Djannino unchained

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connormaclaud
00domenica 10 febbraio 2013 17:02


[SM=g2725400]
WeAreNemesis
00domenica 10 febbraio 2013 18:33
NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO xD
fridafrida
00domenica 10 febbraio 2013 20:22
Re:
Una personcina distinta,non c'è che dire!Abbiamo ampiamente superato la soglia del ridicolo!Poi però a me- generico- si impone la serietà.
Viva L'Italia e le sue contraddizioni!.
Erossina89
00domenica 10 febbraio 2013 20:23
[SM=g51998] [SM=g51998] [SM=g51998]
connormaclaud
00domenica 10 febbraio 2013 22:59
Re: Re:
fridafrida, 10/02/2013 20:22:

Una personcina distinta,non c'è che dire!Abbiamo ampiamente superato la soglia del ridicolo!Poi però a me- generico- si impone la serietà.
Viva L'Italia e le sue contraddizioni!.




pardon?
giusperito
00lunedì 11 febbraio 2013 11:14
secondo me frida crede sia davvero giannino
fridafrida
00lunedì 11 febbraio 2013 11:29
Re: Re: Re:
"Una personcina distinta,non c'è che dire!"= Mi riferisco a Giannino e al suo indecoroso abbigliamento,il tutto in chiave ironica.

"Abbiamo ampiamente superato la soglia del ridicolo!"= Ho ripensato ad un commento del Der Spiegel sull'attuale "spettacolo elettorale" cui stiamo assistendo, dallo stesso definito SURREALE. Il pensiero è venuto in automatico,considerando che Giannino si propone come una delle alternative di voto.

"Poi però a me- generico- si impone la serietà"= In considerazione del pensiero di cui sopra,ho ampliato la mia riflessione.Da tempo ho come l'impressione che in Italia imperversi una rappresentanza politica da boutade (non solo quella di Berlusconi),che poco o nulla ha a che fare con la serietà.
Quella stessa serietà che però, per altri versi ,viene elevata a parametro di valutazione:nel mondo del lavoro,nello studio e via dicendo.
In conclusione mi sento (ma il me voleva essere generico,riferibile un po' a chiunque) come chi si impone la serietà in un pease di pagliacci (quelli a livello istituzionale) e di coglioni ridanciani(quelli che li sostengono).
Se non è una contraddizione questa!

Ps.Risulta più chiaro ora?



fridafrida
00lunedì 11 febbraio 2013 11:32
Re:
giusperito, 11/02/2013 11:14:

secondo me frida crede sia davvero giannino



Per come si veste Giannino,poteva essere plausibile :D
giusperito
00lunedì 11 febbraio 2013 12:01
Si... effettivamente hai ragione, ma non lo faccio così abbronzato e palestrato [SM=g2725400]


Il suo look è particolare, però la differenza la fanno le idee. Non dimentichiamo che i pagliacci sono solitamente vestiti bene.
gio.gil
00lunedì 11 febbraio 2013 12:12
Re:
giusperito, 11/02/2013 12:01:

Si... effettivamente hai ragione, ma non lo faccio così abbronzato e palestrato [SM=g2725400]


Il suo look è particolare, però la differenza la fanno le idee. Non dimentichiamo che i pagliacci sono solitamente vestiti bene.




questa è l'eccezione che conferma la regola:un pagliaccio che si veste una chiavica

p.s. ovviamente mi riferisco a Giannino(ma quello vero)
fridafrida
00lunedì 11 febbraio 2013 12:20
Re:
giusperito, 11/02/2013 12:01:

Si... effettivamente hai ragione, ma non lo faccio così abbronzato e palestrato [SM=g2725400]


Il suo look è particolare, però la differenza la fanno le idee. Non dimentichiamo che i pagliacci sono solitamente vestiti bene.




Giusperito,ho approfittato del post di Connor per parlare del Giannino reale e di tanti altri pagliacci come lui.Il suo abbiagliamento lo considero un valore aggiunto a quanto di pagliaccesco propone,mettiamola così. [SM=x43812]
giusperito
00lunedì 11 febbraio 2013 13:40
Posso capire che non condivida il suo programma. Legittimo, benché sarebbe interessante discuterne.
Non capisco, però, l'appellativo. Con pagliaccio ci si riferisce a "chi manca di serietà e coerenza" (da dizionario).
Nel caso di Giannino proprio questa critica credo sia immeritata. Diversamente in riferimento a cosa ha mancato di serietà e coerenza?
fridafrida
00lunedì 11 febbraio 2013 14:32
Re:
giusperito, 11/02/2013 13:40:

Posso capire che non condivida il suo programma. Legittimo, benché sarebbe interessante discuterne.
Non capisco, però, l'appellativo. Con pagliaccio ci si riferisce a "chi manca di serietà e coerenza" (da dizionario).
Nel caso di Giannino proprio questa critica credo sia immeritata. Diversamente in riferimento a cosa ha mancato di serietà e coerenza?




Giusperito,non discuto dell'uomo (a parte l'abito,ma come si sa l'abito non fa il monaco),discuto sempre e soltanto delle idee.
In questo caso specifico,del suo programma elettorale.
L'appellativo era da intendersi in tal senso.


p.s. non volevo costringerti ad una rilettura del dizionario. [SM=g2725292]
gio.gil
00lunedì 11 febbraio 2013 17:32
ad esempio la sceneggiata (che fortunatamente non fa più) di incatenarsi davanti alla telecamera dicendo che voleva assomigliare agli imprenditori oberati dalle tasse. Una mia zia che l'ha visto fare questa pagliacciata ha molto pragmaticamente esclamato:' c mancav sul chist atu strunz!':)
cmq non mi sembra di essere l'unico a pensarla cos'ì
www.ilsecoloxix.it/p/italia/2013/01/29/APdiLqbE-giannino_porta_incate...
.pisicchio.
00lunedì 11 febbraio 2013 20:03

Ditemi chi sarebbe un candidato più serio e qualificato di Giannino. Vi prego ditemi dove posso trovare un programma più dettagliato, con numeri più precisi su risorse finanziarie, privatizzazioni, liberalizzazioni etc.

Siete giovani eppure certe allusioni sull'abbigliamento non le farebbe manco mio padre che ha 70 anni...

ps: a volte dimentico che questo è il paese che ha preferito Bersani a Renzi e che continuerà ad attribuire il 20% delle preferenze a Berlusconi...

.pisicchio.
00lunedì 11 febbraio 2013 20:07
Consiglio:

andatevi a leggere i programmi su internet. Cercate di capire se si tratta di promesse vaghe oppure del risultato di studi seri. Andate a cercare il cv dei vostri candidati. Cercate di comprendere quanto tempo della loro vita abbiano trascorso sui libri e/o nel mondo del lavoro. Cercate di capire se fanno lo stesso lavoro dei padri e se sono stati in grado di emanciparsi da soli piuttosto che di crescere in una sede di partito senza risolvere un cazzo.

