Calciopoli 2

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inritardo
00lunedì 3 maggio 2010 23:30
guardate pag 2 e 3 del topic inerente a Lazio-Inter 0-2
è uno scandalo giudiziario!!!
inritardo
00lunedì 3 maggio 2010 23:31
Ma vogliamo allora parlare del biscotto del pm narducci col sig,Moratti ???
le ultime intercettazioni mostrano in modo chiaro che non esiste alcun sistema Moggi !!! Lo stesso facchetti buon anima contattava direttamente gli arbitri e i designatori non solo per avere "pareri" sul campionato ma addirittura per le partite in champions !!!

Se fosse utilizzato lo stesso metro di giudizio penso che sarebbe serie B con 20 punti di penalizzazione e 3 anni di inibizione dalle coppe europee !!! ma narducci cerca in tutti i modi di parare il cul.o all'inter e questo è evidente se volete vi posto i link
inritardo



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Utente Junior

03/05/2010 22.31


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Re:
carmine87, 03/05/2010 15.23:

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Voglio solo ricordare una cosa...nell'anno del famoso scudetto di Perugia sotto il diluvio Mazzone romanista doc si gioco' la partita al massimo contribuendo allo scudetto della lazio.
Beh dicevano che senza Moggi il calcio fosse pulito..a me sembra che negli ultimi 5 anni abbiamo assistito a una dittatura interista,nella quale oltre a indubbi meriti sportivi ci sono state tante altre situazioni sospette....tutto cio' mi fa pensare che il marcio esiste ancora di piu' oggi che prima.

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qui non si tratta di difendere un colore od un altro ma si parla per evidenziare che la giustizia colpisce solo coloro i quali non fanno più comodo al sistema e siatene certi Moggi era uno di questi!!!

Un uomo se sà di essere colpevole non tenta il suicidio !!!
inritardo



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Utente Junior

03/05/2010 22.49


IP: Nascosto

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I più "giustizialisti" dell'estate 2006, quelli che chiedevano teste e condanne esemplari in nome dell'etica e del calcio pulito, oggi si arrampicano sugli specchi e si affrettano a rassicurare "Tanto è tutto già prescritto". Che pena vedere che gli stessi che nel 2006 si distinsero per accanimento mediatico oggi si turano il naso e tollerano l'olezzo del "finto pulito". I fatti nuovi portati a galla solo oggi hanno smascherato tanti finti moralisti senza coerenza. Nel 2006 scatenarono una campagna mediatica per ottenere le dimissioni dei vertici della FIGC. L'accusa era di aver tenuto le carte nel cassetto per "coprire la Juve". Allora le carte erano giunte dalla Procura di Torino da soli due mesi, oggi parliamo di atti che si potevano e dovevano consultare anni fa, che non sono stati richiesti, o che sono stati lasciati ammuffire "in soffitta". Oggi i paladini dell'etica non chiedono la testa di chi ha sbagliato. Sostenevano che chi aveva trascurato non garantiva trasparenza. Ed oggi? Dov'è la differenza?

Riviviamo le tappe in ordine cronologico e vedremo che tanti personaggi della FIGC "Non potevano non sapere", una frase nota, per primo, a Borrelli.

8 maggio 2006 - Franco Carraro si dimette dalla Federcalcio.
Da La Repubblica: "Il numero 1 della Figc ha deciso di lasciare dopo lo scandalo delle intercettazioni e i colpevoli ritardi della Figc sulla vicenda. Il testo delle intercettazioni era infatti noto ai dirigenti federali già da tempo. [...] Le dimissioni di Carraro sono state chieste nei giorni scorsi da Repubblica, con un articolo di Gianni Mura".
Dalla lettera di dimissioni di Carraro: "Il 21 settembre 2005 ho ricevuto dal Procuratore Capo di Torino, dott. Maddalena, la richiesta di archiviazione ed il decreto di archiviazione del Gip. Il 13 marzo mi è stata inviata la documentazione che sta alla base dei provvedimenti che mi erano stati consegnati a dicembre. Da parte mia, ho immediatamente trasmesso tutta la documentazione all'Ufficio indagini della federazione e all'Uefa".
Le reazioni politiche. L'ex vicepremier Fini commenta: "Carraro se ne va? Meglio tardi che mai". Identiche parole da Maroni della Lega. E Vannino Chiti, Ds: "Ha preso atto di una situazione insostenibile, dopo l'ennesimo e disastroso scandalo".

19 maggio 2006 - La stampa chiede anche la testa del Generale Pappa, che si dimette.
Da Tgcom.it: Il capo dell'ufficio indagini della Federazione italiana gioco calcio, Italo Pappa, si è dimesso. "I continui attacchi all'ufficio, che ho l'onore ed il privilegio di presiedere, e le indegne strumentalizzazioni che alcuni organi di stampa hanno di recente effettuato, stravolgendo completamente la realtà dei fatti, mi costringono ad assumere questa dolorosa decisione".
Aggiunge il Corriere.it: "L' ampiezza dello scandalo e il peso delle intercettazioni, però, sono sotto gli occhi di tutti. Tanto che i magistrati di Napoli hanno chiesto e ottenuto di trattare direttamente con Rossi. A lui e solo a lui consegneranno le carte necessarie a far partire i processi sportivi. I magistrati sono rimasti colpiti, in passato, dalle punizioni sempre blande nei tanti scandali che hanno tolto credibilità al calcio".

C'ERANO TRACCE DI INTER.
Sono state volutamente trascurate, fino ad arrivare alla prescrizione, ma le prime tracce su rapporti dell''Inter con arbitri in attività e designatori spuntano anche loro nel maggio 2006.

11 maggio 2006 - Nucini confessa il suo rapporto con Facchetti in un'intervista a Repubblica:
Perché raccontò quelle cose a Facchetti? E cosa gli disse esattamente?
"Io credo che non sia corretto riferire i contenuti dei molti incontri che ebbi con Facchetti. Dico solo che non è stato un incontro casuale. Con Facchetti siamo stati in confidenza, se non amici, per anni".

19 maggio 2006 - Spuntano due intercettazioni con Facchetti nell'indagine della Procura di Torino.
Titola così Corriere.it - Pairetto a Facchetti: ho fatto mettere Meier.
Anche La Stampa, riporta le stesse intercettazioni. Impossibile che siano "sfuggite" (Narducci cit.)

