Computer usati, allarme privacy per i dati personali in memoria

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gran generale
00martedì 22 febbraio 2005 22:16
Se avete ridotto il vostro vecchio computer in mille pezzi, magari dopo l'ultima delle frequenti arrabbiature davanti al monitor, forse avete evitato che qualche malintenzionato reperisca vostre informazioni personali o finanziarie. Malgrado gli sforzi dei proprietari, infatti, password, dati confidenziali e veri e propri segreti industriali rimangono in memoria sui dischi rigidi dei pc usati e venduti a terzi. E' questa la scoperta di un gruppo di ricercatori dell'Università britannica di Glamorgan che, acquistando 92 personal computer su Ebay, ha scoperto che oltre la metà delle macchine esaminate conteneva informazioni "sensibili" del proprietario precedente.

Una scoperta che mette nei guai enti pubblici, aziende private ed associazioni. Non hanno protetto adeguatamente e in conformità al "Data Protection Act" i dati riservati di dipendenti ed associati. Nonostante i tentativi di formattare il disco rigido per cancellare qualsiasi traccia o riferimento personale, poco meno della metà delle macchine conservavano infatti tracce e riferimenti a dati personali non adeguatamente cancellati. Il 53% dei calcolatori esaminati contenevano username dei proprietari precedenti ed il 57% informazioni finanziari relative ad aziende ed imprese, compresi nomi, indirizzi e numeri di previdenza sociale dei dipendenti. Solo il 17% dei 92 computer analizzati si sono rivelati integralmente puliti da ogni traccia passata. Il resto delle macchine, nonostante gli sforzi, mantenevano riferimenti più o meno importanti relativi ai proprietari.

"Sapevamo di questo genere di tracce - ha affermato il Dottor Andy Blyth, a capo del gruppo di ricerca della Glamoran University, noto per aver già condotto altre indagini sui crimini legati alle nuove tecnologie - ma noi stessi siamo rimasti sorpresi dalla frequenza e dall'incidenza del fenomeno". Informazioni talmente personali da esporre i vecchi proprietari a un possibile ricatto nel caso in cui i dati fossero finiti in mani poco pulite. Tra le informazioni rintracciate, anche indirizzi di siti pornografici visitati dai dipendenti di multinazionali ed Università, fino ad arrivare a tracce piccanti di relazioni personali consumate via cavo. Uno di questi computer conteneva infatti i particolari privati della vita matrimoniale di una delle dipendenti di un'associazione religiosa. La preoccupazione delle forze dell'ordine è quella di non far arrivare queste informazioni in mano a truffatori, ladri e soprattutto pedofili, visto che parte delle tracce in memoria negli hard-disk riguardano anche bambini e minorenni.

Ora a rischiare sono le aziende impegnate nella pulizia e nella formattazione degli hard-disk, soprattutto quelli che contengono dati e segreti industriali del valore di molte migliaia di dollari. E' proprio di questi giorni la notizia secondo cui la Monsanto, nota azienda leader nella produzione di prodotti geneticamente modificati, ha intrapreso una causa legale nei confronti di una delle aziende che avrebbe dovuto occuparsi della pulizia integrale dei propri hard-disk in disuso, in cui sarebbero stati rinvenuti dati considerati di interesse strategico.


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