Finito lo sfogo.

Scusate.

Buon voto.
trixam
00lunedì 11 febbraio 2013 20:20
Sottoscrivo(come quasi sempre) gli sfoghi di Pisicchio.

fridafrida
00lunedì 11 febbraio 2013 20:42
Re:
.pisicchio., 11/02/2013 20:03:


Ditemi chi sarebbe un candidato più serio e qualificato di Giannino. Vi prego ditemi dove posso trovare un programma più dettagliato, con numeri più precisi su risorse finanziarie, privatizzazioni, liberalizzazioni etc.

Siete giovani eppure certe allusioni sull'abbigliamento non le farebbe manco mio padre che ha 70 anni...

ps: a volte dimentico che questo è il paese che ha preferito Bersani a Renzi e che continuerà ad attribuire il 20% delle preferenze a Berlusconi...






Chiarisco: Non posso esserti d'aiuto Pisicchio.Non ho candidati o preferenze da esprimerti.Nel calderone ci butto chiunque.Non mi piace questa politica italiana.Non la ritengo credibile. Non mi rappresenta.
Non apprezzo neppure la tua presunzione,sia chiaro.
Da ultimo, mi reputo libera di considerare l'abbigliamento dandy di Giannino non conforme ai miei gusti,senza che nessuno mi faccia la morale!.
Auguri a te e al tuo prescelto.
A.Cosentino
00lunedì 11 febbraio 2013 20:52
Voteremo Giannino......
giusperito
00martedì 12 febbraio 2013 09:11
Frida,
se ti riferisci al programma potremmo provare a discuterne. Cos'è che rende il programma di Fare una pagliacciata?
.pisicchio.
00martedì 12 febbraio 2013 12:03
Re: Re:
fridafrida, 11/02/2013 20:42:





Chiarisco: Non posso esserti d'aiuto Pisicchio.Non ho candidati o preferenze da esprimerti.Nel calderone ci butto chiunque.Non mi piace questa politica italiana.Non la ritengo credibile. Non mi rappresenta.
Non apprezzo neppure la tua presunzione,sia chiaro.
Da ultimo, mi reputo libera di considerare l'abbigliamento dandy di Giannino non conforme ai miei gusti,senza che nessuno mi faccia la morale!.
Auguri a te e al tuo prescelto.




Giannino è un pagliaccio. Io un presuntuoso. E siamo a due insulti.

Mi chiedo: c'è qualcosa nel merito dei programmi che ritieni deplorevole?


fridafrida
00martedì 12 febbraio 2013 13:41
Re: Re: Re:

Allora Giusperito e Pisicchio(al quale chiedo scusa per l'offesa,a patto che la prossima volta eviti sfoghi pubblici additando gente che non conosce,di essere superficiale) con molta pazienza, mi sono letta tutte le dieci proposte e approfondimenti.
Per sommi capi, perché non ho avuto tempo e voglia di analizzare ulteriormente, ti riporto le obiezioni.
Faccio una premessa importante, sono tendenzialmente "sinistroide", ed utilizzo questo termine in senso spregiativo, non con riferimento alla mia persona, ma ad una sinistra che ha smesso i panni della sinistra, per divenire una coalizione non ben identificata, un'accozzaglia populista, che cerca alleanze e consenso al grido " Votare il pd è l'unica alternativa al berlusconismo" e così ha portato avanti una "stupenda" campagna elettorale datata 2013.
Alle primarie del Pd favoreggiavo per Renzi, perché un giovane uomo fresco, innovativo e contrario a D'Alema -anche se troppo mediatico e caldeggiato da certa imprenditoria- avrebbe potuto sollevare la miserabile caduta del partito democratico. Ma ha vinto la gerarchia, quella dei vecchi volponi, tanto per intenderci.
Questa premessa l'ho ritenuta importante per rendervi consapevole che parto tendenzialmente contraria a personaggi esponenti dell'economia e della finanza, ma non per questo resto acritica di fronte a quella politica che, in teoria, avrebbe dovuto rappresentarmi.
Per non parlare delle altre proposte e discese in campo, quali Ingroia, Grillo ecc..Preferisco un no comment.

Tanto premesso, veniamo a noi.

Nell'analizzare il programma di Giannino & Co., dopo averlo letto, mi sono aiutata col web (abbiate pazienza, ma un'analisi più personalizzata,avrebbe imposto tempi che non posso sottrarre allo studio) ed ho trovato spunti interessanti, che riassumono la mia idea al riguardo e che pertanto condivido.

Ne riporto alcuni:


1) Ridurre l’ammontare del debito pubblico: è possibile scendere rapidamente sotto la soglia simbolica del 100% del PIL anche attraverso alienazioni del patrimonio pubblico, composto sia da immobili non vincolati sia da imprese o quote di esse.

A partire dagli anni '90 , L'italia ha realizzato un’enorme dismissione di partecipazioni statali, tra cui:
1)Alimentari: Sme, Gs, Autogrill, Cirio Bertolli De Rica, Pavesi
2)Siderurgia, alluminio, vetro: Italsider, Acciarieri di Terni, Dalmine, Acciaierie e Ferriere di Piombino, Csc, Alumix, Cementir, Siv
3)Chimica: Montefibre, Enichem Augusta, Inca International, Alcantara
4)Meccanica ed elettromeccanica: Nuovo Pignone, Italimpianti, Elsag Bailey Process Automation, Savio Macchine Tessili, Esaote Biomedica, VitroselEnia, Dea, Alenia Marconi Communication
5)Costruzioni: Società Italiana per Condotte d’Acqua
6)TLC: Telecom Italia
7)Editoria e pubblicità: Seat Pagine Gialle, Editrice Il Giorno, Nuova Same
8)Banche e assicurazioni: BNL, INA, IMI, ecc.
9)Trasporti: Società Autostrade

Negli anni 2000, inoltre, il governo ha messo sul mercato ingenti quantità di immobili di proprietà dello stato.

Questo non ha fatto “scendere rapidamente” il debito pubblico, visto anche che molte di queste società sono state vendute a prezzi bassi a causa della crisi degli inizi degli anni ’90.

Il risultato netto di queste privatizzazioni è che oggi le imprese italiane che hanno una qualche rilevanza internazionale sono solo le due principali aziende ancora controllate dallo stato: Eni ed Enel. L’esatto opposto di quello che i promotori dell’appello sostengono riguardo la presunta efficienza del privato e la irriformabile inefficienza del pubblico.

