"Le città invisibili si presenta come una serie di relazioni di viaggio che Marco polo fa a Kublai Kan imperatore dei tartari..."
Dalla postfazione di Pasolini capisco in primis che lui ha strumenti che io non posseggo e,due,che i piani di lettura di un libro,per fortuna,sono molteplici.
Le città di Calvino sono un insieme di tante cose:di memoria,di desideri,di linguaggio ecc.Calvino si diverte a montare e smontare le varie città con la consapevolezza che gli scambni che avvengono in queste non sono solo scambi di merci ma anche di parole, di desideri,di ricordi.
Detto ciò preferisco quando nella descrizione diventà più pratico,accopiando le parole ai gesti:all'inizio del libro è un pò troppo astratto per i miei gusti.
Gente più intelligente di me ha scritto che questo libro raggiunge alte vette poetiche:non lo metto in dubbio,tuttavia la sensazione che ho ora è di incompiuto.Non sono riuscito a prender tutto ciò che il libro può dare.Capitava che la mente volasse altrove.
Perciò lo consiglio,perchè sono sicuro che qualcuno saprà recepire quello che a me,un pò per distrazione,un pò per poca comprensione,è sfuggito.Sfuggito un pò come sfugge ogni volta l'immagine della città all'imperatore.
Comunque le città che più mi hanno colpito sono:le città e gli scambi 3(eutropia),le città e i morti 3(eusapia),le città e il desiderio 5(zobeide),le citta e i segni 4(ipazia),le città sottili 3(armilla).