26 maggio 2006 - Nelle informative consegnate a Borrelli, recatosi a Napoli da "privato cittadino", e non ancora Capo dell'Ufficio Indagini, ci sono già indizi riguardo alle frequentazioni di Bergamo, Pairetto e Mazzini con altri personaggi del mondo del calcio "non indagati". Le telefonate con Spinelli e Governato vengono a galla solo ora, ma delle tracce su cui indagare c'erano, ad esempio, nella telefonata 490 dell’8 febbraio 2004, Bergamo informa la Fazi: "Stamani due so’ venuti, Cinquini del Parma e Spinelli del Livorno […] e dice no, non danneggiate il Parma" ; nella telefonata 26618 del 10 febbraio 2005, Bergamo parla così del collega Pairetto: "Gigi è amico intimo di Governato, che è il consulente di Corioni! E che gli ha fa… e che Governato gli ha fatto fa’ delle cose".

8 giugno 2006 - Bergamo in un'intervista a Repubblica:
Ma parlava o no al telefono con Moggi?
"Con Moggi? Certo che parlavo con lui, ma io parlavo con tutti. Come era logico che fosse. Parlavo con Capello, con Sacchi... Normale, normalissimo"
Però i carabinieri sostengono che c'è stato un pranzo segreto a casa sua, a Collesalvetti, con i dirigenti della Juve.
"Macché segreto e segreto. Il campionato era praticamente finito, la Juventus giocava a Livorno e aveva già vinto lo scudetto. Sì, Moggi e Giraudo sono venuti a cena a casa mia, e allora?"
I carabinieri erano appostati al cancello...
"Al cancello, lungo la stradina, ovunque stavano... In passato avevo invitato a cena anche Galliani, dirigenti dell'Inter e di altre società. Scusate, ma che male c'è?"

8 giugno 2006 - Interrogatorio di Bergamo
Gli uomini del pool di Borrelli interrogano Bergamo dalle 9.10 alle 18. Bergamo confessa subito ai vicecapi dell'allora Ufficio Indagini, D’Andrea e De Feo, che sentiva tanti altri dirigenti. Tuttosport porta oggi alla luce il verbale d'interrogatorio nel quale è riportata anche questa dichiarazione di Bergamo: "Non ho mai negato di parlare della probabile formazione della griglia, che comunque dovevo confrontare con Pairetto, anche con tutti gli altri dirigenti di società che me ne avessero fatto richiesta. Questa consuetudine di parlare della griglia o di quegli arbitri che potevano andare nella griglia, ribadisco, ce l’avevo anche con altri dirigenti (tra gli altri Facchetti, Meani, Capello, Sacchi). Non so dire se Pairetto si confrontava con altri su questi temi. E preciso che la conoscenza della griglia era il “segreto di Pulcinella” in quanto gli arbitri erano certamente individuabili per gli addetti ai lavori". Perché non si è approfondito ed indagato su quanto Bergamo aveva dichiarato? Oggi non sentiremmo parlare di prescrizione per reati che si potevano indagare nel 2006.

8 giugno 2006 - Bergamo ospite/imputato a Matrix rivela contatti con tutti.
"Intervenuto in TV alla trasmissione Matrix, condotta da Enrico Mentana, Paolo Bergamo ha affermato che le telefonate a lui ed al suo collega Pierluigi Pairetto da parte dei dirigenti delle diverse squadre erano molto frequenti. Bergamo ha candidamente rivelato di essere solito parlare con tutti ed ospitare in casa sua, persino per la notte, il presidente interista Giacinto Facchetti. In particolare, ha dichiarato che riceveva spesso telefonate dai dirigenti dell'Inter, squadra a cui è stato assegnato successivamente lo Scudetto 2005-2006. Sempre nel corso dell'intervista, l'ex designatore, ha detto che durante la stagione calcistica 2003-2004 ha parlato più volte con l'allora allenatore della Roma, Fabio Capello".

19 giugno 2006 - Relazione di Borrelli a Palazzi (allora Procuratore e non ancora Super).
Ricordava Tuttosport, qualche giorno fa, dopo le intercettazioni ritrovate dalla difesa di Moggi: "In ogni caso, qualcosa Borrelli deve avere subodorato, se non addirittura capito, visto che - il 19 giugno del 2006 - concluse con queste inequivocabili parole la relazione che consegnò al procuratore Stefano Palazzi: “Resta da ripetere che le indagini dovranno proseguire: la vastità del contesto, la unicità di questo che è il più grande scandalo del mondo del calcio, il numero davvero ampio di società e soggetti coinvolti, i plurimi filoni investigativi che sin da ora emergono e che vieppiù emergeranno nel prosieguo, Non permettono di ritenere conclusa l’opera di individuazione delle responsabilità eventualmente attribuibili ad altre società e ad altre persone fisiche”."

12 settembre 2006 - Anche Mazzarri conferma la versione di Bergamo.
(AGM-DS) – Reggio Calabria 12 settembre – Walter Mazzarri difende indirettamente Luciano Moggi: "È vero, tutti i club si rivolgevano a Paolo Bergamo". L’allenatore della Reggina torna, nel corso della sua conferenza stampa del martedì, a parlare dello scandalo di Calciopoli. Lunedì sera, in tv, lo stesso Bergamo aveva sostenuto di avere avuto contatti frequenti con tutte le società e non solo con l’ex dg della Juventus. E Mazzarri conferma: "Ripeto quello che già avevo detto in passato: tutte le società si rivolgevano a lui in quanto designatore, era una prassi consolidata".

2 aprile 2007- Abete presidente FIGC
Finisce il commissariamento di Pancalli ed Abete viene eletto presidente. Poche settimane più tardi c'è l' abbandono di Francesco Saverio Borrelli e la costituzione della Superprocura Federale con tutti i compiti, di indagine ed accusa, assegnati ad un uomo solo: Palazzi.

BORRELLI. Facendo un bilancio del lavoro di Borrelli non possiamo non notare che aveva avuto indizi ed elementi per aprire un filone d'inchiesta anche sull'Inter per quanto riguarda Calciopoli. A Borrelli, che invocò a lungo qualche “pentito” che rompesse l’omertà, qualcosa fu tenuta nascosta dagli investigatori, come il "caso Coppola". L'assistente Rosario Coppola raccolse l'invito di Borrelli ed il 20 maggio 2006 si recò spontaneamente dagli investigatori di Roma (i "magnifici 12" di Auricchio ndr), per parlare del "sistema" in modo allargato e di pressioni ricevute per un caso che coinvolgeva l'Inter, ma gli fu risposto che "L'Inter non interessa". Pur essendogli stata negata la conoscenza di questo importante tassello, però, Borrelli aveva, come abbiamo visto, indizi su cui indagare, aveva la deposizione di Bergamo da approfondire. Visto che a giugno 2006 aveva scritto che "Resta da ripetere che le indagini dovranno proseguire", chiediamo perché non lo abbia fatto nei mesi seguenti, finché è rimasto in carica.