(vedere link-voce Eni)
www.economist.com/blogs/graphicdetail/2012/07/focus-1



2) Ridurre la spesa pubblica di almeno 6 punti percentuali del PIL nell’arco di 5 anni. La spending review deve costituire il primo passo di un ripensamento complessivo della spesa, a partire dai costi della casta politico-burocratica e dai sussidi alle imprese (inclusi gli organi di informazione). Ripensare in modo organico le grandi voci di spesa, quali sanità e istruzione, introducendo meccanismi competitivi all’interno di quei settori. Riformare il sistema pensionistico per garantire vera equità inter—e intra—generazionale.

Al di là degli ammiccamenti populisti (“i costi della casta politico-burocratica”; chissà perché non i costi della casta degli economisti che sbagliano le previsioni) il punto centrale è “Ripensare in modo organico le grandi voci di spesa, quali sanità e istruzione”. Ma la nostra spesa sanitaria non è affatto eccessiva, anzi è sotto la media OCSE. Addirittura è minore della sola spesa pubblica pro-capite negli Stati Uniti, assicurando però una copertura maggiore, ed è inferiore a quella di paesi come il Regno Unito, il Canada, la Francia, la Germania.

(vedere grafico :Spesa sanitaria procapite pubblica e privata; fonte OCSE 2007, elaborazione Sole24Ore)

Riguardo i sussidi alle imprese: i soldi non bastano. Prima serve quell'infrastruttura fondamentale che si chiama legalità e poi sicurezza. Senza di loro nessun investimento finisce per raggiungere alcun risultato.


3) Ridurre la pressione fiscale complessiva di almeno 5 punti in 5 anni, dando la priorità alla riduzione delle imposte sul reddito da lavoro e d’impresa. Semplificare il sistema tributario e combattere l’evasione fiscale destinando il gettito alla riduzione delle imposte.

Tutti vogliamo meno tasse. Il problema è fare in modo che il maggiore reddito disponibile non finisca in risparmio. Per ora quel che succede è che lo Stato preleva dalle tasche degli italiani troppo e lo destina in quantità sempre crescenti a pagare gli interessi ai rentier (sia italiani che stranieri) detentori di titoli di stato. Forse sarebbe il caso di analizzare come risolvere questo problema, dopodiché abbassare le tasse sarà facile senza compromettere i servizi.


4) Liberalizzare rapidamente i settori ancora non pienamente concorrenziali quali, a titolo di esempio: trasporti, energia, poste, telecomunicazioni, servizi professionali e banche (inclusi gli assetti proprietari). Privatizzare le imprese pubbliche con modalità e obiettivi pro-concorrenziali nei rispettivi settori. Inserire nella Costituzione il principio della concorrenza come metodo di funzionamento del sistema economico, contro privilegi e monopoli d’ogni sorta. Privatizzare la RAI, abolire canone e tetto pubblicitario, eliminare il duopolio imperfetto su cui il settore si regge favorendo la concorrenza. Affidare i servizi pubblici, incluso quello radiotelevisivo, tramite gara fra imprese concorrenti.

La concorrenza nei trasporti ferroviari c’è da alcuni mesi: il risultato è che le tariffe standard sono sostanzialmente le stesse tra operatore pubblico e privato, mentre le FS, pressate dalla concorrenza, sono indotte a ridurre i servizi meno remunerativi (treni notte, trasporto locale).

Privatizzare la RAI comporterebbe non tanto la svendita della Rai quanto il suo definitivo smantellamento.
Non sarebbe meglio, e utile per tutti, piuttosto che dissolverla, liberarla dall’assedio dei partiti e riformarla affinché possa assumere un’autentica funzione di servizio pubblico e un ruolo trainante nel sistema italiano della comunicazione?

Quanto alle altre privatizzazioni, va aggiunto che questo è senz’altro il momento meno indicato a causa della svalutazione delle nostre imprese, che già sta favorendo importanti acquisizioni estere.


5) Sostenere i livelli di reddito di chi momentaneamente perde il lavoro anziché tutelare il posto di lavoro esistente o le imprese inefficienti. Tutti i lavoratori, indipendentemente dalla dimensione dell’impresa in cui lavoravano, devono godere di un sussidio di disoccupazione e di strumenti di formazione che permettano e incentivino la ricerca di un nuovo posto di lavoro quando necessario, scoraggiando altresì la cultura della dipendenza dallo Stato. Il pubblico impiego deve essere governato dalle stesse norme che sovrintendono al lavoro privato introducendo maggiore flessibilità sia del rapporto di lavoro che in costanza del rapporto di lavoro.

Dal 2003 l’Italia ha diminuito le protezioni dai licenziamenti (cioè ha aumentato la flessibilità) più di ogni altro paese OCSE. Il risultato è che l’occupazione non è aumentata, l’incertezza è diventata la condizione standard del lavoratore, i figli guadagnano meno dei padri. Ovviamente non si è proceduto ad alcuna compensazione in termini di welfare: difficile sostenere contemporaneamente che occorre diminuire la spesa pubblica mentre si propongono misure che la farebbero aumentare a dismisura. A meno che tali costi non siano a carico di imprese e lavoratori, ovvero si trasformino in un aumento dei contributi (quindi dell’imposizione). Ma non si era detto al punto 3) di diminuire la tassazione su lavoro e imprese?



6) Adottare immediatamente una legislazione organica sui conflitti d’interesse.

"In Italia il problema del conflitto di interessi nel rapporto tra interessi pubblici e privati ha assunto notorietà nazionale da quando Silvio Berlusconi ha preso parte alla campagna elettorale del 1994".
Da allora tante parole e niente fatti. Ergo FUFFA!. E non sarà Giannino a convincermi del contrario, è argomento riciclato ad ogni tornata elettorale.Ogni tanto ripescato dal cassetto dei ricordi.



7) Far funzionare la giustizia. Riformare il codice di procedura e la carriera dei magistrati, con netta distinzione dei percorsi e avanzamento basato sulla performance; no agli avanzamenti di carriera dovuti alla sola anzianità. Introdurre e sviluppare forme di specializzazione che siano in grado di far crescere l’efficienza e la prevedibilità delle decisioni. Difendere l’indipendenza di tutta la magistratura, sia inquirente che giudicante. Assicurare la terzietà dei procedimenti disciplinari a carico dei magistrati. Gestione professionale dei tribunali generalizzando i modelli adottati in alcuni di essi. Assicurare la certezza della pena da scontare in un sistema carcerario umanizzato.

Un sistema carcerario umanizzato richiede più spesa, ma non possiamo farla perché il punto 2) dice che dobbiamo ridurla.

