Criminalità organizzata monopolista di fatto

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giusperito
00domenica 13 ottobre 2013 15:02
Vi propongo in anteprima il mio articolo per "Italia Aperta" sul tema criminalità organizzata ed economia.
Ringrazio tutti per eventuali commenti che potrebbero arricchire il dibattito.


LA CRIMINALITA' ORGANIZZATA: MONOPOLISTA DI FATTO
Il libero mercato si pone come strumento di contrasto all'egemonia economica criminale


Uno dei principali approdi della lotta alla criminalità organizzata è stata la consapevolezza di trovarsi di fronte ad un fenomeno a forte connotazione economica.
Nel “Rapporto sulla criminalità in Italia” del 2006 si legge espressamente che le organizzazioni criminali condizionano l'economia imprenditoriale nazionale in particolare attraverso l'ingerenza negli appalti pubblici, nell'utilizzo dei fondi strutturali, nell'acquisizione e\o controllo di attività legali. Si viene a delineare una linea grigia nella quale il crimine organizzato e i colletti bianchi tendono a collaborare anche a causa della transnazionalizzazione, specializzazione e professionalizzazione della criminalità organizzata che da un lato richiede servizi e dall'altro fornisce servizi alle imprese legali. Di fatto la commistione legale illegale impedisce alle imprese sane di valorizzare le risorse, abbassa la possibilità di sviluppo, provoca l'aumento dei prezzi dei beni a causa dell'aumento dei costi e della diminuzione della produttività del lavoro.
Di conseguenza è opportuno inquadrare i comportamenti illeciti all'interno delle dinamiche di mercato, valutandoli come fenomeni imprenditoriali e non puramente e semplicemente criminali. Infatti secondo il premio Nobel per l'economia Gary Becker i criminali sono esseri razionali che hanno come obiettivo principale la massimizzazione del proprio benessere. La via d'elezione per raggiungere questo scopo è rappresentata dalla creazione di monopoli.
L'impatto criminale nell'economia può essere suddiviso in controllo dei capitali, controllo del territorio e rapporto privilegiato con il settore pubblico.
Sul primo aspetto è fondamentale notare che la criminalità distorce i mercati, in quanto immette all'interno dei sistemi economici un'enorme quantità di ricchezza mediante il riciclaggio. Uno dei sistemi più diffusi per disporre di tali capitali è rappresentato dal commingling, cioè dalla miscela di capitali illeciti con capitali leciti all'interno di una stessa impresa. In questo modo si riesce sia a celare la provenienza dei capitali sia a finanziare imprese con capitali a costo zero. Le imprese così finanziate godono di un vantaggio enorme in quanto le imprese sane sono costrette ad acquistare i capitali sul mercato sostenendo un costo in più che spinge il prezzo dei loro prodotti verso l'alto. Queste imprese, quindi, rischiano di trovarsi in difficoltà economiche tali da costringerle a scendere a patti con gli imprenditori criminali. Infatti per il sistema creditizio la presenza di imprese criminali genera un problema di valutazione della qualità del debitore, creando delle asimmetrie informative tali da indurre le banche a ridurre i prestiti e\o aumentare sia il costo del credito sia le garanzie richieste. Di conseguenza le difficoltà a ricevere credito dal sistema bancario possono spingere gli imprenditori onesti a finanziarsi attraverso l'usura, rischiando di restare schiacciati dal sistema criminale che avrà, quindi, la possibilità di acquisire l'impresa incapace di pagare le rate usurarie.
Sul versante del controllo del territorio, la diffusa povertà, l'assenza di lavoro e la nulla mobilitá sociale sono un substrato necessario affinché la criminalità organizzata attecchisca. La disoccupazione strutturale permette di reclutare forza lavoro a bassissimo costo con la quale tenere bassi i costi e, quindi, i prezzi finché il mercato non sarà monopolizzato. Inoltre tale forza lavoro è impiegabile anche in attività criminali. L'uso della violenza, in particolare con la forma dell'estorsione e della concorrenza illegale, contro le imprese concorrenti collabora alla creazione del monopolio criminale.
Sul versante dei rapporti con il settore pubblico è necessario segnalare la presenza di mercati più influenzabili dalla criminalità organizzata, in quanto sono caratterizzati da alti livelli di corruzione per ottenere licenze ed autorizzazioni, rendendo più difficile l'accesso alle imprese sane. In questo modo l'intervento pubblico si presta, anche in buona fede, alla protezione del fenomeno economico criminale.
In particolare la diffusione della corruzione al Sud rende inefficace la spesa per opere pubbliche, condizionando la produttività del settore privato meridionale. Infatti il denaro pubblico viene utilizzato nei settori dove la rendita di corruzione è più elevata o dove ci sono i margini discrezionali indispensabili per gli abusi.
Inoltre il tentativo di risolvere con incentivi pubblici alle imprese il problema criminale si rileva fallimentare, in quanto si viene a creare un chiaro paradosso. Da un lato lo Stato investe maggiori fondi nelle aree a più elevato concentrazione criminale al fine di eliminare l'humus delle attività criminali, dall'altro la criminalità organizzata riesce ad attrarre ed assorbire quei fondi sia mediante la creazione di imprese fittizie sia mediante la capacità di alterare l'erogazione attraverso pressioni di varia natura sul soggetto erogatore. Di conseguenza la criminalità si rafforza nei casi di trasferimenti di denaro pubblico, in quanto i vari gruppi criminali competono per l'aggiudicazione di tali risorse e fanno pressioni affinché vengano approvate politiche economiche espansive della spesa pubblica.
Sulla base di tali premesse risulta evidente che la criminalità organizzata riesca ad espellere dal mercato per via diretta ed indiretta i concorrenti, ponendosi come un monopolista con ovvie capacità di influenza sullo Stato chiamato svolgere funzioni di regolazione e creando dei veri e propri casi di rent seeking mediante l'uso della violenza e di reati tipici come frode, corruzione e riciclaggio.
Di conseguenza le società criminali drenano risorse dai territori senza produrre ricchezza, in quanto sono fondamentalmente inefficienti. Indagini statistiche dell'università di Bologna hanno mostrato come la criminalità organizzata sia capace di produrre una perdita di PIL pro capite tra il 15 ed il 20% a causa dell'inefficiente allocazione delle risorse e dei maggiori costi per le altre imprese.
Giunti a tale acquisizione il contrasto al fenomeno criminale non è assolutamente limitabile alla mera repressione post delictum o alla prevenzione del reato. La risposta statale deve, quindi, essere capace di contrastare i sodalizi criminali sul loro terreno d'elezione, cioè il controllo dell'economia. In particolare l'obiettivo deve essere impedire la creazione di monopoli con i quali la criminalità organizzata controlla il mercato al riparo delle sfide lanciate dalla concorrenza. Infatti il libero mercato si presenta come l'unica soluzione all'economia criminale, perché incentiva la creazione di valore, favorendo l'efficiente allocazione dei fattori. Inoltre lancia una costante sfida all'esistente per perfezionarlo e svilupparlo. La forza creativa dei soggetti economici rende il mercato un gioco cooperativo a porta aperta dove la conseguenza naturale è la creazione di ricchezza.
Se lo Stato vuole davvero togliere alle imprese criminali il controllo dell'economia, deve aprire il mercato e ridurre l'intervento pubblico, in quanto la concorrenza permette di espellere l'impresa criminale dal sistema economico attraverso la libera iniziativa dell'imprenditoria sana che non si troverà a scontare costi superiori a quelli delle imprese illegali e, soprattutto, non sarà costretta a scendere a patti con la criminalità organizzata.