PALAZZI. Salito alla ribalta grazie a Calciopoli e all'investitura da parte di Guido Rossi, ad aprile 2007 diventa il Capo della Superprocura. Palazzi ha avuto accesso agli stessi dati sottovalutati da Borrelli e ad altri che si sono aggiunti dopo.

30 aprile 2007 - De Santis, ad Antenna 3, riparla dell'Inter.
"Io dichiaro di non aver mai, e dico mai, parlato al telefono con Luciano Moggi e di non aver mai preso da Moggi alcuna sim straniera. Anzi. Dico di più. Ero solito parlare abitualmente con altri dirigenti calcistici. Mi sentivo spesso con Facchetti e Meani. Con Giacinto Facchetti avevo un buonissimo rapporto e devo dire che lui in parecchie circostanze è stato molto ossessivo. (...) Queste cose le sa benissimo anche Moratti. Mi spiace parlare di una persona che purtroppo non c'è più. Ma io sono disponibilissimo a rendere pubblici i miei tabulati telefonici, di modo che tutti sappiano che questi rapporti erano reali. Meani? mi sentivo spessissimo anche con lui e mi viene da sorridere quando viene trattato come un fattorino o una badante". Ma ancor più sorprendete la rivelazione di De Santis sulla sua fede sportiva: "Sono interista".
Per queste dichiarazioni De Santis si prenderà la reprimenda di quasi tutta la stampa sportiva (un esempio tra i tanti). Ma aveva ragione De Santis, le telefonate dove è Facchetti a chiamarlo, a cercare un arbitro in attività, ci sono, e tanti dovrebbero le scuse all'ex arbitro.

Davanti a tante ripetute affermazioni di Bergamo e De Santis, davanti alla deposizione di Bergamo agli atti, Palazzi avrebbe dovuto aprire un fascicolo per interrompere la prescrizione, in attesa di ricevere altra documentazione dal processo di Napoli, dove la FIGC, come "parte civile", avrebbe avuto accesso agli stessi atti scandagliati dalla difesa di Moggi. Palazzi non lo ha fatto.

Dicembre 2007 - La Procura di Napoli trasmette gli atti dell'inchiesta alla Figc.
Solo dopo 15 giorni di intercettazioni inedite, pubblicate da noi e tanti altri media, in FIGC sono andati a caccia dei 31 dvd e 40 cd con tutte le 171.000 intercettazioni, senza trovarli. Solo il 16 aprile 2010 Antonello Valentini, il direttore generale della FIGC, ammette: "Per qualsiasi vicenda di carattere giudiziario, noi ci mettiamo in scia alla magistratura ordinaria. Abbiamo accertato con il Procuratore federale che non abbiamo mai avuto quei dischetti. Il 15 dicembre 2007 Palazzi chiese i documenti a Napoli e alla viglia di Natale ci furono recapitati tre faldoni cartacei su fatti che tra l’altro erano caduti in prescrizione sei mesi prima".
I reati per le società potevano essere prescitti, ma per i tesserati non erano ancora prescritti, e dai brogliacci si sarebbero potute constatare le telefonate venute a galla.
Perché Palazzi non ha chiesto i brogliacci e tutti i cd delle telefonate?
Se si aprono fascicoli sullo striscione di Ambrosini, o sugli "aiutini" per l'Inter denunciati da De Rossi, si poteva aprire un fascicolo anche sulle dichiarazioni di Bergamo e De Santis. La FIGC non si nasconda dietro una foglia di fico.

ABETE. L'8 aprile Abete ha dichiarato: "La Figc segue con la massima attenzione l'evolversi della situazione, avendo come obiettivo quello di favorire la massima chiarezza. Abbiamo le responsabilità di garantire pari trattamento per tutti [...] L'auspicio è dei seguire tutte le vicende con il massimo rigore e rispetto".
La FIGC avrebbe dovuto seguire la situazione per favorire chiarezza dal 2006, abbiamo visto che ne aveva conoscenza. La FIGC non potrà nei fatti garantire pari trattamento, perché ha lasciato che i reati andassero in prescrizione. Il massimo rigore? Doveva esserci prima e non c'è stato nel condurre le indagini su informazioni di reato.
Abete ha detto anche: "I comportamenti illeciti si prescrivono, quelli morali no". Un contentino che non può coprire il fattaccio della prescrizione.
Abete dovrebbe dimettersi, per gli stessi motivi per i quali furono chieste a furor di stampa le dimissioni di Carraro.
Come minimo Abete, in qualità di massimo rappresentante della FIGC, per dare credibilità a parole come "chiarezza, rigore e rispetto", dovrebbe dare delle risposte su chi è il responsabile delle negligenze che hanno condotto alla prescrizione, dovrebbe chiederne le dimissioni immediate.

PALAZZI. Il superprocuratore, a capo dell'ufficio che doveva curare le indagini, è il primo ad essere chiamato in causa, il primo a dovere delle risposte. Ma tace. In questi ultimi anni ha dimostrato di aver smarrito la durezza del 2006 e, soprattutto quando i fatti interessavano l'Inter, di aver scelto tempi lunghi e mano leggera. Il 6 aprile il suo ufficio è stato tirato in ballo dall'avvocato Morescanti che, sulla questione pedinamenti e spionaggio, ha detto: "Nel 2007 la Federazione sapeva perfettamente quello che era successo. Cosa ha fatto nei confronti dell'Inter visto che da quell'indagine è emerso chiaramente che i mandanti per far seguire e pedinare determinate persone del mondo del calcio sono stati Moratti e Facchetti? La Federazione queste documentazioni le ha, io ho le prove, io ho la documentazione e l'ho portata anche al CONI quando ho difeso Fabiani e, addirittura, l'ho mandata per far riaprire il procedimento anche nei confronti dell'Inter. La Federazione ha taciuto ed ha ritenuto di non dover riaprire un procedimento così importante" (nel video, dal minuto 1:30).
Abbiamo trattato il caso in un articolo che chiede spiegazioni e non silenzio.
Ma Palazzi ha trattato anche il caso "bilanciopoli" delle milanesi: il 18 gennaio 2007 Tuttosport informava che: "l’indagine per falso in bilancio su Massimo Moratti e Adriano Galliani è stata chiusa e il pubblico ministero, Carlo Nocerino, così si esprime a proposito della situazione dell’Inter, ricollocandola nel periodo tra il 2003 e 2005: «L’equilibrio finanziario sarebbe saltato se la società avesse evidenziato le perdite connesse alle plusvalenze fittizie e l’Inter non avrebbe superato i parametri chiesti dalla Covisoc per l’iscrizione al campionato 2005-2006»". Bilanciopoli, dopo grandi "cautele", si chiude con patteggiamenti e buffetti solo il 12 giugno 2008.
Ne abbiamo parlato diffusamente in questi articoli:
Bilanciopoli, la trave nell'occhio di Palazzi
Bilanciopoli: patteggiamento e multarella per Inter e Milan
Lo scandalo dello scandalo...

