A Venezia l'America’s Cup WS Tappa italiana a maggio

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mikele88uni
00domenica 4 settembre 2011 13:20
seconda sconfitta per napoli dopo quella del 2003
Venezia sarà la tappa italiana dell’America’s Cup World Series, percorso propedeutico alla Coppa America. L’annuncio ufficiale è stato dato in Comune, alla presenza del sindaco Giorgio Orsoni, Richard Worth, presidente dell’America’s Cup Event Authority e Russell Coutts, CEO di Oracle Racing, l’uomo che ha vinto la Coppa 4 volte per 3 continenti differenti. Il capoluogo veneto ha vinto la battaglia con Napoli per aggiudicarsi gli eventi che si terranno il prossimo anno dal 12 al 20 maggio e ad aprile del 2013 (per Napoli si tratta della seconda sconfitta dopo quella del 2003 quando si candidò per la 32a America’s Cup che si disputò poi a Valencia). Nelle acque della Laguna si affronteranno gli avveniristici catamarani AC 45 e per Venezia le regate di multiscafi non sono una novità, dato che nel 2009 si è svolta una delle tappe più spettacolari dell’Extreme Sailing Series con i catamarani Extreme 40. All’appuntamento del prossimo anno dovrebbero partecipare 9 team, tra questi probabilmente Luna Rossa di Patrizio Bertelli e forse anche Venezia Challenge che , escluso dalla competizione per mancanza dei fondi necessari, si dice adesso potrebbe ritornare in pista (ma verrà accolta?). Il programma prevede regate di match race, regate di flotta e prove velocità sui 500 metri, le basi dei team saranno allestite nello storico Arsenale del 1100. Nel frattempo gli equipaggi impegnati nelle ACWS si stanno allenando per la seconda tappa del circuito (la prima è stata a Cascais in agosto) che si terrà in Inghilterra, a Plymouth dal 10 al 18 settembre.

fonte: gazzetta.it

poteva essere una buona occasione per rilanciare il turismo a napoli, altra occasione mancata. Per me napoli ha bisogno anche di questi grandi eventi per rilanciare la propria immagine...
giusperito
00domenica 4 settembre 2011 15:34
Ribadisco la mia opinione: è stata una fortuna averla persa.
Non si può pensare di riqualificare e trasformare un'area da potenzialità eccezionali in così poco tempo e solo per un evento che oggi c'è e domani non c'è...
trixam
00domenica 4 settembre 2011 16:57
Re:
giusperito, 04/09/2011 15.34:

Ribadisco la mia opinione: è stata una fortuna averla persa.
Non si può pensare di riqualificare e trasformare un'area da potenzialità eccezionali in così poco tempo e solo per un evento che oggi c'è e domani non c'è...




Questa volta è un danno minore, ma nel 2003 fu una gigantesca occasione persa.

Valencia fu più che felice di organizzarla e mi sembra che oggi goda ancora i benefici nonostante la coppa non sia più lì.
re-big.
00domenica 4 settembre 2011 19:00
Re: Re:
trixam, 04/09/2011 16.57:




Questa volta è un danno minore, ma nel 2003 fu una gigantesca occasione persa.

Valencia fu più che felice di organizzarla e mi sembra che oggi goda ancora i benefici nonostante la coppa non sia più lì.




Quoto.
giusperito
00lunedì 5 settembre 2011 00:51
Valencia non aveva un'area come Bagnoli... non so se tu abbia presente cosa sia e in che condizioni versi. E' una zona con carenze logistiche imponenti e che ha potenzialità immense. Destinarla ad una manifestazione così particolare e di settore (benché io ami la vela) è una follia. Non dimenticare che Valencia ha portato avanti un progetto nel quale si è inserita la manifestazione (vedi la costruzione del circuito). A Napoli invece il progetto era la manifestazione...
mikele88uni
00lunedì 5 settembre 2011 10:03
un articolo tratto da il.mattino.it

comunque non sono d'accordo l'America’s Cup può rappresentare molto per napoli del resto a bagnoli i progetti per rilanciare l'area ci sono da tempo e non sono stati pensati in relazione alla America’s Cup... questa sarebbe stata solo una spinta a fare il prima possibile...
giusperito
00lunedì 5 settembre 2011 13:54
A fare il prima possibile cosa.. questo è il punto.. cosa prevede il progetto Bagnoli?
Il mega giardino? L'acquario più grande d'Italia?... e poi Bagnoli può essere un progetto scisso da Napoli Est?
Ha senso progettare un porto turistico a Napoli est e poi organizzare l'AC a Bagnoli?
Concretamente cosa avrebbe portato a Napoli l'AC? Un po' di turismo di passaggio? Sufficiente a coprire i costi? Cosa si doveva fare a Bagnoli... le strutture per alloggiare le barche da regata che sarebbero serviti poi a cosa? Insomma DM era alla ricerca di uno spot, di una semplificazione.. vi do l'AC e divento bravissimo e ho mantenuto le promesse... e jamm.. ci vogliono progetti strutturali. Bagnoli è un'area da riconvertire e non si può arrangiare. Al momento è un coacervo di possibilità inespresse dall'Arenile ai moli abusivi e non, dalla Città della scienza alla spiaggia tossica, dal mare con il catrame a via Coroglio chiusa a mesi alterni..
Voglio progetti concreti e non sogni, bellissimi ma inutili.. DM può fare di più che portare un palliativo.. lo faccia..
trixam
00lunedì 5 settembre 2011 15:30
L'Ac è un bussiness che vale più di un miliardo di dollari, con un pubblico televisivo sparso in tutto il mondo.
Non porta il turismo di passaggio dei paninari, ci sono anche quelli per carità, ma quello ad alto valore aggiunto di persone che hanno molto denaro e che seguono la competizione per tempo.

