Ciampi non è competitivo!

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LexImperat
00sabato 12 marzo 2005 17:32
Posto questo articolo di Maurizio Blondet

*ABBIAMO DUE GOVERNI*

Berlusconi esige trasparenza dagli Usa per la vicenda Calipari, e Ciampi
scrive a Bush per invitarlo ad avviare "un'esauriente inchiesta congiunta"
in modo che "i fatti vengano chiariti in maniera esauriente". I giornalisti
amici del Quirinale, evidentemente imbeccati, sottolineano che quella
ripetizione di "esauriente" non è casuale. Esprime la profondità e
sottigliezza politica dell'amatissimo (da loro) presidente Ciampi. Ma cosa
vorrà dire in realtà? Forse ci sono dei motivi perché l'inchiesta chiesta da
Berlusconi non sia ritenuta abbastana "esauriente"? Forse Ciampi chiede
un'inchiesta così "esauriente" da mettere nei guai il governo Berlusconi?

In realtà, abbiamo due governi.

Berlusconi viene accusato di essere l'artefice del "declino italiano"
(effetto di incrostate ignoranze e provincialismi culturali e scientifici
coltivati nell'ultimo mezzo secolo), e Ciampi va in India e in Cina ad
invitare gli imprenditori italiani a investire là. Lo ringrazino i
lavoratori italiani che perderanno il posto: in Cina la paga media ammonta a
1300 euro l'anno, quella sì che è competitività.

Ciampi fa la sua politica, distinta e separata da quella di Berlusconi.
Abbiamo un governo eletto, e un governo presidenziale autonomo, non eletto.
Berlusconi è ampiamente criticato e spernacchiato dai grandi media
nazionali. Ciampi è circondato solo da corale devozione. Si riportano con
mistico rapimento le sue pie banalità, si esalta la sua "umanità", si
prendono per oro colato i suoi "paterni consigli".

Nessuno, proprio nessuno, ricorda i danni che Ciampi ha ripetutamente fatto
all'Italia durante la sua permamenza a Bankitalia e, peggio, come capo del
governo sostenuto dalle sinistre. Ciampi ha dilapidato almeno 60 mila
miliardi di lire (denaro nostro) in una "difesa della lira" stolta,
incompetente e dissennata. Fu quando lo speculatore George Soros,
utilizzando la leva dei derivati, attaccò insieme lira e sterlina: data la
tecnica della manovra, qualunque economista capiva che Bankitalia non poteva
farcela da sola. Il governatore (Ciampi) avrebbe dovuto fare una cosa:
telefonare alle Banche Centrali d'Europa, Bundesbank e Banca di Francia, e
chiedere il loro aiuto. Ad una risposta negativa, avrebbe dovuto
immediatamente smettere di spendere soldi italiani per una difesa senza
speranza. Per un atto di simile incompetenza, il governatore della Banca
Centrale thailandese finì addirittura sotto processo.

Ciampi come capo del governo fece alcune "privatizzazioni" che sarà bene
ricordare. Per esempio, vendette un gioiello dell'Iri, con avanzatissima
ricerca interna, leader mondiale di mercato nelle turbine a gas- la Nuovo
Pignone - agli americani. Più precisamente, al concorrente americano della
Nuovo Pignone. E per quanto? Per mille miliardi. Ora, bisogna sapere che in
quel momento la Nuovo Pignone aveva in corso ordinativi per...mille
miliardi. La ditta dunque fu regalata da Ciampi, così buono e umano, così
pensoso dei destini degli italiani, al suo competitore Usa.

Ciampi chiuse l'azienda Enichem di Crotone che produceva fosforo, unica in
Europa, perché in quel momento - del tutto temporaneamente - sui mercati
mondiali il fosforo costava meno di quello prodotto in Italia. Fu così
chiusa una fabbrica che aveva dato a Crotone una classe operaia e tecnica, e
aveva una perdita momentanea di pochi miliardi di lire (l'intera produzione
valeva 12 miliardi annui, e dava lavoro a 5000 addetti). Poi il prezzo del
fosforo si rialzò sui mercati mondiali, e ora dobbiamo comprarlo all'estero:
pagandolo in dollari e non in lire o euro. Ma intanto Ciampi aveva dato il
suo contributo al degrado del Meridione.

In compenso, Ciampi inaugurò in pompa magna il "modernissimo stabilimento
della Fiat a Melfi". Che non ha dato lavoro, essendo completamente
robotizzato, e che la Fiat ha avuto gratis perché è stato lo Stato (i
contribuenti) a pagarglielo, con 5 mila miliardi di lire.

