Caso Cucchi, tutti assolti in appello

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latte++
00sabato 1 novembre 2014 12:43
Nessun colpevole per la morte di Stefano Cucchi. Non lo sono i sei medici condannati in primo grado per omicidio colposo e oggi assolti in appello. E non lo sono i tre infermieri e i tre poliziotti che già erano stati prosciolti nel processo in Corte d’Assise. «Il fatto non sussiste», hanno stabilito i giudici della II sezione di Roma. Ma la famiglia non ci sta e annuncia ricorso in Cassazione: «L’hanno ucciso un’altra volta, è assurdo», dicono in lacrime genitori e sorella.

“GIUSTIZIA MALATA”
Il calvario del giovane romano, morto nel 2009 una settimana dopo l’arresto per droga, con i segni di traumi violenti e denutrizione, non ha dei responsabili. E mentre la famiglia di Cucchi è indignata, i legali dei medici e degli agenti della penitenziaria non nascondono la loro soddisfazione. La sorella del giovane geometra, Ilaria, sempre in prima linea nella vicenda, scoppia a piangere. Poi attacca: «Una giustizia malata ha ucciso Stefano. Mio fratello è morto in questo palazzo cinque anni fa, quando ci fu l’udienza di convalida del suo arresto per droga, e il giudice non vide che era stato massacrato». «Continueremo la nostra battaglia finché non avremo giustizia», promettono la madre e il padre di Stefano, Giovanni. «Non si può accettare che lo Stato sia incapace di trovare i colpevoli».


LE FOTO CHOC IN TRIBUNALE
«Era quello che temevo - dice Fabio Anselmo, legale dei Cucchi -. Vedremo le motivazioni e poi faremo ricorso». È stato proprio lui a mostrare nelle udienze le foto del corpo di Stefano. All’opposto, i legali degli imputati, sei medici, tre infermieri e tre agenti della polizia penitenziaria. Per tutti l’accusa aveva chiesto la condanna. «Era quello che ci aspettavamo come risultato minimo. Siamo molto soddisfatti», dice Gaetano Scalise, difensore del professor Aldo Fierro, primario del reparto detenuti dell’ospedale Pertini. «Il punto nodale - aggiunge - è che esistono dubbi sulla causa di morte di Cucchi, e questo esclude la responsabilità del medici». «Una sentenza assolutamente equilibrata perché dà atto dei dubbi che la perizia non era riuscita a risolvere», affermano i legali di Luigi De Marchis Preite, altro medico imputato.


LE REAZIONI DELLA POLITICA
L’inchiesta e il processo per la morte di Cucchi hanno creato in questi anni anche degli schieramenti. «Per gli agenti di custodia non poteva che esserci l’assoluzione, non essendoci stato il pestaggio - dice il senatore Ncd Carlo Giovanardi -. Per i medici ribadisco quanto detto dall’inizio: Cucchi doveva essere curato e alimentato anche coattivamente. C’è una responsabilità morale di averlo fatto morire di fame e di sete». «L’omicidio di Stefano Cucchi rimane una ferita aperta di fronte al bisogno di verità e giustizia - scrive il leader di Sel Nichi Vendola su Twitter -. Una ferita insopportabile». «È un dolore molto grande, che si somma a tutti gli altri», commenta Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi, 18/enne morto a Bologna nel 2005 mentre veniva arrestato. Nel suo caso 4 poliziotti sono stati condannati in via definitiva.

IL SAP: GIUSTO COSI’
Soddisfatto invece il sindacato di polizia Sap. «Tutti assolti, come è giusto che sia», dice il segretario Gianni Tonelli, che chiede al Comune di Roma di non intitolare una piazza a Cucchi. «In questo Paese - si legge in una nota - bisogna finirla di scaricare sui servitori dello Stato le responsabilità dei singoli, di chi abusa di alcol e droghe, di chi vive al limite della legalità». Poi il comunicato prosegue con una frase che sta facendo molto discutere: «Se uno ha disprezzo per la propria condizione di salute, se uno conduce una vita dissoluta, ne paga le conseguenze. Senza che siano altri, medici, infermieri o poliziotti in questo caso, ad essere puniti per colpe non proprie». E proprio il sindaco della capitale, Ignazio Marino, si dice «senza parole». Il rispetto per i giudici «è massimo -aggiunge- ma questa sentenza è dissonante rispetto alle conclusioni formulate dalla Commissione d’inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale del Senato». Per Amnesty International «verità e giustizia sono ancora più lontane».
idina
00sabato 1 novembre 2014 13:47
Una cosa la sappiamo e neanche la magistratura ha potuto negarla: Stefano Cucchi e' stato ucciso dalle forze dell'ordine che dovevano, al contrario, tutelarlo. Probabilmente, tutti sono stati assolti per insufficienza probatoria, predicato del diritto mai applicato quando ad andare dentro sono i tossici e i dissidenti politici. Al contario, le prove sono insufficienti quando a risultare preminente e' quel maledetto spirito di corpo, contro il quale tutti dobbiamo combattere. Credo, però, che, più che chiedere giustizia, invocando la galera per chi ha ucciso, Stefano Cucchi e la famiglia vadano onorati su di un piano ancora più nobile, che è quello di una grande mobilitazione sulle gravissime responsabilità della politica italiana in materia di diritto penale degli stupefacenti. E' una normativa vergognosa, classista e ingiusta che crea la categoria criminologia del "tossico". E io credo che Stefano Cucchi sia stato ucciso tre volte (come dicono i genitori) perché "tossico". "Tossico" per chi l'ha ucciso. "Tossico" per la procura che ha male indagato. "Tossico" per i giudici che hanno assolto i carnefici utilizzando
un principio non valido per le vittime. I "tossici" non devono esistere per il diritto penale. "Tossica" per la democrazia, invece, e' la violenza di uno come Giovanardi che aveva definito Stefano "anoressico epilettico tossicodipendente larva e zombie". Forse ad essere espulsi, ad essere "classificati" dovrebbero essere proprio quelli come lui.


Sono le parole di un amico che ho deciso di postare, perché le condivido in pieno.
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