C'è un altro caso che riguarda l'Inter e in cui l'operato di Palazzi ha sollevato perplessità: quello delle trattative di diversi dirigenti con l'inibito Preziosi. Per aver trattato con il presidente genoano, Secco e Bettega furono inibiti, mentre Moratti no. A Palazzi chiese conto dei "Due pesi e due misure" Roberto Beccantini (leggi l'articolo), che si sentì rispondere: "Dottore comprendo l’esigenza di dover far fronte alla curiosità dei lettori. Nello stesso tempo, mi permetto di osservare che anche notizie apparentemente simili vanno vagliate in profondità perché, lei capirà, non tutto quello che è, sembra; e non tutto quello che sembra, è. Mi scuso, dunque, se non posso proseguire in quel processo deduttivo e intellettivo che, immagino, lei vorrebbe che portassi a termine. Lei mi capisce, vero... ?".
Beccantini candidamente ammise: "Per la verità, non ho capito un tubo".
Palazzi ora dovrà gestire l'inchiesta sulle intercettazioni inascoltate anche dal suo Ufficio e fatte "scadere". L’avvocato Mario Stagliano, ex vicecapo dell'Ufficio indagini ha detto: "Nessuno si prese la briga di ascoltare quelle telefonate. Il che è grave: se io leggo, nelle informative dei Carabinieri, che ci sono 171 mila telefonate registrate e ne ho lette molte meno di mille, il dubbio di ascoltare cosa c’è in quei mesi e mesi di intercettazioni mi deve cogliere".
I media tacciono, ma noi non assumeremmo mai un incendiario per fare il pompiere.
Qualcuno ha sbagliato. Per colpa di qualcuno il tempo è scaduto: dimettetevi!


inritardo



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Utente Junior

03/05/2010 22.52


IP: Nascosto

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anche la germania si occupa dello scandalo e i giornalisti italiani invece tacciono
L'Inter dopo il successo col FC Barcellona nella Champions League è in finale e incontrerà il Bayern. Tuttavia delle preoccupazioni affliggono il club: in Calciopoli sono apparse nuove intercettazioni, che potrebbero nuocere all'Inter, che rischia severe punizioni.

Amburgo - Si tratta di telefonate intercettate, manipolazioni arbitrali e dubbi intrecci economici nella serie A italiana: no, non si tratta della Juventus. Quattro anni dopo lo scandalo della serie A italiana, a seguito del quale la Juventus venne retrocessa in serie B con la revoca di due scudetti, l'Inter rischia le stesse pene. Non passa un giorno senza che appaiano nuovi, sporchi dettagli.
L'impulso lo ha dato proprio Luciano Moggi. L'ex manager della Juventus era stato dichiarato l'artefice dello scandalo dai media italiani e ricevette come condanna per le presunte manipolazioni arbitrali una squalifica di cinque anni. Nel suo processo di fronte ad un tribunale serio a Napoli Moggi ha cambiato le carte in tavola. I suoi avvocati hanno presentato conversazioni dell'ex-presidente dell'Inter Giacinto Facchetti e del proprietario del club, Massimo Moratti, col designatore arbitrale d'allora Paolo Bergamo. Nelle telefonate era stata messa a disposizione del presidente dell'Inter la scelta di un "buon arbitro".
L'avvocato pretende l'assoluzione per Moggi.
Con queste ulteriori intercettazioni telefoniche Moggi e i suoi difensori vogliono dimostrare che gli stretti contatti con gli arbitri, usati come accusa contro Moggi, erano consueti nella serie A. SPIEGEL ONLINE ha appreso come l'avvocato di Moggi Paco D'Onofrio voglia raggiungere al processo davanti al tribunale di napoli l'assoluzione di Moggi per tutti i capi d'accusa e che possa continuare a lavorare come manger.

Il club e i suoi tifosi pretendono in base alle nuove informazioni una immediata uniformità di giudizio. "La giustizia deve essere equa, deve essere assicurato un trattamento equilibrato per tutti i club" riferisce il club juventino tramite una conferenza stampa. Le conversazioni apparse nel processo contro l'ex-manager della Juve Luciano Moggi tra responsabili dell'Inter e l'ex designatore arbitrale dovrebbero venir valutate con lo stesso metro col quale furono valutate a suo tempo le chiamate di Moggi.
In seguito a Calciopoli (2006) alla Juve vennero revocati gli scudetti e al secondo classificato Milan tolti 30 punti. A seguito di ciò l'Inter venne dichiarata campione d'Italia. Il boss dell'Inter Moratti reagisce rilassato alle accuse della concorrente Juventus: "Sono affari loro", risponde alle domande riguardo l'attacco della Juve. "E' assurdo che vogliano revocare all'Inter lo scudetto 2006, che ci siamo meritati."

I tifosi annunciano dimostrazioni davanti alla sede FIGC

L'allenatore della Juventus di allora, Fabio Capello, si sente confortato dopo le ultime notizie apparse. L'attuale allenatore dell'inghilterra dice che gli ultimi due scudetti erano stati vinti in modo sportivo e onesto senza aiuti esterni. Anche i tifosi e gli azionisti juventini sono indignati. "Stiamo cercando di ridare alla Juventus i due titoli revocati", dice Massimo Finizio. Assieme a Salvatore Cozzolino, che parla a nome dei piccoli azionisti del club, organizza la resistenza e pretende l'uguale trattamento per tutti. Finizio annuncia: "Prossimamente organizzeremo una dimostrazione davanti alla sede della FIGC."

