Berlusconi fa fermare autobus....

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Giubo
00giovedì 8 aprile 2004 21:17
Passi la pubblicità del supermercato, passi anche quella della lingerie, ma quando sul suo bus è comparsa la réclame di Forza Italia con la faccia di Silvio Berlusconi, Giuseppe Mosti, 60enne autista dell'azienda trasporti di Massa, non ci ha visto più. E nonostante sul pullman fossero già seduti i passeggeri, lui si è rifiutato di partire. Ora l'uomo rischia un procedimento disciplinare e anche una denuncia per interruzione di pubblico servizio.
Non appena si è accorto del nuovo cartellone pubblicitario aparso sull'autobus, Mosti ha annunciato ai passeggeri che non aveva nessuna intenzione di partire. Poi ha preso in mano il telefono, ha chiamato la direzione del Cat (Consorzio apuano trasporti) e i sindacati, e ha riferito anche a loro il proprio rifiuto di partire.

Poco dopo l'azienda di trasporti, non riuscendo a convincere Mosti, ha inviato un sostituto, e così il bus è potuto partire dal centro cittadino, diretto alle frazioni montante della città. L'autista ha poi spiegato che il suo rifiuto di mettersi al volante non è assolutamente legata a motivi politici, ma solo alla volontà di garantire l'incolumità sua e dei viaggiatori: "Non voglio che qualcuno, come accaduto sette anni fa, prenda a sassate il pullman", ha spiegato, riferendosi a un atto di vandalismo compiuto contro un pullman da qualcuno che, evidentemente, non aveva gradito la propaganda elettorale sui bus di linea.

L'uomo, però, ora rischia grosso: l'azienda, che sta valutando la possibilità di infliggergli una sanzione disciplinare, ha anche segnalato l'accaduto alla Procura (peraltro già avvertita da alcuni agenti della Digos intervenuti sul posto), e l'autista rischia anche una denuncia per interruzione di pubblico servizio. "E' un atto dovuto, ce lo impone la legge - hanno spiegato i responsabili dell'azienda - Da parte nostra non c'è nessuna volontà di vessare il dipendente. In seguito, anche in base ad eventuali denunce che ci arriveranno, valuteremo se sia il caso di trasferirlo ad altra zona o di sospenderlo".

E in merito ai anifesti propagandistici, il Cat ha fatto sapere come la scelta non dipenda dall'azienda, ma da un contratto stipulato con l'agenzia esterna che gestisce gli spazi pubblicitari. "Visti i precedenti, comunque, in futuro potremmo rivedere gli accordi".

robbydam
00giovedì 8 aprile 2004 21:47
chiaro esempio di demenza senile

da licenziare in tronco
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