Che significa "introdurre e sviluppare forme di specializzazione che siano in grado di far crescere ....la prevedibilità delle decisoni"?


8) Liberare le potenzialità di crescita, lavoro e creatività dei giovani e delle donne, oggi in gran parte esclusi dal mercato del lavoro e dagli ambiti più rilevanti del potere economico e politico. Non esiste una singola misura in grado di farci raggiungere questo obiettivo; occorre agire per eliminare il dualismo occupazionale, scoraggiare la discriminazione di età e sesso nel mondo del lavoro, offrire strumenti di assicurazione contro la disoccupazione, facilitare la creazione di nuove imprese, permettere effettiva mobilità meritocratica in ogni settore dell’economia e della società e, finalmente, rifondare il sistema educativo.


“Eliminare il dualismo occupazionale” richiederebbe dare ai giovani le stesse garanzie dei padri. Ma questo è l’opposto di quanto affermato in precedenza. L’alternativa è fare il contrario, ovvero togliere garanzie ai lavoratori a tempo indeterminato, come si è iniziato a fare con la riforma dell’art.18. Ma come questo aiuterebbe i giovani è difficile immaginarlo. Riguardo gli “strumenti di assicurazione contro la disoccupazione” si è già detto.

“Facilitare la creazione di nuove imprese”: è stato già fatto. Ora si può aprire un’impresa con un solo euro. Trovare un cliente che si fidi di una società senza capitali è altro discorso. Peraltro il problema del nostro paese è l’esatto opposto: ci sono troppe aziende e troppo piccole per realizzare quelle necessarie economie di scala che permettano l’aumento della produttività.


9) Ridare alla scuola e all’università il ruolo, perso da tempo, di volani dell’emancipazione socio-economica delle nuove generazioni. Non si tratta di spendere di meno, occorre anzi trovare le risorse per spendere di più in educazione e ricerca. Però, prima di aggiungere benzina nel motore di una macchina che non funziona, occorre farla funzionare bene. Questo significa spendere meglio e più efficacemente le risorse già disponibili. Vanno pertanto introdotti cambiamenti sistemici: la concorrenza fra istituzioni scolastiche e la selezione meritocratica di docenti e studenti devono trasformarsi nelle linee guida di un rinnovato sistema educativo. Va abolito il valore legale del titolo di studio.


Ma come, non si era detto al punto 2) che bisogna intervenire anche sull’istruzione per ridurre le spese? Riguardo all’abolizione del valore legale del titolo di studio, gli unici che se ne avvantaggerebbero sono le scuole e le università private, come accade negli Stati Uniti.
Peraltro mi preme di ricordare che l'abolizione del valore legale del titolo di studio era auspicata dalla loggia P2 nel Piano di rinascita democratica.Ergo una proposta da MASSONI.



10) Introdurre il vero federalismo con l’attribuzione di ruoli chiari e coerenti ai diversi livelli di governo. Un federalismo che assicuri ampia autonomia sia di spesa che di entrata agli enti locali rilevanti ma che, al tempo stesso, punisca in modo severo gli amministratori di quegli enti che non mantengono il pareggio di bilancio rendendoli responsabili, di fronte ai propri elettori, delle scelte compiute. Totale trasparenza dei bilanci delle pubbliche amministrazioni e delle società partecipate da enti pubblici con l’obbligo della loro pubblicazione sui rispettivi siti Internet. La stessa “questione meridionale” va affrontata in questo contesto, abbandonando la dannosa e fallimentare politica di sussidi seguita nell’ultimo mezzo secolo.


Il federalismo porta ad aumentare l’inefficienza moltiplicando i centri di spesa e di decisione. Non a caso infatti nella spending review si è puntato molto sugli acquisti centralizzati. Si guardi alle Regioni che già oggi sono più autonome, come la Val d’Aosta e la Sicilia: non esattamente un modello in termini di efficienza. Certo, il manifesto parla di “pareggio di bilancio”, ma dare alle Regioni una più ampia autonomia in termini di entrate significa una cosa semplice: più tasse. Darla in termini di spesa significa più spesa, magari in prebende agli amici degli amici, come ci ricordano sempre gli stessi firmatari del manifesto. Il pareggio di bilancio si fa anche tassando al 100% i redditi privati e spendendo il 100% degli introiti: gli estensori dell’appello vogliono una repubblica federale socialista?

La strada è semmai opposta, a partire dall’abolizione delle province (tutte).




Questo è quanto. In sostanza Giannino non può rappresentarmi. Ho letto Gius, che corri per la lista di questo partito, che attualmente si aggira attorno al 2,0% dei consensi. Non è un voto sprecato? piccola provocazione ; )

George.Stobbart
00martedì 12 febbraio 2013 14:39
Devo ammettere che non conoscevo il programma politico di Giannino, ma adesso che l' ho letto penso solo che sono "parole parole parole"...ovviamente un piccolo beneficio del dubbio glielo voglio dare, dato che è un partito nuovo, ma comunque ci sono tanti punti in questo programma sui quali non sono per niente d' accordo, in primis le privatizzazioni e le dismissioni di aziende o beni dello Stato. Non è così che si risolvono i problemi e già ne abbiamo ampia documentazione, e nemmeno liberalizzando quei settori di cui si parla al punto 4. Parlando di federalismo, cosa abbiamo ottenuto fino a questo punto seguendo questa strada? Solo un ibrido senza senso che non ha apportato vantaggi sostanziali alla nostra nazione. Invece di tagliare e privatizzare, perchè non si pensa prima a far funzionare ciò che già esiste e che potrebbe essere l' eccellenza italiana (vedi la sanità)? Perchè non si investono risorse per far emergere gli evasori, in modo da tagliare le tasse in maniera sensata? Inoltre, perchè mi sembra che tutte le forze politiche abbiano fatto copia/incolla dei programmi? Dicono tutti le stesse cose sostanzialmente. Il problema è che quando posano il sedere su quelle "sedie" i programmi vengono dettati dalle opportunità e dagli accordi sottobanco...
trixam
00martedì 12 febbraio 2013 16:02
Re: Re: Re: Re:
fridafrida, 12/02/2013 13:41:


Allora Giusperito e Pisicchio(al quale chiedo scusa per l'offesa,a patto che la prossima volta eviti sfoghi pubblici additando gente che non conosce,di essere superficiale) con molta pazienza, mi sono letta tutte le dieci proposte e approfondimenti.
Per sommi capi, perché non ho avuto tempo e voglia di analizzare ulteriormente, ti riporto le obiezioni.
Faccio una premessa importante, sono tendenzialmente "sinistroide", ed utilizzo questo termine in senso spregiativo, non con riferimento alla mia persona, ma ad una sinistra che ha smesso i panni della sinistra, per divenire una coalizione non ben identificata, un'accozzaglia populista, che cerca alleanze e consenso al grido " Votare il pd è l'unica alternativa al berlusconismo" e così ha portato avanti una "stupenda" campagna elettorale datata 2013.
Alle primarie del Pd favoreggiavo per Renzi, perché un giovane uomo fresco, innovativo e contrario a D'Alema -anche se troppo mediatico e caldeggiato da certa imprenditoria- avrebbe potuto sollevare la miserabile caduta del partito democratico. Ma ha vinto la gerarchia, quella dei vecchi volponi, tanto per intenderci.
Questa premessa l'ho ritenuta importante per rendervi consapevole che parto tendenzialmente contraria a personaggi esponenti dell'economia e della finanza, ma non per questo resto acritica di fronte a quella politica che, in teoria, avrebbe dovuto rappresentarmi.
Per non parlare delle altre proposte e discese in campo, quali Ingroia, Grillo ecc..Preferisco un no comment.

Tanto premesso, veniamo a noi.

Nell'analizzare il programma di Giannino & Co., dopo averlo letto, mi sono aiutata col web (abbiate pazienza, ma un'analisi più personalizzata,avrebbe imposto tempi che non posso sottrarre allo studio) ed ho trovato spunti interessanti, che riassumono la mia idea al riguardo e che pertanto condivido.

Ne riporto alcuni:


1) Ridurre l’ammontare del debito pubblico: è possibile scendere rapidamente sotto la soglia simbolica del 100% del PIL anche attraverso alienazioni del patrimonio pubblico, composto sia da immobili non vincolati sia da imprese o quote di esse.

A partire dagli anni '90 , L'italia ha realizzato un’enorme dismissione di partecipazioni statali, tra cui:
1)Alimentari: Sme, Gs, Autogrill, Cirio Bertolli De Rica, Pavesi
2)Siderurgia, alluminio, vetro: Italsider, Acciarieri di Terni, Dalmine, Acciaierie e Ferriere di Piombino, Csc, Alumix, Cementir, Siv
3)Chimica: Montefibre, Enichem Augusta, Inca International, Alcantara
4)Meccanica ed elettromeccanica: Nuovo Pignone, Italimpianti, Elsag Bailey Process Automation, Savio Macchine Tessili, Esaote Biomedica, VitroselEnia, Dea, Alenia Marconi Communication
5)Costruzioni: Società Italiana per Condotte d’Acqua
6)TLC: Telecom Italia
7)Editoria e pubblicità: Seat Pagine Gialle, Editrice Il Giorno, Nuova Same
8)Banche e assicurazioni: BNL, INA, IMI, ecc.
9)Trasporti: Società Autostrade

Negli anni 2000, inoltre, il governo ha messo sul mercato ingenti quantità di immobili di proprietà dello stato.

Questo non ha fatto “scendere rapidamente” il debito pubblico, visto anche che molte di queste società sono state vendute a prezzi bassi a causa della crisi degli inizi degli anni ’90.

Il risultato netto di queste privatizzazioni è che oggi le imprese italiane che hanno una qualche rilevanza internazionale sono solo le due principali aziende ancora controllate dallo stato: Eni ed Enel. L’esatto opposto di quello che i promotori dell’appello sostengono riguardo la presunta efficienza del privato e la irriformabile inefficienza del pubblico.

(vedere link-voce Eni)
www.economist.com/blogs/graphicdetail/2012/07/focus-1



2) Ridurre la spesa pubblica di almeno 6 punti percentuali del PIL nell’arco di 5 anni. La spending review deve costituire il primo passo di un ripensamento complessivo della spesa, a partire dai costi della casta politico-burocratica e dai sussidi alle imprese (inclusi gli organi di informazione). Ripensare in modo organico le grandi voci di spesa, quali sanità e istruzione, introducendo meccanismi competitivi all’interno di quei settori. Riformare il sistema pensionistico per garantire vera equità inter—e intra—generazionale.

Al di là degli ammiccamenti populisti (“i costi della casta politico-burocratica”; chissà perché non i costi della casta degli economisti che sbagliano le previsioni) il punto centrale è “Ripensare in modo organico le grandi voci di spesa, quali sanità e istruzione”. Ma la nostra spesa sanitaria non è affatto eccessiva, anzi è sotto la media OCSE. Addirittura è minore della sola spesa pubblica pro-capite negli Stati Uniti, assicurando però una copertura maggiore, ed è inferiore a quella di paesi come il Regno Unito, il Canada, la Francia, la Germania.

(vedere grafico :Spesa sanitaria procapite pubblica e privata; fonte OCSE 2007, elaborazione Sole24Ore)

Riguardo i sussidi alle imprese: i soldi non bastano. Prima serve quell'infrastruttura fondamentale che si chiama legalità e poi sicurezza. Senza di loro nessun investimento finisce per raggiungere alcun risultato.


3) Ridurre la pressione fiscale complessiva di almeno 5 punti in 5 anni, dando la priorità alla riduzione delle imposte sul reddito da lavoro e d’impresa. Semplificare il sistema tributario e combattere l’evasione fiscale destinando il gettito alla riduzione delle imposte.

Tutti vogliamo meno tasse. Il problema è fare in modo che il maggiore reddito disponibile non finisca in risparmio. Per ora quel che succede è che lo Stato preleva dalle tasche degli italiani troppo e lo destina in quantità sempre crescenti a pagare gli interessi ai rentier (sia italiani che stranieri) detentori di titoli di stato. Forse sarebbe il caso di analizzare come risolvere questo problema, dopodiché abbassare le tasse sarà facile senza compromettere i servizi.


4) Liberalizzare rapidamente i settori ancora non pienamente concorrenziali quali, a titolo di esempio: trasporti, energia, poste, telecomunicazioni, servizi professionali e banche (inclusi gli assetti proprietari). Privatizzare le imprese pubbliche con modalità e obiettivi pro-concorrenziali nei rispettivi settori. Inserire nella Costituzione il principio della concorrenza come metodo di funzionamento del sistema economico, contro privilegi e monopoli d’ogni sorta. Privatizzare la RAI, abolire canone e tetto pubblicitario, eliminare il duopolio imperfetto su cui il settore si regge favorendo la concorrenza. Affidare i servizi pubblici, incluso quello radiotelevisivo, tramite gara fra imprese concorrenti.

La concorrenza nei trasporti ferroviari c’è da alcuni mesi: il risultato è che le tariffe standard sono sostanzialmente le stesse tra operatore pubblico e privato, mentre le FS, pressate dalla concorrenza, sono indotte a ridurre i servizi meno remunerativi (treni notte, trasporto locale).