La conclusione è una sola: come presidente, Ciampi non è competitivo. Il
presidente americano costa molto meno (600 mila dollari l'anno), la Corte
d'Inghilterra molto meno del Quirinale. Dovremmo prenderlo in parola, e
assumere in sua vece un presidente cinese o indiano. Se Ciampi vuole davvero
rendersi utile, si tagli lo stipendio presidenziale, che ammonta a parecchi
miliardi di lire l'anno. Riduca i 5 mila dipendenti del Quirinale. Dimezzi
lo stipendio al suo segretario preferito Gaetano Gifuni: da 2 miliardi a 1
miliardo annuo;di fame non morirà.

[SM=x43613]
Metalsoul
00sabato 12 marzo 2005 17:37
Re:

Scritto da: LexImperat 12/03/2005 17.32
Posto questo articolo di Maurizio Blondet

*ABBIAMO DUE GOVERNI*

Berlusconi esige trasparenza dagli Usa per la vicenda Calipari, e Ciampi
scrive a Bush per invitarlo ad avviare "un'esauriente inchiesta congiunta"
in modo che "i fatti vengano chiariti in maniera esauriente". I giornalisti
amici del Quirinale, evidentemente imbeccati, sottolineano che quella
ripetizione di "esauriente" non è casuale. Esprime la profondità e
sottigliezza politica dell'amatissimo (da loro) presidente Ciampi. Ma cosa
vorrà dire in realtà? Forse ci sono dei motivi perché l'inchiesta chiesta da
Berlusconi non sia ritenuta abbastana "esauriente"? Forse Ciampi chiede
un'inchiesta così "esauriente" da mettere nei guai il governo Berlusconi?

In realtà, abbiamo due governi.

Berlusconi viene accusato di essere l'artefice del "declino italiano"
(effetto di incrostate ignoranze e provincialismi culturali e scientifici
coltivati nell'ultimo mezzo secolo), e Ciampi va in India e in Cina ad
invitare gli imprenditori italiani a investire là. Lo ringrazino i
lavoratori italiani che perderanno il posto: in Cina la paga media ammonta a
1300 euro l'anno, quella sì che è competitività.

Ciampi fa la sua politica, distinta e separata da quella di Berlusconi.
Abbiamo un governo eletto, e un governo presidenziale autonomo, non eletto.
Berlusconi è ampiamente criticato e spernacchiato dai grandi media
nazionali. Ciampi è circondato solo da corale devozione. Si riportano con
mistico rapimento le sue pie banalità, si esalta la sua "umanità", si
prendono per oro colato i suoi "paterni consigli".

Nessuno, proprio nessuno, ricorda i danni che Ciampi ha ripetutamente fatto
all'Italia durante la sua permamenza a Bankitalia e, peggio, come capo del
governo sostenuto dalle sinistre. Ciampi ha dilapidato almeno 60 mila
miliardi di lire (denaro nostro) in una "difesa della lira" stolta,
incompetente e dissennata. Fu quando lo speculatore George Soros,
utilizzando la leva dei derivati, attaccò insieme lira e sterlina: data la
tecnica della manovra, qualunque economista capiva che Bankitalia non poteva
farcela da sola. Il governatore (Ciampi) avrebbe dovuto fare una cosa:
telefonare alle Banche Centrali d'Europa, Bundesbank e Banca di Francia, e
chiedere il loro aiuto. Ad una risposta negativa, avrebbe dovuto
immediatamente smettere di spendere soldi italiani per una difesa senza
speranza. Per un atto di simile incompetenza, il governatore della Banca
Centrale thailandese finì addirittura sotto processo.

Ciampi come capo del governo fece alcune "privatizzazioni" che sarà bene
ricordare. Per esempio, vendette un gioiello dell'Iri, con avanzatissima
ricerca interna, leader mondiale di mercato nelle turbine a gas- la Nuovo
Pignone - agli americani. Più precisamente, al concorrente americano della
Nuovo Pignone. E per quanto? Per mille miliardi. Ora, bisogna sapere che in
quel momento la Nuovo Pignone aveva in corso ordinativi per...mille
miliardi. La ditta dunque fu regalata da Ciampi, così buono e umano, così
pensoso dei destini degli italiani, al suo competitore Usa.

