Berlusconi a Lukashenko: il popolo ti ama

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Koogar
00martedì 1 dicembre 2009 09:58
ROMA - L’amore del popolo bielorusso per il presidente Aleksandr Lukashenko si vede «dai risultati elettorali che sono sotto gli occhi di tutti». Così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, primo leader occidentale da quindici anni a questa parte a mettere piede a Minsk, ha ringraziato il Capo di Stato bielorusso per anni isolato dalla comunità internazionale anche per il sospetto di brogli nelle elezioni. «Grazie anche alla sua gente, che so che la ama: e questo è dimostrato dai risultati delle elezioni che sono sotto gli occhi di tutti» ha detto il premier italiano rivolgendosi al leader bielorusso in conferenza stampa. Lukashenko ha a sua volta ringraziato Berlusconi: «Aveva promesso di venire ed è venuto. Noi - ha proseguito Lukashenko - comprendiamo bene il significato di ciò e ce lo ricorderemo». Il presidente bielorusso, quello che la passata amministrazione americana definì «l'ultimo dittatore» europeo, ha anche aperto gli archivi del Kgb al premier italiano: parlando di un regalo degno degli «amici importanti» il presidente bielorusso ha consegnato pubblicamente al Cavaliere fascicoli che vengono direttamente dagli archivi dei servizi segreti russi e bielorussi e sono il frutto «di un lavoro certosino». Un privilegio tributato a Berlusconi che permetterà di stabilire «le sorti dei cittadini italiani prigionieri durante la seconda guerra mondiale in Russia e in Bielorussia». I fascicoli consegnati al premier riguardano le informazioni sugli scomparsi in Bielorussia durante la Seconda Guerra Mondiale e su quelli rimasti vittime delle «persecuzioni nell’Unione sovietica degli anni ’30» ha spiegato Lukashenko.

POLEMICHE SULLA VISITA -Le parole di Berlusconi al Capo di Stato bielorusso hanno scatenato vive proteste in Italia. Pier Ferdinando Casini si è detto «sbigottito» per gli elogi a Lukashenko, chiedendo al premier di riferire in aula sulla visita a Minsk e sulla politica estera del governo. «Aveva destato in me già profonda meraviglia il fatto che il nostro sia stato il primo capo di un Governo occidentale ad andare in visita ufficiale in Bielorussia da quando è al potere il dittatore Lukashenko. Ma la mia meraviglia era niente in confronto allo sbigottimento di oggi nel leggere gli elogi del nostro premier a Lukashenko, del quale il presidente del Consiglio italiano ha magnificato la popolarità e il consenso tra i cittadini» ha detto Casini. Al leader centrista ha fatto eco l'esponente del Pd Piero Fassino, secondo il quale, con la visita a Minsk, Berlusconi mostra «ancora una volta una sconcertante manifestazione di superficialità e di non conoscenza dello scenario internazionale, che rischia di confermare l'immagine di una politica estera italiana oscillante e confusa». La prima a suscitare perplessità sulla missione di Berlusconi a Minsk era stata la leader radicale Emma Bonino, parlando di un viaggio «misterioso». «A me sembrano abbastanza misteriose tutte queste trasferte all'estero del nostro presidente del Consiglio» ha detto a Radio Radicale la vicepresidente del Senato. Pronta la replica del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti. «Ma quale giallo internazionale si inventa la senatrice Bonino?Si consoli non c'entra niente Agatha Christie».

«COMMOSSO» - Accogliendo in dono da Lukashenko i documenti inediti sulla sorte degli italiani morti nei campi di prigionia russi e perseguitati durante gli Anni 30, Berlusconi si è detto «commosso». «Queste carte sono un omaggio veramente imprevisto. Approfondiremo tutte le notizie di questi documenti e posso interpretare il sentimento delle famiglie italiane nel rivolgerle un ringraziamento cordialissimo» ha detto il premier. Lukashenko durante la conferenza stampa ha spiegato che si tratta di una «documentazione mai prima trasmessa all'Italia. Questo - ha aggiunto il presidente bielorusso - è solo una parte del materiale che abbiamo a nostra disposizione. Se l'Italia è interessata a approfondire l'argomento noi forniremo altri documenti».

ADOZIONI - Il presidente bielorusso ha anche ringraziato l'Italia per l'accoglienza data ai bambini di Chernobyl e ha fatto sapere di aver avuto «garanzie dal governo italiano e dalla Santa sede» sul tema delle adozioni internazionali. Berlusconi dal canto suo ha ringrazia la Bielorussia perché si sta adoperando per il «completamento di questi sogni d'amore»).
...Leon...
00martedì 1 dicembre 2009 21:51
C'è in sala qualche critico dell' ex-URSS che può dire la sua a riguardo?
gran generale
00mercoledì 2 dicembre 2009 01:36
Berlusconi in Bielorussia: la fascinazione per i dittatori
Chi pensava che il nostro Paese ormai da tempo languisse nelle paludi di una politica estera vetusta, mediocre, provinciale, deve oggi ricredersi, e salutare l'avvento del pioniere Silvio Berlusconi, navigatore delle rotte geopolitiche più tempestose, primo politico occidentale in visita a Minsk dopo 15 anni.