Privatizzare la RAI comporterebbe non tanto la svendita della Rai quanto il suo definitivo smantellamento.
Non sarebbe meglio, e utile per tutti, piuttosto che dissolverla, liberarla dall’assedio dei partiti e riformarla affinché possa assumere un’autentica funzione di servizio pubblico e un ruolo trainante nel sistema italiano della comunicazione?

Quanto alle altre privatizzazioni, va aggiunto che questo è senz’altro il momento meno indicato a causa della svalutazione delle nostre imprese, che già sta favorendo importanti acquisizioni estere.


5) Sostenere i livelli di reddito di chi momentaneamente perde il lavoro anziché tutelare il posto di lavoro esistente o le imprese inefficienti. Tutti i lavoratori, indipendentemente dalla dimensione dell’impresa in cui lavoravano, devono godere di un sussidio di disoccupazione e di strumenti di formazione che permettano e incentivino la ricerca di un nuovo posto di lavoro quando necessario, scoraggiando altresì la cultura della dipendenza dallo Stato. Il pubblico impiego deve essere governato dalle stesse norme che sovrintendono al lavoro privato introducendo maggiore flessibilità sia del rapporto di lavoro che in costanza del rapporto di lavoro.

Dal 2003 l’Italia ha diminuito le protezioni dai licenziamenti (cioè ha aumentato la flessibilità) più di ogni altro paese OCSE. Il risultato è che l’occupazione non è aumentata, l’incertezza è diventata la condizione standard del lavoratore, i figli guadagnano meno dei padri. Ovviamente non si è proceduto ad alcuna compensazione in termini di welfare: difficile sostenere contemporaneamente che occorre diminuire la spesa pubblica mentre si propongono misure che la farebbero aumentare a dismisura. A meno che tali costi non siano a carico di imprese e lavoratori, ovvero si trasformino in un aumento dei contributi (quindi dell’imposizione). Ma non si era detto al punto 3) di diminuire la tassazione su lavoro e imprese?



6) Adottare immediatamente una legislazione organica sui conflitti d’interesse.

"In Italia il problema del conflitto di interessi nel rapporto tra interessi pubblici e privati ha assunto notorietà nazionale da quando Silvio Berlusconi ha preso parte alla campagna elettorale del 1994".
Da allora tante parole e niente fatti. Ergo FUFFA!. E non sarà Giannino a convincermi del contrario, è argomento riciclato ad ogni tornata elettorale.Ogni tanto ripescato dal cassetto dei ricordi.



7) Far funzionare la giustizia. Riformare il codice di procedura e la carriera dei magistrati, con netta distinzione dei percorsi e avanzamento basato sulla performance; no agli avanzamenti di carriera dovuti alla sola anzianità. Introdurre e sviluppare forme di specializzazione che siano in grado di far crescere l’efficienza e la prevedibilità delle decisioni. Difendere l’indipendenza di tutta la magistratura, sia inquirente che giudicante. Assicurare la terzietà dei procedimenti disciplinari a carico dei magistrati. Gestione professionale dei tribunali generalizzando i modelli adottati in alcuni di essi. Assicurare la certezza della pena da scontare in un sistema carcerario umanizzato.

Un sistema carcerario umanizzato richiede più spesa, ma non possiamo farla perché il punto 2) dice che dobbiamo ridurla.

Che significa "introdurre e sviluppare forme di specializzazione che siano in grado di far crescere ....la prevedibilità delle decisoni"?


8) Liberare le potenzialità di crescita, lavoro e creatività dei giovani e delle donne, oggi in gran parte esclusi dal mercato del lavoro e dagli ambiti più rilevanti del potere economico e politico. Non esiste una singola misura in grado di farci raggiungere questo obiettivo; occorre agire per eliminare il dualismo occupazionale, scoraggiare la discriminazione di età e sesso nel mondo del lavoro, offrire strumenti di assicurazione contro la disoccupazione, facilitare la creazione di nuove imprese, permettere effettiva mobilità meritocratica in ogni settore dell’economia e della società e, finalmente, rifondare il sistema educativo.


“Eliminare il dualismo occupazionale” richiederebbe dare ai giovani le stesse garanzie dei padri. Ma questo è l’opposto di quanto affermato in precedenza. L’alternativa è fare il contrario, ovvero togliere garanzie ai lavoratori a tempo indeterminato, come si è iniziato a fare con la riforma dell’art.18. Ma come questo aiuterebbe i giovani è difficile immaginarlo. Riguardo gli “strumenti di assicurazione contro la disoccupazione” si è già detto.

“Facilitare la creazione di nuove imprese”: è stato già fatto. Ora si può aprire un’impresa con un solo euro. Trovare un cliente che si fidi di una società senza capitali è altro discorso. Peraltro il problema del nostro paese è l’esatto opposto: ci sono troppe aziende e troppo piccole per realizzare quelle necessarie economie di scala che permettano l’aumento della produttività.


9) Ridare alla scuola e all’università il ruolo, perso da tempo, di volani dell’emancipazione socio-economica delle nuove generazioni. Non si tratta di spendere di meno, occorre anzi trovare le risorse per spendere di più in educazione e ricerca. Però, prima di aggiungere benzina nel motore di una macchina che non funziona, occorre farla funzionare bene. Questo significa spendere meglio e più efficacemente le risorse già disponibili. Vanno pertanto introdotti cambiamenti sistemici: la concorrenza fra istituzioni scolastiche e la selezione meritocratica di docenti e studenti devono trasformarsi nelle linee guida di un rinnovato sistema educativo. Va abolito il valore legale del titolo di studio.


Ma come, non si era detto al punto 2) che bisogna intervenire anche sull’istruzione per ridurre le spese? Riguardo all’abolizione del valore legale del titolo di studio, gli unici che se ne avvantaggerebbero sono le scuole e le università private, come accade negli Stati Uniti.
Peraltro mi preme di ricordare che l'abolizione del valore legale del titolo di studio era auspicata dalla loggia P2 nel Piano di rinascita democratica.Ergo una proposta da MASSONI.



10) Introdurre il vero federalismo con l’attribuzione di ruoli chiari e coerenti ai diversi livelli di governo. Un federalismo che assicuri ampia autonomia sia di spesa che di entrata agli enti locali rilevanti ma che, al tempo stesso, punisca in modo severo gli amministratori di quegli enti che non mantengono il pareggio di bilancio rendendoli responsabili, di fronte ai propri elettori, delle scelte compiute. Totale trasparenza dei bilanci delle pubbliche amministrazioni e delle società partecipate da enti pubblici con l’obbligo della loro pubblicazione sui rispettivi siti Internet. La stessa “questione meridionale” va affrontata in questo contesto, abbandonando la dannosa e fallimentare politica di sussidi seguita nell’ultimo mezzo secolo.


