Dalla cina con furore

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connormaclaud
00lunedì 4 marzo 2013 18:40
E' iniziata oggi una settimana molto importante per la Repubblica popolare cinese. In cui nel corso dell'Assemblea nazionale del popolo (Anp) che si aprirà domani non solo Xi Jinping e Li Keqiang verranno ufficialmente nominati presidente della Repubblica e primo ministro, ma i nuovi leader della Cina saranno anche chiamati a prendere decisioni importanti che detteranno l'orientamento della politica economica e strategica del gigante asiatico per i prossimi cinque anni.

Le indiscrezioni raccolte alla vigilia dell'unica sessione annuale del Parlamento cinese, però, non lasciano intuire nulla di buono. Che quest'anno il Segretario del Partito conservatore nominato a novembre avrebbe approfittato dell'Anp per modificare il sistema politco che da decenni governa la Cina ce lo aspettavamo, ma il fatto che Xi Jinping pare essere interessato a stravolgere una serie di meccanismi politici apparentemente rodati stupisce un po' tutti.

Facciamo qualche esempio: dopo aver specificato a novembre scorso che la Cina del Terzo Millennio avrebbe fatto di tutto per trasformarsi in una "grande potenza navale", appena un paio di giorni fa il Presidente in pectore ha deciso che per quest'anno Pechino manterrà il più assoluto riserbo sulle spese militari approvate dal Governo. Il motivo? Per il portavoce dell'Anp la Cina "non ha l'obbligo di spiegare, ogni anno, le ragioni che la spingono ad allocare una serie di risorse per la Difesa".

Le vere ragioni per cui la tradizione inaugurata nel 2006 dal Presidente uscente Hu Jintao verrà preso abbandonata potrebbero essere tre. Anzitutto, il desiderio di sconfessare un'iniziativa voluta da un Presidente, è bene ricordarlo, più vicino all'ala riformista del Partito che a quella conservatrice in sintonia con Xi Jinping. In secondo luogo, la necessità di far preoccupare chi si aspetta un aumento esponenziale di un budget che nel 2012 ha superato i cento miliardi di dollari in virtù delle ambizioni marittime recentemente ribadite. Infine, qualora, complice la crisi, Pechino si trovase invece costretta a ritoccare al ribasso gli stanziamenti per la Difesa, meglio evitare che il resto del mondo lo scopra, per non penalizzare la credibilità della propria politica strategica.

Indipendentemente da cosa abbia effettivamente in mente la Cina, l'obiettivo che Xi Jinping si era prefissato è stato raggiunto: la comunità internazionale teme che la Repubblica popolare stia diventando sempre più aggressiva, e ha paura che, complici le provocazioni di Pechino, le tensioni territoriali del Pacifico possano prima o poi trascinare l'Asia in una guerra.

Un'altra novità importante è rappresentata dal fatto che l'Assemblea di domani sarà chiamata ad affrontare tre temi chiave per la Cina di oggi: condizioni di vita della popolazione, corruzione e sicurezza alimentare. Se sostituissimo sicurezza con autosufficienza, potremmo avere il dubbio di essere ritornati nella Cina degli anni '20, quella in cui il vero Padre della Patria, Sun Yat-sen, dopo aver liberato la nazione dal giogo della monarchia si concentrò sulle "vere esigenze" della popolazione identificate, appunto, in miglioramento degli standard di vita, lotta alla corruzione e sicurezza alimentare.

Infine, è sempre più probabile che questi settori, insieme a "problematiche ambientali" e sviluppo economico", vengano gestiti da "Super Ministri" che Xi Jinping dovrà presto nominare. E' indubbio che, ottenuto il via libera del Parlamento, i nuovi Ministeri verranno affidati ai fedelissimi del Presidente. Naturalmente tutti conservatori. Confermando una sorta di evoluzione in senso collegiale della ledership della Cina popolare. Meno certo il fatto che questa nuova suddivisione dei poteri permetta di ottenere qualche risultato degno di nota. Perché per farlo Pechino dovrebbe riuscire, contemporaneamente, a risolvere il dilemma di Bo Xilai, ad affrontare le conseguenze di un tasso di inquinamento che ha raggiunto un livello a dir poco drammatico, e mettere a punto un modello di crescita economica alternativo capace di conciliare crescita e uguaglianza. Insomma, servirebbe un miracolo. Che ne' Il Presidente ne' i suoi Super Ministri saranno mai in grado di compiere.


tratto da news.panorama.it/esteri/orientexpress/nuova-cina-difesa-corruzione-sicurezza-al...
connormaclaud
00martedì 5 marzo 2013 11:16
Una serie di siti. E un interesse via via crescente da parte di 90 milioni di cinesi. Investimenti di taglia alta. Verso immobili prestigiosi nella località turistiche (e balneari) che ci invidia tutto il mondo. Qualche nome? Eccoli: www.juwai.com, la più importante piattaforma dedicata al real estate internazionale in lingua cinese. Oppure PropGoLuxury.com, altro portale per investimenti nell'immobiliare di lusso.

LA DOMANDA - Benvenuti nell'Italia in vendita (si spera non a prezzi di saldo) dopo l'aumento dell'imposizione fiscale sugli immobili di pregio che sta spingendo anche i ricchi rentier di casa nostra all'ipotesi di cessione di immobili di lusso. Dice Oscar Pittini, presidente di Hèra International Real Estate (società di servizi immobiliari) che l'interesse nei confronti del Belpaese si sta concretizzando persino sul web e sui social cinesi: «Circa 30 milioni di cinesi sono interessati a investimenti superiori ai cinque milioni di euro, perché ci sono significativi capitali in cerca di opportunità nel real estate, in Italia in particolare».

LA TENDENZA - Al netto delle definizioni sembra - se confermato in queste proporzioni - un cambiamento di paradigma da parte della ricca (e in crescita) high class cinese: minori investimenti in aziende (decotte) del made in Italy, maggiori in immobili di lusso che garantiscono una rendita costante e sottoposta a minori oscillazioni di valore. Certo non sfugge il calcolo del rischio-Paese e l'ipotesi (per ora ventilata dal movimento 5 Stelle) di un referendum sull'uscita dall'euro e di un ritorno alla lira. Transizione che porterebbe nell'immediato a una teorica minusvalenza per chi decide ora di acquistare un immobile nella valuta corrente.

Fabio Savelli


www.corriere.it/economia/13_marzo_04/cinesi-immobili-pregio-acquisti-online_35a139f6-84e5-11e2-aa8d-3398754b6a...
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