Berlusconi: "Da 15 anni io incubo e collante della sinistra"

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stelvius18
00mercoledì 24 marzo 2010 13:43
Roma - "Avremo vinto" le elezioni regionali "se il giorno dopo le elezioni la maggioranza degli italiani sarà amministrata da giunte di centrodestra". Nel corso di un collegamento con il Tg5, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha negato che la vittoria sarà decretata da chi otterrà più regioni fra le 13 in cui si voterà. Poi rilancia: "La sinistra, da 16 a questa parte, ha un solo grande incubo e grande collante: questo incubo si chiama Silvio Berlusconi". Ma il leader Pd, Pierluigi Bersani, assicura: "Sono ottimista per Piemonte e Lazio".

L'incubo della sinistra "La magistratura di sinistra ha condizionato pesantemente la campagna elettorale con le solite inchieste a orologeria", ha denunciato il premier spiegando che l'odio è generato dal fatto che la sinistra è fermamente convinta che Berlusconi le abbia "strappato il potere". Da qui l'importanza del voto. "Tenendo conto - spiega il presidente del Consiglio - che in questi mesi abbiamo già vinto in Sicilia, Sardegna, Molise, Friuli e Abruzzo, in tutte le Regioni che abbiamo avuto da quando sono al governo, io credo che vinceremo e ogni Regione strappata alla sinistra sarà per noi un grande successo".

Il pericolo dell'astensionismo "L'astensionismo se lo sogna e se lo augura la sinistra, perché se ne è sempre avvantaggiata", ha continuato il premier secondo ilq uale "non ci sarà" dal momento che "gli italiani sono persone di buon senso, hanno gli occhi aperti e sanno cosa succederebbe se la sinistra andasse al governo". Gli italiani, ha proseguito il presidente del Consiglio, "sanno che ci sono in ballo questioni come la salute, il lavoro, la casa. Sono sicuro che andranno a votare. E agli ultimi indecisi dico: andate a votare, utilizzate questo sacrosanto diritto democratico, perché se non lo fate ci sarà sempre qualcuno che deciderà per voi nonostante voi e quel qualcuno non sarà certo vostro amico".

Temi dettati dalla magistratura "I temi della campagna elettorale, con una strategia studiata a tavolino, sono stati dettati dalla magistratura politicizzata della sinistra", ha poi spiegato il premier a Telelombardia. "Questi temi - ha proseguito Berlusconi - hanno occupato gli spazi dei giornali e delle televisioni con dei falsi scandali". A tale riguardo, "si sono inventati lo Spatuzza; una Tangentopoli che non c’è; hanno gettato fango sulla ricostruzione del dopo terremoto in Abruzzo, tra l’altro colpendo un galantuomo come Bertolaso; hanno impedito di presentare liste nel Lazio e ci hanno provato anche in Lombardia", oltre a "intercettare illegalmente anche il sottoscritto e hanno imbastito una inchiesta sul nulla". In questo modo, ha concluso Berlusconi, "la sinistra è intervenuta con la sua mano giudiziaria poichè non sa vincere democraticamente".

L'asse Pdl-Lega Nord "L’asse tra Pdl e Lega è destinato a durare nel tempo: la nostra è una alleanza solidissima - ha continuato Berlusconi - la Lega è un alleato leale e affidabile e fra noi c’è una competizione leale poichè ci uniscono gli stessi valori e la stessa idea che è quella di di dare all’Italia istituzioni che siano più moderne e vicine ai cittadini". Quanto al voto nelle regioni del Nord, ha argomentato Berlusconi, "ci aspettiamo una grande e comune affermazione che rafforzerà l’azione di questo governo e la nostra coalizione". Guardando invece al dopo-Regionali, il presidente del Consiglio conta di "utilizzare i prossimi tre anni di legislatura per realizzare le riforme che il paese attende da tempo: le riforme istituzionali, l’elezione diretta del presidente del Consiglio o della repubblica, la riforma della Giustizia, l’ammodernamento del fisco e - ha chiosato - la riapertura di tanti cantieri per le infrastrutture".

La replica di Bersani Secondo Bersani, con il voto di domenica prossima per le regionali i cittadini possono cambiare l'agenda del governo, costringendolo ad affrontare i temi del lavoro e della crisi economica. All'osservazione che Berlusconi sembra avere imposto comunque il proprio schema comunicativo di questa campagna elettorale, Bersani ha risposto sollevando dei dubbi: "Lo vedremo nelle urne se noi siamo riusciti a imporre uno schema diverso, perché non tutto il frastuono che sta facendo il presidente del Consiglio sta arrivando alle orecchie degli italiani". Fermo restando il valore delle urne per le singole Regioni, le elezioni hanno però, ha sottolineato Bersani, una precisa valenza nazionale: "Finalmente gli elettori possono convincere il governo che bisogna cambiare agenda, cominciare a scrivere su di essa problemi come i redditi, il lavoro, gli investimenti. E spero - ha aggiunto - che gli italiani convincano il governo a cambiare agenda".
gran generale
00mercoledì 24 marzo 2010 13:46
e che palle
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