Dott. Raffaele Minieri
George.Stobbart
00domenica 13 ottobre 2013 16:14
Non si può contraddire il ruolo della criminalità organizzata nell' economia sociale di qualsiasi Stato del mondo, su questo niente da dire, quindi in buona parte sono d' accordo.
Sarebbe stato opportuno, secondo il mio punto di vista, esaminare la faccenda nel complesso, non da un punto di vista soltanto. In sostanza, non credo proprio che nelle economie di tipo capitalista/liberista non esistano corruzione, abusi, pressioni o frodi. Senza andare troppo lontano abbiamo in casa nostra l' esempio di Berlusconi, condannato per frode fiscale, e di certo Berlusconi non è uno statalista di sinistra. Potrei fare altri esempi di imprenditori privati "prestati" alla criminalità ma sarebbe superfluo, credo che tutti ne siano a conoscenza.
Ciò che penso io è che la criminalità non si combatte, o almeno non solo, con le semplici ricette del libero mercato ma con tutti i mezzi a disposizione.
ObbligazioneNaturale
00domenica 13 ottobre 2013 22:44
Ua' gius se me lo dicevi ti trovavo la battuta di Milton nel quale parla di mercato nero (in Italia).
Quando ho tempo scrivo anche io qualcosa.
giusperito
00lunedì 14 ottobre 2013 00:48
Re:
George.Stobbart, 13/10/2013 16:14:

Non si può contraddire il ruolo della criminalità organizzata nell' economia sociale di qualsiasi Stato del mondo, su questo niente da dire, quindi in buona parte sono d' accordo.
Sarebbe stato opportuno, secondo il mio punto di vista, esaminare la faccenda nel complesso, non da un punto di vista soltanto. In sostanza, non credo proprio che nelle economie di tipo capitalista/liberista non esistano corruzione, abusi, pressioni o frodi. Senza andare troppo lontano abbiamo in casa nostra l' esempio di Berlusconi, condannato per frode fiscale, e di certo Berlusconi non è uno statalista di sinistra. Potrei fare altri esempi di imprenditori privati "prestati" alla criminalità ma sarebbe superfluo, credo che tutti ne siano a conoscenza.
Ciò che penso io è che la criminalità non si combatte, o almeno non solo, con le semplici ricette del libero mercato ma con tutti i mezzi a disposizione.




Non condivido l'idea di associare B. al libero mercato e al liberismo. Non c'entra nulla. Tutta la sua storia politica è contraria ai miei principi liberisti. D'altra parte solo parlare di conflitto d'interessi dà l'idea di quanto il libero mercato non c'entri nulla.
Inoltre B. non sarà uno statalista di sinistra, ma sicuramente è uno statalista. Non dimentichiamo che buona parte dei suoi ministri più importanti vengono dalle file del partito socialista (per esempio tremonti e visco lavoravano insieme)
Credo che buona parte dell'articolo parli proprio degli imprenditori "sani" che si trovano a mischiarsi con la criminalità organizzata. Tuttavia su questo argomento solitamente avviene una sovrapposizione che Friedman spiega totalmente. Ogni imprenditore ha interesse a diventare monopolista e ad eliminare la concorrenza. Il libero mercato non vuole che ciò avvenga né pone le condizioni affinché ciò avvenga. Essere per l'iniziativa privata o per il libero mercato non significa essere dalla parte di UN imprenditore privato contro TUTTI. In realtà significa essere dalla parte di TUTTI contro le concentrazioni di potere (private o pubbliche che siano).

p.s.
pure associare capitalismo e liberismo è IMHO una generalizzazione.
trixam
00lunedì 14 ottobre 2013 20:11
Gius ancora non hanno capito, dopo più due mesi, che la cosa più grave della condanna di B non è l'evasione fiscale ma il fatto che abbia truffato gli azionisti di minoranza. Fai un disegnino.
Inoltre non tengono presente che i sindacati sono vedovi di Silvio B, con lui ottenevano subito tutto minacciando una manifestazione mentre adesso devo anche farne qualcuna per ottenere il 90%.

Cmq un ottimo articolo. Hai fatto benissimo a sottolineare il problema del credito che per altro è aggravato dal fatto che in Italia la politica ha impedito la nascita di un mercato di capitali moderno in grado di far accedere le Pmi a capitali non bancari.

La politica ha interesse a mantenere il sistema bancocentrico dato che controlla le banche(e di riflesso tutta l'economia) e la criminalità beneficia di questo ennesimo sussidio per reimpiegare i frutti del riciclaggio e praticare l'usura.
Così si hanno le pmi senza credito mentre il governo utilizza il risparmio dei pensionati per salvare i Benetton, i Ligresti, i Colannino, i Riva e gli altri "patrioti" coraggiosi.
In una società estrattivo-collusiva come quella italiana la criminalità organizzata è un prodotto naturale del sistema.


