'unico autore di lingua portoghese ad avere ricevuto il premio nobel per la letteratura. Il suo primo romanzo - che non ebbe successo - fu "Terra do pecado" del 1947; dopo 30 anni di silenzio uscì "Manuale di pittura e calligrafia", vero inizio di una carriera letteraria riconosciuta a livello internazionale con "L'anno della morte di Ricardo Reis" (1984) e culminata con il premio nobel vinto nel 1998. Ateo dichiarato, ebbe problemi con il governo portoghese che rifiutò di presentare il suo "Vangelo secondo Gesù Cristo" al premio letterario europeo, abbandonando per protesta il Paese e trasferendosi a Lanzarote.

(19 giugno 2010)
Etrusco
00sabato 19 giugno 2010 21:43
Re:
FELICEDILAURO, 19/06/2010 21.25:

...non voglio giudicarlo non lo conosco ...

ma ho letto quel poco che ha scritto j.rebus rigaurdo il vanegelo di Gesù......e non mi è venuto da ridere per poco....
...gesù che ha paura della morte....

guardate meglio che sto zitto per rispetto della sua memoria.....

ma come è possibile raccontare certe baggianate???? mah!



Se sei un cattolico erudito dovresti sapere che Gesù manifestò inequivocabilmente sui vangeli canonici (che avrai sicuramente letto a catechismo) della sua umana paura della morte, cosa c'è di strano?
Spiegaci cosa ci trovi di esilarante.

Poi se dici di non aver mai letto nulla di Saramago perchè ti fai già dei preconcetti su un'unica critica, frammentaria, di uno critico di dubbia faziosità?

Una volta per i morti c'era molto più rispetto, da parte di tutti, ma tant'è [SM=x43606]

Mala tempora currunt. [SM=x43639]
FELICEDILAURO
00sabato 19 giugno 2010 22:48
Re: Re:
Etrusco, 19/06/2010 21.43:



Se sei un cattolico erudito dovresti sapere che Gesù manifestò inequivocabilmente sui vangeli canonici (che avrai sicuramente letto a catechismo) della sua umana paura della morte, cosa c'è di strano?
Spiegaci cosa ci trovi di esilarante.

Poi se dici di non aver mai letto nulla di Saramago perchè ti fai già dei preconcetti su un'unica critica, frammentaria, di uno critico di dubbia faziosità?

Una volta per i morti c'era molto più rispetto, da parte di tutti, ma tant'è [SM=x43606]

Mala tempora currunt. [SM=x43639]




no sulla morte e gesù hai ragione....ma sul fatto che gesù andasse dietro all'amore carnale per maria maddalena mi sembrano storie di fantasie fatte a posta (da buon intenditor poche parole....)
FELICEDILAURO
00sabato 19 giugno 2010 22:59
da repubblica.it



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LA POLEMICA
il Vaticano contro Saramago
"Un ideologo anti-religioso"
Il giornale della Santa Sede critica in particolare il "Vangelo secondo Gesù", opera controversa, attraverso la quale il premio Nobel lanciò una "sfida alla memorie del cristianesimo"

il Vaticano contro Saramago "Un ideologo anti-religioso" Josè Saramago

ROMA - Josè Saramago "è stato un uomo e un intellettuale di nessuna ammissione metafisica, fino all'ultimo inchiodato in una sua pervicace fiducia nel materialismo storico, alias marxismo", si legge questo oggi sull'Osservatore Romano, in un articolo, "L'onnipotenza (presunta) del narratore" che ricorda come il poeta portoghese morto ieri a 87 anni 1, avesse scelto "lucidamente" di autocollocarsi "dalla parte della zizzania nell'evangelico campo di grano".

Lo scrittore "si dichiarava insonne al solo pensiero delle crociate, o dell'inquisizione, dimenticando il ricordo dei gulag, delle 'purghe', dei genocidi, dei samizdat culturali e religiosi". Il giornale della Santa Sede critica in particolare il "Vangelo secondo Gesù", un'opera controversa, attraverso la quale il premio nobel lanciò una "sfida alla memorie del cristianesimo di cui non si sa cosa salvare se, tra l'altro, Cristo è figlio di un Padre che imperturbato lo manda al sacrificio; che sembra intendersela con Satana più che con gli uomini; che sovrintende l'universo con potestà senza misericordia. E Cristo non sa nulla di Sè se non a un passo dalla croce; e Maria Gli è stata madre occasionale; e Lazzaro è lasciato nella tomba per non destinarlo a morte suppletiva".