Ciampi chiuse l'azienda Enichem di Crotone che produceva fosforo, unica in
Europa, perché in quel momento - del tutto temporaneamente - sui mercati
mondiali il fosforo costava meno di quello prodotto in Italia. Fu così
chiusa una fabbrica che aveva dato a Crotone una classe operaia e tecnica, e
aveva una perdita momentanea di pochi miliardi di lire (l'intera produzione
valeva 12 miliardi annui, e dava lavoro a 5000 addetti). Poi il prezzo del
fosforo si rialzò sui mercati mondiali, e ora dobbiamo comprarlo all'estero:
pagandolo in dollari e non in lire o euro. Ma intanto Ciampi aveva dato il
suo contributo al degrado del Meridione.

In compenso, Ciampi inaugurò in pompa magna il "modernissimo stabilimento
della Fiat a Melfi". Che non ha dato lavoro, essendo completamente
robotizzato, e che la Fiat ha avuto gratis perché è stato lo Stato (i
contribuenti) a pagarglielo, con 5 mila miliardi di lire.

La conclusione è una sola: come presidente, Ciampi non è competitivo. Il
presidente americano costa molto meno (600 mila dollari l'anno), la Corte
d'Inghilterra molto meno del Quirinale. Dovremmo prenderlo in parola, e
assumere in sua vece un presidente cinese o indiano. Se Ciampi vuole davvero
rendersi utile, si tagli lo stipendio presidenziale, che ammonta a parecchi
miliardi di lire l'anno. Riduca i 5 mila dipendenti del Quirinale. Dimezzi
lo stipendio al suo segretario preferito Gaetano Gifuni: da 2 miliardi a 1
miliardo annuo;di fame non morirà.

[SM=x43613]





[SM=x43601]




Wolfy84
00sabato 12 marzo 2005 18:30
Ma chi è questo giornalista? (tra le molteplici cose che non condivido nel merito, sottolineo però gli errori clamorosi quali "il presidente della repubblica non è eletto (roba che Scudiero ti prende a calci)" e il fantomatico potere del Presidente della Repubblica di autodeterminarsi lo sitipendio.....
leverkuhn83
00sabato 12 marzo 2005 18:54

Data la lampante imparzialità del giornalista, dovremmo verificare la veridicità delle accuse mosse a Ciampi.

Non ho ben capito in cosa si espliciti questo fantomatico governo del PdR, se non nell'esercizio di poteri da sempre attribuitigli, peraltro neanche molto incisivi, e non certo politico-decisionali, ma tuttalpiù di garanzia.
Mi sembra che questo Presidente, per quanto banale e scontato in qualche suo intervento, stia svolgendo il proprio compito molto puntualmente (soprattutto nel rinvio alle Camere degli orrori costituzionali prodotti dal governo).

Tra l'altro, in tutti i sondaggi, è di gran lunga il PdR la figura istituzionale in cui il popolo ripone maggiore fiducia.
Mi sembrano più che altro polemiche strumentali di basso profilo: più ci si avvicina alle elezioni e più si tenterà di distogliere l'attenzione dall'operato del governo con panzane sconclusionate o storielle infondate come questa.

[SM=x43603]

clicko
00sabato 12 marzo 2005 19:01
una verità di fondo c'è...quando era presidente del consiglio e metteva le mani in tasca alla gente o faceva manovrine a ca[SM=g27816] era mal visto...ora ke è pdr è il "nonno" degli italiani...e tutti fan finta ke nulla è capitato.come è labile la memoria umana...
LexImperat
00sabato 12 marzo 2005 21:13
Ragazzi, ovviamente l'articolo ha un tono palesemente provocatorio... e quel "governo Ciampi non eletto" non va interpretato letteralmente, nel senso che il PdR non viene eletto, ma in una visione di ideale contrapposizione al "Governo Berlusconi eletto". Almeno io così interpreto.

Comunque, delle verità di fondo ci sono: le azioni "finanziarie" di Ciampi (e perciò ho osato postare l'articolo, sicuro che avrebbe sollevato delle discussioni) [SM=x43611]

Riporto da G.Accame - "Una storia della Repubblica" - Rizzoli (2000):
"[...] l'allora governatore della Banca d'Italia C.A. Ciampi si rivelò incapace di valutare la consistenza delle forze in campo e s'illuse di poterle fronteggiare con l'abituale leva sul tasso di sconto, portandolo a un 15% che per il mondo delle imprese comportava costi del denaro jugulatori; e riacquistando con valute pregiate le lire che la speculazione stava massicciamente vendendo nella prospettiva di riacquistarle poco dopo a prezzo svalutato. All'immensa liquidità speculativa (8mila miliardi di dollari) Ciampi contrapposi i 48 miliardi di dollari tenuti in riserva dalla Banca d'Italia e se li fece divorare. [...] Ma per la sacralità che circonda il maggiore tempio nazionale del denaro l'errore non gli fu rimproverato."
Questo da governatore della Banca d'Italia.
Da Presidente del Consiglio gli vanno invece addebbitate le privatizzazioni del 1993 "di cui approfittarono alcune multinazionali straniere (le quali proseguirono col governo in quel processo di colonizzazione del sistema produttivo italiano già avviato coi privati): l'Italgel dell'Iri-Sme ceduto con Motta e Alemagna alla multinazionale svizzera Nestlé; l'olio Bertolli passato con un'operazione piuttosto contorta dallo stesso gruppo alimentare pubblico al gruppo anglo-olandese Unilever; le vetrerie Siv dell'Efim cedute all'inglese Pilkington; il Nuovo Pignone dell'Eni all'americana General Electric." (Accame, op.cit.)