Esperti dubitano che l'Inter verrà punita, a causa della prescrizione. Non è della stessa idea l'ex giudice sportivo Corrado De Biase. "Chiunque dica che l'Inter non corre alcun rischio, si sbaglia o non conosce le leggi sportive: se il sospetto verrà confermato, l'inter rischia severe sanzioni - in teoria pure la radiazione del club". Sicuramente non si arriverà a questo punto. Tuttavia è sicuro, che l'immagine dalla serie A italiana abbia subito un altro colpo.
inritardo
00lunedì 3 maggio 2010 23:32
Narducci sonvenzionato da Moratti !!!
”Piaccia o non piaccia agli imputati non ci sono mai telefonate tra Bergamo o Pairetto con il signor Moratti”, queste le parole del pm Giuseppe Narducci, interrogato il 27 ottobre scorso sulla possibilità di esistenza di telefonate non inserite tra i faldoni dell’indagine. Possibilità che lo stesso Pubblico Ministero audacemente definì “balle smentite dai fatti”, premurandosi di precisare che “i cellulari erano intercettati 24 ore su 24: le evidenze dei fatti dicono che non è vero che ogni dirigente telefonava a Bergamo, a Pairetto, a Mazzini o a Lanese”.
Lo stesso concetto è stato ribadito pochi giorni fa dal colonnello Auricchio nell’aula del Tribunale di Napoli dove si stanno svolgendo le udienze del processo riguardante i noti fatti del 2006.
Narducci, sempre nell’aula partenopea, ha poi successivamente raddrizzato il tiro, dichiarando che probabilmente “qualcosa è sfuggito”, lasciando così intendere che non tutto il materiale a disposizione è stato consultato.

Alla luce di quanto recentemente emerso, invece, la realtà si è dimostrata completamente diversa.
Innanzitutto, l’enorme massa di intercettazioni non solo non è stata esaminata nella sua totalità, ma non è stata nemmeno trascritta. Lavoro che è stato di competenza degli avvocati difensori di Luciano Moggi.
In secondo luogo, appare ora evidente che Paolo Bergamo non mentiva quando sosteneva di aver avuto frequenti contatti - telefonici e fisici - con l’intellighentia nerazzurra. E un preavviso, per amor di verità, c’era già stato quando, poco tempo fa, venne alla luce una telefonata nella quale il designatore livornese raccontava a Maria Grazia Fazi di una conversazione tra lui e Massimo Moratti, incentrata sull’incontro di Champions League tra Inter e Milan (“Domani vedrò l’arbitro che farà l’andata al derby, tanto per dirLe dove sono”).

Insomma, se quanto emerso dalle aule di giustizia aveva già assestato colpi tremendi all’impianto accusatorio - progressivamente ridottosi a un semplice atto di fede dell’ostinazione antijuventina - la scoperta di questi nuovi documenti sembra far pendere la bilancia della verità in una direzione ben precisa. Quella di una revisione totale e - ci si augura - repentina delle sentenze sportive.
Molti giornalisti e pensatori del pallone, tuttavia, si sono subito arroccati, sostenendo l’innocenza, o la non eccessiva rilevanza contenutistica delle telefonate morattiane. In attesa di ulteriori sviluppi, ci è sufficiente chieder loro che cosa avrebbero detto e scritto se avessero ascoltato Bergamo augurare a Moggi di ottenere dieci risultati utili consecutivi e quest’ultimo rispondergli di guardalinee che gli strizzavano amichevolmente l’occhio.

Fatte queste precisazioni, vi sono altri aspetti della questione meritevoli di essere sviluppati e messi in evidenza. Vediamoli uno per uno.

IN CERCA DI CONFERME

In una delle conversazioni emerse dal corpus intercettativo sommerso, Bergamo chiede a Moratti se risultano di suo gradimento gli arbitri Palanca e Gabriele per la partita di Coppa Italia tra Bologna e Inter (per la Coppa non venivano effettuati sorteggi). Il mondo dell’opinione sportiva, all’epoca dello scoppio di Calciopoli, rimarcò come il pasticciaccio brutto non risiedesse (anche perché non c’era) in una richiesta di Moggi verso una precisa designazione, quanto nella circostanza che un rappresentante della classe arbitrale si sentisse in dovere di chiedere a un direttore di una società sportiva il via libera per la designazione stessa (come ebbe a dire Ruperto: “C’è una soggezione di Bergamo nei confronti di Moggi” cfr sentenza Caf 14/07/2006, pag.85). Esattamente quanto è accaduto tra il Presidente di corso Vittorio Emanuele II e Paolo Bergamo.

INVITI A CENA

In altre due telefonate ascoltiamo prima Facchetti domandare a Bergamo dove parcheggiare per giungere a casa di quest’ultimo, e poi Moratti chiedere - sempre a Bergamo - un incontro, utile a scambiarsi qualche “confidenza” e “per confermare questo clima di cordialità che naturalmente è una cosa che sappiamo io e Lei”. Non vi sono, quindi, solo conversazioni telefoniche, ma anche incontri de visu.
Ma cosa ci può essere di male in un incontro a cena (ammesso che non si entri dalla porta di servizio e con il ristorante nel giorno di chiusura…)? Probabilmente nulla, se non fosse che sia le sentenze sportive che quelle ordinarie (cfr. Rito abbreviato di Giraudo) dicono l’esatto contrario. Le prime per dimostrare il fantomatico illecito strutturale, la seconda per appioppare cinque anni all’ex amministratore delegato juventino.
Le cose sembrano quindi stare sullo stesso identico piano. Ma con una differenza: la tavolata designatore-Moggi/Giraudo si svolse prima della partita Juventus-Lazio del 5 dicembre 2004, ma con lo scopo non di parlare della partita (in cui non accade nulla di rilevante, se non un presuntissimo rigore per un volo in area di Simone Inzaghi e un rigore, un po’ più concreto, non concesso alla Juve per fallo su Ibrahimovic), bensì con l’intenzione di scambiarsi gli auguri di Natale. L’incontro avviene infatti in un locale pubblico e alla presenza delle mogli dei suddetti e di altre persone, tra cui alcuni giornalisti. Per questo “importantissimo” evento i Carabinieri approntarono un intensivo sistema di appostamenti attorno all’edificio e scattarono anche delle fotografie che, alla fine, risultarono utili solo per documentare l’ingresso nel ristorante di eleganti signori con al braccio le rispettive consorti. (Un’altra cena ci fu in occasione di Livorno-Juventus, penultima giornata del campionato 2004-05, ma con lo scudetto già matematicamente vinto dalla Juventus…).
Il banchetto “interista”, invece, si è svolto a campionato in corso, prima di Livorno-Inter (17° giornata), gara vinta 2-0 dalla Beneamata, la quale beneficiò di due calci di rigore (per l'opportuna concessione degli stessi consultare la Gazzetta). Inoltre gli incontri (cena e partita) in questione, per dirla alla Auricchio, non sono stati minimamente “attenzionati”.
La differenza di trattamento tra le due circostanze è quanto mai evidente. Ognuno tragga le proprie conclusioni.