Il federalismo porta ad aumentare l’inefficienza moltiplicando i centri di spesa e di decisione. Non a caso infatti nella spending review si è puntato molto sugli acquisti centralizzati. Si guardi alle Regioni che già oggi sono più autonome, come la Val d’Aosta e la Sicilia: non esattamente un modello in termini di efficienza. Certo, il manifesto parla di “pareggio di bilancio”, ma dare alle Regioni una più ampia autonomia in termini di entrate significa una cosa semplice: più tasse. Darla in termini di spesa significa più spesa, magari in prebende agli amici degli amici, come ci ricordano sempre gli stessi firmatari del manifesto. Il pareggio di bilancio si fa anche tassando al 100% i redditi privati e spendendo il 100% degli introiti: gli estensori dell’appello vogliono una repubblica federale socialista?

La strada è semmai opposta, a partire dall’abolizione delle province (tutte).




Questo è quanto. In sostanza Giannino non può rappresentarmi. Ho letto Gius, che corri per la lista di questo partito, che attualmente si aggira attorno al 2,0% dei consensi. Non è un voto sprecato? piccola provocazione ; )






Queste sono le critiche di KeynesBlog.
keynesblog.com/2012/08/08/fermare-il-delirio-analisi-di-un-manifesto-li...

Roba forte, il fondatore del blog ha una curriculum da far togliere il cappello: è stato nientepopodimenoche il portaborse(pardon assistente parlamentare) di Pietro Folena. Un grosso titolo accademico.
Sul sito di fare ci sono ampie spiegazioni sul programma che rispondono anche a queste critiche superficiali e sciatte.
George.Stobbart
00martedì 12 febbraio 2013 16:58
Personalmente non ho badato alle critiche scritte ad ogni punto del programma, bensì al programma stesso. Le opinioni me le faccio da solo, non ho bisogno di qualcuno che mi inculchi la sua, che sia un megaesperto od un semplice portaborse.
(pollastro)
00martedì 12 febbraio 2013 18:02
Caro Trixam , Fridafrida non ha bisogno di aiuti di nessuno, ma provo a ragionare: personalmente trovo simpatico (anche se non "nuovo") Giannino e il fatto che sia dandy non mi disturba affatto. In una logica "economica", che tu apprezzi, il mio voto vale molto, perché è l'unica moneta che il giorno delle elezioni posso spendere. E il programma squisitamente, onestamente e legittimamente liberale di Fare per fermare il Declino non ha purtroppo (sufficiente) "mercato", perché l'Italia non possiede oggi, né ha mai posseduto prima, un tipo di cultura davvero liberale, tale da renderlo condiviso (attenzione: non dico condivisibile; in molti punti, anzi, personalmente lo condivido, ma questo non sposta il punto) da un numero di elettori tale da fargli superare il necessario quorum, come attestavano del resto i sondaggi sulle intenzioni di voto quando essi erano ancora pubblicabili. Perché dunque sprecare il mio prezioso (solo perché unico) voto, per un partito il cui programma, al netto della opportunità e desiderabilità astratte, non è in concreto desiderato abbastanza dal minimo degli elettori che possano rendere - col loro - anche il mio voto, ad esso dato, utile? Nulla di personale, né contro di te, né contro Giusperito, né contro Pisicchio, né contro Giannino, tutti perbene e simpatici, ma in politica vale l'opposto che nella vita: più una persona è desiderata da un altro e anche da molti altri, più essa è appetibile; meno è desiderata, meno è dunque opportuno appetirla, perché questo è comunque inutile. Lo dico realisticamente, da ammiratore di Nicole Kidman, destinato purtroppo a restare deluso: nessuno mi impedisce di sognarla, basta non scambiare il sogno con l'ordine delle cose possibili. Poi, se non faccio male a nessuno, posso anche coltivare la mia innocua mania [SM=g2725401]
Detto questo, in bocca al lupo!
fridafrida
00martedì 12 febbraio 2013 19:38
Re: Re: Re: Re: Re:
Queste sono le critiche di KeynesBlog.
keynesblog.com/2012/08/08/fermare-il-delirio-analisi-di-un-manifesto-li...

Roba forte, il fondatore del blog ha una curriculum da far togliere il cappello: è stato nientepopodimenoche il portaborse(pardon assistente parlamentare) di Pietro Folena. Un grosso titolo accademico.
Sul sito di fare ci sono ampie spiegazioni sul programma che rispondono anche a queste critiche superficiali e sciatte.






O sancta simplicitas!


Ora, le obiezioni hanno spessore sulla base dei curricula, come funziona?

Facciamo la gara a chi vanta più titoli?

Se ho il bagaglio poderoso posso concedermi un'opinione, altrimenti è meglio che resto zitto?

Avete capito qualcosa di politica, di come si fa la politica e a chi si rivolge la politica?

Questo dei titoli accademici è un pretesto con cui, già altrove, ho visto rispondere ad attacchi contro questo partitucolo!.

A prescindere dal fatto ,poi, che anche gli accademici sono fallibili e che non sono detentori della verità assoluta..il programma di Giannino non mi convince.

Siete liberalisti, non liberali.

In ogni caso, in bocca al lupo, vedremo quanto peso avranno i titoli in sede di scrutinio.

---------------

Dopodicché, per rispondere a Pollastro: Ti ringrazio Pollastro per averlo evidenziato, ed in effetti nel mio ampio incipit ho chiesto, tra l'altro, ai miei interlocutori di avere la pazienza di leggere quanto riportato dal web.
Per questioni di tempo, non ho personalizzato le obiezioni che però condivido e ho rimandato ad una fonte nota e facilmente reperibile su internet, di dare voce alle mie idee.
Avrei potuto farne un sunto- dato che la capacità di sintesi non mi manca- e nessuno si sarebbe accorto di nulla. Invece ho sottolineato da subito che avrei tratto spunto dal web.
Più chiaro di così !

p.s. A me il dandy piace, ma quello giovane, non bruttino, vecchio e spelacchiato alla Giannino [SM=g2725401]


------------
Un abbraccio ad entrambi [SM=g2725292]

trixam
00martedì 12 febbraio 2013 19:57
Nemmeno io penso che abbia bisogno di aiuto solo che tra le tante cose possibili è andata a postare proprio un link di una banda di incompetenti che saltava all'occhio.

Per il resto continuate a fare questi discorsi che oltre ad essere logicamente incoerenti vi fanno sembrare un po' come quello che deve commettere un omicidio ma non ha il coraggio e allora si ubriaca per darselo.