"Irriverenza a parte, la sterilità logica, prima che teologica, di tali assunti narrativi, non produce - conclude l'articolo - la perseguita decostruzione ontologica, ma si ritorce in una faziosità dialettica di tale evidenza da vietargli ogni credibile scopo".

Le spoglie dello scrittore portoghese da Lanzarote, isola delle Canarie dove risiedeva dal 1991, sono state portate a Lisbona, dove si terranno le esequie. Lo ha reso noto la fondazione Saramago. Ad accompagnare il feretro a bordo di un c130 dell'aeronautica militare portoghese, c'erano la vedova e il figlio, oltre al ministro della Cultura, al suo biografo e a diversi parenti e amici. La cremazione si terrà domani intorno a mezzogiorno.

Poeta, romanziere e giornalista, Saramago è stato l'unico autore di lingua portoghese ad avere ricevuto il premio nobel per la letteratura. Il suo primo romanzo - che non ebbe successo - fu "Terra do pecado" del 1947; dopo 30 anni di silenzio uscì "Manuale di pittura e calligrafia", vero inizio di una carriera letteraria riconosciuta a livello internazionale con "L'anno della morte di Ricardo Reis" (1984) e culminata con il premio nobel vinto nel 1998. Ateo dichiarato, ebbe problemi con il governo portoghese che rifiutò di presentare il suo "Vangelo secondo Gesù Cristo" al premio letterario europeo, abbandonando per protesta il Paese e trasferendosi a Lanzarote.
sissy forte
00sabato 19 giugno 2010 23:01
Re: Re: Re:
FELICEDILAURO, 19/06/2010 22.48:




no sulla morte e gesù hai ragione....ma sul fatto che gesù andasse dietro all'amore carnale per maria maddalena mi sembrano storie di fantasie fatte a posta (da buon intenditor poche parole....)




Se Gesù avesse provato per la Maddalena amore carnale non vi sarebbe nulla di sconvolgente per me... e non è detto che così non sia stato.
L'idea di un Cristo umano fino a questo punto dovrebbe servire alla tesi del dio che si è fatto uomo per venire fra gli uomini (che è quanto di più commuovente ci sia nel cristianesimo).
Ciò detto ho la colpa di non aver mai letto nulla di Saramago, ma intendo colmare presto la lacuna.
lucia.17
00sabato 19 giugno 2010 23:06
Re: Re: Re: Re:
sissy forte, 19/06/2010 23.01:




Se Gesù avesse provato per la Maddalena amore carnale non vi sarebbe nulla di sconvolgente per me... e non è detto che così non sia stato.
L'idea di un Cristo umano fino a questo punto dovrebbe servire alla tesi del dio che si è fatto uomo per venire fra gli uomini (che è quanto di più commuovente ci sia nel cristianesimo).
Ciò detto ho la colpa di non aver mai letto nulla di Saramago, ma intendo colmare presto la lacuna.




[SM=x43601]
Etrusco
00sabato 19 giugno 2010 23:50
"Il Vangelo secondo Gesù Cristo" e gli strali del Vaticano
sissy forte, 19/06/2010 23.01:



Se Gesù avesse provato per la Maddalena amore carnale non vi sarebbe nulla di sconvolgente per me... e non è detto che così non sia stato.
L'idea di un Cristo umano fino a questo punto dovrebbe servire alla tesi del dio che si è fatto uomo per venire fra gli uomini (che è quanto di più commuovente ci sia nel cristianesimo).
Ciò detto ho la colpa di non aver mai letto nulla di Saramago, ma intendo colmare presto la lacuna.




[SM=x43620] lo penso anch'io, anzi, sui vangeli canonici spesso Gesù Cristo viene chiamato proprio "Rabbi" che per gli ebrei del tempo era un appellativo riservato solo a chi fosse sposato E con molti figli.
Pertanto alcuni storici ritengono che egli dovesse essere sposato, come era costume per gli ebrei del suo tempo seppur con alcune eccezioni, quali i maestri esseni ed alcuni predicatori.
Era infatti rarissimo per gli Ebrei maschi del tempo di Gesù essere celibi (= trasgressione della prima mitzvah (comandamento divino): "sii fruttuoso e moltiplicati" e ciò per la tradizione ebrea e` pressoche` impensabile per un rabbi o maestro, come Gesù è chiamato nei Vangeli in alcune circostanze).