MORATTI DALL’ARBITRO

Nell’ultima, in ordine di tempo, delle “nuove” telefonate, Massimo Moratti si produce in un inaspettato outing. Bergamo gli annuncia l’avvenuta designazione di Gabriele per il già citato incontro di Coppa Italia. Il Presidente risponde così:

Moratti: "Va bene, mercoledì lo andrò a trovare prima della partita..."
Bergamo: "Questo gli farà piacere...".
Moratti: "Vado a salutarlo...".
Bergamo: "Visto che lì non c'é sorteggio ma c'é designazione a voi ho mandato Gabriele, l'ho fatto accompagnare bene da due assistenti molto bravi".
Moratti: "No, no Gabriele è sempre stato un buon arbitro, molto regolare, non ho mai avuto contestazioni..."
Bergamo: "Un saluto vedrà lo riempirà di gioia…”
Moratti: "La ringrazio, mercoledì sono giù se ce n'è bisogno, lo vado a trovare prima della partita...".

In poche righe il compendio di tutte le accuse mosse negli anni a Luciano Moggi. Con la differenza che quest’ultimo non si è mai sentito in dovere di andare da un arbitro prima di una partita. E nemmeno durante, come invece capitò al compianto Facchetti dopo un Chievo-Inter del 2003. Casomai solamente dopo e con la giustificazione di una direzione di gara, per così dire, deludente (cfr.Paparesta dopo Reggina-Juventus del 6 novembre 2004).
Le domande che, a questo punto, affiorano sono decisamente molte e assolutamente interessanti: Dove si sono incontrati? Cosa si sono detti? Ci andava sempre prima delle partite?

QUESTIONE SCHEDE

Un aspetto importantissimo va assolutamente ricordato: la Juventus è stata retrocessa in serie B e privata di due scudetti non a causa delle schede telefoniche svizzere. All’epoca delle sentenze tale ipotesi accusatoria non era ancora stata presa in considerazione.
Quindi sbaglia chi crede che il processo penale in corso a Napoli sia incentrato esclusivamente su di esse. Anzi, è vero il contrario. L’unico materiale in mano all’accusa sono le intercettazioni. Le tessere telefoniche straniere sono argomento ancora tutto da discutere e, soprattutto, da dimostrare. Già abbiamo visto che quella attribuita a Paparesta si è rivelata un clamoroso falso (inoltre Gabriele e Cassarà sono stati assolti nel rito abbreviato) e, con ogni probabilità, le difese degli arbitri accusati di averne posseduta una avranno argomenti più sostenibili di quelli espressi dal Maresciallo Di Laroni di fronte al giudice Casoria.

C’E’ PROCESSO E PROCESSO

Un altro cavallo di battaglia dei colpevolisti della prima ora è quello relativo all’intrinseca ineguaglianza, e alle differenti sfere di influenza, tra la Giustizia Sportiva e quella Ordinaria. Anche in questo caso si rendono necessarie alcune precisazioni. Innanzitutto la legge 401/1989 accomuna l’illecito sportivo al reato penale di “FrodeSportiva”, poi non è veritiero affermare che un procedimento ordinario non possa esercitare effetti su quello sportivo. Più volte sono state ricordate le disposizioni prese in merito al famoso caso dei passaporti falsi, per le quali il Presidente Emerito della Corte Costituzionale Vincenzo Caianiello ebbe a consigliare “una sanzione sportiva lieve, in attesa della sentenza penale che avrebbe potuto smentire i giudici federali, esponendo la Figc a gravi conseguenze”.Recentemente poi il caso Guardiola ha dimostrato come, in base all’articolo 39 CGS, le decisioni del tribunale calcistico siano state riviste sulla scorta di quelle prese da un Tribunale ad esso superiore. Infine, lo stesso supeprocuratore Palazzi, dopo la scoperta di nuovi elementi di accusa relativamente al caso Potenza-Salernitana, si è trovato costretto a riaprire un procedimento chiusosi nell’agosto 2008.

NON DIMENTICHIAMO IL MILAN

Tra gli inediti documenti portati alla luce dalla difesa di Luciano Moggi, compaiono anche prove di conversazioni telefoniche dirette tra Adriano Galliani, amministratore delegato del Milan, e i designatori Pairetto e Bergamo. Anche in questo caso si rende necessaria una considerazione. In attesa di scoprire i contenuti di queste intercettazioni, è evidente come venga meno il teorema, caro ai vertici di via Turati, di Meani come un indipendente scheggia impazzita all’interno della società. E’ lo stesso Galliani, quindi, a muoversi in prima persona e, in particolare, nell’immediata vicinanza dello scontro diretto tra Milan e Juventus dell’8 aprile 2005, prima del quale si registra una notevole quantità di telefonate tra il dirigente rossonero e i designatori. Non ci rimane che attendere per sapere cosa avessero da dirsi di così importante.

Lo scenario, come si può vedere, è in via di sviluppo ma non mancano i punti fermi su cui poter ragionare subito: le indagini venivano svolte principalmente sui giornali, l’oggetto delle stesse pareva essere uno soltanto - la Juventus - e il pm che le ha condotte, nella migliore delle ipotesi, non aveva ben chiaro il quadro della situazione. La gravità di quest’ultima circostanza, tuttavia, sembra prevalere su tutte le altre.

