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Referendum sull'acqua: le ragioni del No

Ultimo Aggiornamento: 11/06/2011 13:40
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06/06/2011 09:30
 
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Re:
(pollastro), 6/5/2011 5:36 PM:

Legittima l'opinione postata da Trixam perchè, credo, da lui condivisa. Legittimo l'articolo di Stagnaro: anche lui in fondo cerca una soluzione terza tra opposte tendenze (tutto al pubblico o tutto ai privati), in nome degli investimenti e dell'efficienza della gestione e avverte che non bisogna essere semplicistici di fronte a questioni complesse. Il nodo è la regolazione. Personalmente ritengo che i beni relativi a servizi di interesse generale (ci metto anche la formazione scolastica e universitaria e la tutela della salute, nonché linee almeno essenziali di traporto e impianti telefonici e telematici di base; si potrebbe invece privatizzare del tutto la radiotelevisione, salvo un canale snello di servizio)debbano essere in linea di principio pubblici e che il pubblico debba gestire secondo queste direttive: far pagare di più chi può, ma di meno o nulla a chi non può, secondo controlli rigorosi e sanzioni a chi imbroglia (il sevizio deve essere universale), amministrare bene soldi di tutti (nessuna lottizzazione partitica: prevedere anche gestioni a controllo popolare, con rappresentanti di utenti e consumatori eletti nei consigli di amministrazione ed eventualmente revocabili in sede di verifica periodica sul raggiungimento degli obiettivi), mantenere efficienti gli impianti. Un pubblico (meglio: un collettivo, anche sulla base dell'art. 43 comma, Cost., nella parte - moderna, ma mai attivata - della gestione da parte di comunità di utenti...) efficiente, non certo sprecoe, clientelare e speculativo. Utopia? Fore, ma non meno di quella di chi crede alla favola del filantropismo privato...
Voterò perciò con convinzione sì, come negli altri referendum, su tutti i quali spero che si raggiunga il quorum, ma consapevole che la battaglia è solo all'inizio. Un sì bloccherebbe la legittimazione della speculazione sui beni comuni, poi c'è da costruire l'efficiente gestione sotto (ribadisco) controllo collettivo




Infatti la nostra università è quasi totalmente pubblica e sappiamo tutti che fornisce un servizio impeccabile a tutti (specie ai professori e ai loro parenti/amici/conoscenti/amanti).


http://it.wikipedia.org/wiki/Classifica_accademica_delle_universit%C3%A0_mondiali

Non dico che il "privato" sia la soluzione di tutti i mali ma credo che la concorrenza tra privato e pubblico sia una soluzione alternativa ragionevole, ad oggi mai sperimentata in Italia.

ps: non riesco a trovare il primo ateneo italiano nella classifica di cui al link e faccio anche fatica a trovare università pubbliche...(credo che la prima sia francese...se non vado errato).
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