300mila firme su Repubblica a difesa della libertà di stampa

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fulvio25
00martedì 8 settembre 2009 21:42
L'APPELLO DEI TRE GIURISTI
L'attacco a "Repubblica", di cui la citazione in giudizio per diffamazione è solo l'ultimo episodio, è interpretabile soltanto come un tentativo di ridurre al silenzio la libera stampa, di anestetizzare l'opinione pubblica, di isolarci dalla circolazione internazionale delle informazioni, in definitiva di fare del nostro Paese un'eccezione della democrazia. Le domande poste al Presidente del Consiglio sono domande vere, che hanno suscitato interesse non solo in Italia ma nella stampa di tutto il mondo. Se le si considera "retoriche", perché suggerirebbero risposte non gradite a colui al quale sono rivolte, c'è un solo, facile, modo per smontarle: non tacitare chi le fa, ma rispondere.


Invece, si batte la strada dell'intimidazione di chi esercita il diritto-dovere di "cercare, ricevere e diffondere con qualsiasi mezzo di espressione, senza considerazioni di frontiere, le informazioni e le idee", come vuole la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948, approvata dal consesso delle Nazioni quando era vivo il ricordo della degenerazione dell'informazione in propaganda, sotto i regimi illiberali e antidemocratici del secolo scorso.


Stupisce e preoccupa che queste iniziative non siano non solo stigmatizzate concordemente, ma nemmeno riferite, dagli organi d'informazione e che vi siano giuristi disposti a dare loro forma giuridica, senza considerare il danno che ne viene alla stessa serietà e credibilità del diritto.


Franco Cordero

Stefano Rodotà

Gustavo Zagrebelsky

[SM=x43799]
giusperito
00mercoledì 9 settembre 2009 10:36
Hanno sbagliato l'indirizzo. Repubblica non sa neanche cosa sia la libertà di stampa. Altro che dieci domande... le vorrei scrivere io dieci domande a Berlusconi, D'Alema e Mancino.
fulvio25
00mercoledì 9 settembre 2009 20:29
L'iniziativa per la libertà d'informazione, promossa dalla Federazione Nazionale della Stampa, "si Svolgerà sabato 19 settembre a Roma, in Piazza del Popolo, a partire dalle ore 16". Lo comunica la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, rivolgendo "un appello a tutte le forze sociali, sindacali, associative e a tutte le cittadine e i cittadini, affinché senza distinzione di parte o di schieramento, vogliano raccogliere questo invito e partecipare a questa grande iniziativa".

La manifestazione si propone, "in primo luogo, di rafforzare e di tutelare i valori racchiusi nell'articolo 21 della Costituzione“ spiega la Fnsi ”e il diritto inalienabile di ogni cittadino alla conoscenza, alla informazione completa e plurale e alla comunicazione, che per essere tale non può subire forma alcuna di bavaglio". Le adesioni dovranno essere comunicate ai seguenti indirizzi di posta elettronica: segreteria.fnsi@fnsi.it; infofnsi@tin.it
fulvio25
00mercoledì 9 settembre 2009 20:33
da micromega:

Non possiamo che rispondere si all’appello lanciato dalla FNSI, anzi ci permettiamo di invitare tutte e tutti a spedire la loro adesione al sito della FNSI o al sito di Articolo21 o a questo blog. Se non bastassero i milioni di buoni motivi già sotto gli occhi di tutti basterà sapere che, persino in queste ore la Rai di Berlusconi è all’opera per colpire quello che resta di Rai3 a cominciare dalla trasmissione della Gabanelli: “Report”. Qualche giorno fa il settimanale l’Espresso ci aveva fatto sapere che l’ufficio legale della Rai sarebbe stato all’opera per ridurre l’assistenza aziendale alla trasmissione in corso di denunce o di querele. In altre parole si sta tentando una azione di mobbing per costringere la trasmissione a non rompere troppo le scatole. Per giorni e giorni la direzione generale della Rai non ha replicato alcunché, fino a quando incalzata dalle proteste ha dovuto partorire il seguente balbettante comunicato:

RAI: DG, NON ESISTE ALCUNA QUESTIONE REPORT

(ANSA) - ROMA, 7 SET - DA AMBIENTI DELLA DIREZIONE GENERALE DELLA RAI SI FA NOTARE CHE "NON ESISTE ALCUNA QUESTIONE REPORT: TRATTIAMO REPORT COME TUTTE LE ALTRE TRASMISSIONI". LA PRECISAZIONE DEL VERTICE DI VIALE MAZZINI ARRIVA DOPO LE INDISCREZIONI SULLA MANCATA COPERTURA LEGALE DA PARTE DELL'AZIENDA PER I GIORNALISTI DEL PROGRAMMA DI MILENA GABANELLI NELLE POSSIBILI CAUSE INTENTATE DAI PROTAGONISTI DELLE INCHIESTE DELLA TRASMISSIONE. SULLA VICENDA I SENATORI RADICALI MARCO PERDUCA E DONATELLA PORETTI HANNO ANNUNCIATO UN'INTERROGAZIONE AL MINISTRO DELL'ECONOMIA TREMONTI E IL PORTAVOCE DI ARTICOLO 21, GIUSEPPE GIULIETTI, HA CHIESTO CHE L'INDISCREZIONE VENISSE SMENTITA.