Per chiudere, il silenzio. Se la stampa, con tutte le precauzioni e le prudenze possibili, comincia a trattare questo argomento, ciò che ancora una volta stupisce è, appunto, il silenzio e l’immobilismo dei proprietari della Juventus F.C. E’ decisamente ora di suonare la sveglia anche dalle parti di corso Galileo Ferraris. La strada per la restituzione degli scudetti sembra tutta in discesa. Muoversi per riottenerli è un atto di rispetto per i tifosi, per gli azionisti e per la storia di questa gloriosa società.




inritardo



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Utente Junior

03/05/2010 22.57


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Ecco come gli onesti si comportavano !!! Juve in B perche ha violato l'art.1 lealtà sportiva contattando addetti della FGCI...e l'Inter ???


http://www.ju29ro.com/audio/1934-le-intercettazione-sfuggite-tutti-gli-audio.html
[Modificato da inritardo 03/05/2010 22.58]
inritardo



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Utente Junior

03/05/2010 23.01


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Sim Svizzere ma anche branca e moratti le acquistavano !!!! Poi loro controllavano Telecom tramite Tronchetti !!!
Dal controesame dei difensori, sono poi usciti alcuni retroscena molto interessanti sulla clientela di quel negozio di telefonia. Pare che fosse frequentato anche da dirigenti di serie A. In particolare, De Cillis ha fatto il nome di Marco Branca, ds dell’Inter, e anche del fratello di Moratti. I legali della difesa l’hanno così incalzato per approfondire questa singolare coincidenza, facendo anche innervosire il venditore, che è sembrato molto allarmato per il fatto di aver chiamato in causa i dirigenti nerazzurri.

Per ora, comunque, la questione delle SIM svizzere resta un rebus ancora tutto da decifrare, e francamente non si è ben capito quali siano le basi della teoria degli inquirenti sulla rete telefonica comprensiva di arbitri che avrebbe condizionato il campionato. L’avvocato Morescanti, legale di Fabiani, ha chiesto a De Cillis di verificare due numeri della Sunrise, per capire se fossero nell’elenco delle utenze intestate al padre, ma il venditore non li ha trovati.
Nelle prossime udienze forse capiremo di più.

inritardo



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Utente Junior

03/05/2010 23.03


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anche facchetti faceva le griglie
"Qualche mese fa ti chiedevo un po’ scherzando un po’ sul serio come mai non riuscivamo ad avere un arbitro amico, tanto da sentirci almeno una volta protetti, e tu, con uno sguardo fra il dolce e il severo, mi rispondesti che questa cosa non potevo chiedertela, non ne eri capace. Fantastico."
4 settembre 2006 - Massimo Moratti

Art. 358 Attività di indagine del pubblico ministero (codice procedura penale)
1. Il pubblico ministero compie ogni attività necessaria ai fini indicati nell’art. 326 e svolge altresì accertamenti su fatti e circostanze a favore della persona sottoposta alle indagini.



Il 25 novembre del 2004 Gennaro Mazzei, collaboratore dei commissari arbitrali nella designazione dei guardalinee, viene registrato in una telefonata col presidente dell’Inter, Giacinto Facchetti, scomparso nel settembre del 2006. Tre giorni dopo quella conversazione, il 28 novembre, c'è Inter - Juve.

Le informative dei Carabinieri ci avevano già offerto un altro inquietante retroscena che aveva anticipato quella partita: venerdì 26 novembre venne intercettata una telefonata tra l'allora presidente della FIGC e il designatore Bergamo. Di lì a poco ci sarebbero state delle importanti elezioni in seno alla FIGC, e Carraro espresse a Bergamo l’auspicio che non si verificassero rumori, scenate, richieste da parte di certa stampa di far cadere delle teste (evidentemente temeva per la sua, ma solo in relazione a possibili errori arbitrali pro-Juve. Altro che Cupola bianconera!). Ecco quindi che, rivolgendosi a Bergamo, alludendo all’arbitro appena designato dal sorteggio (Rodomonti), Carraro disse quanto segue: “...che faccia la partita onesta per carità, ma che non faccia errori a favore della Juventus per carità”.
La telefonata tra Mazzei e Facchetti ha una valenza deflagrante già per il fatto che esiste, smentendo clamorosamente la leggenda della "diversità etica" nerazzurra.
Ma anche i contenuti sono importantissimi. Si parla degli assistenti che poi verranno in effetti designati, e cioè Ivaldi e Pisacreta. Tre giorni prima della partita, dunque, il presidente dell'Inter ne conosceva i nomi. Ricordiamo che uno dei capisaldi delle accuse contro Moggi era l'ipotesi che conoscesse le designazioni prima del dovuto. Invece Moggi le conosceva, di fatto, quando le conoscevano gli altri, o addirittura in ritardo (Meani arrivava sempre prima...), e comunque sempre dopo le designazioni ufficiali.
Qua, invece, abbiamo un Facchetti che ne viene a conoscenza il giorno prima dei sorteggi!
Dal dialogo fra Mazzei e Facchetti, inoltre, si evince che il sorteggio era, come ripetiamo noi da anni, regolare. Quindi, abbiamo qui una "circostanza a favore della persona sottoposta ad indagine" che andava considerata dall'accusa, secondo il dettato del codice di procedura penale. Diverso il discorso se avessimo ascoltato Mazzei dire: "Ok, faccio come si fa con gli altri e parlo con Bergamo, per farti avere l'arbitro che vuoi".
Ma soprattutto, qui abbiamo un dirigente che, misconoscendo i regolamenti, auspica l'alterazione del sorteggio al fine di designare l'arbitro "numero 1".
Ma perché Facchetti voleva Collina? Se applicassimo il criterio di interpretazione ju29ro, fino alla settimana scorsa deriso da tutti e oggi improvvisamente rivalutato e applicato da molti commentatori all’Inter, è comprensibile che Facchetti desiderasse, per la sfida con la Juve, l'arbitro considerato migliore. Se applicassimo il criterio di interpretazione in voga sui media da maggio 2006 fino alla scoperta delle telefonate interiste, e cioè quello forcaiolo, si potrebbe andare a ripescare un Inter-Juve di 2 anni prima, del 19 ottobre 2002, quando Collina convalidò all'Inter un gol irregolare (mezza squadra nerazzurra franò su Buffon) di Vieri al 95', che consentì ai nerazzurri di pareggiare contro la Juve. Eh, sì, si potrebbe costruirci sopra qualche bella illazione.

Quel che è certo è che il sorteggio arbitrale si terrà il venerdì alle 11, il giorno dopo la telefonata. Gli arbitri non si potevano sapere prima. I collaboratori di linea non si sarebbero dovuti conoscere prima. O no?

