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Don Seppia: «Mai andato con minorenni»

Ultimo Aggiornamento: 23/05/2011 15:17
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23/05/2011 15:02
 
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Il sacerdote interrogato per oltre 5 ore:
«Le intercettazioni su droga e "prede"? Millanterie»

MILANO - È durato più di cinque ore l'interrogatorio di don Riccardo Seppia, il parroco di Sestri Ponente arrestato con l'accusa di abuso su minore e cessione di stupefacente. Il sacerdote ha risposto fino alle 15 alle domande del sostituto procuratore di Genova, Stefano Puppo, assistito dall'avvocato difensore Paolo Bonanni. «Non sono mai andato con minorenni né ho mai ceduto stupefacenti a minorenni» ha detto don Seppia nel corso dell'interrogatorio sostenuto nel carcere di Marassi.

«GIOCO EROTICO» - Il sacerdote ha «ridimensionato in modo radicale gli episodi che gli sono stati contestati» ha riferito al termine del lungo interrogatorio il suo avvocato difensore Paolo Bonanni. In merito alle numerose telefonate che intercorrono tra il parroco ed un suo spacciatore e «procacciatore di prede», il sacerdote ha riferito che si trattava di «millanterie». Secondo quanto riferito da don Seppia al pubblico ministero, gli oggetti delle sue telefonate sarebbero stati, invece, «un gioco erotico». Per quanto concerne la contestazione di aver fatto violenza sessuale ad un chierichetto di 16 anni della parrocchia del Santo Spirito di Genova, il prete arrestato ha riferito di non avergli mai dato un bacio così come gli viene contestato dal gip Maria Vicidomini. Il sacerdote ha riferito di aver avuto rapporti soltanto con maggiorenni e per quanto concerne la cessione di sostanze stupefacenti, anche in questo caso ha negato ogni addebito. L'avvocato Bonanni non ha voluto commentare la dichiarazione rilasciata all'ingresso del carcere da parte del sacerdote, e cioè di essere sieropositivo, e ha riferito che il suo assistito «comprende il grande interesse mediatico alla vicenda e lo subisce passivamente».

«QUANTI SMS A MIO FIGLIO...» - Su Gente (in edicola da lunedì 23 maggio) parla il padre di una delle potenziali vittime del sacerdote arrestato. «È una cosa incredibile. Mi sembrava un bravo sacerdote - racconta -. Ora mi chiedo cosa sarebbe potuto succedere se mio figlio avesse dato seguito a quei contatti». L'uomo rivela ancora: «Io e mia moglie non ci siamo accorti di nulla finchè i carabinieri non hanno bussato alla nostra porta, dopo l'arresto - ha spiegato il genitore -. Per fortuna il nostro è un ragazzo sveglio e non ha mai risposto a quell'uomo, che insisteva via sms perché andasse a confessarsi. Ha capito da solo che c'era qualcosa di strano». «Che don Seppia fosse gay, che amasse andare a ballare nei club per omosessuali a Sampierdarena e che rincasasse a volte accompagnato, si sapeva - conferma Alessandra, parrucchiera -. Però che avesse attenzioni morbose per i bambini, quello no. Mio figlio ha 6 anni, andava a giocare con gli altri bambini della parrocchia. Pensarci adesso mi fa venire la pelle d'oca. Dovrebbero darlo in mano alle mamme, avrebbe quel che si merita. D'altra parte, però, in molti avevano ritirato i figli dall' oratorio. La verità è che era un gran rompiscatole, fiscale sulla frequenza delle messe. Era cupo, mai un sorriso: uno a cui non piaceva fare il prete».
(corriere.it)


Io non ho parole, provo solo schifo e disgusto. [SM=g51999]
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23/05/2011 15:17
 
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Re:
giovi., 23/05/2011 15.02:

Il sacerdote interrogato per oltre 5 ore:
«Le intercettazioni su droga e "prede"? Millanterie»

MILANO - È durato più di cinque ore l'interrogatorio di don Riccardo Seppia, il parroco di Sestri Ponente arrestato con l'accusa di abuso su minore e cessione di stupefacente. Il sacerdote ha risposto fino alle 15 alle domande del sostituto procuratore di Genova, Stefano Puppo, assistito dall'avvocato difensore Paolo Bonanni. «Non sono mai andato con minorenni né ho mai ceduto stupefacenti a minorenni» ha detto don Seppia nel corso dell'interrogatorio sostenuto nel carcere di Marassi.

«GIOCO EROTICO» - Il sacerdote ha «ridimensionato in modo radicale gli episodi che gli sono stati contestati» ha riferito al termine del lungo interrogatorio il suo avvocato difensore Paolo Bonanni. In merito alle numerose telefonate che intercorrono tra il parroco ed un suo spacciatore e «procacciatore di prede», il sacerdote ha riferito che si trattava di «millanterie». Secondo quanto riferito da don Seppia al pubblico ministero, gli oggetti delle sue telefonate sarebbero stati, invece, «un gioco erotico». Per quanto concerne la contestazione di aver fatto violenza sessuale ad un chierichetto di 16 anni della parrocchia del Santo Spirito di Genova, il prete arrestato ha riferito di non avergli mai dato un bacio così come gli viene contestato dal gip Maria Vicidomini. Il sacerdote ha riferito di aver avuto rapporti soltanto con maggiorenni e per quanto concerne la cessione di sostanze stupefacenti, anche in questo caso ha negato ogni addebito. L'avvocato Bonanni non ha voluto commentare la dichiarazione rilasciata all'ingresso del carcere da parte del sacerdote, e cioè di essere sieropositivo, e ha riferito che il suo assistito «comprende il grande interesse mediatico alla vicenda e lo subisce passivamente».

«QUANTI SMS A MIO FIGLIO...» - Su Gente (in edicola da lunedì 23 maggio) parla il padre di una delle potenziali vittime del sacerdote arrestato. «È una cosa incredibile. Mi sembrava un bravo sacerdote - racconta -. Ora mi chiedo cosa sarebbe potuto succedere se mio figlio avesse dato seguito a quei contatti». L'uomo rivela ancora: «Io e mia moglie non ci siamo accorti di nulla finchè i carabinieri non hanno bussato alla nostra porta, dopo l'arresto - ha spiegato il genitore -. Per fortuna il nostro è un ragazzo sveglio e non ha mai risposto a quell'uomo, che insisteva via sms perché andasse a confessarsi. Ha capito da solo che c'era qualcosa di strano». «Che don Seppia fosse gay, che amasse andare a ballare nei club per omosessuali a Sampierdarena e che rincasasse a volte accompagnato, si sapeva - conferma Alessandra, parrucchiera -. Però che avesse attenzioni morbose per i bambini, quello no. Mio figlio ha 6 anni, andava a giocare con gli altri bambini della parrocchia. Pensarci adesso mi fa venire la pelle d'oca. Dovrebbero darlo in mano alle mamme, avrebbe quel che si merita. D'altra parte, però, in molti avevano ritirato i figli dall' oratorio. La verità è che era un gran rompiscatole, fiscale sulla frequenza delle messe. Era cupo, mai un sorriso: uno a cui non piaceva fare il prete».
(corriere.it)


Io non ho parole, provo solo schifo e disgusto. [SM=g51999]




Sì, certo, e poi c'era la marmotta che confezionava la cioccolata...


Che schifo d'uomo! [SM=g51999]
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