Tutto a posto , dunque? Neanche per sogno. L’imbroglio è evidente. Report, infatti non è una trasmissione come le altre. Quando un giornalista non fa le domande o fa finte inchieste non corre alcun rischio di essere denunciato, anzi, spesso viene premiato con una promozione. Le inchieste di Report, come quelle di Anno Zero o come quelle realizzate da Riccardo Iacona, per fare solo qualche esempio, hanno una tipologia diversa, si fondano proprio sulla capacità di illuminare le tante oscurità della vita nazionale. Proprio per questo milioni di spettatrici e milioni di spettatori scelgono questi programmi. La sola ipotesi che si voglia modificare “la rete di protezione aziendale e legale” è un chiaro atto di ostilità nei confronti di queste trasmissioni (e si potrebbero aggiungere i programmi di Lucarelli, la nuova edizione di Chi l’ha visto, lo storico appuntamento con Blob...) e dell’attuale direzione di Rai3.
Ma quali rassicurazioni? Da mesi e mesi Berlusconi e i suoi fedelissimi hanno preannunciato la loro intenzione di mettere il cappuccio anche a Rai3, anche al Tg3 , anche a Rainews24 e di sbattere fuori dal video tutti gli autori e tutte le trasmissioni a loro sgradite. Se prima vi erano solo un milione di ragioni per andare in piazza il 19 settembre adesso ne abbiamo un milione e una.

Giuseppe Giulietti
fulvio25
00domenica 13 settembre 2009 19:28
I vertici di viale Mazzini "tagliano" la trasmissione di Floris
Il conduttore: "Decisione immotivata". Ruffini: "Noi eravamo contrari"
Da Vespa la consegna delle case in Abruzzo
la Rai cancella la puntata di Ballarò
Gentiloni (Pd): "Voglio fare un reality con Berlusconi protagonista"
Rizzo Nervo: "Masi si ricordi che non è più a Palazzo Chigi"

ROMA - Uno speciale di Porta a Porta in prima serata martedì, dedicato alla consegna delle prime case ai terremotati d'Abruzzo, farà slittare la prima puntata della nuova stagione di Ballarò. Una decisione che il vicedirettore generale Antonio Marano motiva con la volontà di "valorizzare un momento importante per il Paese". Ma che crea polemiche. "E' un atto immotivato ai miei occhi, non riesco a comprenderne le ragioni. Avremmo potuto trattare gli stessi temi dello speciale di Raiuno, non vedo il motivo di sostituirci" commenta il conduttore Giovanni Floris. "Si tratta di una decisione presa contro il nostro parere" sottolinea il direttore di Raitre, Paolo Ruffini.
fulvio25
00mercoledì 16 settembre 2009 23:34
Trascorsi i primi 45 miniuti sul terremoto all'Aquila e i progetti di ricostruzione ("Entro dicembre tutti gli sfollati avranno un tetto sulla testa e senza alcuna tassa aggiuntiva perché stanzieremo 30 miliardi di euro"), Silvio Berlusconi ha aperto il fuoco sulla libertà di stampa: "Siamo circondati da farabutti in tivù, stampa e politica. La Rai è l'unica rete pubblica che parla male del governo con i soldi dei contribuenti".

E poi una bordata a Repubblica: "E' un giornale retto da un editore svizzero, con un direttore dichiaratamente evasore fiscale". Vespa prova ad interromperlo: "Mauro dice che non è vero", ma Berlusconi insiste: "Lei ha un gran senso dell'umorismo, ma è delinquenziale parlare di attentato alla libertà di stampa. Denunciare quella testata era il minimo che potessi fare".
fulvio25
00martedì 22 settembre 2009 12:53
ROMA - Parte "Annozero", prima puntata giovedì, ma su Marco Travaglio pende la scure dei vertici Rai. Il direttore generale Mauro Masi prende tempo, non firma il contratto di collaborazione senza aver prima consultato il presidente dell'Agcom Corrado Calabrò, che incontrerà forse domani, alla vigilia della partenza del programma. A questo punto Michele Santoro nulla dà per scontato. Oggi la conferenza stampa di presentazione della nuova stagione, ma il giornalista riunirà prima la redazione e insieme ai suoi deciderà che fare.

Ora l'atmosfera in Viale Mazzini si fa ancora più pesante. Anche perché quanto sta avvenendo viene ricollegato alle indiscrezioni delle ultime settimane su un presunto veto di Palazzo Chigi sul ritorno in video di Travaglio e di "Report". Sullo staff della Gabanelli grava la spada di Damocle della copertura legale per i servizi che l'azienda non intende garantire. Per "Annozero", invece, questo è l'ultimo di una seria di ostacoli, fanno notare in redazione, dopo il rinvio degli spot (poi partiti) e l'azzeramento della troupe storica del programma.
fulvio25
00martedì 22 settembre 2009 18:10
Re:
fulvio25, 22/09/2009 12.53:

ROMA - Parte "Annozero", prima puntata giovedì, ma su Marco Travaglio pende la scure dei vertici Rai. Il direttore generale Mauro Masi prende tempo, non firma il contratto di collaborazione senza aver prima consultato il presidente dell'Agcom Corrado Calabrò, che incontrerà forse domani, alla vigilia della partenza del programma. A questo punto Michele Santoro nulla dà per scontato. Oggi la conferenza stampa di presentazione della nuova stagione, ma il giornalista riunirà prima la redazione e insieme ai suoi deciderà che fare.