Solo gli equipaggi che rimangono per anni insieme alle famiglie spendono milioni.

Quella del 2003-2007 era una occasione più unica che rara perché si trattava di organizzarla dall'inizio alla fine.
Questa volta invece ha poco senso strapparsi le vesti perché è solo una tappa di una coppa che gli americani hanno organizzato male e che non si sa bene se verrà fatta davvero, visto che sono solo due gli sfidanti ad avere la garanzia della copertura finanziaria.

Che poi il progetto dell'evento sportivo vada collegato ad un impiego post manifestazione è ovvio anche questo. Basta pensare agli enormi vantaggi che ha tratto ad esempio il piemonte dalla magnifica organizzazione della olimpiadi del 2006 sia in termini infrastrutturali che di turismo.

Non conosco bene i progetti di bagnoli, ma a naso disco che rimarrano sulla carta per non so quanti decenni.

Finché la zona resta così, continuerà ad avere enormi potenzialità che non sfruttera mai.

(pollastro)
00mercoledì 7 settembre 2011 22:45
Da parte del professore Prisco, che mi prega di postare

America's Cup/ La colpa + tutta della "linea d'ombra". Così è svanito il sogno di Napoli di Salvatore Prisco(Corriere del Mezzogiorno - Campania e Napoli, mercoledì 7 settembre 2011, pagina 16)

La notizia è che a Napoli si può finalmente smettere di polemizzare sull’uso in ipotesi improprio della colmata a mare di Bagnoli, che andrebbe smantellata sotto la sorveglianza di un’apposita società per la valorizzazione del quartiere dove una volta sorgeva l’Italsider e che fin qui è stata essenzialmente in grado di garantire prebende al suo consiglio di amministrazione e di fare poco altro.
Venezia ci ha infatti scippato le prove preparatorie dell’America’s Cup di vela, le cui gare avrebbero dovuto svolgersi in quel tratto d’acqua e salute dunque alla Serenissima: un superlativo che è la descrizione perfetta di uno stato d’animo. Tale non è ovviamente oggi quello del sindaco Luigi De Magistris, che per centrare l’obiettivo - enfatizzato in campagna elettorale - aveva perfino fatto passi d’intesa verso persone, forze e ambienti che aveva avversato in quella fase (il presidente della provincia Cesaro, l’unione industriali, il governatore regionale Caldoro) e messo la sordina all’ambientalismo fondamentalista di certi suoi assessori e supporters. Stizzita la reazione: bisogna cercare di capire quello che è successo, ma comunque Napoli resta bella anche senza ospitare eventi del genere.
Sarà pure così, ma - a proposito di mare - ci è tornata in mente La linea d’ombra di Joseph Conrad. Avrà presente più di un lettore la storia del giovane ufficiale in sottordine che si annoia e scalpita, inseguendo l’avventura degna di metterne a prova il valore. D’improvviso si congeda dall’equipaggio della nave che lo aveva ingaggiato, per assumere l’incarico di condurne a Singapore un’altra, di cui si è procurata la nomina a capitano. Grande entusiasmo, fior di impegno e perdipiù conquistato senza nemmeno la solita gavetta che devono attraversare gli uomini di mare per giungere a comandare una propria barca. Senonché ci sono molti e duri cimenti da superare: l’ostilità del vecchio secondo che aspirava a quel ruolo, fors’anche la maledizione del comandante di prima, impazzito e che ha lasciato lo scafo augurandogli ogni male, sicuramente lo scoppio di una mortifera epidemia che non può essere curata, perché quel comandante aveva venduto illegalmente le medicine di cui la nave era dotata e infine una successiva, misteriosa bonaccia, che per settimane la inchioda, non permettendole di procedere oltre, né di tornare indietro.
Il nuovo capitano alla meta arriverà, ma avendo attraversato intanto “la linea d’ombra” che divide i sogni guasconi della giovinezza dalla pensosa e più misurata maturità, avendo insomma perso per strada molte illusioni. Chissà se il personaggio vi ricorda qualcuno.

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