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Esclusi dai grandi

Ultimo Aggiornamento: 20/09/2011 16:34
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20/09/2011 16:34
 
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Articolo di Marcella Colombo
- Berlusconi escluso dai Grandi

Obama? Non ha tempo. Sarkò e Cameron? Non l’hanno voluto con loro a Tripoli, figurarsi a New York. Angela Merkel? Non scherziamo, la cancelliera tedesca appena sente il suo nome, fugge. L’agenda restava desolatamente vuota. L’unico a dargli retta è l’amico di dacia, Vladimir Putin, ma questa non è certo una novità.
...
VIDEO: LE FIGURACCE DI SILVIO CON:
OBAMA
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MERKEL video.unita.it/media/Figuracce_internazionali_di_B_Merkel_3...
LA REGINA ELISABETTA video.unita.it/media/Figuaracce_internazionali_di_B_Regina_Elisabetta_3...
SCHULZ video.unita.it/media/Figuracce_internazionali_di_B_Schulz_3...

Evitato dai Grandi della Terra che si sono dati appuntamento a New York per la 66ma Assemblea Generale delle Nazioni Unite. E allora, per il Cavaliere emarginato, meglio il Palazzo di Giustizia che il Palazzo di Vetro. Un’assenza imbarazzante. Che dà conto del credito (inesistente) che Silvio Berlusconi ha nello scenario internazionale.
Dalla tribuna delle Nazioni Unite parleranno tutti, ma proprio tutti, i leader internazionali: capi di Stato e di governo. Parleranno delle «Primavere arabe», del conflitto israelo-palestinese, di una nuova governance mondiale capace di far fronte ad una crisi finanziaria altrimenti devastante.

Per l’Italia interverrà una figura di secondo piano: il ministro degli Esteri, Franco Frattini. Berlusconi non ci sarà. Meglio deporre al processo Mills che subire l’onta di parlare ad un’Assemblea deserta. È l’ammissione di una disfatta. Tanto più grave se si tiene conto che al centro della discussione vi sono due dossier su cui l’Italia avrebbe tutto l’interesse, e il diritto, di dire la sua: la Libia del post-Gheddafi, e il Medio Oriente con la «questione palestinese» che torna a reclamare la sua centralità.
Obama ha già annunciato che si vedrà con Sarkozy e Cameron, in occasione delle assise Onu, per fare il punto sulla ricostruzione della Libia: Berlusconi non sarà della partita, nonostante l’impegno militare italiano nel fronte anti-Gheddafi, nonostante gli sforzi delle aziende italiane (in prima fila l’Eni) per non essere travolte dalle concorrenti franco-britanniche sostenute attivamente dal’Eliseo e Downing Street.

Per non parlare del Medio Oriente:
ai protagonisti, vecchi e nuovi, della regione, Berlusconi avrebbe dovuto dar conto di ciò che resta (nulla) di quel «Piano Marshall» per la Palestina: un mantra ripetuto dal Cavaliere in ogni dove, ma rimasto sempre sulla carta. Straccia. Il conflitto israelo-palestinese, la Libia, la Siria, l'Afghanistan e la crisi economica. Barack Obama sbarca domani a New York per l'Assemblea Generale dell’Onu che, secondo alcuni osservatori, potrebbe risultare per il leader Usa un «incubo diplomatico che rischia di isolare gli Stati Uniti, far arrabbiare il Congresso, ampliare il divario in Medio Oriente e gettare un'ombra sul resto dell'agenda presidenziale».

L’inquilino della Casa Bianca parlerà anche dell’euro: ad ascoltarlo, attentamente, vi saranno i capi di Stato e di governo di tutte, dicasi tutte, le cancellerie europee. Con un’unica, desolante eccezione: l’Italia. Obama parlerà dell’euro, e dunque anche dell’Italia: a rispondergli sarà Frattini. Troppo poco, quasi niente. Il «Premier che non c’è». Nella sede più rappresentativa del consesso internazionale. Non sarà lui, a dover spiegare il voto dell’Italia sullo Stato di Palestina; a dover chieder conto delle ragioni della marginalizzazione del nostro Paese nella Libia che dopo la guerra, dovrà ricostruirsi: una «torta» di 200 miliardi di dollari. Meglio non esserci, per evitare domande imbarazzanti in conferenza stampa, su veline, escort, prostitute, alte e o basse, esili o formose, su festini e affari poco chiari. Il Mediterraneo torna ad avere una decisiva centralità geopolitica. Ma Silvio Berlusconi sembra non accorgersene, condannando l’Italia ad una ingiustificata marginalità.

A New York si stringeranno alleanze, si definirà una nuova agenda internazionale
, con le sue priorità, i suoi vincoli. L’Italia ne sarà ai margini, nonostante gli sforzi titanici dei nostri diplomatici nel difendere qualcosa che sfugge sempre più al Cavaliere impenitente: la dignità nazionale. Ma neanche il più smaliziato diplomatico è in grado di spiegare le ragioni di quell’assenza: all’Onu si discute del futuro del mondo, delle aspettative e dei timori di popoli e Stati, mentre l’Italia e il suo Premier sembrano non trovare altro interesse che discutere di intercettazioni e di performances sessuali. «Quando provo a spiegarlo ai miei colleghi, il loro sguardo è tra il compassionevole e l’ammiccante...». si sfoga con l’Unità un giovane diplomatico italiano.

Da domani alle Nazioni Unite si fa sul serio. I leader mondiali esporranno le loro idee, discuteranno, si scontreranno, cercheranno un compromesso o guideranno schieramenti contrapposti. Comunque, faranno politica. L’Italia non ci sarà.

www.unita.it/italia/escort-si-onu-no-berlusconi-escluso-dai-grandi-...

Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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