George.Stobbart
00lunedì 14 ottobre 2013 23:06
Ok, dato che noi poveri ignoranti a differenza dei grandi economisti di fama mondiale che frequentano il forum non capiamo nemmeno coi disegnini, puoi farmi un esempio più attinente alla tua idea di liberismo? Non lo so, uno Stato, un governo, che si avvicini al "tuo" liberismo?
Comunque io ho dato una risposta più ampia leggendo una tua richiesta ("Ringrazio tutti per eventuali commenti che potrebbero arricchire il dibattito.") e ci siamo soffermati solo su Berlusconi. Insomma, ho detto anche altro, non ho parlato solo di Berlusconi (che a breve diventa pure comunista).
Ribadisco (senza fare disegnini, nonostante la differenza di vedute io non credo affatto che siete scemi...io...), ho detto che non credo che nelle economie di tipo liberista non esistano corruzione o frodi, su questo puoi darmi un motivo di ripensamento?
Chiedo tutto questo perchè forse davvero non ho capito la tua idea, magari il liberismo che hai in mente non è attuato da nessuna economia attuale, può essere, che ne so.


Ps. Il Partito Socialista è un partito di sinistra? [SM=x43819]
giusperito
00martedì 15 ottobre 2013 00:54
Mi hai portato l'esempio di Berlusconi come paradigma del liberismo. Ti assicuro che Berlusconi non è liberista. Pensa che Watson dell'alde ha "scomunicato" tutti gli ex berlusconiani che di fatto non sono accettati nell'alde, vedi segretario del PLI.

La corruzione esiste perché è un fenomeno umano. Nessun sistema è immune dall'uomo. Il liberismo, però, postulando la riduzione dello Stato, implica minori occasioni di corruzione.
(Il reato è definito proprio in quanto può essere commesso da chi rivesta la qualifica di pubblico ufficiale.)

Sicuramente gli Usa sono la versione dell'economia che preferisco, ma non credo che possano essere sic et simpliciter essere considerati liberisti (altrimenti la crisi economica non ci sarebbe stata :D .. per me è colpa della greenspan put e di bill clinton).

Non ho capito bene il PS .. la risposta dovrebbe essere SI ..

p.s.
mi rivolgo in primis a me stesso. Cerchiamo di sviluppare il confronto con schemi comunicativi meno infelici e più aperti. A volte la foga delle idee ci fa scadere nell'antipatico.
@tutti: non facciamo diventare questo ps argomento di discussione, perché se no divento illiberale e vi modifico i post con tanti omissis. [SM=x43603]
George.Stobbart
00martedì 15 ottobre 2013 23:13
Re:
giusperito, 15/10/2013 00:54:

Mi hai portato l'esempio di Berlusconi come paradigma del liberismo. Ti assicuro che Berlusconi non è liberista. Pensa che Watson dell'alde ha "scomunicato" tutti gli ex berlusconiani che di fatto non sono accettati nell'alde, vedi segretario del PLI.

La corruzione esiste perché è un fenomeno umano. Nessun sistema è immune dall'uomo. Il liberismo, però, postulando la riduzione dello Stato, implica minori occasioni di corruzione.
(Il reato è definito proprio in quanto può essere commesso da chi rivesta la qualifica di pubblico ufficiale.)

Sicuramente gli Usa sono la versione dell'economia che preferisco, ma non credo che possano essere sic et simpliciter essere considerati liberisti (altrimenti la crisi economica non ci sarebbe stata :D .. per me è colpa della greenspan put e di bill clinton).