Primo partite da un presupposto falso: non è vero che fare veniva dato da tutti i sondaggi sotto il quorum, anzi quasi tutti lo davano attorno al 4% a livello nazionale alla camera, per non dire che ci sono alcuni regioni dove Veneto e Lombardia(non restate troppo schiacciati a Napoli) dove Fare nei sondaggi è attorno al 10%, soglia che potrebbe far scattare il senatore. E visto che la maggioranza al senato sarà molto contesa se il futuro governo dipendesse dal voto di uno o due senatori di Fare?
Ecco che le teoria sul voto utile finiscono dove è logico che vada: la pattumiera.
Se berlusconi si è preso il disturbo di attaccare ripetutamente Giannino dove gli avvertimenti della sua sondaggista di fiducia un motivo ci sarà.

La logica nel non "sprecare" il voto mi sfugge ulteriormente.
Ma perché i programmi di Bersani e Monti sono realizzabili, nel senso hanno la possibilità di essere realizzati? Parafrasando quello che diceva Colin Powell sui piani di guerra i programmi elettorali in Italia contano fino al minuto in cui si chiudono le urne, dopo sono carta straccia. Perciò dare un voto ad un programma che non convince e che si sa non verrà realizzato solo perché lo fanno gli altri è illogico ed inutile e il fatto che sia un ragionamento maggioritario non lo rende valido. Fu per un ragionamento analogo che 13 milioni di tedeschi votarono per il caporale austriaco nel 1932.

Avete un rispetto piuttosto basso per il voto, dato che siete disposti a svenderlo così, almeno in sicilia lo vendono per 50 euro.
Io sono cresciuto in una famiglia comunista, il giorno delle elezioni a casa mia era una festa sacra.
Mio nonno si metteva il vestito migliore, si schiaffava la brillantina in testa e si improfumava come nemmeno per un matrimonio.
E il percorso da casa al seggio con me alla mano lo faceva con una lentezza esasperante godendosi ogni attimo, si godeva anche la fila al seggio e il momento in cui prendeva la scheda in mano se lo gustava come i preti con la celebrazione della comunione. E tutto questo per votare un partito, il Pci, che ha perso le elezioni per mezzo secolo. Se qualcuno avesse spiegato le teorie del voto utile a mio nonno avrebbe ricevuto un gancio destro diretto e dopo averlo atterrato il mio vecchio gli avrebbe detto che non contava che il pci vincesse o meno perché quello era il partito per il quale aveva combattuto nella resistenza per 18 mesi e il votarlo era il simbolo dell'impegno perpetuo della resistenza.

Ecco caro pollastro, questa sacralità che mi è stata trasmessa ha fatto si che per 10 anni io non abbia mai votato perché mi faceva ribrezzo partecipare a quel sistema politico e sono convinto di aver preso la decisione giusta nonostante i disastri italici.
E con questa consapevolezza il 24 febbraio andrò a votare per la prima volta con la coscienza tranquilla e quasi felice per Fare(e devo prendree pure un aereo per votare grazie alla burocrazia italica).

Ci sono dei momenti in cui bisogna decidere da che parte stare, come avvenne nel settembre del 1943 a quei pochi che andarono a combattere mentre il resto degli italiani cercava di capire con chi convenisse schierarsi. Chi vuole stare con l'Italia di Bersani e Monti ci stia sapendo con chi sta: dipendenti pubblici, pensionati e la borghesia parassitaria con l'imprimatur del piccolo mondo antico del capitalismo da salotto italico di Mediobanca e generali(gli operai non ci sono non per caso). Risentiamoci tra 5 anni e vediamo quali grandi successi avrà ottenuto questa armata brancaleone.
trixam
00martedì 12 febbraio 2013 20:02
Re: Re: Re: Re: Re: Re:
fridafrida, 12/02/2013 19:38:

Queste sono le critiche di KeynesBlog.
keynesblog.com/2012/08/08/fermare-il-delirio-analisi-di-un-manifesto-li...

Roba forte, il fondatore del blog ha una curriculum da far togliere il cappello: è stato nientepopodimenoche il portaborse(pardon assistente parlamentare) di Pietro Folena. Un grosso titolo accademico.
Sul sito di fare ci sono ampie spiegazioni sul programma che rispondono anche a queste critiche superficiali e sciatte.






O sancta simplicitas!


Ora, le obiezioni hanno spessore sulla base dei curricula, come funziona?

Facciamo la gara a chi vanta più titoli?

Se ho il bagaglio poderoso posso concedermi un'opinione, altrimenti è meglio che resto zitto?

Avete capito qualcosa di politica, di come si fa la politica e a chi si rivolge la politica?

Questo dei titoli accademici è un pretesto con cui, già altrove, ho visto rispondere ad attacchi contro questo partitucolo!.

A prescindere dal fatto ,poi, che anche gli accademici sono fallibili e che non sono detentori della verità assoluta..il programma di Giannino non mi convince.

Siete liberalisti, non liberali.

In ogni caso, in bocca al lupo, vedremo quanto peso avranno i titoli in sede di scrutinio.

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Dopodicché, per rispondere a Pollastro: Ti ringrazio Pollastro per averlo evidenziato, ed in effetti nel mio ampio incipit ho chiesto, tra l'altro, ai miei interlocutori di avere la pazienza di leggere quanto riportato dal web.
Per questioni di tempo, non ho personalizzato le obiezioni che però condivido e ho rimandato ad una fonte nota e facilmente reperibile su internet, di dare voce alle mie idee.
Avrei potuto farne un sunto- dato che la capacità di sintesi non mi manca- e nessuno si sarebbe accorto di nulla. Invece ho sottolineato da subito che avrei tratto spunto dal web.
Più chiaro di così !

p.s. A me il dandy piace, ma quello giovane, non bruttino, vecchio e spelacchiato alla Giannino [SM=g2725401]


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Un abbraccio ad entrambi [SM=g2725292]





Beh si quando si parla di cose concrete e importanti le competenze contano eccome.
Il programma può non convincere, però vorrei sentire delle critiche vagamente sensate e non quello di un blog di portaborse che cercano solo un posticino burocratico e hanno paura che con il programma di fare non potranno ottenerlo.

George.Stobbart
00martedì 12 febbraio 2013 20:11
Trixam, io credo che il rispetto per le idee altrui (quando rientrano nella civiltà, ovviamente) sia la priorità, sempre, anche quando ci si trova davanti persone che non la pensano come noi. Detto questo, ognuno è libero (per fortuna) di votare chi vuole e per le ragioni che vuole. Io non voterò Giannino perchè non sono d' accordo con gran parte del suo programma. Mi si può accusare di qualcosa? Non credo.
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