Per chi fosse interessato ai vangeli apocrifi:


Nel c. 32 e nel c. 55 dello gnostico Vangelo secondo Filippo, databile al più presto alla seconda metà del II secolo, è accennato l'amore tra Gesù e Maria Maddalena. Entrambi sono descritti come l'incarnazione di eoni divini (Soter e Sofia), e dalla loro unione sono derivati gli angeli. Il "bacio sulla bocca" citato al c. 55 è tuttavia un segno rituale comune anche agli altri personaggi perché «il Logos viene da quel luogo, egli nutre dalla sua bocca e sarà perfetto. Il perfetto, infatti, concepisce e genera per mezzo di un bacio. È per questo che noi ci baciamo l'un l'altro. Noi siamo fecondi della grazia che è in ognuno di noi» [1]

NB Il senso dei passi non è storico ma va inteso all'interno dell'elaborata teologia gnostica..[2]

1. ^ Vangelo secondo Filippo, 59, in I vangeli gnostici, a cura di Luigi Moraldi, Adelphi, Milano, 1995, pag.55.
2. ^ Vedi Marcello Craveri, I vangeli apocrifi, 1969, nota 3 a p. 521: "L'unione perfetta dei due eoni Soter/Sofia è il motivo del maggior affetto dimostrato da Gesù a Maria Maddalena".



Tornando invece all'ipotesi di Felice: son tutte fantasie,
ebbene, chi ci dice fino a che punto arriva il racconto storico e quanto la manipolazione umana lungo i secoli?
Ovviamente sia in un senso sia nell'altro, anche perchè se si approfondisce il mitraismo scopriamo una religione troppo simile al cristianesimo, in troppi dettagli, perchè l'una non abbia "ispirato" l'altra. [SM=x2244087]



dolcis
00domenica 20 giugno 2010 09:50
saramago non ha scritto solo Il vangelo secondo Gesù Cristo, ma altre opere di valore umano inestimabile, vogliamo fare un esempio? Cecità, un mondo in cui la cecità diventa contangiosa, tutti diventano "ciechi" solo stando a contatto... [SM=x43607] , una metafora della società così realistica da pensare che non serviranno miliardi di cure per uscirne dal male sociale del "non vedere la realtà così com'è"...



è questo quello che c'ha insegnato Saramago a vedere là dove è oscuro, con i nostri occhi e se al Vaticano con i suoi dogmi e i suoi "misteri della fede" non riesce a farci vedere è un problema suo, abbiamo il diritto di vedere e sapere.
Etrusco
00domenica 20 giugno 2010 10:47
Re:
dolcis, 20/06/2010 9.50:

saramago non ha scritto solo Il vangelo secondo Gesù Cristo, ma altre opere di valore umano inestimabile, vogliamo fare un esempio? "Cecità", un mondo in cui la cecità diventa contangiosa, tutti diventano "ciechi" solo stando a contatto... [SM=x43607] , una metafora della società così realistica da pensare che non serviranno miliardi di cure per uscirne dal male sociale del "non vedere la realtà così com'è"...



è questo quello che c'ha insegnato Saramago a vedere là dove è oscuro, con i nostri occhi e se al Vaticano con i suoi dogmi e i suoi "misteri della fede" non riesce a farci vedere è un problema suo, abbiamo il diritto di vedere e sapere.




Concordo [SM=x43799]

Un errore in cui cadono i critici più superficiali ed arroganti è quello di cassare frettolosamente un Premio Nobel come Saramago da un solo tassello della sua vasta e variegata opera.
Dinanzi ad un pensatore di tale intensità l'approccio analitico dovrebbe essere più appassionato e meno strumentale, meno proteso alla ricerca di qualsiasi appiglio utile a dimostrare le tesi preconcette e alla denigrazione.

Non so te, ma a me dà molta irritazione veder chiosare su qualcuno di cui non si conosce nemmeno la metà della sua vita, riflessioni, opere...
d'altra parte Vaticano e accoliti vari hanno già dimostrato di prendere clamorose cantonate, dal recente scandalo di Marcial Maciel Degolado (Legionari di Cristo e Regnum Christi) a Monso.Paul Marcinkus (scandalo IOR-Banca del Vaticano), da Galileo a Giordano Bruno, etc.

Mi consola il fatto che questi strali del Vaticano non faranno altro che pubblicità all'opera di Saramago.
Riposi in Pace. [SM=x43639]
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