Parte della trascrizione:

Mazzei: Sono in macchina che vado a Coverciano
Facchetti: Stai andando a Coverciano?
Mazzei: Sì perché mi trovo tra mezzoretta con Bergamo
Facchetti: Sceglili bene per domenica sera eh...
Mazzei: Numero 1 e numero 2, penso eh, a 'sto punto penso da quello che... Ivaldi e Pisacreta
Facchetti: Ivaldi e Pisacreta
Mazzei: Eh sono il numero 1 e il numero 2
Facchetti: Sì certo, e il numero 1 degli arbitri....... (il riferimento è a Pierluigi Collina, che in quei giorni veniva richiesto soprattutto da Roberto Mancini n.d.r)
Mazzei: Eh sì, speriamo che ci caschi con questo sorteggio del cavolo, che ci caschi il numero 1
Facchetti: Ma vaaa... lì non devono fare sorteggi, lì devono... ehhh
Mazzei: Eh, come si fa Giacinto....
Facchetti: Ehhh....
Mazzei: Purtroppo ci vuole fortuna lì, perché ti dico la verità, qui il sorteggio lo fa un giornalista, devono studiare una griglia dove le possibilità sono più alte... l'unica cosa...
Facchetti: Ma sì, mettono De Santis che ha già fatto la Juve domenica e non può, mettono Rosetti che è di Torino...
Mazzei: Ma devono lasciare un campo aperto almeno del 50% per quello che è scritto nel regolamento, mi sembra
Facchetti: Come?
Mazzei: Devono lasciare un campo aperto almeno del 50% per quello che è scritto nel regolamento mi sembra
Facchetti: Ah...
Mazzei: Perché non possono forzare con le preclusioni, almeno un 50% di possibilità, almeno mi sembra che è scritto sul regolamento... dopo ne parlo con Bergamo
Facchetti: Ma.. vabbè vabbè ... senti allora per C.E. li lascio... (si passano a parlare di biglietti per una persona da lasciare ad un cancello dello stadio)


I collaboratori di linea scelti per l’incontro Inter-Juve, del 28 novembre del 2004, furono dunque quelli anticipati nella telefonata: Ivaldi e Pisacreta. L’arbitro sorteggiato, invece, fu Rodomonti, mentre Pierluigi Collina andò ad arbitrare Chievo-Milan per la gioia dell’amicone Meani.


inritardo



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Utente Junior

03/05/2010 23.03


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http://www.youtube.com/watch?v=-BQx3Opwgw8&feature=player_embedded



se volete potete anche ascoltarla !!!!


[Modificato da inritardo 03/05/2010 23.04]
inritardo



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Utente Junior

03/05/2010 23.06


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Premetto che non sono nè simpatizzante nè tifoso Juventino
Io mi appassiono a tutto ciò che è giustizia !!! Calciopoli è l'esempio lampante di come le cose vanno in Italia !!! Inoltre tengo a precisare che durante questa mia ricerca mi sono anche riceduto su quello che tutto il mondo credeva l'arbitro migliore mai esistito Collina !!!
lacarami



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Utente Senior

03/05/2010 23.10
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inritardo inizia anke a scrivere cose sul processo mills e tutte quelle su berlusconi dai....poi anke qlcs su caldoro,dell'utri..hai molto materiale..
inritardo



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Utente Junior

03/05/2010 23.10


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il miglioR arbitro del mondo !!! ancora in attività che contatta un dirigente di calcio che preaanuncia diventerà designatore !!!
http://www.youtube.com/watch?v=Gzxw5NjlyPY



SCANDALOSO !!!! IL MILAN RESTA IN SERIE A MA CON LA POSSIBILITà DI ANDARE IN CHAMPIONS
[Modificato da inritardo 03/05/2010 23.11]
lacarami



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Utente Senior

03/05/2010 23.13
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Ma poi k c'entra con lazio-inter 2-0??'bà...moderatoriii...fermateloooooo..ahaha
inritardo



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Utente Junior

03/05/2010 23.15


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Moggi e Giraudo accusato di incontrare gli arbitri ma se Moratti faceva lo stesso !!!!



http://www.youtube.com/watch?v=txxqPyXx6eY


ascoltate
inritardo



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Utente Junior

03/05/2010 23.17


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Bergamo ammette di aver predisposto Bertini !!!! Ma come scusate....


http://www.youtube.com/watch?v=c3mAvqBmKNI&feature=related



lacarami



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Post: 578
Utente Senior

03/05/2010 23.17
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Inter-Juve, del 28 novembre del 2004..2-2..l'inter rubò sicuramente...ma ke parlamm a fà??qua si kiedono i migliori guardalinee non i guardalinee ke truccano rigori inesistenti...
lacarami



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Post: 579
Utente Senior

03/05/2010 23.18
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Cmq smetto d applicarmi....vado al riposo....domani aspetta una giornata di studio come a te compare...
inritardo



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Post: 178
Utente Junior

03/05/2010 23.19


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Re:
lacarami, 03/05/2010 23.17:

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Inter-Juve, del 28 novembre del 2004..2-2..l'inter rubò sicuramente...ma ke parlamm a fà??qua si kiedono i migliori guardalinee non i guardalinee ke truccano rigori inesistenti...

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si ma se la juventus è stata condannata perchè contattava funzionari Fgci la stessa cosa dovrebbe essere applicata all'inter che kiedeva i migliori guardalinee "cosa che non si doveva ne si deve assolutamente fare """"
inritardo



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Utente Junior

03/05/2010 23.21


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leggete le motivazioni della retrocessione della Juventus
sono scandalose per retrocedere hanno sommato 6 volte l'art.1 della giustizia sportiva !!! Cioè lesa la lealtà sportiva perchè venivano contattati i designatori (cosa peraltro voluta dalla lega e FGCi che inviava a mezzo fax alle società i numeri degli stessi designatori )
Io chiedo lìapplicazione del medesimo criterio !!!!
inritardo



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Post: 180
Utente Junior

03/05/2010 23.24


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facchetti : metti collina !!! se non è imposizione questa !!!


http://www.youtube.com/watch?v=YfpPAQCeYq0&feature=related
inritardo



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Utente Junior

03/05/2010 23.27


IP: Nascosto

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A napoli inoltre
è spuntata un'intercettazione nella quale Facchetti dice a Bergamo di passare dall'azionista della società per ritirare un regalo siamo al 23-12-2004 e si dice un regalo da 50000 euro !!! Azionista di maggioranza= Moratti

Questo mi ricorda un pò la questione rolex del 2000 da parte di sensi con vittoria finale della roma in campionato !!! Ma li nemmeno si interveni chissà perchè
inritardo
00lunedì 3 maggio 2010 23:43
andate su youtube

facchetti mazzei oppure bermao facchetti ed ascoltate
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