Non ho capito bene il PS .. la risposta dovrebbe essere SI ..

p.s.
mi rivolgo in primis a me stesso. Cerchiamo di sviluppare il confronto con schemi comunicativi meno infelici e più aperti. A volte la foga delle idee ci fa scadere nell'antipatico.
@tutti: non facciamo diventare questo ps argomento di discussione, perché se no divento illiberale e vi modifico i post con tanti omissis. [SM=x43603]




Va bene, ritiro l' esempio di Berlusconi (e non ne parliamo più [SM=g2725401] )
Quindi, se ho capito bene, non esiste un paese unicamente liberista. Nemmeno la nazione che più si avvicina alle tue idee può dirsi esente da quei guai criminali di cui parlavi (non solo la crisi).
Potresti fondare una tua nazione, ma anche in quel caso sarebbe sorretta da un governo formato da uomini e quindi non immune da corruzione, frodi, etc, a meno che non instauri una dittatura repressiva e fanatica [SM=x43819]
Sul Partito Socialista ero ironico, sai bene anche tu delle correnti di destra al suo interno, di quei tanti ex socialisti confluiti in Forza Italia a suo tempo. Si, il PSI nasce come partito di sinistra ma rimase affascinato da Berlusconi (e ancora con 'sto Berlusconi [SM=g2725401] )
Comunque la mia prima risposta non voleva essere polemica, sia chiaro, era ciò che pensavo e anche se poteva sembrare una risposta infelice davvero non volevo iniziare nessuna discussione antipatica.

Peace.
trixam
00lunedì 21 ottobre 2013 19:55
Re:
George.Stobbart, 14/10/2013 23:06:

Ok, dato che noi poveri ignoranti a differenza dei grandi economisti di fama mondiale che frequentano il forum non capiamo nemmeno coi disegnini, puoi farmi un esempio più attinente alla tua idea di liberismo? Non lo so, uno Stato, un governo, che si avvicini al "tuo" liberismo?
Comunque io ho dato una risposta più ampia leggendo una tua richiesta ("Ringrazio tutti per eventuali commenti che potrebbero arricchire il dibattito.") e ci siamo soffermati solo su Berlusconi. Insomma, ho detto anche altro, non ho parlato solo di Berlusconi (che a breve diventa pure comunista).
Ribadisco (senza fare disegnini, nonostante la differenza di vedute io non credo affatto che siete scemi...io...), ho detto che non credo che nelle economie di tipo liberista non esistano corruzione o frodi, su questo puoi darmi un motivo di ripensamento?
Chiedo tutto questo perchè forse davvero non ho capito la tua idea, magari il liberismo che hai in mente non è attuato da nessuna economia attuale, può essere, che ne so.


Ps. Il Partito Socialista è un partito di sinistra? [SM=x43819]




Io non ho dato a nessuno dell'ignorante, ho detto che certi discorsi fanno capire come sfuggano alcuni elementi tipo che la cosa importante della sentenza mediaset è che B ha frodato gli azionisti di minoranza(tra cui per esempio il fondo della famiglia reale saudi) violando le regole del mercato e paradossalmente per questo non ha
avuto nessuna sanzione dal bizzarro diritto penale italiano.
In Inghilterra, Usa, Germania ecc gli avrebbero dato 3/5 anni per l'evasione ed 8/10 per la truffa, perché tutelare la fiducia nel mercato è fondamentale. Il punto è che tra tutti i possibili contributi che si potevano dare alla discussione Berlusconi era proprio l'ultimo a cui pensare. Ma va beh, si vede che parafrasando John Lennon per alcuni "la vita è quello che ti succede mentre sei impegnato a parlare di Berlusconi".
George.Stobbart
00lunedì 21 ottobre 2013 19:58
Re: Re:
trixam, 21/10/2013 19:55:




Io non ho dato a nessuno dell'ignorante, ho detto che certi discorsi fanno capire come sfuggano alcuni elementi tipo che la cosa importante della sentenza mediaset è che B ha frodato gli azionisti di minoranza(tra cui per esempio il fondo della famiglia reale saudi) violando le regole del mercato e paradossalmente per questo non ha
avuto nessuna sanzione dal bizzarro diritto penale italiano.
In Inghilterra, Usa, Germania ecc gli avrebbero dato 3/5 anni per l'evasione ed 8/10 per la truffa, perché tutelare la fiducia nel mercato è fondamentale. Il punto è che tra tutti i possibili contributi che si potevano dare alla discussione Berlusconi era proprio l'ultimo a cui pensare. Ma va beh, si vede che parafrasando John Lennon per alcuni "la vita è quello che ti succede mentre sei impegnato a parlare di Berlusconi".




Ehy, ho ritirato l' esempio di Berlusconi [SM=g2725402]
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