P.S. cmq vorrei precisare, soprattutto all'amico "leverkuhn83", che non sono affatto un filogovernativo che tenta di distogliere l'attenzione dall'operato del governo, tutt'altro... dico solo che apprezzo come tanti altri il "rinvio alle Camere degli orrori costituzionali prodotti dal governo" [SM=x43608]

leverkuhn83
00domenica 13 marzo 2005 02:10
Re:

Scritto da: LexImperat 12/03/2005 21.13
Ragazzi, ovviamente l'articolo ha un tono palesemente provocatorio... e quel "governo Ciampi non eletto" non va interpretato letteralmente, nel senso che il PdR non viene eletto, ma in una visione di ideale contrapposizione al "Governo Berlusconi eletto". Almeno io così interpreto.

Comunque, delle verità di fondo ci sono: le azioni "finanziarie" di Ciampi (e perciò ho osato postare l'articolo, sicuro che avrebbe sollevato delle discussioni) [SM=x43611]

Riporto da G.Accame - "Una storia della Repubblica" - Rizzoli (2000):
"[...] l'allora governatore della Banca d'Italia C.A. Ciampi si rivelò incapace di valutare la consistenza delle forze in campo e s'illuse di poterle fronteggiare con l'abituale leva sul tasso di sconto, portandolo a un 15% che per il mondo delle imprese comportava costi del denaro jugulatori; e riacquistando con valute pregiate le lire che la speculazione stava massicciamente vendendo nella prospettiva di riacquistarle poco dopo a prezzo svalutato. All'immensa liquidità speculativa (8mila miliardi di dollari) Ciampi contrapposi i 48 miliardi di dollari tenuti in riserva dalla Banca d'Italia e se li fece divorare. [...] Ma per la sacralità che circonda il maggiore tempio nazionale del denaro l'errore non gli fu rimproverato."
Questo da governatore della Banca d'Italia.
Da Presidente del Consiglio gli vanno invece addebbitate le privatizzazioni del 1993 "di cui approfittarono alcune multinazionali straniere (le quali proseguirono col governo in quel processo di colonizzazione del sistema produttivo italiano già avviato coi privati): l'Italgel dell'Iri-Sme ceduto con Motta e Alemagna alla multinazionale svizzera Nestlé; l'olio Bertolli passato con un'operazione piuttosto contorta dallo stesso gruppo alimentare pubblico al gruppo anglo-olandese Unilever; le vetrerie Siv dell'Efim cedute all'inglese Pilkington; il Nuovo Pignone dell'Eni all'americana General Electric." (Accame, op.cit.)

P.S. cmq vorrei precisare, soprattutto all'amico "leverkuhn83", che non sono affatto un filogovernativo che tenta di distogliere l'attenzione dall'operato del governo, tutt'altro... dico solo che apprezzo come tanti altri il "rinvio alle Camere degli orrori costituzionali prodotti dal governo" [SM=x43608]




Allora siamo assolutamente d'accordo: anch'io ritengo che molte azioni di Ciampi, prima di diventare PdR, siano state biasimevoli. Volevo sottolineare che questione radicalmente diversa è vagheggiare un paragoverno presidenziale che nn esiste e nn può esistere...

Cmq nel valutare l'articolo come tentativo deviante non intendevo riferirmi a te(non ti conosco nemmeno), ma al giornalista (è abitudine di alcuna stampa "depistare" la pubblica opinione nei periodi pre-elettorali). Scusami se non mi sono ben spiegato.

Danilo [SM=g27817]
kaisersouzen
00domenica 13 marzo 2005 05:14
nn ho letto l'articolo..
ma ciampi a me nn piace..
quindi nn lo leggerò,credo..
ma tanto x quello che conta..
sta sott o schiaff e franca...che guarda troppa televisione in menopausa..
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