Gheddafi è un problema per l'Unione Europea? Ci pensa Berlusconi a legittimarlo, promuovendolo al ruolo di statista al G8 con un obolo da 5 miliardi di dollari. Che poi la contropartita sia l'applicazione di politiche sull'immigrazione disumane poco importa agli euroburocrati, che da un lato le condannano, dall'altro le implementano con lo scudo navale anti-clandestini Frontex. Putin deve ripulirsi la suola delle scarpe dai diritti umani calpestati nel suo Paese, con la ferocia e gli abusi sui ceceni, la repressione della stampa ostile, delle opposizioni politiche e degli oligarchi scomodi?. Berlusconi se ne fa garante, eleggendolo a partner privilegiato e 'amico intimo', offrendogli dorate villeggiature e visitandolo 'privatamente' a San Pietroburgo. La Bielorussia preme con insistenza alle porte dell'Unione Europea, nonostante le manifeste attitudini antidemocratiche del suo presidente? Ci pensa lo sdoganatore Berlusconi, con la sua politica estera fai da te.

La visita del presidente del Consiglio italiano a Minsk è solo l'ultimo capitolo in una lunga serie di relazioni diplomatiche artigianali e avventurose, fondate esclusivamente su robusti interessi economici o personali. Missioni dove il visitante è incurante della situazione civile e morale del Paese visitato, del suo grado di democrazia, del suo passato. La Bielorussia è il Paese che più di ogni altro ha conservato la propria identità sovietica. Ma per il Premier chiunque può diventare amico, fatta eccezione per i 'comunisti' italiani. Il leader dell'opposizione bielorussa ha definito Berlusconi un businessman, uno capace di vendere qualsiasi cosa, anche i valori europei. "Con Lukashenko - ha detto Anatoly Lebedko, capo del Partito civico unito - Berlusconi non ha parlato di democrazia, libere elezioni o prigionieri politici". Anzi, il Premier ha candidamente elogiato il presidente bielorusso, un uomo "amato dalla sua gente, come dimostrano tutti i risultati delle elezioni che sono sotto gli occhi di tutti, che noi conosciamo e apprezziamo". Forse la superficialità di una simile dichiarazione è solo apparente: Berlusconi sa che un presidente eletto con l'80 percento dei voti nel '94, il 75,6 nel 2001 e l'82,1 percento nel 2006 non è un uomo 'amato' dalla sua gente, ma un uomo che obbliga la sua gente a votarlo. Perché non c'è alternativa. Lukashenko soffoca la stampa libera monopolizzando le televisioni di Stato, sottopone al diretto controllo del governo la magistratura, imbavaglia e incarcera gli oppositori politici, modifica la Costituzione per potersi candidare a un terzo mandato. Tutte le elezioni dove Lukashenko ha ottenuto la grande 'prova d'amore' da parte della sua gente sono state censurate dagli osservatori dell'Ocse e condannate dall'Unione Europea.

Una superficialità apparente, quella di Berlusconi, che sicuramente conosce le risoluzioni di condanna dell'Unione Europea, oltre alle sanzioni che Bruxelles ha prorogato giusto tre settimane fa. Siffatta dichiarazione ("un uomo amato dalla sua gente") rivela probabilmente gli inconfessabili desideri di un Premier che ha sempre ammirato chi governa con pugno di ferro, desiderando, non solo in segreto, mutuarne metodi e personalità, emularne le caratteristiche più autocratiche, invidiando le circostanze storico-politiche che rendono possibile la sopravvivenza di una dittatura nel cuore del continente. Purtroppo, per sua sfortuna, la Costituzione italiana non si cambia per decreto presidenziale.


Luca Galassi - PeaceReporter
Giubo
00mercoledì 2 dicembre 2009 14:56
come disse ieri Crozza,ora deve solo invitare Kim II Jong a Villa Certosa..sai che divertimento tra tante topine e il nanetto bianco e quello giallo..
asgard423
00mercoledì 2 dicembre 2009 14:58
appena ho sentito la notizia in tv ho pensato :
ma si rende conto di quello ke dice??? lukashenko è un dittatore, la gente non ha la possibilità di odiarlo... ma cosa dice??? è pazzo o lo invidia???
JuanManuelFangio
00mercoledì 2 dicembre 2009 15:09
Re:
asgard423, 02/12/2009 14.58:

appena ho sentito la notizia in tv ho pensato :
ma si rende conto di quello ke dice??? lukashenko è un dittatore, la gente non ha la possibilità di odiarlo... ma cosa dice??? è pazzo o lo invidia???




Risposta esattaaa: lo invidia! [SM=x43799]
kusovme
00mercoledì 2 dicembre 2009 19:56
ma suvvia....lui e i suoi elettori ce l'hanno solo con d'alema e bertinotti....i più antidemocratici e sanguinari della storia..

che c'entra l'urss, putin, il kgb, lukashenko....

e poi tutti a dire comunisti... [SM=x43612] ma si pigliassero scuorno.
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