premessa: è il mio primo approccio serio al penale, quindi nn mi sfottete se chiedo scemenze
allora, il fatto: tizio sversa illecitamente acque reflue industriali...nel 2008 in seguito a denuncia subisce un sequestro preventivo di pozzetti e tubi di sversamento e nel 2010 (aprile) viene condannato in primo grado (avverso la sentenza è proposto appello);
in tutto ciò nel gennaio 2010, su nuova denuncia, tizio subisce un nuovo sequestro preventivo in relazione allo stesso pozzetto e a tubi diversi, e viene sottoposto a nuovo procedimento per gli stessi fatti - quindi identica imputazione...
ora, partendo dal presupposto che non so come sia possibile che sia stato effettuato un nuovo sequestro quando agli atti non mi risulta alcun dissequestro, nè nel verbale del secondo si parla di sigilli presenti (questo fa supporre che Tizio li abbia rimossi illegalmente..ma allora l'imputazione non doveva essere diversa??)...il mio problema è questo: in base a questi fatti, ricorre un'ipotesi di preclusione in base al principio del ne bis in idem??
facendo una ricerca giurisprudenziale ho trovato diverse pronunce della Cassazione (anche a sez. unite: Cass. pen. sez. un. 28.06.05, n. 34655) in cui è specificato che "l'identità del fatto sussiste solo quando vi sia corrispondenza storico-naturalistica nella configurazione del reato, considerato in tutti i suoi elementi costitutivi (condotta - evento - nesso di causalità) e con riguardo alle circostanze di tempo, di luogo e di persona" (Cass. Pen. Sez. V, 01/07/2010 n. 28548)
...ora, qui ho lo stesso reato, stesso luogo, stessa persona...ma la seconda imputazione è riferita ad un periodo successivo rispetto ai fatti oggetto del primo giudizio, e per cui vi è giudizio di appello........si può configurare la preclusione???
----------------------------------------------------------------------------
...perchè col tempo cambia tutto, lo sai, e cambiamo anche noi...