Ora l'atmosfera in Viale Mazzini si fa ancora più pesante. Anche perché quanto sta avvenendo viene ricollegato alle indiscrezioni delle ultime settimane su un presunto veto di Palazzo Chigi sul ritorno in video di Travaglio e di "Report". Sullo staff della Gabanelli grava la spada di Damocle della copertura legale per i servizi che l'azienda non intende garantire. Per "Annozero", invece, questo è l'ultimo di una seria di ostacoli, fanno notare in redazione, dopo il rinvio degli spot (poi partiti) e l'azzeramento della troupe storica del programma.




tv.repubblica.it/copertina/santoro-contro-il-direttore-di-rai2/371...

giusperito
00mercoledì 23 settembre 2009 10:28
è un colpo di stato (una rinascita democratica)
fulvio25
00sabato 26 settembre 2009 20:10
manifestazione il 3 ottobre a Roma per la libertà di stampa...
da micromega:

"E' stata una puntata vergognosa e pruriginosa, adesso basta, convocherò i vertici della Rai...", chi ha detto queste parole? Un prete scandalizzato dalle ultime prodezze di Berlusconi? Il presidente dell'autorità di garanzia per una volta turbato dalla cerimonia del bacio della pantofola trasmessa dalla Rai a reti unificate in occasione della consegna ai terremotati da parte di Berlusconi delle case costruite dalla provincia di Trento, al cui presidente è stato riservato qualche svogliato istante nei tg e non in tutti? O forse sono parole del direttore generale della Rai, Mauro Masi, dopo aver assistito alle penose esibizioni dal palcoscenico di Miss Italia, trasmese in prima serata sulla rete ammiraglia?

Nulla di tutto questo, sono invece le parole del ministro Scajola, quello che diede simpaticamente del rompic. a Marco Biagi poco prima che venisse ammazzato dai terroristi.

Questa volta il ministro che gestì brillantemente gli incidenti di Genova ha pensato bene di intimare alla Rai di presentarsi a capo chino e di fornire spiegazioni a lui medesimo.

Ci sarebbe da sghignazzare, ma purtroppo è tutto vero.

Se la Rai avesse ancora un gruppo dirigente autonomo, anzi appena autonomo, dovrebbe solo stracciare la lettera, e non degnare della minima risposta il ministro.

Scajola, infatti, sulle materie relative al pluralismo editoriale, non ha competenza alcuna.

Dal 1976 la Corte Costituzionale, con una sentenza storica, ha decretato il taglio, almeno formale, del cordone ombelicale tra la Rai e il governo.

Le competenze furono trasferite alla Commissione di Vigilanza per sottrarre l'azienda al diretto controllo dei governi. Ogni eventuale discussione deve avvenire in quella sede.

In caso di violazione del contratto di servizio le competenze possono riguardare anche la autorità di garanzia delle comunicazioni, ma il governo non ha alcuna competenza.

In realtà Scajola ha voluto mandare un messaggio preciso a Masi e al servizio d'ordine di Berlusconi che siede nel consiglio di amministrazione e cioè: cercate di ricordare che siete stati messi lì per tagliare le teste, per chiudere i programmi sgraditi, per cacciare quelli che il ministro considera dei rompic... per usare una espressione a lui cara.

Per quello che ha detto questo ministro dovrebbe andarsene, ma se a qualche dirigente della Rai dovesse venire in mente di andare a inginocchiarsi sarà bene reclamare le immediate dimissioni, senza guardare in faccia a nessuno, amici o presunti compagni che siano.

Dalla Rai, anzi, e dal suo direttore generale ci attendiamo un caldo e affettuoso ringraziamento a Santoro, a Ruotolo, a Travaglio, a tutti i loro collaboratori, e magari anche a quei sei milioni di italiani che hanno scelto di vedere il programma, facendogli raggiungere ascolti record.

Qualsiasi altra impresa, dopo questi risultati, si sarebbe leccata i baffi, nel polo Raiset, invece, si stanno stracciando le vesti. In questo modo infatti Santoro e i suoi hanno mancato due volte di rispetto al sovrano: la prima osando raccontare i fatti, la seconda danneggiando le sue aziende.

Non c'è dubbio come avrebbe ridetto il ministro Scajola questi di Annozero debbono proprio finirla di rompere i c...

Se qualcuno avesse avuto ancora dei dubbi, sarà davvero il caso di disdire tutti gli impegni per il prossimo tre ottobre e di ritrovarsi tutti in piazza del Popolo per la manifestazione sulla libertà di informazione, o meglio su quello che ancora resta, indetta dalla Federazione della Stampa.

Giuseppe Giulietti

(26 settembre 2009)
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